@boliviano Stai mancando il punto.
E secondo me per una malecelata voglia di sporcarti le mani con la realtà.
Forse non capisco ma per me è bello avere voglia di sporcarsi le mani con la realtà. Lo faccio tutti i giorni. Non vedo perché dovrei tentare di nasconderlo. Mi spieghi?
Non è avversione al cambiamento.
E' avversione al cambiamento IMMOTIVATO o addirittura DANNOSO e/o controproducente per l'obiettivo che ci siamo posti, la lotta al GW.
Non credo che sia immotivato. Ipotesi: il cambiamento climatico è causato da altro ma non dal nostro inquinamento, ma non ce ne accorgiamo. Allora ci agitiamo per cercare di risolverlo riducendo il nostro impatto ambientale. Tra 50 anni un bravo ricercatore scoprirà l’inghippo e ci farà capire che abbiamo sbagliato. Ma nel frattempo le auto non emetteranno gas tossici, le foreste di saranno espanse, i pesci saranno tornati a riprodursi nei fiumi etc etc.
domanda: sarà un mondo migliore? Spero di sì. Avremo fatto bene comunque? Ritengo di sì.
Ci siamo trasferiti in montagna, perchè passavamo tutti i we qui e ci è sembrato assurdo lavorare come degli scemi per poterci permettere ciò che ci piaceva.
Ha richiesto sacrifici, adattamenti e, paradossalmente, un ridimensionamento di certe attività alpinistiche. Non più viaggi itineranti a inseguire la neve, ma una rivalutazione della località, la prossimità.
Vivere qui costa di più e richiede un punto di vista completamente diverso.
mi fa piacere. Almeno qui siamo d’accordo. Anche io vivo in montagna per scelta. I miei figli curano galline e conigli invece che schivare auto in città. Però non so che centri
Ma per quanto sia un sostenitore della difesa dell'ambiente, il realismo che si respira quando ci si vive davvero, cambia di molto la prospettiva.Il tuo sottointeso "cicalismo" attribuito alle attività turistiche in montagna (scommetto che se scaviamo non ce l'hai solo con lo sci, ma anche con i bike park), non tiene conto della realtà, ovvero che la gente ESISTE, MAGNA, SI SCALDA e di qualcosa deve pur vivere.
cicalismo in generale. La piega nel dibattito pubblico è stata e purtroppo è ancora quella del “non ne siamo certi, maglio non fare nulla”. Preferirei, se anche ci fosse ancora un dubbio (che lo straripeto nel dibattito scientifico non esiste più) applicare il principio di precauzione. Non immagini nemmeno fuori dalle Dolomiti cosa questo comporti. Dobbiamo aspettarci flussi migratori di persone che scappano da intere regioni (Africa sub sahariana) che diventeranno progressivamente inabitabili. E non ci saranno politici sovranisti che reggeranno all’impeto di gente affamata e assetata. Semplicemente ci asfalteranno noi e l’Europa. Quindi preferirei un atteggiamento cauto, prudente e previdente (appunto la formica).
Combattere il GW vuol dire mantenere ciò che è virtuoso, in termini di rapporto costi/benefici, e smettere il resto.
Lo sci alpino non lo classificherei virtuoso. Nemmeno i Bike park.
considero virtuoso lo scialpinismo per capirsi. Magari fatto spostando con mezzi pubblici. Qui in Svizzera, grazie a trasporti pubblici molto efficienti, è realtà (almeno in inverno… in primavera tocca partire troppo presto).
Guardando al Ticino, il cantone peggio urbanizzato della CH, con un evidente influsso negativo del modello Lombardo, davvero non preferiresti più impianti da sci e meno aree industriali?
Quest’anno in Ticino ha fatto fatica a funzionare anche l’impianto di Airolo che è esposto a nord e in una delle zone più piovose delle Alpi centrali. La polemica sulle sovvenzioni pubbliche su apre ogni anno. Sono in perdita da anni. Aprire nuovi impianti significherebbe buttare soldi al vento.
Non capisco. La gente si guadagna da vivere con un modello impattante, e la soluzione è colpire i loro consumi?
Eh beh certo. Voglio vedere. Chi più inquina più paga. Mi sembra un principio indiscutibile.
Quelli spenderanno i loro soldi in altro, non mi pare una gran soluzione.Tipo viaggiare in giro del mondo ad cazzum, cosa molto diffusa tra chi si spacca la schiena in fabbrica, per avere un attimo di respiro.
Forse che bisognerebbe trovare un modello di sviluppo per le aree urbane affrancato dalle industrie, piuttosto che colpevolizzare un settore che ha già un suo equilibrio?
Sono d’accordo. Non demonizzo l’industria. Ma contrasto le pratiche che, i fatti, dimostrano essere controproducenti.
Ho risposto a tutto? Ora però basta sono stanco anche io. Sono in viaggio (in treno) dalle 6 di stamani e sono cotto.
Saluti e buone sciate.