Non sono le fonti il tema. Le fonti hanno un rapporto con i fatti. Dei fatti si occupano gli storici, il giornalista di cronaca si occupa di dare una notizia in linea con le opinioni dell'editore. L'editore ha interesse a vendere il giornale in un rapporto difficile tra rispondere a quello che il lettore vuole leggere e l'azione politica dell'editore stesso. La stampa è un potere, e come tale si comporta.
Cosa esce dalla narrazione giornalistica dell'Afghanistan? che i talebani sono disumani, che gli americani sono fuggiti, che i russi e i cinesi stanno alla porta per sbranare le terre rare... Se leggi gli analisti, come Gastone Breccia, o gli esperti medio orientali, anche giornalisti, che non fanno cronaca ma approfondimenti, come Lorenzo Cremonesi, la narrazione cambia e ti fai domande.
Noi dal nostro piccolo scranno, un sellino tanto è piccolo, possiamo solo farci domande, e capire che per avere elementi seri di giudizio bisogna farsi il sedere, come in mtb. Vuoi andare forte devi menare, menare e menare.
La mtb insegna proprio questo senza impegno rimangono sole le giustificazione, non richieste (excusatio non petita, ecc, ecc.), non ho dormito, sono stanco, ho il ginocchi che fa contatto col gomito. Il fenomeno rave è un fenomeno banale, per un mondo di figli di papà e mamma, col culo troppo nel burro per ammetterlo, e che si danno da fare per divertirsi con altro rispetto al godimento consumistico. Cazzi loro. Gli piace così, liberi. Violano la legge. Liberi di essere puniti, con la speranza che lo siano davvero, e la certezza che tutto finirà nel nulla, perché di nulla si tratta.