ottomilainsù: da ingegnere quale sei, professore di materie tecniche, ma soprattutto da ex lavoratore in una azienda meccanica, mi dai un giudizio sincero sull'articolo sulla fabbrica della wellgo, apparso sul magazine del forum?
poi dico la mia.
Sincero sincero?
Prima di tutto, si vede che l'articolo è scritto da gente ben poco competente in materia...
Ho lavorato in Ofmega per un paio d'anni... se fosse stata così, come sono loro, oggi ci sarebbe ancora.
Quello che si vede in questa fabbrica è una produzione ben organizzata, con macchine complessivamente moderne, condizioni di lavoro a mio modo di vedere buone.
Certo, si vede qualche macchina un po' datata e non si vedono le paranoiche disposizioni di sicurezza che ci sono da noi.
Ora il confronto con quella che è stata la mia esperienza.
Avevamo macchine decrepite, roba del '950, l'ambiente lavorativo era buio, sporco, pieno di fumi e altro.
Disorganizzazione totale, negli anni hanno sempre prodotto quasi tutta cacca che comunque il mercato comprava perché non c'era quasi concorrenza.
Inutile tentare di prender su gente con l'ordine di "fare prodotti migliori senza cambiare di una virgola il processo produttivo"... difatti me ne sono andato e alla svelta, appena avevo finito di imparare quel che c'era da imparare.
Ho visto reparti fonderia al cui confronto quello della Wellgo è un salotto.
Leggo dei commenti sui DPI inesistenti... ripeto, certe paranoie esistono solo da noi, altrove, nella stessa Europa, sono ben più elastici senza che ciò determini condizioni di lavoro più pericolose.
C'è chi ha fatto notare, tra i commenti, le mascherine, chi le
scarpe, chi i vestiti... potessi tornare indietro e fare una foto al reparto stampaggio pesante dell'Ofmega, dove operavano 24h/24 tre presse da 1200 tonnellate che stampavano pedivelle al ritmo di 45 pezzi al minuto per macchina, e farvi sentire il rumore e vedere la nebbia bassa di fumo d'
olio che vi regnava...
Ho lavorato anche in altri posti, ciascuno con i suoi pro e contro; diciamo che mi facevano ridere quando vedevo certi obblighi e il rischio era quello di essere schiacciati da roba da 5 tonnellate, dove casco e scarpe e tuta e guanti non contano un c...o.
Negli anni ho visitato varie aziende, alcune sono dei gioiellini altre un po' meno, tutte "a norma" e dalle condizioni non dissimili a queste.
Ne ho viste anche all'estero, e quest'anno ci riporterò in visita un paio di mie classi, come due anni fa alla Siemens-KraussMaffei di Monaco.
Lì, per esempio, non ci hanno obbligato al casco o a precauzioni particolari, come invece hanno fatto alla Wartsila a Trieste.
Eppure, sopra la testa c'era di tutto, se vi dico che la locomotiva alle nostre spalle pesa 130 tonnellate...
Voglio ricordare che già 15 anni fa da Taiwan arrivava roba fatta bene, i nostri prodotti erano non solo più costosi ma pure peggiori, a parità di livello di mercato (non di prezzo, ma livello di destinazione per la bici).
Ce li avrebbero comprati, anche a maggior prezzo, se solo fossimo stati in grado di farli
che almeno funzionassero.
Noi siamo culturalmente e intrinsecamente dei banditi, loro sono disciplinati.
Quindi da noi bisogna imporre tutto alla virgola e soprattutto se succede qualcosa andare a cercare a tutti i costi il colpevole... arrivando a normative paranoiche che fanno desistere tanti dal lavorare, è troppo palese che basta andare in Austria per trovare condizioni CERTE e CHIARE.
Loro hanno una certa mentalità, per cui se ti fai male molto probabilmente è colpa tua.
Le
protezioni e le regole sono quelle che servono, per la loro legislazione (e probabilmente se non rispetti le regole ti cacciano senza troppe storie).
Forse, in futuro, cambieranno un po' anche loro, quando da noi non si produrrà più nulla perché si sarà raggiunto l'obiettivo della legge:
"L'eliminazione di qualsiasi rischio dall'ambiente lavorativo".
Utopia pura, perchè anche se uno non fa niente dei rischi li corre, metti che gli caschi un meteorite in testa... (ma tanto daranno la colpa allo scienziato che non ha previsto che sarebbe caduto proprio là e non un metro più a destra o a sinistra...)
Questo, a mio avviso, è totalmente negativo, perché finisce con il deresponsabilizzare le persone che poi veramente si fanno male.
Se uno è inadatto ad una certa mansione, non lo proteggo ricoprendolo di schermi, ripari, maschere, scarpe e mettendo in galera il superiore se fa lo scemo e mette le mani dove non dovrebbe... (troppo lungo elencare i possibili casi), lo proteggo cacciandolo via e possibilmente trovandolgli una mansione a lui adatta.
Avevamo un gruista (!!!!!!!!!!!) che soffriva di "delirium tremens", mezzo alcolizzato a neanche trent'anni di età... ma guai a fargli fare altro, impossibile discuterne perché qualcuno lo "proteggeva".
vabbè... insomma,
Una persona non corre più alcun rischio solo quando è fredda, orizzontale, sotto a due metri di terra.
Ho scritto un po' di cose forse sconclusionate, ma è quello che penso, alla fine mi sento di dire che insultare i taiwanesi (così ho letto nell'articolo) perché non rispettano le nostre regole di sicurezza, mi pare voler portare il discorso verso i soliti luoghi comuni.
Tanto loro se ne fanno un baffo di quello che pensiamo noi, e loro lavorano, mentre troppi di noi no.