Quante alluvioni ancora prima di convincere gli scettici sulla crisi climatica?

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lorenzom89

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emilia romagna
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Io comunque vorrei fare una considerazione sul titolo della discussione:

Quante alluvioni ancora prima di convincere gli scettici sulla crisi climatica?


Il problema non è quel che crede la gente.. uno può essere scettico, non scettico ma quel che conta sono i fatti

Uno può anche credere nella crisi climatica, ma se : mangia carne tutte le sere, fa 20mila km annui in auto, costruisce o ristruttura case, prende 10 voli all'anno e lavora 50 ore settimanali per permettersi tutto questo in un azienda che inquina.. ecco che alla fine predica bene ma razzola malissimo.

Questo per dire che ormai il problema non sono le teorie o gli scetticismi, ma sono i fatti. È chiaro ormai da tempo che bisogna ripensare il nostro modo di vivere, di lavorare (o non lavorare) e di consumare.
 
B

boliviano

Ospite
In Dolomiti siete certamente più bravi che altrove.
spero comunque che il futuro economico delle valli non sia affidato solo a questo. Perché mi spiace deluderti, il futuro è già segnato. Prima o poi, o le montagne si alzano, o sulle Alpi non si scia più. Spetta a noi decidere se fare le formiche o le cicale.
 
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Boro

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Ti dico solo una cosa, se metti un annuncio dal titolo, "si cercano volontari per ridurre il proprio tenore di vita contro il cambiamento climatico" non si presentano nemmeno quelli che vanno a imbrattare i monumenti per passare una giornata alternativa. Va a vuoto sicuro.
Saranno gli eventi a fare la selezione, di sicuro non si può sperare in un movimento di ampie proporzioni...
 

Andrea321

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tutto giusto e forse tu fai la tua parte, la cosa difficile è convincere tutti gli altri. E per 'tutti gli altri' intendo sia il 99% degli italiani (a parole siamo bravi tutti ma pochissimi passano ai fatti) e ancor di più sarà difficile convincere qualche miliardo di persone che vivono nel resto del mondo e dove l'inquinamento è l'ultimo dei pensieri.
Credo che anche quelli che sono toccati in prima persona da una calamità non appena è passata l'emergenza ritornino subito al loro vecchio stile di vita.
Per non parlare dei vecchi 'no vax' che anche qui in romagna non hanno capito cosa è successo (o cercano di negare i fatti) e scrivono che è tutta una montatura...
 
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B

boliviano

Ospite
D’accordo. Aggiungo una riflessione a costo di essere pedante. Non si tratta di credere o non credere. Il verbo credere presuppone un atto di fede. Si crede in una religione.
Qua stiamo parlando di fatti sui quali c’è un consenso scientifico che è plateale, nonostante ci siano furfanti che tentino di fare pensare al contrario. Lo vediamo solo sui motori a combustione: le industrie automobilistiche continuano a diffondere studi pseudoscientifici che difendono guarda a caso il loro attuale business. Ma si osserva in tutti gli ambiti nei quali un cambiamento comporta un potenziale rischio per una classe economica o politica. In questi giorni ne sono un esempio i numerosi proclami sovranisti-complottisti di Coldiretti su carni “sintetiche” e polvere di grilli. Robe da vergognarsi se si avesse un po’ di senso critico e imparzialità.
 

Andrea321

Biker marathonensis
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Il verbo credere secondo me si addice bene perchè il cambiamento climatico è innegabile ma mi sembra di capire che non ci sia una voce univoca sulle cause, c'è chi punta il dito sulle auto, chi sulle case che sono poco efficienti e sprecano energia, chi sulle mucche che scoreggiano troppo, chi sulle industrie, chi sul sole e personalmente, non avendone le minime competenze, non so proprio a chi credere. Fermo restando che buona parte del mondo, di tutto questo, se ne frega abbondantemente e inquina a più non posso.
 
B

boliviano

Ospite
Leggiti i rapporti dell’IPCC e avrai dati chiari e certi, considerando che per definizione è una emanazione dei governi. Non si tratta quindi di fondamentalisti, ma hanno piuttosto un approccio che in passato è stato perfino giudicato conservatore. Ebbene scoprirai che anche IPCC è giunto a definire con chiarezza le cause e i rispettivi pesi. Le informazioni, se cercate nei posti giusti sono chiare e non richiedono un atto di fede. Non vanno invece cercate sui giornaletti nostrani che sventolano a destra e sinistra a dipendenza delle brezze politiche o degli inserzionisti che tirano.
 
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marika.f

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Qui però abbandoni l'approccio scientifico per virare un po' nella demagogia.

Premessa: pratico non solo sci alpino, ma anche scialpinismo. Pratica che, per ovvie ragioni, richiede un costante monitoraggio delle condizioni nivo-meteo e che non può fare affidamento sull'innevamento artificiale.

L'esperienza diretta mi porta a ricordarti che le Alpi hanno zone climatiche con fortissime differenze, anche a pochi km di distanza.
Abito nella zona centrale, vicino alla cresta orografica. Qui, a parità di quota, le precipitazioni sono molto più abbondanti che, ad esempio, in VDA. Oltre confine, al confine tra Austria e Germania, a nord del Voralberg, abbiamo la Kleinwalstertal, una sorta di cul-de-sac per le precipitazioni da N. Lì ci sono impianti con base inferiore ai 1000m che hanno precipitazioni nevose comparabili coi 1500-1600 del lato sud della Alpi.
Ma ancora: i vecchi comprensori per lo sci estivo, con arroccamenti che partono tutti almeno da 1800m, possono essere tranquillamente riconvertiti (e lo sono già) per lo sci invernale. In Stubaital si scia dai 1800m di Mutterberg ai 3400m della Daunjoch.

La situazione è estremamente articolata e quando sento qualcuno dire "non si scierà più sotto i 2000m", senza un minimo di contesto, per me è sufficiente a squalificare scientificamente la persona che la pronuncia.

Visione d'insieme. Ci sono aree dove lo sci non sarà più materialmente possibile, altre invece potranno continuare a essere utilizzate.

Visione d'insieme. La stessa che si dovrebbe avere per affrontare il GW. Senza paraocchi ideologici.


PS: in che zona della Svizzera abiti?
 
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Andrea7576

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Si succede sempre questo.
cosa fare? Costruire ponti con luci adeguate e, se il ponte c’è già, piuttosto delle briglie a pettine.
300 metri di dislivello in 50km di fiume, con decine di anse. E' un fiume che attraversa una valle collinare. Si deve valutare caso per caso.
Le briglie in questo caso non credo siano applicabili. E' stato un evento eccezionale che poteva risolversi con la giusta manutenzione del fiume. L'acqua sarebbe esondata comunque (non è la prima volta), ma non avrebbe fatto tutti questi disastri.
La riprova si è avuta in questi giorni con forti piogge persistenti (in pratica piove da due giorni con qualche pausa). Nella mia zona è stata fatta pulizia nel tratto dei paesi fino ad un paio di km a monte. Neanche una goccia è uscita, al contrario di altre zone più a valle non ancora pulite dove ha raggiunto case e strade limitrofe.
Solo tanta preoccupazione ricordando quello che è accaduto e cautela, portando auto in zone sicure.
 
B

boliviano

Ospite
Certo che ci sono differenze. Anche io pratico come te scialpinismo e sono perfettamente al corrente delle variazioni regionali. Ma la tendenza è quella del rialzo termico che, se pure più tardi (quanto?) coinvolgerà anche le valli più favorevoli.

demagogo? Boh. Se è demagogia analizzare le serie climatiche e trarre conseguenze non so più come argomentare. Spero sinceramente tu abbia ragione.

Abito in Ticino e ho lavorato tra Alpi, Ande e Himalaya. Ho una discreta visione d’insieme, credo. Ma non ho bisogno di convincere nessuno.
 

lorenzom89

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Verissimo quello che hai scritto.

Servirebbe un cambio radicale di paradigma. Da quando nasciamo ci viene mostrato un unico modo di vivere, cioè lavorare, produrre, consumare, costruire, fare, fare, fare senza sosta, senza tregua.
Per fortuna esempi virtuosi di vita semplice, autonoma o semi autonoma in mezzo alla natura ci sono e secondo me si stanno anche diffondendo.

Questo secondo me è l'unico vero modo di agire, non quello di stare a discutere su cosa sia bene o male per il pianeta e poi continuare a comprare, lavorare, consumare..
 

fafnir

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Questo secondo me è l'unico vero modo di agire, non quello di stare a discutere su cosa sia bene o male per il pianeta e poi continuare a comprare, lavorare, consumare..
L'errore secondo me è già in questa frase, non si tratta del male o del bene per il pianeta, al pianeta non facciamo nessun torto o favore, di fatto il pianeta è andato avanti in qualunque condizione, molto ma molto peggiore di ora e stai sicuro che sopravviverà pure all"uomo.
Lo dobbiamo fare per noi mica per il pianeta! Ma ormai è tardi, il declino è praticamente certo in massimo qualche centinaio di anni, se va bene.
Non che mi freghi molto, sarò già stato mangiato e cagato dalle formiche almeno mille volte prima di allora
 

Boro

Biker meravigliosus
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Non è solo educazione o paradigma culturale che sia, è natura umana, l'uomo è avido e coltiva il suo orticello. Raramente vede oltre e se vede sospetta che altri vogliano fregarlo, e pure giustamente. Perchè anche se ce ne sono 1000 disposti a fare un passo indietro per guadagnarci tutti ci saranno altri 1000 che cercano di approfittarsene.
Io non vedo soluzioni a meno di salti tecnologici abissali, dalla natura umana non avremo risposte utili.
 
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marika.f

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Avrai una visione di insieme, ma ne trai le conclusioni sbagliate.

Esempio:
Quando arriveremo a non poter nemmeno più sciare in Stubaital, in Piztal, sul Corvatsch, a Zermatt/Cervinia, saremo ben oltre le pezze al culo.
Saremo ad un punto in cui mancherà l'acqua potabile nei principali centri urbani.
Perchè immaginare uno scenario in cui non si scia nemmeno più nella fascia 2000-3000 delle Alpi Centrali, vuol dire immaginare uno scenario in cui il clima è compromesso a livelli inimmaginabili.

Ora, fare le "formiche" non vuol dire smettere quei comprensori per tempo e abbandonare il modello dello sci, (come lasci intendere tu) vuol dire IMPEDIRE che ciò avvenga.

Mantenere quei modelli economici che permettono occupazione ma che minimizzano l'impatto, E' essere "formiche".
Siamo su MTB-MAG. Tutta la filiera di produzione e distribuzione delle bici E' impattante.
Mantenerla è essere "cicale"? No, perchè incentiva un modello di sviluppo, mobilità e turismo che è meno impattante delle alternative.

Lo sci è da formiche o da cicale?
Se guardo i dati relativi a ritorno economico, comparato con la "tradizionale" industria diffusa nelle pianure, non ho dubbi: è da formiche, visto che garantisce il minor impatto, considerando l'ambiente in cui si sviluppa.

Ancora: combattere il GW vuol dire analizzare l'impatto delle singole strategie, con visione d'insieme, senza pregiudizi.

E perdonami, ma conoscendo BENE l'ambiente dell'Alpinismo, a cui mi sembra che appartieni, di pregiudizi contro alcune specifiche attività, ve ne sono molti.

Tanto per dire: strali del CAI contro bike park e sci alpino.... Poi apri "la Rivista" ed è tutto un florilegio di spedizioni ai 4 angoli del globo.
Questo inverno ha fatto 3m di neve sull'Etna. I social si sono tappezzati di gente che è corsa ed è salita sul primo aereo...

L'unico modo per far digerire gli inevitabili sacrifici che comporterà nel breve termine la lotta al GW, è basarli su dati oggettivi.
Se li basiamo su valutazioni morali, per definizione SOGGETTIVE, otterremo solo prese di posizione e irrigidimenti.
 

jk_biker

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Mi hai fatto ricordare dettagli inquietanti. Abito a 2km dal "rigagnolo" in zona ampiamente sicura ben lontano dai limiti di esondazione, ma il fragore si sentiva così forte che sembrava da un momento all'altro toccasse anche a noi
 

lorenzom89

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Il punto è questo. Che l'uomo in questa sua follia moderna non è più felice ma è più infelice! depresso, frustrato, stressato, ammalato.
Quindi bisognerebbe un attimo fermarsi e chiedersi che senso ha tutto questo?

Non so per farti un esempio stupido vedo che miei colleghi con figli adolescenti sui 10/14 anni dicono che sti ragazzi hanno una vita sociale folle fatta di scuola, sport, musica, feste, cene, ritrovi, viaggi.. eppure alcuni di loro finiscono dalla psicologa già così giovani perché hanno ansia, crisi di panico, depressione.. ecc..

Oggi sono siamo più felici di una volta, siamo semplicemente più incontentabili, insoddisfatti, invidiosi.
 
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Non ti capisco e non capisco quali siano le conclusioni sbagliate. Io ho il sospetto, ma mi correggerai, che tante persone siano semplicemente poco propense a cambiamenti. È una reazione razionale comprensibile, forse derivante dall’incertezza del futuro e dalla paura che inevitabilmente provoca. Ma mi fermo perché non voglio essere tacciato per moralista (?).
 
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boliviano

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Non ti capisco e non capisco quali siano le conclusioni sbagliate. Io ho il sospetto, ma mi correggerai, che tante persone siano semplicemente poco propense a cambiamenti. È una reazione razionale comprensibile, forse derivante dall’incertezza del futuro e dalla paura che inevitabilmente provoca. Ma mi fermo perché non voglio essere tacciato per moralista (?).
 

Andrea7576

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Mi hai fatto ricordare dettagli inquietanti. Abito a 2km dal "rigagnolo" in zona ampiamente sicura ben lontano dai limiti di esondazione, ma il fragore si sentiva così forte che sembrava da un momento all'altro toccasse anche a noi

Io ancora ho il rammarico di non aver "percepito" la minaccia, perchè già circolavano voci e qualche filmato nei paesi più a monte (ma solo acqua in strada). Personalmente rientro tra i fortunati, avendo perso una sola auto (la porta del garage in cui era l'altra auto ha retto, facendo entrare solo 10 cm d'acqua quando fuori stava a circa 1.2 metri). Ricordo di essere uscito dieci minuti prima per spostare l'auto a ridosso del muro di casa dove nel 2012 l'acqua non era arrivata (l'altra alluvione causato però dai fossi), abitando a circa 150 metri dal fiume. M'è rimasto impresso a posteriori il rumore fragoroso di quello che pensavo fosse vento (sto a ridosso della campagna dove c'è spesso del vento forte). Rumore troppo strano, come un fragore continuo in lontananza. Purtroppo era buio. Fosse arrivato di giorno, avrebbe di sicuro evitato vittime. Dal terrazzo ho una visuale di 3 km lungo il fiume, ed avrei visto la piena arrivare come tanti altri. In pratica il fiume era diventato largo 300 metri, con detriti che hanno abbattuto qualsiasi cosa (muretti, recinzioni, auto, ecc...)
 

Boro

Biker meravigliosus
25/8/04
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Sciare può essere ecologico per la montagna solo perchè i turisti che ci vanno guadagnano denaro inquinando poco più sotto nelle industrie a valle e poi coi soldi vanno in vacanza, comprano attrezzature, auto, ecc.
Solito giro. Tengo pulito il mio giardino e butto il pattume altrove. Ma il pattume alla fine finisce per girare ovunque a lungo andare.
 
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