ma come si fa? che schifo

sembola

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No, spiega...
E' un antidolorifico, non ti fa sentire dolore muscolare e fatica... un altro farmaco, il Tramadol a quanto pare è usatissimo tra i pro, sono anni che si parla di vietarne l'uso. Certo per via orale hanno un effetto un po' diverso da quello citato da @gattomiau , ma il concetto è quello
 
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doghy

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; nel ciclismo si dopano tutti, anche i gregari. Anzi l'anomalia è accentuata dal fatto che nelle grandi e ricche squadre del World Tour i casi di atleti positivi è minore rispetto alle squadre Continental che gareggiano nelle gare minori e che non possono partecipare alle classiche e ai gradi giri.

si dopano "tutti" perche' oramai i carichi di lavoro sono "Importanti" per non dire esagerati, e come sostengono correttamente @ciclista411 e @Sincopato ci si fa anche per recuperare e non solo per la prestazione pura.

Per la seconda questione....le squadre ricche e grandi hanno metodi migliori per non farsi prendere in castagna, calibrando dosi e tempi di assunzione sempre al limite del rilevabile/controllabile
 

albatros_la

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Qualcuno dice che è difficile capire quante persone muoiono prematuramente a causa del doping, e quali sono gli effetti sugli atleti, per dire che se gli effetti fossero davvero impattanti nessuno si doperebbe. Sono d'accordo con il paragone col fumo, anche se in questo caso ci sono studi che rivelano un'inclinazione autodistruttiva molto più spiccata.
A tal proposito, è interessante quanto riportato sulla pagina di Wikipedia inglese relativa al doping nelle Olimpiadi (dove notoriamente il giro di denaro è più basso che in una disciplina sportiva puramente professionale).
Nella voce di prevalenza si parla del 30 % di atleti partecipanti alle olimpiadi del 2011 che hanno ammesso di aver fatto uso in carriera di sostanze proibite, dato alto, seppur più basso delle stime della WADA (44 %). L'inefficacia del sistema anti-doping è testimoniata dal fatto che solo lo 0.5 % di questi è stato beccato dai controlli...
C'è poi il cosiddetto Dilemma di Goldman, concepito per quantificare lo sprezzo degli atleti per la propria salute, e in ultima analisi per la propria vita. In pratica all'atleta viene chiesto se sarebbe disposto a doparsi con la garanzia assoluta di vittoria, ma anche di morte entro i cinque anni successivi.
Se i primi studi degli anni 80-90 sembravano produrre cifre inquietanti (metà degli atleti avrebbe risposto positivamente), studi più recenti avrebbero ridotto i positivi a meno dell'1 %. Insomma, apparentemente nessuno sportivo è così invasato da volerci rimettere le penne, il che - quando invece accade - riduce il tutto ad un problema di ignoranza: chi si dopa, anche pesantemente, non sa quanto stia rischiando per davvero, né sul breve né sul lungo termine. La lista di effetti collaterali è impressionante, ma dubito che chi si dopa la conosca o sia in grado di soppesarne il contenuto...
Personalmente, prima ancora di una questione sportiva e legale, ne faccio una questione educativa. Se insegni a tuo/a figlio/a che non s'ha da fare per tutta una serie di ragionevolissimi motivi, il problema è bello che risolto. Nella fattispecie, prima ancora dell'onestà della squadra agonistica (alla quale è giusto riconoscere le proprie responsabilità sull'accaduto), è mancato proprio questo passaggio.
 

sembola

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@albatros_la , il problema è che impossibile svolgere studi epidemiologici affidabili sul doping, e quindi poter giungere a conclusioni certe sulla sua pericolosità, come per esempio per il fumo. Non c'è certezza sulla sincerità delle dichiarazioni di atleti ed ex atleti, c'è una pletora di sostanze diverse con effetti (sia voluti che collaterali) molto diversi tra loro, ed infine non c'è modo di filtrare gli effetti dell'attività agonistica in sè, che è estremamente stressante per l'organismo. Il che non vuol dire che "il doping non fa male", sia chiaro. Possiamo fare delle supposizioni, ma la scienza è un'altra cosa.

Detto questo, ripeto l'esempio: il fumo fa male per certo, non aiuta ad ottenere nè uno stipendio nè fama eppure il 22% degli italiani fuma. Questo per dire che quand'anche ci fossero le prove scientifiche della pericolosità del doping (plausibile, lo ripeto, ma non dimostrata) dubito che questo fatto spaventerebbe più di tanto.

Anche per questo concordo con la tua conclusione: è un problema culturale, prima che giuridico.
 

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si dopano "tutti" perche' oramai i carichi di lavoro sono "Importanti" per non dire esagerati, e come sostengono correttamente @ciclista411 e @Sincopato ci si fa anche per recuperare e non solo per la prestazione pura.

Per la seconda questione....le squadre ricche e grandi hanno metodi migliori per non farsi prendere in castagna, calibrando dosi e tempi di assunzione sempre al limite del rilevabile/controllabile

Sono d'accordo in parte. Nel senso che sul primo punto è chiaro che il beneficio prestazioni/recupero legato al doping è un fatto, e li non si può discutere se non in merito alla illegalità della pratica. Sul secondo non condivido perché dopo lo scandalo Festina il doping di squadra non esiste più e ed è la sola iniziativa del ciclista, del tutto privata e avulsa dalla squadra, a condurlo all'assunzione di sostanze dopanti.
 

doghy

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Sul secondo non condivido perché dopo lo scandalo Festina il doping di squadra non esiste più e ed è la sola iniziativa del ciclista, del tutto privata e avulsa dalla squadra, a condurlo all'assunzione di sostanze dopanti.

aspetta, mando via la marmotta che incarta la cioccolata e ti rispondo.

Scherzi a parte, non ho ovviamente elementi a sostegno della mia tesi, ma temo che, a certi livelli, sia quanto meno ingenuo credere che certe pratiche non siano diffuse, condivise e organizzate a livello ben piu' alto del singolo atleta..
 

drmale

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anche se lo sport e importantissimo nella vita, in Italia abbiamo ben altro che non va, il problema è universale

Lo sport è qualcosa di più. La cultura dello sport come superamento del contenzioso bellico, risale alle olimpiadi greche. Epoca in cui si parlava e condannava l'alterazione delle proprie prestazioni in modo artificiale.

c'è chi, come me, guarda lo sport per passione, per ammirazione, per la bellezza di uno scatto, di un gol, di una garuffa, di un placcaggio senza pensare che chi lo esegue mi stia prendendo in giro

Io invece ritengo che un'attività sportiva di competizione sia la misura di chi è più bravo in quella data disciplina e non la regola per stabilire chi è il più furbo del quartierino nel doping.
Passo e chiudo

Sul principio sono daccordo con entrambi, però non facciamo gli sprovveduti. Non raccontiamoci la favola bella dell'atleta pulito, la sapete meglio di me e avete scritto di conoscenti che hanno rinunciato al professionismo per l'obbligo imposto di pratiche mediche. Quindi se come dite fosse vero che il doping non è un divieto, ma un obbligo, o lo approviamo e forziamo la norma, oppure ci guardiamo altro. Da vecchio conoscitore delle miserie umane però penso che tutti quelli che hanno abbandonato per evitare il doping, usino la rinuncia al doping come alibi per i propri limiti. Inoltre se c'è il doping nel ciclismo e atletica dove i controlli sono ossessivi, figuratevi nel calcio, rugby, baket e football dove il l'antidoping è ridicolo.
Oggi so questo: quando Froome batte Nibali lo fa a pari condizioni, e così vale per tutti. Una società dove l'adulterio è condannato con la lapidazione son tutti santi e sante. Non aspiro alla santità, preferisco spassarmela.
 

Danixele

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Sul principio sono daccordo con entrambi, però non facciamo gli sprovveduti. Non raccontiamoci la favola bella dell'atleta pulito, la sapete meglio di me e avete scritto di conoscenti che hanno rinunciato al professionismo per l'obbligo imposto di pratiche mediche. Quindi se come dite fosse vero che il doping non è un divieto, ma un obbligo, o lo approviamo e forziamo la norma, oppure ci guardiamo altro. Da vecchio conoscitore delle miserie umane però penso che tutti quelli che hanno abbandonato per evitare il doping, usino la rinuncia al doping come alibi per i propri limiti. Inoltre se c'è il doping nel ciclismo e atletica dove i controlli sono ossessivi, figuratevi nel calcio, rugby, baket e football dove il l'antidoping è ridicolo.
Oggi so questo: quando Froome batte Nibali lo fa a pari condizioni, e così vale per tutti. Una società dove l'adulterio è condannato con la lapidazione son tutti santi e sante. Non aspiro alla santità, preferisco spassarmela.

Il problema della legalizzazione del doping secondo me è: cosa legalizzi ? se legalizzi solo alcune sostanze ci sarà sempre qualcuno che andrà oltre e quindi si è a punto a capo, devi legalizzare per forza l'uso di qualsiasi sostanza, anche se si scopre che iniettarti gasolio nelle vene ti da un incremento di potenza.
 

D-Lock

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Se ti fidi delle analisi delle gare UCI sì, la DH è esente. Se ti fidi...:spetteguless:

Di qualcuno mi devo fidare, e se è l'organo ufficiale di controllo, per ora ci credo. E voglio sempre sperare che fare 4 minuti a manetta giù da una discesa non richieda "necessariamente" di doparsi, ma coinvolga anche sane dosi di tecnica e coraggio. Magari si dopano come i soldati per non avere paura...

E' un antipsicotico antidolorifico, non ti fa sentire dolore muscolare e fatica... un altro farmaco, il Tramadol a quanto pare è usatissimo tra i pro, sono anni che si parla di vietarne l'uso. Certo per via orale hanno un effetto un po' diverso da quello citato da @gattomiau , ma il concetto è quello

capito, grazie della spiegazione.
 

Minitrek

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Lo sport è qualcosa di più. La cultura dello sport come superamento del contenzioso bellico, risale alle olimpiadi greche. Epoca in cui si parlava e condannava l'alterazione delle proprie prestazioni in modo artificiale.





Sul principio sono daccordo con entrambi, però non facciamo gli sprovveduti. Non raccontiamoci la favola bella dell'atleta pulito, la sapete meglio di me e avete scritto di conoscenti che hanno rinunciato al professionismo per l'obbligo imposto di pratiche mediche. Quindi se come dite fosse vero che il doping non è un divieto, ma un obbligo, o lo approviamo e forziamo la norma, oppure ci guardiamo altro. Da vecchio conoscitore delle miserie umane però penso che tutti quelli che hanno abbandonato per evitare il doping, usino la rinuncia al doping come alibi per i propri limiti. Inoltre se c'è il doping nel ciclismo e atletica dove i controlli sono ossessivi, figuratevi nel calcio, rugby, baket e football dove il l'antidoping è ridicolo.
Oggi so questo: quando Froome batte Nibali lo fa a pari condizioni, e così vale per tutti. Una società dove l'adulterio è condannato con la lapidazione son tutti santi e sante. Non aspiro alla santità, preferisco spassarmela.
non e' il fatto di fare gli sprovveduti, io ho una mia concezione di sport che esula dalla favola dell'atleta pulito, guardo lo sport ma con occhi diversi, tifando per l'atleta italiano da oggi in corea, ma senza la passione di una volta.
non ho detto che il ragazzo che conosco ha abbandonato perche' gli hanno imposto il doping, potrebbe aver visto o sentito qualcosa. certamente se glielo hanno imposto non me l'ha detto e sicuamente non si e' ritirato per mancanza di talento e risultati.
alla fine lo schifo della storia, non e' tutto il corollario, quanto il fatto che TUO PADRE ti obblighi a drogarti, perche' se poi non sfondi e sarai costretto a fare altro per campare, se gia' hai barato o hai commesso illeciti da bambino/ragazzino, probabilmente continuerai a farlo, come anche no.
bello l'esempio e gli insegnamento che si da ai figli
 

Maiella

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aspetta, mando via la marmotta che incarta la cioccolata e ti rispondo.

Scherzi a parte, non ho ovviamente elementi a sostegno della mia tesi, ma temo che, a certi livelli, sia quanto meno ingenuo credere che certe pratiche non siano diffuse, condivise e organizzate a livello ben piu' alto del singolo atleta..

Armostrong al Prof. Ferrari firmava assegni da capogiro e il Prof. Ferrari era un affermato medico che negli anni ha seguito ciclisti di fama (ricordo anche Romingher). Gli ultimi casi, invece, ci dicono di ciclisti che si rivolgevano a professionisti locali. Di Luca fu inibito per frequentazione del dottor Santuccione, suo concittadino. Poi sappiamo come è andata a finire la storia. Anche altri ciclisti si sono rivolti a medici meno famosi e magari del proprio territorio evitando quella sistematicità di un doping di squadra sul quale oggi, almeno nel circuito world tour non credo sia possibile inquadrare responsabilità dirette delle squadre. Poi come dici tutto può essere ma spero di no: pensare ad un Sagan artificiale mi farebbe troppo male....:????:
 

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non ho detto che il ragazzo che conosco ha abbandonato perche' gli hanno imposto il doping, potrebbe aver visto o sentito qualcosa. certamente se glielo hanno imposto non me l'ha detto e sicuamente non si e' ritirato per mancanza di talento e risultati.

Non c'è neanche bisogno di imporlo, se vuoi far parte dei professionisti e stare al loro passo ti devi dopare, altrimenti puoi non farlo, chiudi le prime due gare ultimo stra fuori tempo massimo e il tuo contatto e contratto col professionismo finisce li e tanti saluti.

Probabilmente non ci sarà più un doping di squadra nel senso che la squadra stessa ti fornisce le medicine come accadeva qualche anno addietro, ma sono stra certo che le squadre aiutano a trovare medici compiacenti.
 

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si dopano "tutti" perche' oramai i carichi di lavoro sono "Importanti" per non dire esagerati, e come sostengono correttamente @ciclista411 e @Sincopato ci si fa anche per recuperare e non solo per la prestazione pura.

Per la seconda questione....le squadre ricche e grandi hanno metodi migliori per non farsi prendere in castagna, calibrando dosi e tempi di assunzione sempre al limite del rilevabile/controllabile
Infatti: si mantengono sempre al limite
 

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Non c'è neanche bisogno di imporlo, se vuoi far parte dei professionisti e stare al loro passo ti devi dopare, altrimenti puoi non farlo, chiudi le prime due gare ultimo stra fuori tempo massimo e il tuo contatto e contratto col professionismo finisce li e tanti saluti.

Probabilmente non ci sarà più un doping di squadra nel senso che la squadra stessa ti fornisce le medicine come accadeva qualche anno addietro, ma sono stra certo che le squadre aiutano a trovare medici compiacenti.
ascolta, e' sicuramente come dici, io conosco il ragazzo, ha la testa sulle spalle, se ha fatto la scelta di mollare, avra' avuto ottime e valide ragioni, tranne quella di non essere forte
 

Danixele

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ascolta, e' sicuramente come dici, io conosco il ragazzo, ha la testa sulle spalle, se ha fatto la scelta di mollare, avra' avuto ottime e valide ragioni, tranne quella di non essere forte

Non lo mettevo in dubbio, avrà visto che per stare nei professionisti c'era necessità del doping e quindi ha rinunciato. Non lo si può di certo biasimare, anzi.
 

Minitrek

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Non lo mettevo in dubbio, avrà visto che per stare nei professionisti c'era necessità del doping e quindi ha rinunciato. Non lo si può di certo biasimare, anzi.
certo, posso solo immaginare cosa potrebbe aver provato quando ha iniziato a capire quel mondo che era nei suoi sogni sin da bambino.
 
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Trovate differenze con quelli che la domenica mattina per una semplice uscita tra amici si caricano di integratori perche'altrimenti non ce la fanno?

Povere menti affaticate da non trarre vantaggio da una buona colazione e un panino in compagnia alla prima pausa?



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ascolta, e' sicuramente come dici, io conosco il ragazzo, ha la testa sulle spalle, se ha fatto la scelta di mollare, avra' avuto ottime e valide ragioni, tranne quella di non essere forte

Mi viene in mente, restando in tema "romanticismo sportivo" l'intervista a Tomac di anni fa, in cui diceva di essere passato alla MTB dopo aver provato la strada perchè l'ambiente era troppo sporco:

http://www.bicycleretailer.com/opinion-analysis/2009/02/05/legend-tomac-talks-doping

Ora, un cinico può crederci o meno, ma a me piace credergli. E piace leggere "at least mountain bike racing was a bit technical and you can’t dope up skills". Sempre un mito!
 

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