Sotto consiglio di Supa, anch'io ho scritto un resoconto di venerdì anche se la storia parte un pò di anni addietro.
BIMBO IERI
Quando ero piccolo tutti mi scherzavano (la, la, la, la) per
.la bici che avevo, ma io con la mitica Graziella arancione di mia madre mi sentivo veramente una teppa ed il massimo della trasgressione la raggiungevo quando sfidavo i ragazzi di strada al giro completo della lottizzazione.
Riuscivo quasi sempre a vincere ed il perché va ricercato nella tecnica che usavo, infatti mi immettevo nella strada denominata Arginvecchio senza rispettare lo stop e questo mi faceva guadagnare quei metri indispensabile alla rimonta sullo sprint finale. A quei tempi di macchine ne passavano pochissime e poi il rumore di quei motori spinti da carburatori così aggressivi mi permetteva di capire o meno la loro vicinanza ed il resto era un gioco da ragazzi.
Con la Graziella ci facevo di tutto ma quello che mi piaceva di più era saltare e così, grazie alla campagna ed al lascito dei contadini, prendevo le tavole di legno abbandonate vicino ai bidoni della spazzatura e le collocavo sopra qualche fila di mattoni; oppure andavo, insieme al bany gang, a girare su un pistino da motocross (anche se definirlo tale è un parolone) a due passi da casa in piena zona di bonifica chiamata Giardo con lunica preoccupazione mirata sulla presenza dei cacciatori.
Con il passare degli anni il desiderio di avere una bicicletta nuova aumenta e per il mio compleanno i miei mi regalano un prototipo di
BMX del quale mi era innamorato dalla prima volta che ci eravamo visti; il bolide era nero, americano e sopra mi sentivo veramente fico.
Passano gli anni e mi rendo conto di aver bisogno più di una bici veloce che di un trattorino e così diamo [anzi danno(i miei genitori)] indietro la nera per acquistare una sportiva che poi altro non era che un telaio da corsa ma con manubrio a bacchetta, fornita dello storico cambio campagnolo. Con questo mezzo non cera il problema di faticare troppo per arrivare alla scuola media Rosso di San Secondo e poi nella sfide ero ancora più veloce di prima; lunica cosa a cui bisognava prestare un po di cure era al fascione che veniva malmenato dalle famigerate frenate ad U.
Mi ricordo che un giorno Luca (ragazzo più grande di me) mi sfida per vedere chi sarebbe arrivato prima in fondo alla strada (gara nuova dove non avrei potuto usare la mia carta vincente); io con la mia sportiva e lui con la brutta copia della mitica Saltafossi prodotta dellAtala. Si parte ed a metà strada è già più avanti di me di almeno un metro o due, cerco di raggiungerlo ma mi accorgo di essere troppo veloce per poi curvare al fine di evitare il muro di recinzione di una casa, così rallento e Luca festeggia la vittoria senza però calcolare quanto da me valutato in precedenza e
..bummmm, picchia nel muro e spicca il volo atterrando nel giardino, si rialza e subito va a controllare il suo mezzo regalato il giorno prima dal nonno e scopre che la forca è andata.
Finite le medie mi sembra di non aver più utilizzato una bici in quanto la Vespa era lunico mezzo che mi avrebbe fatto sentire inserito nel mondo adolescenziale.
Passano gli anni e
.
ESSERE BIMBO OGGI
Essere bimbo oggi è facilissimo ma richiede più di quello che avevo, e che non cercavo, prima
.i soldi.
Grazie al mio lavoretto da libero professionista ho tirato su ben tre bici di cui:
1) city bike ottenuta dal restauro della vecchia Torpado di mio padre;
2) una MTB front Bianchi acquistata tramite internet e proveniente da Ischia;
3) una MTB full
Cannondale Jakill 600, acquistata con i soldi avuti in lascito da mia nonna.
Con la prima scorrazzo per la city per spostarmi più velocemente da un ufficio allaltro (veramente devoto al lavoro J) e faccio il signoretto, mentre le altre due sono la trasgressione, ladrenalina o più semplicemente la mia malattia. Ogni volta che esco con loro mi sento regredito e penso che forse lArianna ha ragione a dire che quanto ci monto sopra automaticamente lascio il cervello a casa, effettivamente e come andare al pistino da motocross, regredisco e ritorno bambino, e come allora cado per terra e mi provoco ematomi o graffi.
Nel parlare di cadute mi viene in mente la prima volta che ciò è successo; avevo da poco staccato le ruotine alla mia prima bicicletta ed andando dietro ad un ragazzo più grande di me buco una precedenza e vengo preso in pieno da un ciao, la spinta recatami dal motorino mi fa strusciare il viso sullasfalto con conseguente svenimento causato dal forte dolore provocato dalla legnata.
Ma ritorniamo al presente.
Oggi con i miei due amichetti Milk e Leonard andiamo a fare due banfe in Brugiana; al nostro arrivo incontriamo altri tre giocherelloni che, da come erano vestiti, mi sembravano più predisposti alla guerra che al nascondino. Con loro abbiamo scambiato qualche parola soprattutto su nuovi giochi e nostri rispettivi giocattoli.
Saliamo la strada immersa nel bosco fino a che non raggiungiamo la meta (poi trasformata in sosta urinaria) e ci gustiamo larietta fine che entra allegramente nei puri della pelle e si insinua senza problemi tra un pelo di naso e laltro fino a raggiungere la trasformazione in anidride carbonica.
Pronti, attenti, via. Partiamo in discesa ripercorrendo il pezzo finale della salita, svoltiamo a destra per una traccia avvistata in precedenza, zig, zag fra gli alberi fino a che non rincontriamo la strada principale, di nuovo ci infiliamo nel bosco, qualche ramo, un sasso, un albero
..stop, leviamo il tronco e rifacciamo questo pezzo. Si riparte, destra, sinistra, pezzo i falso piano, giù a destra e di nuovo slalom tra gli alberi, di nuovo la via principale e giù nel bosco; un cavallo, due, tre, una visione, ecco che la vedo comparire, è sempre più vicina, eccola.
Siamo alla casetta nel bosco dei folletti della Brugiana, qui se si è buoni vieni accettato, altrimenti vieni accettato. I gentil padroni di casa ci fanno accomodare ed in men che non si dica ci ritroviamo davanti agli occhi un sacco di prelibatezze; beviamo sidro di luppolo e ci riscaldiamo grazie al caminetto e la stufa. Finito il fiero pasto ci viene offerto del caffè ed io e Leonard lo accompagniamo con una sigaretta aromatizzata.
Ristorati nel corpo e nella mente siamo pronti a riprendere la via del bosco ma prima di salutare, i folletti ci offrono altre primizie come crocchette, caciocavallo e pane/panettone, oltre ad un succo di uva bianca frizzante. Usciamo dalla casetta inebriati e pieni come ovi e durante la risalita emaniamo dalla bocca suoni baritonali che riecheggiano nel bosco; dopodiché partiamo nuovamente in discesa e la mia mente mi riporta al pensiero il punto X.
X è un tratto della discesa del Campionato Italiano di Single Speed che non sono ancora riuscito a fare, come se il cervello interrompa le sue funzioni davanti a tale ostacolo, ma stavolta voglio sconfiggere il nemico e così, con il cuore che batte forte come un musica punk-balcanica lascio i
freni e
..vittoria, finalmente ci sono riuscito.
Presa fiducia continuo ad inseguire il leprotto di Milk ma ad un tornante ecco che avviene lirreparabile, ma per fortuna Miva mi lancia i componenti così che mi trasformo in Gig Robot dAcciaio ed evito il peggio, ma purtroppo perdo di vista la preda.
Ignaro di quello che mi sta per accadere scendo nella selva ed ecco che da una trincea vengono lanciate delle bombe intelligenti che vogliono distruggere me ed il mio carro armato. Non sapendo contro chi stavo lottando mi decido a lanciarmi contro il nemico a viso aperto e scopro che a lanciare quelli ordigni era il famigerato Ronchi-Cong; avanzo evitando gli attacchi e schiaccio il guerrigliero con i miei potenti cingolati.
Finito il combattimento nel bosco ecco che lo scenario cambia e mi ritrovo allinterno in un video game a sfidare la forza di gravità; sia io che i miei avversari evitiamo gli ostacoli e superiamo i cattivi; arrivati in fondo alla gara
..
Game Over