Ho cercato un intervento al quale agganciarmi, e avrei potuto farlo con tutti. Scelgo questo, perchè un po' mi tocca nel vivo, essendo io grande consumatore di barrette, ed agonista, anche se attualmente in fase contemplativa.
Do ragione a Sputnik, molto viene fatto dalla società e dalle strategie comunicative messe in atto negli ultimi 10/15 anni, con un aumento esponenziale della persuasione a mezzo pubblicità, sempre su certi temi e articoli. Non siamo più capaci di gustarci l'attesa, il raggiungere gli obiettivi per gradi, poco alla volta. E credo che si peggiori sempre di più, sotto questo aspetto.
Il doping esiste, non nascondiamoci, e forse ne esiste di più, e anche più pericoloso, proprio a livello amatoriale. Perchè meno controllato. Più pericoloso perchè l'amatore tende a fare da sé, mentre il PRO almeno è costantemente seguito dal suo staff medico, per cui i rischi, almeno a breve termine, si riducono. Perchè l'amatore si dopa? Spesso per mettere a tacere il suo senso di frustrazione dato dalla vita di tutti i giorni, in cui la vittoria nella gara della domenica rappresenta il meglio della settimana. Magari passata a svolgere un lavoro che non gli piace, a vivere con una persona che non ama più etc. etc.
Sia chiaro, io non giustifico, cerco solo di capire, formulando ipotesi ovviamente opinabilissime.
Credo che il discorso "non esiste più il ciclista di una volta etc..." non abbia fondamento, e provo a spiegare perchè:
Se decidi di fare attività agonistica, e quindi provare a migliorare le tue prestazioni mettendo a dura prova il tuo organismo con allenamenti duri, e soprattutto continuati nell'arco della settimana, una normale alimentazione purtroppo, non basta. Non basta perchè il pomodoro che Sputnik e Uron mettono nel panino, a meno che non arrivi dall'orto di mio padre o comunque da quello di qualcuno di cui ci fidiamo, difficilmente avrà le proprietà nutrizionali che dovrebbe avere. Perchè ormai, col mercato di oggi, quel pomodoro è stato raccolto un anno fa, dall'altra parte del mondo, ed è arrivato nel tuo panino dopo un periodo di surgelazione lunghissimo, dopo essere stato trattato, mentre ancora era attaccato alla sua piantina, con ogni tipo di fertilizzante, pesticida etc.
Questo discorso si può fare per la frutta, la carne, il pesce pescato in allevamento, e chi più ne ha più ne metta.
Un fisico che in sette giorni fa 10, 11 allenamenti (come spesso accade a me in stagione di preparazione per le gare di triathlon) ha bisogno di essere nutrito, invece. E dove non arriva più la natura arriva la chimica. Quella ovviamente consentita e approvata da ordine dei medici, coni, e leggi delle Repubblica Italiana.
Non esistono più i ciclisti di una volta. E' vero. I ciclisti di una volta andavano in giro con dei veri e propri cancelli in acciaio, con tubi pieni, forcelle rigide, che pesavano 25kg. Ed erano felici lo stesso, e si divertivano lo stesso. Ma non credo che voi con le vostre biciclette che costano quanto una macchina e hanno tecnologie "spaziali", oggi, e mi ci metto in mezzo anch'io, ci mancherebbe, non siate all'altezza di quelli di una volta. E non credo che io che cerco di allenarmi con coscienza, impegno e un briciolo di scientificità sia da meno.
Poi, se Sputnik un giorno mi offrirà un pezzo del suo panino stia attento, in famiglia non è Capo Uron l'unico pirana dai denti affilatissimi, e crescerci insieme mi ha insegnato a divorare qualunque cosa si muova, prima che ci arrivi lui...
Ho finito, scusate la lunghezza e la noia.