Solo in Germania succedono cose così.....

zeromeno

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la differenza di fondo -in questo caso- è data dalla diversita' dei due mercati.
permettetemi questa semplificazione:
-Il mercato tedesco è TECNICO
-il mercato italiano è EMOZIONALE
in germania si guarda molto all efficenza e alla sostanza delle cose in generale(dal vestiario alla bici),in italia si guarda l' immagine e il marchio.
Per un azienda italiana è molto piu' importante fare una bella grafica che una buona bici
potrei elencare molti esempi di prodotti che non valgono quello che costano ma che vendono grazie all' immagine,al nome e al look(sopratutto sulla bdc).
L'interesse di un azienda italiana (SPESSO) non è nel migliorare il prodotto ma di renderlo desiderabile (ESEMPIO una nota casa -che anni fa era leader- invece di dedicarsi a fare qualcosa di innovativo produce bici per un brand motociclistico ,oppure un famoso costruttore di bici da corsa lega il suo nome ad una famosa automobile sportiva senza ''creare'' qualcosa di innovativo o rivoluzionario;semplicemete facendo pagare TANTO l' estetica e il nome...
:spetteguless:.... e i rusultati gli davano ragione!

in quest0 ottica la ''prova'' dei giornali in italia è vista piu' come una seccatura che come un opportunita' di confronto e di crescita.
 

marco

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la differenza di fondo -in questo caso- è data dalla diversita' dei due mercati.
permettetemi questa semplificazione:
-Il mercato tedesco è TECNICO
-il mercato italiano è EMOZIONALE
in germania si guarda molto all efficenza e alla sostanza delle cose in generale(dal vestiario alla bici),in italia si guarda l' immagine e il marchio.
Per un azienda italiana è molto piu' importante fare una bella grafica che una buona bici
potrei elencare molti esempi di prodotti che non valgono quello che costano ma che vendono grazie all' immagine,al nome e al look(sopratutto sulla bdc).
L'interesse di un azienda italiana (SPESSO) non è nel migliorare il prodotto ma di renderlo desiderabile (ESEMPIO una nota casa -che anni fa era leader- invece di dedicarsi a fare qualcosa di innovativo produce bici per un brand motociclistico ,oppure un famoso costruttore di bici da corsa lega il suo nome ad una famosa automobile sportiva senza ''creare'' qualcosa di innovativo o rivoluzionario;semplicemete facendo pagare TANTO l' estetica e il nome...
:spetteguless:.... e i rusultati gli davano ragione!

in quest0 ottica la ''prova'' dei giornali in italia è vista piu' come una seccatura che come un opportunita' di confronto e di crescita.

ocio zeromeno che in Italia se un test dicesse che la bici americana xy non va bene il distributore (italiano) probabilmente toglierebbe la pubblicità dalla rivista e questa ne risentirebbe viste le dimensioni ridotte rispetto ad un Bike Magazin. Non si parla solo di marchi italiani.
 

Ser pecora

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Questa mi pare decisamente un'analisi più ragionevole e oggettiva. Confronto tra diverse realtà, diversi mercati e anche diversi target. ;-)
Non esiste il meglio o il peggio in assoluto. Tutto va contestualizzato. Se in Italia interessa di più il look o il marchio della funzionalità dei singoli componenti(e questo per la nostra cultura è normale da sempre), è perfettamente comprensibile che le riviste si fermino a guardare questi aspetti e mettano in secondo piano quelli puramente tecnici. La cosa oltretutto non mi meraviglia; se si guarda al mercato nella pratica, quanti appassionati sono in grado di capire davvero che differenze ci sono nella giungla di telai e componenti? Tutti invece vengono facilmente colpiti dall'estetica di una bici. Sono lingue diverse... E i giornali si adeguano.

Hai mai letto un test di una rivista italica con un commento (negativo) all'estetica? Dai su...:specc::specc::specc:
 

sembola

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Questa mi pare decisamente un'analisi più ragionevole e oggettiva. Confronto tra diverse realtà, diversi mercati e anche diversi target. ;-)
Non esiste il meglio o il peggio in assoluto. Tutto va contestualizzato. Se in Italia interessa di più il look o il marchio della funzionalità dei singoli componenti(e questo per la nostra cultura è normale da sempre), è perfettamente comprensibile che le riviste si fermino a guardare questi aspetti e mettano in secondo piano quelli puramente tecnici. La cosa oltretutto non mi meraviglia; se si guarda al mercato nella pratica, quanti appassionati sono in grado di capire davvero che differenze ci sono nella giungla di telai e componenti? Tutti invece vengono facilmente colpiti dall'estetica di una bici. Sono lingue diverse... E i giornali si adeguano.

Il mercato si incentra sull' estetica, nessuno esamina razionalmente come funzionano bici e componenti e quindi i consumatori lo prendono in quel posto a doppio: una volta perchè comperano al buio, la seconda perchè tutto costa di più in quanto il mercato è "emozionale".

Mi pare ci sia poco di cui congratularsi. Mi verrebbe da citare il famoso proverbio toscano, "mal voluto non è mai troppo" :omertà:
 

kiko5

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Le riviste italiche, o cmq che si trovano nelle edicole italiane, per come le leggo io analizzano le bike da un punto di vista tecnico, poi però funzionano tutte bene e non ne bocciano o rimandano una che è una!!!!!!! Personalmente mai letto tale bike funziona bene ma è brutta o, viceversa, bella bike ma fa funziona malissimo!!!!
 

cencio

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Le riviste italiche, o cmq che si trovano nelle edicole italiane, per come le leggo io analizzano le bike da un punto di vista tecnico, poi però funzionano tutte bene e non ne bocciano o rimandano una che è una!!!!!!! Personalmente mai letto tale bike funziona bene ma è brutta o, viceversa, bella bike ma fa funziona malissimo!!!!


Quoto! Però sull'ultimo Tmb la Scapin da 29 , ad esempio non ne è uscita molto bene...
 

maxdef

Biker serius
bikocò;2857954 ha scritto:
La differenza tra noi e i tedeschi e quella:noi siamo affidabili e onesti a parole,loro nei fatti.

difatti in Baden wuttenberg un mio amico mi diceva che c'è un detto:
"i tedeschi amano gli italiani ma non li stimano (perchè siamo simpatici ma poco attendibili) noi invece li stimiamo ma non li amiamo (poichè ultracorretti ma poco simpatici)"
ad ogni modo convengo sul fatto della loro serietà e quando mi capita di andarci faccio un salto sempre ad un negozietto che ha dalla graziella alla bike da Fr e certe volte saltano fuori dei marchi(faccio il l'esempio di una dirt singlespeed KHE che costava appena 300 €) che chissà in quale buco la producono eppure con un prezzo da entry entry level ti porti a casa una bici che nulla a che vedere con quelle che allo stesso prezzo compri in italia. e con tutta l'assistenza che vuoi e parlo di negozietto non di negozio specializzato
 

sembola

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Difficile trovarne una che funzioni letteralmente "male".
Però poi, come per magia, quando si recensisce il modello "nuovo" si parla di presunti "problemi" di quello vecchio, "oramai risolti"...

La questione del prezzo non mi pare rilevante. Se voglio un manubrio da 150 euro, sia perchè sto montando una bici da 8 kg che per farelo sborone, saranno fatti miei come spendo i soldi, no? L'importante è avere la coerenza di non lamentarsene dopo.
 

Ser pecora

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Però poi, come per magia, quando si recensisce il modello "nuovo" si parla di presunti "problemi" di quello vecchio, "oramai risolti"...

Esatto. A questo punto più che di "test" si dovrebbe parlare di "presentazione prodotti". Tanto il 90% delle volte la parte tecnica è il testo di presentazione preparato dal produttore. Il resto sono le sensazioni più o meno affidabili del tester (che quando va bene "è un manico"...) che conduce il test senza alcun protocollo.
 

Ser pecora

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E questo nessuno lo dice. Neanche in Germania...

Sbagliato. Il rapporto qualità/prezzo viene sempre preso in considerazione nella votazione finale.
Su un velovert (francia) di qualche tempo fa c'era una comparativa tra due front della stessa casa (GT ) e stesso modello (zaskar) però con montaggi differenti. E come votazione finale era superiore quella che costava meno proprio in virtù delle poche differenze pratiche.
 

Fede1969

Biker superis
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Scusa se mi permetto di dissentire ancora (ovviamente nulla di personale). Ma, anche alla luce di una differenza antropologico-sociale tra italiani e tedeschi, secondo la quale gli italiani sarebbero più attenti all'estetica e i tedeschi alla funzionalità, non è affatto più "comprensibile" il comportamento delle riviste italiane in rapporto ai test. I test sono fatti apposta per testare la funzionalità e di quello devono parlare. Altrimenti non si chiama un tester di MTB, ma un professore di estetica a testare le bici.
Il problema è, come detto all'inizio, la mancanza di autonomia dei giornali e la loro sudditanza ai produttori/distributori in una logica di scambio (recensioni/pubblicità). E' una mancanza di etica professionale... che questa sia poi caratteristica italiana o anche di altri paesi, ognuno lo valuti come preferisce.
 

sembola

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Certo. Ma io credo che se ad una rivista è richiesto un comportamento "etico" quindi la "verità" su telai, ruote etc., la stessa regola debba valere per la coerenza dei costi della componentistica. Poi tu fai una scelta consapevole perchè sei uno che sa tutto della mtb. Ma il consumatore medio?
Invece il messaggio che passa al consumatore medio è che è se un tubo di alluminio costa 60 euro non ti puoi aspettare chissà che, ed è una emerita balla perchè probabilmente durerà più di quello che costa 200€ e i 100 grammi in più li puoi compensare con 20 grammi in meno di pasta al giorno :-).
Ahaaa... ma vuoi mettere il ricavato dal pieno o il CNC o la vite in titanio? Caxxo... è una vite!!! ... ma c'è la tecnologia dietro...! :nunsacci:
...Allora sì, sacrifichiamo il consumatore medio sull'altare della tecnologia! Almeno la percepisca davvero, tutta questa tecnologia, il consumatore medio! Almeno l'estetica la vede!
A questo punto non è più una scelta. Ti convincono che la qualità costa ma in realtà il costo di realizzazione di quel pezzo non giustifica assolutamente il prezzo di mercato. E questo nessuno lo dice. Neanche in Germania...

Perdonami, ma questa è una tua interpretazione: iIo non ho mai letto neppure tra le righe questo messaggio. La questione è diversa, è naturale che le riviste diano la "precedenza" a materiale di alta gamma che altrimenti nessuno o pochissimi potrebbero vedere neppure dal negoziante di fiducia. Detto questo, tra le "presentazioni" di prodotti ce ne sono moltissimi che si possono definire senz'altro "normali", nel senso che non sono fatti in materiale spaziale e non richiedono un mutuo per essere acquistati: per esempio sono state provate le bici di Decathlon...
La parola "etica" mi pare un po' fuori luogo: sarebbe "etico" paragonare oggetti simili e dire quali siano i pregi ed i difetti di ciascuno e quindi, direttamente o indirettamente, qual'è il migliore, come fa per esempio Bike; dire che un manubrio in carbonio "è inutile" o che "costa troppo" non è "etico" ma presuntuoso. Quanto sia utile o inutile oppure caro o conveniente un component/bici lo può decidere solo chi lo usa.
 

marco

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Guardiamo le cose anche dal lato delle aziende. So per certo che alcune riviste italiane pubblicano il test del marchio x solo se il distributore/produttore nello stesso numero fa della pubblicità nella rivista stessa. Secondo me è una carognata bell'e buona, sia nei confronti delle aziende (una specie di ricatto) che in quelli dei lettori, presi per il culo alla grande, visto che il test è solo uno scambio commerciale e di indipendente non ha nulla.
 

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