Imparare a saltare

Danybiker88

Redazione
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dipende in grande misura dalla forca che si ha e dall'angolo di sterzo... a me con una 888 da 200mm e un angolo di circa 66° (telaio da DH) non e' mai successo di perdere aderenza o stabilita' atterrando di punta, anzi, di solito e' vero esattamente il contrario... mi sono sempre sentito MOLTO piu' stabile

riguardo alla flessione della forca, dato che l'angolo di sterzo non e' perpendicolare al terreno, atterrando di punta (a meno di non esagerare) semmai fai flettere di meno la forca... e piu' atterri col posteriore, piu' schiacciandosi l'ammo si apre l'angolo di sterzo, e di conseguenza piu' la forca si trova a lavorare in orizzontale, ed e' proprio allora che comincia a flettere parecchio

io uso sempre la pettorina completa, che ha il paraschiena, e detto tra noi preferirei andare in giro senza ginocchiere e gomitiere che non senza paraschiena

Io invece non mi sento stabile ad atterrare di punta. Preferisco atterrare a ruote pari. COme dici tu dipende molto dal tipo di bici. Io avevo una AM da 130 e non si può pensare che si comporti come una bici da DH. Con 200mm sicuramente hai molto più margine.
 

NEMESI61

Biker dantescus
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Originalmente inviato da Danybiker88
Tieni comunque conto che atterrando col posteriore non tutta l'energia viene scaricata sull'ammo e una buona parte si trasforma in energia di rotazione che si scarica quando l'anteriore tocca il suolo. Atterrando di punta, oltre a rischiare di perdere il controllo, solleciti la forcella a un grosso sforzo di flessione, il che non è il massimo neppure per il telaio. Il carro è invece progettato per resistere ai delle sollecitazioni provenienti dal basso.
Una premessa, parlando di freeride, ritengo che, in ogni caso, ognuno debba fare ciò che si sente di fare nel modo più spontaneo e naturale possibile, quindi va bene tutto, l’importante è divertirsi e sentirsi appagati, senza farsi troppo male naturalmente.
Forse si è fatta un po’ di confusione, specifico nel dettaglio quello che accade atterrando con la ruota posteriore: l’ammortizzatore va in compressione (in gergo va a pacco) e la bici, in sostanza, si siede sul posteriore, determinando l’aumento dell’angolo d’incidenza (quello esterno) della forcella con il piano orizzontale (si usa dire che la forcella si apre), questo di per se non sarebbe un grosso problema se non si verificasse, come d’altronde ribadisci anche tu, che l’energia che non viene assorbita dall’ammortizzatore sulla verticale, senza usare termini tecnici che sarebbero di difficile comprensione, si scarica producendo, come immediata conseguenza, una repentina e violenta rotazione verso l’anteriore.
A questo punto la forcella, che oltre un certo angolo d’incidenza con il suolo, non è più in grado di fare il suo lavoro come previsto, subisce passivamente il colpo.
Come effetto immediato si ha la flessione degli steli (non si piegano ma a lungo andare potrebbero lesionarsi) e comunque non è detto che la tecnologia contenuta all’interno dei foderi non subisca danni, senza considerare l’immane pressione a cui si sottopone la serie sterzo (si potrebbe letteralmente sbriciolare), il tubo di sterzo e della scatola del movimento centrale (le saldature potrebbero aprirsi).
Non bisogna credere che il carro posteriore delle full sia, in generale, poi cosi indistruttibile, se sottoposto a particolari sforzi, soprattutto con atterraggi non perfettamente perpendicolari, tende a flettere e si danneggiano foderi e cuscinetti, se non addirittura ci può essere l’eventualità, da non sottovalutare, dell’esplosione dell’ammortizzatore.
La forcella si flette quando prendiamo in pieno un dosso, una buca o un grosso sasso, mai in maniera rilevante perché atterriamo con l’anteriore, a meno che non si verifica uno dei casi già citati.
E poi vuoi mettere la soddisfazione di fare un bel salto, atterrare con l’anteriore e, facendo un nose prees con rotazione di 90°, ripartire di bolina. Ma consiglio di non farlo.
 

Stee65

Biker ultra
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E poi vuoi mettere la soddisfazione di fare un bel salto, atterrare con l’anteriore e, facendo un nose prees con rotazione di 90°, ripartire di bolina. Ma consiglio di non farlo.

Beh, i grandi riders, e i grandi del dirt atterrano spesso e preferibilmente prima con l'anteriore, naturalmente senza impuntarsi.
Infatti la direzione della forza da smorzare risulta quasi parallela alla lunghezza della forcella, quindi l'urto viene smorzato nella direzione per la quale gli steli sono stati costruiti.
Chiaramente con un atterraggio troppo sull'anteriore si rischia l'impuntamento o la rotazione in avanti, e con un atterraggio troppo sul posteriore quello che ha descritto Nemesi, cioè il carro posteriore a pacco e in un secondo una brutale frustata sull'anteriore (per niente in linea con gli steli della forca :maremmac: )

Se il landing è costruito da manuale e la velocità adeguata, si può atterrare con entrambe le ruote mantenendo una direzione di caduta in asse con la corsa degli steli e bici e scheletro ringraziano :-|

Tutto questo è chiaro nella mia testa, peccato che quando ho le ruote in aria questa chiarezza svanisce :fantasm: :paur: :paur: :paur: :cry:
 

Marco G

Biker superis
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Non sono un gran saltatore ma permettetemi di dire la mia.

Nel caso di classico atterraggio in pendenza, se tocco prima con la ruota posteriore sento la bici ruotare violentemente in avanti ed accelerare di colpo, e la testa prende un bel colpo di frusta in avanti. Tutto ciò ovviamente in misura proporzionale all'anticipo della ruota posteriore.

Con l'atterragio su entrambe le ruote, o leggermente di anteriore, in genere mi sento filare via fluido e pulito (a volte non sento nemmeno il rumore della catena che sbatte sul forcellino). Se poi dopo il salto c'è una curva preferisco atterrare leggermente di anteriore in modo da avere subito il massimo grip per girare.

Io trovo vantaggioso l'atterraggio sul posteriore solo con flat landing. Arrivo a terra con le gambe ben distese e le fletto durante l'impatto per aiutare l'ammortizatore che, poverino, da solo non ce la fa. In flat il controllo della bici dopo il salto non è critico e quindi mi posso permettere di abbassare le chiappe fino a toccare la ruota posteriore.

Per quanto riguarda la posizione del corpo mi comporto così: se sono veloce sto centrale, se sono lento arretro nel momento dello stacco (una specie di manual appena accennato) e poi mi ricentro prima di atterrare.

Altre cose che ho trovato utili sono:
- nei 2/3 metri precedenti il salto non tocco più i freni altrimenti sballa l'assetto
- guardo brevemente l'atterraggio mentre mi avvicino al salto e poi, dal momento dello stacco in avanti, guardo oltre. Più riesco a concentrarmi sul terreno del "doposalto" e meglio atterro.


Tutto ciò fino ad altezze di un metro e poco più. Per altezze maggiori ..... al momento non so che dirvi. E forse non ve lo saprò dire mai....
 

Stee65

Biker ultra
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Non sono un gran saltatore ma permettetemi di dire la mia.

Nel caso di classico atterraggio in pendenza, se tocco prima con la ruota posteriore sento la bici ruotare violentemente in avanti ed accelerare di colpo, e la testa prende un bel colpo di frusta in avanti. Tutto ciò ovviamente in misura proporzionale all'anticipo della ruota posteriore.

Con l'atterragio su entrambe le ruote, o leggermente di anteriore, in genere mi sento filare via fluido e pulito (a volte non sento nemmeno il rumore della catena che sbatte sul forcellino). Se poi dopo il salto c'è una curva preferisco atterrare leggermente di anteriore in modo da avere subito il massimo grip per girare.

Io trovo vantaggioso l'atterraggio sul posteriore solo con flat landing. Arrivo a terra con le gambe ben distese e le fletto durante l'impatto per aiutare l'ammortizatore che, poverino, da solo non ce la fa. In flat il controllo della bici dopo il salto non è critico e quindi mi posso permettere di abbassare le chiappe fino a toccare la ruota posteriore.

Per quanto riguarda la posizione del corpo mi comporto così: se sono veloce sto centrale, se sono lento arretro nel momento dello stacco (una specie di manual appena accennato) e poi mi ricentro prima di atterrare.

Altre cose che ho trovato utili sono:
- nei 2/3 metri precedenti il salto non tocco più i freni altrimenti sballa l'assetto
- guardo brevemente l'atterraggio mentre mi avvicino al salto e poi, dal momento dello stacco in avanti, guardo oltre. Più riesco a concentrarmi sul terreno del "doposalto" e meglio atterro.


Tutto ciò fino ad altezze di un metro e poco più. Per altezze maggiori ..... al momento non so che dirvi. E forse non ve lo saprò dire mai....

Quoto in tutto per tutto o-o
 

Danybiker88

Redazione
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Il ragionamento non fa una piega. Ma non mi è affatto naturale atterrare con l'anteriore, preferisco le ruote pari. Che poi è lo stile che usano anche i pro, soprattutto su fondi irregolari. Ho sempre cercato di evitare di atterrare con l'anteriore anche se spesso è più naturale.
Poi comuqnue non sono un grandissimo saltatore, anche perche fino a poco fa non avevo la bici adatta per grossi salti.
C'è comunque da dire che molto spesso il comportamento nei salti è istintivo (non c'è molto tempo per ragionare) e varia a seconda della situazione. Si agisce più d'intuito che pensando adesso devo fare così perchè la ruota va messa la, il peso all'indietro o in avanti ecc.
 

Stee65

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Credo che i pro che atterrano prima di anteriore lo facciano anche perché conoscono il landing, e nei video spesso è tirato come un biliardo (vedi dirt).

In DH o quando non si conosce bene il landing, è vero è meglio a ruote pari.

Quoto per l'istintivo, anch'io non sono un gran saltatore :mrgreen: , ho notato che se lascio fare all'istinto viene sempre perfetto se comincio a pensare :paur: , arrivano le cavolate :maremmac:
 

SuperDuilio

Biker paradisiacus
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Credo che i pro che atterrano prima di anteriore lo facciano anche perché conoscono il landing, e nei video spesso è tirato come un biliardo (vedi dirt).

In DH o quando non si conosce bene il landing, è vero è meglio a ruote pari.

Quoto per l'istintivo, anch'io non sono un gran saltatore :mrgreen: , ho notato che se lascio fare all'istinto viene sempre perfetto se comincio a pensare :paur: , arrivano le cavolate :maremmac:
Penso che succede praticamente a tutti.
Oggi mi è successa la stessa cosa: faccio un "salto" (drop di 40 cm) ragionandoci e lo faccio uno schifo;
lo ripeto senza pensarci ed è stato ok.
 

Walks-Astray

Biker grossissimus
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al secondo trauma al polso (stavolta proprio frattura) per la stessa causa, mi sento di condividere questa osservazione con voi:
quando un salto e' preceduto da una curva (o da una contropendenza) e' necessario che siate coscienti che il vostro corpo e' in una posizione diversa da quella in cui si salta normalmente, ed e' anche necessario che valutiate l'eventualita' che la vostra ruota post. scivoli anche solo un po' un attimo prima di entrare nella rampa

quindi: siate pronti a impegnarvi per impedire che la bici continui a girare anche in aria, per esempio riassumendo la posizione normale un attimo prima di saltare, oppure consideratevi in mezzo a un mx-whip, ma non fatevi cogliere di sorpresa... e infine se il terreno vi sembra sdrucciolevole, moderate la velocita' piu' del dovuto e non frenate assolutamente
 

Marco G

Biker superis
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Penso che succede praticamente a tutti.
Oggi mi è successa la stessa cosa: faccio un "salto" (drop di 40 cm) ragionandoci e lo faccio uno schifo;
lo ripeto senza pensarci ed è stato ok.

E' ovvio che uno non si può mettere a pensare "faccio così e faccio cosà" nel bel mezzo di un salto. Il salto deve venire automatico, ma l'automatismo deriva dall'esperienza acquisita, il cervello deve sapere già come fare insomma. Purtroppo questo automatismo viene spesso inibito dal fattore "fifa".

In genere "l'istinto" vero, quello che interviene la prima volta che si fa una cosa, nel campo del FR fa sempre fare delle cavolate (per quanto mi riguarda, almeno)

Penso che la ricetta per affrontare i drop con la dovuta rilassatezza sia saltare tanto e spesso e salire in altezza per gradi.
 

Stee65

Biker ultra
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Camorino (CH)
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Ancora non so nemmeno come ci si senta ad affrontare un drop di mezzo metro, figuriamoci di due! Spero di poter avere anch'io queste preoccupazioni.....................un domani. Forse un dopodomani.

Consolati che sul drop di 2m ho tentato 3 volte e tre volte ho conigliamente frenato prima dello stacco :paur: :paur:

Il massimo che ho fatto arriverà a malapena a 1.5 m, ma era in condizioni psicologiche favorevolissime:
passerella alta 60-70 cm, atterraggio in buona pendenza, velocità non altissima, nessuna sensazione di vuoto perché arrivando sulla passerella si vedeva bene dove si andava a finire; non si poteva non farlo :mrgreen:
Tieni conto che sono riuscito comunque ad essere teso e in aria sembravo un pesce lesso :hahaha:
Ecco la foto (Chatel):
drop.jpg


Un po' meglio è andata con un bel jump con rampa perfetta e landing ca. 4 m più avanti, ecco la foto (non rende perché è un collage di frames del filmato fatto con il telefonino - Tamaro):
sxjtam.jpg


Anch'io aspetto il momento di affrontare salti e drops come si deve, ma il bello è anche imparare no?
 

SuperDuilio

Biker paradisiacus
29/10/07
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Una domanda a tutti i saltatori:
Ma quanto vi allenate durante la settimana? Cioè, quanto tempo e giorni dedicate ai salti e quanto all'escursioni?(per chi ne fà ovviamente)
 

joebar412

Biker cesareus
20/9/06
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...personalmente, ci sono due cose che tengo molto più in considerazione dell'altezza (nel limite del ragionevole ovviamente) ossia la velocità di avvicinamento al salto/drop e il landing.
Più sono veloce, più mi sento sicuro. I drop/salti più bastardi sono quelli più lenti proprio perchè impongono una buona tecnica...
Per il landing, ritengo che le dovute considerazioni siano ovvie...
 

Classifica giornaliera dislivello positivo