Speriamo servino davvero a qualcosa un giorno. Io vorrei vedermi realizzato, avere un lavoro creativo, direi dall'etica artigiana, un uomo demiourgoi. Vedere il mio lavoro ripagato per la qualità e non la quantità, trovare stimoli sempre nuovi. Non mi fa paura la precarietà verso la quale questo paese inevitabilmente si sta inabissando. La precarietà oltre ad essere un elemento atavico nella vita umana è indispensabile per renderci insofferenti alla routine, alle imposizioni sociali di stampo classico, alla subordinarietà delle proprie esigenze. Vedo il lavoro come un processo inevitabile di carattere comunitario, denso di ricchezza immateriale prima che meramente lucrativo. Un modo per confrontarsi con il mondo, di immergersi nel mondo. Non sei davvero homo faber se non hai immesso qualcosa di tuo nel proprio lavoro; una virgola, un intaglio, una miglioria, un nuovo platform. Oggigiorno la logica capitalistica cerca di ricreare nell uomo la serialità della macchina, tanto quanto in era fordista, ove il Taylorismo era visto come un modo per trovare uomini e donne di basso rilievo, contadini immigrati e persone dalle poche pretese. Invogliati dalle tabelle di produzione ricadevano in uno spossessamento dell artefatto, un anomia della propria figura. Un tempo si diceva "Io sono in Fiat", non importava che tu fossi un operaio, un caporeparto, ingegnere o designer. C era una fierezza, un orgoglio di fondo, un intelaiatura di fiducia e rispetto vero il proprio datore di lavoro. L Italia è patria dell artigianato, la storia lo racconta e il contemporaneo lo dimentica, ogni giorno. [MENTION=16624]La Strega[/MENTION] grazie :)
grazie a te Lecs! anche se con termini meno forbiti (perdonate la mia 'gnoranza lessicale) io stesso avrei espresso un pensiero non molto dissimile dal tuo... identificarsi in quello che fai, l'orgoglio dell'appartenenza, la fierezza di fare qualcosa di utile (il lavoro, nello specifico di questo discorso....ma in generale in tutte le attività del quotidiano) è segno di una personalità"superiore" dell'individuo. che non si presta quindi alle logiche "omologate" di questa società moderna.
