Ecco qui l'ennesima "boutade" che sembra colpevolizzare il ciclismo più di altre discipline sportive... 
Tour de France: controlli notturni?
Il ciclismo continua a essere il laboratorio dell’antidoping: si sperimentano continue strategie, impensabili in altri sport, come il calcio per esempio. Ora, dal massimo organismo mondiale per la lotta al doping arriva un monito: la politica di controlli antidoping al Tour de France dovrebbe essere più aggressiva e meno prevedibile. Lo sostiene, appunto, l’Agenzia mondiale antidoping, che suggerisce anche di svegliare nel cuore della notte i corridori “sospetti”: ovviamente, la proposta susciterà polemiche e discussioni, come avviene di solito nel ciclismo. In attesa che una decisione, seppur minima, riguarda per una volta una qualsiasi altra disciplina che, al contrario del ciclismo, non adotta alcun provvedimento che limiti in qualche modo la libertà e la privacy degli atleti. L’Unione ciclistica internazionale (Uci), che nel 2009 era stata accusata dall’Agenzia antidoping francese (Afld)di incompetenza e favoritismi, aveva invitato la Wada a sorvegliare il Tour nel luglio scorso, per mettere a tacere le critiche. Ora il Tour potrebbe adottare anche quest’ultimo provvedimento: siamo a un passo, ormai, dal far nascere un grande fratello del ciclismo, ovvero un monitoraggio costante, 24 ore su 24. Chissà se i “furbi”, almeno a quel punto, la smetteranno…

Tour de France: controlli notturni?
Il ciclismo continua a essere il laboratorio dell’antidoping: si sperimentano continue strategie, impensabili in altri sport, come il calcio per esempio. Ora, dal massimo organismo mondiale per la lotta al doping arriva un monito: la politica di controlli antidoping al Tour de France dovrebbe essere più aggressiva e meno prevedibile. Lo sostiene, appunto, l’Agenzia mondiale antidoping, che suggerisce anche di svegliare nel cuore della notte i corridori “sospetti”: ovviamente, la proposta susciterà polemiche e discussioni, come avviene di solito nel ciclismo. In attesa che una decisione, seppur minima, riguarda per una volta una qualsiasi altra disciplina che, al contrario del ciclismo, non adotta alcun provvedimento che limiti in qualche modo la libertà e la privacy degli atleti. L’Unione ciclistica internazionale (Uci), che nel 2009 era stata accusata dall’Agenzia antidoping francese (Afld)di incompetenza e favoritismi, aveva invitato la Wada a sorvegliare il Tour nel luglio scorso, per mettere a tacere le critiche. Ora il Tour potrebbe adottare anche quest’ultimo provvedimento: siamo a un passo, ormai, dal far nascere un grande fratello del ciclismo, ovvero un monitoraggio costante, 24 ore su 24. Chissà se i “furbi”, almeno a quel punto, la smetteranno…