C’è anche un’altra riflessione da fare, una cosa su cui mi interrogo spesso. Nella nostra parte del mondo lo standard di vita si è alzato nel tempo e ci sono tante cose e attività a cui non riusciamo più a rinunciare, o quantomeno la società ci porta a pensare così. Quante cose possediamo, ma usiamo veramente e di cui non possiamo fare a meno per rimanere sullo stesso benessere percepito? Ad esempio per l’abbigliamento la cultura del “fast fashion” vorrebbe spingerci a cambiare parte del guardaroba ogni mese o anno. Se decidessimo di avere meno cose e investire su qualcosa di più duraturo, avremmo un budget più alto da poter spendere, ma poi non si potrebbe avere un colore è modello nuovo ecc. I prezzi di molte merci sono aumentati, ma la “necessità” di avere tutto quello che abbiamo ci ha spinto a cercare di ottenere un prezzo più basso, indirizzando la scelta verso i prodotti provenienti dalla Cina o altre nazioni che erano in via di sviluppo. Adesso che le aziende cinesi hanno ottenuto know how dopo tanti anni a produrre per i marchi occidentali, naturalmente non si accontentano più di produrre e basta. Poi per rimanere sul discorso di Ant, io ho avuto 2 compagni di classe cinesi sia alle elementari che all’università, posso dire che in entrambi i casi erano tra i migliori della classe