Anch'io ho avuto spiacevoli esperienze con la posta:
Anni fa ordinai un pacco in contrassegno da un fornitore abituale di vinili da collezione di Cusano Milanino: a casa trovai, qualche giorno dopo, il bigliettino giallo delle poste che riportava la dicitura "pacco scondizionato". La cosa mi insospettì e andai subito a verificare: entrai, con mio fratello - che aveva partecipato all'ordine assieme a me - in posta e chiesi il significato di quel termine, esibendo contemporaneamente il biglietto recapitatomi.
Mi portarono un sacco di iuta sigillato (in modo che non si potesse vedere cosa conteneva) e mi dissero che il pacco si era danneggiato durante il trasporto e che per appurarne le condizioni avrei dovuto aprire il sacco che lo sigillava, ma questo avrebbe automaticamente comportato da parte mia l'impegno a pagare il contenuto stesso, secondo l'importo specificato dal bollettino di contrassegno accluso, senza neanche poter sapere se la merce che avrei con quel gesto accettato fosse o meno danneggiata. Dopo dubbi e consultazioni, decidemmo di tentare, e far quindi aprire dall'impiegata algida che stava seguendoci con tanto "entusiasmo" il pacco: rischiammo perchè conoscevamo bene il venditore e speravamo che poi avremmo potuto metterci d'accordo con lui dopo avergli spiegato la situazione. Inoltre, la curiosità era grande, perchè all'interno c'erano dei pezzi di un certo valore. La scena che ci si presentò dinnanzi era a dir poco sconvolgente: il pacco era sbrindellato, macinato nella sua parte superiore (a causa di qualche imprecisato incidente avvenuto durante il trasporto, forse per via di qualche parte meccanica con ingranaggi di cui non ho idea, certo è che si guardarono bene dal dircelo) e lasciava coriandoli ovunque. Aprimmo e vedemmo in che condizioni erano ridotti alcuni vinili: la rabbia fu enorme ma ci contenemmo perchè constatammo che il pezzo più pregiato, a parte un "pestone" nell'angolo in basso a destra della copertina, era intatto (si trattava di un lp autoprodotto e introvabile dal valore di 500 mila lire nel 1994 che era posizionato nel lato opposto a quello offeso); non altrettanto si poteva dire per altri pezzi, per i quali restammo davvero male. Poi, grazie (o a causa che dir si voglia) del fatto che la parte "macinata" dell'imballo era quella ove avrebbe dovuto trovarsi il bollettino relativo al contrassegno, che l'impiegata non potè trovare per ovvie ragioni, riuscimmo a non pagare quella merce danneggiata, dicendo che avremmo telefonato al venditore e ci saremmo messi d'accordo con lui. Così avvenne: ci inviò successivamente un pacco con altro materiale per egual valore di ciò che era andato distrutto (si fidò di noi, dopotutto avevamo acquistato già altre volte). Il pacco non era stato spedito assicurato, era ordinario. Da quel momento in poi non abbiamo più fatto una spedizione ordinaria. Mio fratello, tempo dopo, rifiutò di ritirare in posta un pacco perchè il venditore l'aveva spedito ordinario anzichè assicurato, senza neanche guardarlo.
La morale di questa lunga storia è semplice: chi fa il danno dovrebbe risponderne, ma ciò purtroppo non è valido per tutti; non sarebbe da stupirsi ma non è piacevole arrivare a tali conclusioni, dopo aver sperimentato di persona.