

comunque, se ti fermi sul significato oggettivo delle parole DISLIVELLO è la differenza di altezza tra un punto e un altro, mentre ASCESA ( di solito si aggiunge "totale" perchè è una somma ) TOTALE è la somma di tutti i dislivelli positivi che fai durante il percorso, fossero anche pochi centimetri di salita contribuiscono al conto totale.
Per la descrizione delle gare si usa dire dislivello ma in realtà ci si riferisce all'ascesa totale.
Ho letto la definizione su wikipedia, ma francamente sono in disaccordo anche con quella, dato che sul dizionario della lingua italiana la questione é diversa...
dislivello[di-sli-vèl-lo] s.m.
Differente altezza di due punti rispetto a un piano orizzontale di riferimento; differenza di quota: un d. di cinque metri
Dislivello e ascesa non sono sinonimi!
mah....wikipedia sta sulle balle pure a me spesso, soprattutto chi vi si appella come fosse Bibbia...così come chi si appella direttamente ad testo sacro qualsiasi, d'altronde, per sostenere una ragione.
Però....io sono un po' della scuola di pensiero che il significato delle parole derivi dal loro uso (non me ne voglia Wittgenstein per queste grossolane semplificazioni

), convinzione rafforzata dal fatto che le lingue sono in continua evoluzione, rappresentino delle visioni del mondo, quindi come le culture non siano un qualcosa di fisso ed immobile ed immutabile.
Inoltre esistono concetti di vario tipo, non solo quelli che rispondono a definizioni espresse in termini di condizioni necessarie e sufficienti. Alcuni concetti, sono concetti cluster, altri aperti, altri ancora chiusi, altri mutano significato in base al contesto in cui sono collocati, ad esempio.
Premesso ciò, nell'uso più comune pare che con 'dislivello totale', riferito ad una attività sportiva, ci si riferisca implicitamente al dislivello positivo totale, che è il dato utile per valutare la difficoltà e l'impegno richiesto da un determinato itinerario.
Ora, è vero che il dislivello rappresenta il risultato di x-x1, dove x>x1, ma se si parla di totale, sarà (x-x1)+(c-c1)+(f-f1) e così via...appunto, come dice la parola stessa, totale, ovvero il totale di tutti i singoli dislivelli parziali.
Quindi in questa accezione e nell'uso ciclistico, escursionistico, ecc, ascesa e dislivello possono avere lo stesso significato ed essere sinonimi, sempre in base alle premesse epistemologiche su riportate ed ormai prevalenti in ambito logico (soprattutto analitico, i continentali han corso per più di un secolo dietro all'esserci ed hanno trascurato la logica, con grave danno, guadagnandoci guerre e stermini e perdendo in capacità dialettica, ma è un altro discorso).
Come ho già detto, a me sta bene che nella pratica delle classificazioni e nomenclatura delle gare si utilizzino delle convenzioni linguistiche che permettano a tutti di comprenderne la difficoltà e/o le caratteristiche, ma se la butti sulla logica aristotelica o sulla evidenza empirica delle cose, rischi di creare più confusione di prima.
3) "Dislivello totale", linguisticamente parlando, è un ossimoro. Accetto l'ipotesi che in determinate discipline si possa ricorrere a nomenclature lessicalmente contestabili, ma in questi casi si dovrebbe almeno citare la fonte. E' vero che anche la giurisprudenza accetta la consuetidine come elemento per giudicare, ma non puoi presentarti in tribunale e dire "rubo tutti i giorni e non mi avete mai arrestato, quindi è chiaro che non potete arrestarmi per il furto di oggi".
Quindi, tornando finalmente al tema, se con la definizione "dislivello totale" di un percorso si intende la somma di tutte le ascensioni parziali che un ipotetico ciclista/podista/ecc dovrà affrontare per completare un giro, possiamo ipotizzare che qualcuno abbia convenuto questa cosa e che l'abbia applicata pedissequamente ad ogni occasione, ma da ciò non possiamo dedurre logicamente che "dislivello totale = ascesa totale", perchè sarebbe un sillogismo apodittico falso.
la logica aristotelica ha subito uno svecchiamento già alla fine dell'epoca medioevale con Occam, poi sostituita dalla logica matematica e formale nell'800-900, per poi essere ulteriormente sminchiata dalla logica analitica...fare appello ad essa non ha troppo senso, così come fare riferimento ad un sistema geocentrico per spiegare il movimento degli astri.
E per il discorso di cui sopra...se qualcuno, che non è qualcuno ma la maggioranza di chi usa il concetto di dislivello in un determinato ambito, ha convenuto che esso coincida con 'ascesa totale', il suo significato, in quell'ambito, coinciderà e non vi è alcuna sconvenienza logica, formale, sostanziale.
Allora, non ho capito quale forma autolesionistica ti spinge ad introdurre il concetto di pendenza con un rompicoglioni come me, ma devo confutare anche questa definizione.
Immaginando la salita come un triangolo rettangolo con il cateto corto come dislivello e l'ipotenusa come la distanza percorsa la pendenza nella definizione del tuo link è il rapporto tra cateto corto e ipotenusa.
Ma ciò è sbagliato, perchè la pendenza misura l'angolo, e dunque il rapporto tra i due cateti mentre nel tuo esempio è il rapporto tra cateto e ipotenusa.
In una pendenza del 100% i due cateti sono uguali, ci si alza di 100 metri per una lunghezza in piano di 100 metri, ma l'ipotenusa (ovvero la distanza) è maggiore di 100 mt.
Ti prego di tenere conto che ho fatto il classico e poi Scienze Politiche.
Claudio
giusto, 100% di pendenza uguale a 45° di angolo tra cateto ed ipotenusa

però se consideriamo un piano inclinato omogeneo....

il discorso del calcolo di una pendenza media su un tragitto non uniforme è complicato e vi sono molti metodi di calcolo, dibattuti e non uniformi.