“che storia”, è stata l’espressione più usata nei giorni passati alle Lofoten.
Detta più volte e a partire dalle 22,30 del 11 marzo, quando siamo scesi dall’aereo con -21° (l’aeroporto è leggermente all’interno, non è sulla costa, le temperature poi non sono sempre state così… già di per sé sul mare sono “più alte” e durante i giorni in cui abbiamo soggiornato hanno oscillato tra i -5° e i -1°.) , a quando siamo ripartiti il 19. In Norvegia c’ero stato 5 anni, ancora per qualche giorno di sci-alpinismo, sulle Sunnmore Alps (più in basso, vicino ad Alesund) e pur se non mi piace fare paragoni qua devo dire che veramente ho respirato l’aria del “grande Nord” che pensavo invece d’avere già annusato nel 2008.
Il paesaggio delle isole Lofoten, alterna spazi aperti a gole in pareti strapiombanti. La costa, specialmente a sud, è un selvaggio susseguirsi di spiagge dove la neve viene risucchiata dalle onde del mare. Il giorno che abbiamo visitato la zona terronica, portando cmnq con noi gli sci che abbiamo utilizzato poi al ritorno, la meteo era tipica del posto: neve, bufera, vento, nebbia, anche alcuni sprazzi di sole. Il tutto s’alternava anche nel giro di pochissimi Km dando all’ambiente locale un aspetto fiabesco e a volte anche tetro ma comunque affascinate.
Almeno in questo periodo il bianco della neve è una presenza costante del panorama, a partire dalle strade che sono ricoperte completamente, da Na S, da uno strato di ghiaccio misto a neve che le rendono simili ad una pista di sci da fondo ((fortuna ci sono i paletti rossi che delimitano il bordo strada). Nonostante ciò la Protezione Civile dorme sonni tranquilli e lì, dove forse servirebbero, di SUV circolare non se ne vedono. Viaggiare sulle strade parrebbe una cosa impossibile, invece per loro è normale e ciò lo si deve grazie soprattutto alle gomme chiodate montate su tutte le auto. La prima volta che ci si mette al volante si ha un po’ di timore nel guidare, una volta presoci confidenza diventa anche piacevole ed emerge la parte di Kankkunen che è in noi. Piuttosto il timore viene quando s’incrociano, o quanto ti “spingono” (c’è capitato che ci facessero i fari), i camion che sfrecciano a velocità incredibile almeno per quanto a noi siamo abituati. :taxi-dri:
L’economia del posto si basa principalmente sulla pesca del merluzzo e il periodo più prolifico va da Gennaio ad inizio Aprile quando i merluzzi vengono a depositare le uova nel golfo. Tutta l’isola è piena di rastrelliere dove vengono poi appesi i merluzzi ad essiccare. Un paio di volte l’abbiamo mangiato, è veramente buono e non costa nemmeno tanto a differenza di tutto il resto che ha prz per le nostre tasche veramente esorbitanti ! Una birra media o una lattina da 0,5lt al bar costa sulle 10€, la stessa al supermercato la paghi circa 4€ (che non è poco ma ci può stare), la ciofega che spacciano per caffè la si paga 4€. Ci siam fermati un giorno a mangiare in pseudo ristorantino a A (risparmiassero sui prz come risparmiano sui nomi dei comuni non sarebbe male….) una fetta di merluzzo impannato con patatine e 2 piselli + birra e il tutto c’è costato sulle 30€…..in poche parole, consiglio mio è quello di portarsi qualcosa da casa (
olio, pasta, formaggio e caffè) e poi fare spesa al supermercato privilegiando i prodotti locali ed evitare d’andare al ristorante. Durante il we in cui eravamo presenti , a Svoalver, s’è svolto il campionato mondiale di pesca al merluzzo. Partecipanti e regole per determinare il “the winner is” sinceramente non lo so, ma credo che alla fine sia la banale “chi la pesca più grossa”. A noi l’evento ha impedito di poter trovare un alloggio a Svoalver, punto + strategico, ma non abbiamo dormito all’aperto, una “rorbuer” (ex casetta di pescatori adibita ora a scopo turistico) siamo riusciti comunque a trovarla a Henningsvaer, piccolo paesino 30Km circa a Sud di Svoalver dove l’attività principale è ….(indovinate un po’ ?) e dove, soprattutto bambini e anziani, per muoversi, usano una slitta simile a quella trainata dai cani. In questo paesino c’è un minuscolo supermercato e alcuni negozietti d’artigianato che non abbiamo però mai trovato aperti. La baita era carina, non eccessivamente grande però sufficientemente spaziosa per far conviverre sei persone per una settimana. Riscaldamento, come tutto il resto (fornello e acqua calda) elettrico con stufette,. Una notte è venuta a mancare, in tutto il paese, l’energia elettrica e la mattina successiva ci siamo alzati con un po’ di freddo ma soprattutto la pompa per caricare l’acqua guasta….via quindi con lo scioglimento della neve per prepararci the e caffè !
Ho letto da qualche parte che c’è un detto che più o meno dice: “se alle Lofoten c’è brutto tempo siediti, bevi un cappuccino e vedrai che nel frattempo comparirà il sole”…ora, se avessimo dato retta a questo proverbio e al posto del cappuccino (visto che il loro fa c….e ) avessimo bevuto birra, ci saremmo rovinati il fegato e il conto in banca ! Per 4gg c’è stato il sole, ma per i restanti 3 s’è messo a far brutto (qualche straccio di pellatina siam riusciti cmnq a farla) e non c’è stato proverbio che gli facesse cambiare idea. Giusto l’ultima sera s’è rasserenato regalandoci , la mattina successiva, giorno del ritorno, un cielo terso che c’ha accompagnato durante le 3h di viaggio che separavano la nostra baita dall’aeroporto…200Km di spettacolo naturale percorsi a “bocca aperta” !
queste sono alcune impressioni di carattere generale, il resto poi.....to be continued !