Ieri mi sono imbattuto in questo articolo (doppio, l'originale è nel link in mezzo a questo):
https://milano.corriere.it/notizie/...me-f1b189d2-e859-49a3-bb23-98c3d50bdxlk.shtml
E sono rimasto abbastanza perplesso:
1) quello a destra NON è una ciclabile ma un passaggio pedonale, e sui passaggi pedonali NON ci si va in bici. Avrebbero dovuto passare in strada
2) il furgone è chiaramente parcheggiato in uno stallo apposito. Ma siccome lo stallo è troppo piccolo in relazione alle dimensioni del mezzo (eh, questo mondo in cui non fanno più le 126!), straborda. Il conducente ha deciso di invadere il passaggio pedonale, ma se non lo avesse fatto avrebbe invaso la strada. Entrambe cose almeno in parte discutibili, ma non è il classico veicolo parcheggiato a cazzo sopra la ciclabile solo perché chi guida ha il culo pesante e nessun rispetto per gli altri
3) se avesse invaso la sede stradale sarebbero aumentati i rischi per veicoli e ciclisti percorrenti la medesima, quindi il bambino in teoria avrebbe rischiato di più
4) il bambino si è schiantato contro un veicolo fermo. Posso immaginare che venisse da una svolta e se lo sia trovato davanti, ma denota comunque che non stava prestando adeguata attenzione a dove stava andando, visto che il mezzo, seppure a stento, è entro gli spazi assegnati. E guardare dove si va è il minimo essenziale per poter girare su una strada pubblica (in realtà bisognerebbe conoscerne anche le regole basilari, ma vabbè).
In sostanza sarebbe la classica e neppure originale lezione di vita per il bambino da parte del genitore: "in strada non fare l'idiota e guarda dove vai, cribbio!"
Ci vedo invece la lezione opposta: con, in questo caso, la scusa di ecologia e sostenibilità "la colpa deve essere sempre e comunque degli altri".