Quante alluvioni ancora prima di convincere gli scettici sulla crisi climatica?

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cambio discorso, disseccamento del mediterraneo, e.. simulazioni catastrofistiche mode on

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Sai cosa si dice nel mondo della scienza: i climatologi sono sempre pessimisti e gli economisti sempre ottimisti.
:mrgreen:
Comunque il problema non sono quanto costeranno le auto, ma i costi della transizione così come è stata definita e come invece, credo, non avverrà. E non avverrà perché come ti ripeto, l'obbiettivo non può essere il tipo di tecnologia, ma sono le emissioni. Se per emettere di meno CO2 fossile, compreso quella relativa al processo di transizione, l'elettrico sarà la soluzione, bene si imporrà quella tecnologia, se invece si imporra l'auto a molla con carica a chiave con le orecchie di topolino, sarà quella. E se invece si distillerà alcool dalle erbacce del mio vialetto, e i motori gireranno con quello. Per cui a parte il disagio di aver un sacco di veicoli sul mio pianerottolo per il pieno, abbondantemente consolato dal fatto che diventerò più ricco di Bezos, ben vengano i motori invece che ibridi, ebri. Ma che la tecnologia di conversione sia imposta per via politica, è un a cosa che non trova precedenti nelle democrazie liberali. Ed è il motivo per cui non se ne farà nulla. La mancata di presa di posizioni durissime da parte dei paesi produttori di auto è dovuta al fatto che gli stessi sono i paesi più europeisti (Italia, Francia, Germania). Il male sarebbe una spaccatura tra i paesi proelettrico e protermico.
mi risulta che lo scopo sia ridurre la co2. non mi stupirei affatto che NON esista alcun "blocco alla vendita di motori termici" come blaterano i media, bensì un "blocco a motori con emissioni superiori a X" che poi prodi giornalisti e abili markettari hanno erroneamente tradotto come la vulgata narra...
Nel senso che credere ad una fiaba cinese se si vuole si può , ma qua quello che è successo è solo causa dell uomo e del suo fare sempre e senza regole negli anni e direi che in parte , e anche poco però , la colpa è della natura , ma a quella non si comanda , poi nei secoli queste cose sempre accadono
il video NON non parla di "credere" a nessuna favola. è solo uno spunto per un discorso di tutt'altro genere.
non l'hai visto o hai avuto problemi a capirlo?:spetteguless:
 

aria

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a me non succede nulla... :-|
riporto il copiaincolla se interessa.

Il piano Messiniano rappresenta un periodo di tempo molto breve nella scala geologica (meno di due milioni di anni) nella parte terminale del Miocene, durante il quale la regione Mediterranea fu soggetta a cambiamenti paleogeografici drastici, ma effimeri. Rimasto isolato dall'Atlantico, il Mediterraneo si disseccò quasi completamente. Il volume di evaporiti deposte sul suo fondo e successivamente seppellite da centinaia di metri di sedimenti pelagici ed emipelagici deposti negli ultimi cinque milioni di anni, è di circa 1 milione di km3.


Le premesse della crisi di salinità del Miocene terminale vanno ricercate indietro nel tempo quando la Tetide, l'antica via d'acqua ad andamento equatoriale che separava i continenti boreali da quelli australi, venne distrutta in gran parte dall'orogenesi alpina.
Dei vari bacini nei quali si articola il Mediterraneo, solo quello orientale è ritenuto ciò che rimane della Tetide mesozoica, mentre il Bacino Balearico, quello Tirrenico e il Mare Egeo si formarono durante il Neogene, dopo l'orogenesi alpina, in momenti diversi e con modalità diverse.
La rotazione in senso antiorario della zolla africana portò come conseguenza anche l'interruzione delle comunicazioni che il Mediterraneo aveva sempre avuto con l'Oceano Indiano. Questa interruzione, documentata dalla migrazione delle faune a Proboscidati dall'Africa verso l'Asia e l'Europa avvenne nel Burdigaliano, circa 18 m.a. fa.

Occlusa la Tetide occidentale, separato dall'Oceano Indiano, il Mediterraneo rimase un enorme golfo tributario dell'Atlantico, lungo oltre 3000 km da W a E, articolato e profondo, ma privo di una efficace circolazione termoalina, a causa degli scambi piuttosto limitati con masse d'acqua atlantiche. Questi scambi si sarebbero realizzati attraverso soglie poco profonde situate a N della catena betica nel sud della Spagna, e a S della catena del Rif, in Marocco.

Le perforazioni effettuate a scopo scientifico nel Mediterraneo in diverse riprese dal 1970 al 1995 portarono argomenti essenziali per formulare il modello del disseccamento.
La prima campagna di perforazioni della GLOMAR CHALLENGER nel Mediterraneo compiuta nel 1970 portò alla inaspettata scoperta che si possono trovare delle evaporiti nel mare profondo.
Le evaporiti carotate sotto i piani abissali del Mediterraneo occidentale comprendono facies caratteristiche degli ambienti subtidale, intertidale e perfino supratidale.
Il cosiddetto modello del disseccamento di un bacino profondo per spiegare l'origine dell'Evaporite Mediterranea che permea il volume relativo a quella spedizione era in realtà condiviso solo da tre scienziati di bordo, compresi i due cochief scientists.

Partendo da diverse linee di evidenza e con il loro background fortemente differenziato, i tre scienziati arrivarono alla conclusione che il Mediterraneo era profondo prima che si sviluppassero condizioni evaporitiche, che era basso durante la crisi di salinità, ma che era di nuovo profondo immediatamente dopo la fine delle condizioni evaporitiche (trasgressione pliocenica).
Ecco come avrebbe potuto apparire il Mediterraneo durante la crisi di salinità: un bacino chiuso, contornato da catene collisionali, in ambiente arido, soggetto a forte evaporazione, ove avveniva la deposizione di sali per evaporazione di acqua marina.

L'argomento sedimentario indicativo di condizioni di mare basso durante la deposizione delle evaporiti era ovvio, e fu accettato immediatamente. Infatti le facies stromatolitiche e nodulari delle anidriti perforate al fondo del bacino Balearico e di quello Tirrenico non lascianodubbi sulla natura tidale della sedimentazione evaporitica. Il termine "tidale" ha un significato del tutto speciale in questo contesto, poichè le brine saline al fondo di bacini totalmente isolati dagli oceani non erano soggette a escursioni di marea. Le escursioni delle linee di costa, documentate dall'estensione delle facies tidali, erano il risultato di cambiamenti locali del bilancio idrologico (rapporto evaporazione/precipitazione, afflusso fluviale e afflusso oceanico). D'altra parte gli argomenti geofisico e paleontologico indicavano condizioni di mare profondo per le unità litologiche precedenti (sottostanti) la deposizione delle evaporiti, e in quelle successive (soprastanti).






L'argomento geofisico è indiretto, ma molto forte: esso di basa sulla geometria dei corpi evaporitici, che mostrano grandi spessori sotto i piani abissali, si assottigliano verso i margini dei bacini e si chiudono alla base delle scarpate.
Nei casi in cui le scarpate sono morfologicamente ben definite, come per esempio nella Scarpata di Malta, la chiusura delle evaporiti è chiaramente espressa nei profili sismici a riflessione.
Ciò prova che i bacini esistevano come tali quando si deponevano le evaporiti. In altre parole, la morfologia dei bacini precedeva la crisi di salinità, e ne era indipendente.

L'argomento paleontologico, a differenza di quello geofisico, è induttivo. Esso si fonda sul fatto che i sedimenti pliocenici più antichi, riferiti alla zona di acme a Sphaeroidinellopsis presentano diversi caratteri che sono esclusivi di depositi profondi, di mare aperto. Essi sono essenzialmente biogenici, e sono costituiti da resti di organismi planctonici a guscio calcareo (foraminiferi, coccolitoforidi). Il rapporto plancton/benthos è molto alto, e le poche forme batiali hanno un habitat decisamente profondo, dell'ordine del migliaio di metri o più.

La seconda campagna di perforazioni compiuta dalla GLOMAR CHALLENGER in Mediterraneo nel 1975 ha fornito nuovi dati e argomenti in favore del modello interpretativo originario. Tutte le facies evaporitiche trovate nel 1970 sono state riconosciute anche in altri bacini. Le facies più solubili (salgemma, sali potassici) ritrovate precedentemente solo nel Bacino Balearico, sono state identificate anche nel Bacino Ionico e in quello Levantino.
Le nuove perforazioni hanno confermato la natura profonda dei sedimenti del Pliocene basale in tutti i sei pozzi che hanno recuperato evaporiti del Messiniano.
Ma la scoperta più importante della seconda campagna di perforazione è la natura profonda dei sedimenti preevaporitici.
Nei due pozzi che - dopo aver attraversato il Messiniano - sono penetrati in terreni più antichi, questi avevano facies batiale sia nel Bacino Balearico (SITO 372) che nel bacino Levantino (SITO 375). Questo argomento fu considerato così forte dagli scienziati di bordo, che quasi tutti alla fine (dieci su dodici) condivisero una opinione comune sulla storia della crisi di salinità.

La terza campagna di perforazioni profonde in Mediterraneo, svoltasi all'inizio del 1986 con la nuova nave JOIDES RESOLUTION ha portato nuovi dati riguardanti l'area Tirrenica. Il Messiniano in facies evaporitica è stato trovato soltanto nel settore occidentale, dove era già noto dal 1970. Forti spessori di sedimenti terrigeni non fossiliferi e contenenti scarsi noduli di gesso sono stati trovati nella piana abissale su crosta continentale. Tutto il Tirreno sudorientale è risultato essere privo di sedimenti messiniani, essendosi formato in epoca più recente.
Infine le ultime campagne di perforazione effettuate nel 1995 nel Mediterraneo orientale e in quello occidentale hanno dimostrato al di là di ogni dubbio che:
a) il Bacino di Alboran è privo di evaporiti;
b) l'invasione pliocenica ha la stessa età (5.33 milioni di anni) in tutto il Mediterraneo da un estremo all'altro.

Scarica il testo completo: Da: Le rocce sedimentarie, Cap. 4 "Caratteristiche delle rocce evaporitiche" - Università di Bologna.
 
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Certo cmq che ad ogni cambio di governo si disfi tutto quello fatto prima è una latro problema:


La priorità è piazzare i propri ometti nei posti chiave e non chiave e gestire i soldini e il consenso.
 
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Certo cmq che ad ogni cambio di governo sindisfi tutto quello fatto prima è una ltro problema


La priorità è piazzare i propri ometti nei posti chiave e non chiave e gestire i soldini e il consenso.
infatti, l'avevo postato giorni fa... per una cosa che il governo Renzie ha fatto di buono, i giallo VERDI subito a disfare.
 

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Anche in questa alluvione c'è stato bisogno di trovare un capro espiatorio: gli ambientalisti.​


Da ore leggiamo commenti sul fatto che la responsabilità del disastro sarebbe degli ecologisti che non vogliono "ripulire" i fiumi e dragare i fondali. E adesso che ci sono i danni ovviamente non "si vedranno certo a spalare il fango".
Prima di esprimersi su certi temi forse sarebbe il caso di leggere le lunghe dissertazioni prodotte dagli esperti di ecologia fluviale sul significato e sulla necessità o meno di dragare i fiumi. Ma detto ciò, ci rendiamo conto a quale livello di manipolazione mentale siamo arrivati?
Una cosa che si dovrebbe insegnare a scuola è che in ogni società chi ha più potere ha più responsabilità. Tradotto: se succede un problema è chi sta in cima alla piramide sociale che dovrebbe assumersi la responsabilità di quello che accade.
Invece no. Nella nostra società la colpa di tutto è sempre di chi sta in basso. L'economia va a rotoli colpa dei lavoratori poco produttivi, la povertà aumenta colpa dei poveri che non si impegnano, ci sono violenze sulle minoranze - colpa loro che non si assimilano ai gruppi maggioritari - arrivano le alluvioni - colpa dei diktat degli ambientalisti che non vogliono il progresso.
Sarebbe fantascientifico se non fosse vero. Ma chi decide sulle "manutenzioni" dei corsi d'acqua, chi fa i piani regolatori, chi sceglie quali fiumi imbrigliare, quali letti spostare, come prevenire certi fenomeni?
Siamo all' ennesimo capolavoro delle oligarchie che anche questa volta spostano l'attenzione per evitare di parlare delle proprie responsabilità e per scaricare sugli altri il prezzo politico ed economico di una transizione ecologica che dovrebbero pagare soltanto loro.

riporto da FB.


Ps. stessa cosa hanno fatto con l'orso in Trentino.
 

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magari con i pupazzetti si capisce meglio.

 

drmale

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mi risulta che lo scopo sia ridurre la co2. non mi stupirei affatto che NON esista alcun "blocco alla vendita di motori termici" come blaterano i media, bensì un "blocco a motori con emissioni superiori a X" che poi prodi giornalisti e abili markettari hanno erroneamente tradotto come la vulgata narra...
Niet attulamente i tedeschi sono riusciti a far passare i motori a idrogeno https://www.mase.gov.it/comunicati/...-con-motore-combustione-interna-entro-il-2035 . Non sono un esperto, ma credo siano a celle combustibili, che alimentano motori elettrici. Non so invece se sia possibile un motore a combustione di idrogeno. Magari c'è qualcuno che spiega. Noi italiani che stiamo lavorando sui biocarburanti siamo per ora messi fuori. E' sempre bene ricordare che i biocarburanti dovrebbero (condizionale d'obbligo) immettere CO2 non fossile, per cui non alterano la quantità totale di CO2 in atm.
Comunque la vera causa del cambiamento climatico è il giro d'italia.... e poi la mille miglia storica.
 

MauroPS

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Niet attulamente i tedeschi sono riusciti a far passare i motori a idrogeno https://www.mase.gov.it/comunicati/...-con-motore-combustione-interna-entro-il-2035 . Non sono un esperto, ma credo siano a celle combustibili, che alimentano motori elettrici. Non so invece se sia possibile un motore a combustione di idrogeno. Magari c'è qualcuno che spiega. Noi italiani che stiamo lavorando sui biocarburanti siamo per ora messi fuori. E' sempre bene ricordare che i biocarburanti dovrebbero (condizionale d'obbligo) immettere CO2 non fossile, per cui non alterano la quantità totale di CO2 in atm.
Comunque la vera causa del cambiamento climatico è il giro d'italia.... e poi la mille miglia storica.
"E' sempre bene ricordare che i biocarburanti dovrebbero (condizionale d'obbligo) immettere CO2 non fossile, per cui non alterano la quantità totale di CO2 in atm."

fonte e spiega meglio.

Cmq per produrre il biocarburante quanta CO2 si produce? e per trasportarlo dal benzinaio?
e poi quanta CO2 emette in atmosfera?
 

marcstr

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alla fine e' colpa del carburante ,, ahahhah ,,, che minchiata , in europa non dovremmo manco avere siccita' e alluvioni visto che siamo una delle maggior comunita' di nazioni che inquiniamo di meno che in altre parti , ajahhah
 

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alla fine e' colpa del carburante ,, ahahhah ,,, che minchiata , in europa non dovremmo manco avere siccita' e alluvioni visto che siamo una delle maggior comunita' di nazioni che inquiniamo di meno che in altre parti , ajahhah
a parte che è tutto da dimostrare che inquiniamo di meno, ma ora la pioggia dovrebbe colpire chi inquina di più... geniale come sempre!
 

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Qui si é parlato molto delle auto, ma si é detto poco degli aerei, del fatto che fino a 15-20 anni fa si facevano i WE in giro per l'Italia (in macchina o in treno) mentre oggi c'é un forte orientamento a farsi 2-3 ore di aereo per raggiungere agevolmente diverse destinazioni europee per in fine settimana all'estero.
Sono state accorciate le distanze grazie a biglietti aerei che costano a volte meno di un biglietto dell'autobus.
Per questo argomento il tema della rinuncia é cruciale, ma chi é disposto veramente a rinunciare alle vacanze, alle macchine, al superfluo, per tornare ad una vita materialmente meno piena?
 
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