Niente video né foto da parte mia, ma il solito raccontino che incomincio subito a scrivere. Di solito lo faccio la mattina, a "freddo". Oggi a caldo. Chissà cosa ne uscirà!!!
Anche questo week-end se n'è andato. Un week end corto ma succoso o sugoso o succhioso o socchiuso.
Sabato mattina noia e pioggia, pioggia e noia; una dormita un po' più lunga del solito, una sistematina alla bici, un buon pranzo della mamma prima di partire.
Cosa mi aspetta dietro all'uscio? Non vedo l'ora di scoprirlo.
Alle 14 puntuale arriva Chicco, carichiamo tutto e passiamo a prendere Ema.
Nella borsa ho la tenda nuova appena acquistata. Non vedo l'ora di montarla e dormirvi dentro. Abituato al mio vecchio tugurio, come sarà la nuova casa? Poi c'è il rischio pioggia: subito test di tenuta. Bene!

Però le previsioni per domani sono ottime. Ci azzeccagarbuglieranno?
Può darsi.
Scendendo dalle scale di casa, salutando i miei, concludo con: l'anno prossimo andrò a Finale in bici. I miei sorridono e chiudono la porta.
Il viaggio passa piacevolmente chiacchierando con Chicco ed Ema. Si parla di bici, di montagna, di downhill. Veniamo interrotti in qualche occasione da un
certo Ezio, amico di Chicco, che sta arrivando in bici a Finale. È partito in sella alla sua Fargo, da casa, con borse e... tanta voglia di pedalare. Questo è un segnale divino! Dario, è un segnale!!!
Sono divertito dalle telefonate in vivavoce di questo
Ezio e devo ammettere che non vedo l'ora di conoscerlo. Chicco mi sconsiglia di incominciare qualsiasi discorso con lui, dicendomi che poi sarebbe la mia fine.

Qualche scroscio d'acqua ogni tanto investe la macchina, ma sono nuvole di passaggio.

Quando parcheggiamo la macchina sulla collina de le Manie, il cielo è nuvoloso ma non piove. Dopo un veloce saluto ai presenti, mi reco immediatamente presso il prato dove monterò la tenda. Tutti sono andati in campeggio, io preferisco il prato. Il luogo è magnifico, e trovata la posizione, inizio immediatamente a piantare picchetti. Tutto è facile, completo l'opera velocemente. La postazione per la notte è pronta. Apro le prese d'aria, piazzo il materassino ed il sacco a pelo. C'è posto per la valigia in uno dei due ampi vestiboli. Che figata!
Bene, fatto questo, ho tutto il tempo per ritornare in zona stands e fare due chiacchiere con i presenti. C'è il furgone Raceware con una Niner arancio e nero in carbonio. La guardo e sento il carbonio scricchiolare...

Alcuni soppesano la mia Surly. "Oh ma che mattone"!

Si ok, sarà un mattone, ma al momento resiste ai miei abusi.
Nello stand Biciclista spiccano vistosi cappellini e sgargianti magliette. Che figata. Che stile! Appese via le realizzazioni di Zullo. Che telai! Che bici!
Chicco mi invita a fare con lui un giro del percorso. Io non ne ho voglia, sono in jeans e maglietta e sono attratto dalla spina della birra...
Poi vedo un gruppetto adunarsi e... "dai Perse, vieni a fare un giro!"
Cambio maglia e
scarpe ed in jeans mi unisco a loro. Troppo fashion! Che look!
Con qualche perplessità sul fatto di aver preferito la forcella rigida a quella ammortizzata, parto per il giro di prova. Affronto i tratti in salita con estrema calma, in discesa non mi riesce difficile mollare. La forcella rigida è una figata e mi trovo subito a mio agio. Mi accorgo immediatamente di aver fatto la cosa giusta. Conosco ormai bene il percorso e cerco le traiettorie più pulite.
Sulle piante di corbezzolo spiccano i frutti rossi, alcuni sono maturi al punto giusto e li assaggio. Dolcissimi, che buoni!
Chicco pensa bene di forare e rimane un po' attardato. Lo aspettiamo in cima alla collinetta prima del toboga. Ci raggiunge in un lago di sudore.
Con le paraboliche del toboga si conclude il giro che faremo per tre volte domani in gara. Ora è tempo per una birra. Qualcuno parla di rapporti: io ho il 32x16, esclama un tipo secco e nervoso. Ha la faccia dell'atleta, anche se non è più giovanissimo. Noi spalanchiamo gli occhi, ci guardiamo e sghignazzando gli diciamo che è un rapporto esagerato. Normalmente si va col 32x20, chi osa di più, o ha una gamba mostruosa, oppure scoppia come un petardo... Il tipo replica dicendoci che si fa tutto in sella con il 16. Poco dopo, spaventato dalle nostre facce, e insospettito dalle nostre considerazioni, monterà il 17. Beh, così cambia tutto!
Ahhg, ci sono troppi agonisti, noi siamo qua per divertirci...


E domani ci divertiremo!!!
Sono iscritto per la gara col numero 30 e il numero di pettorale è scritto a pennarello su dei piatti di carta dei Gormiti. Una bella padella attaccata al manubrio della bici. Qualcuno pensa bene di ritagliarne dei pezzi per rendere la cosa più aerodinamica. Agonista!
La cena è a buffet. Molte pietanze contengono carne, ma riesco comunque a riempirmi il pancino con diversi antipasti, un primo al pesto (bissato e ribissato), una peperonata ed i dolci. Interessantissime le chiacchierate con i presenti: argomenti tecnici, filosofia della bici, escursioni, avventure sulle 2
ruote. Conosco tante persone interessanti e simpatiche, che magari sono nella tua lista amici su facebook, e finalmente prendono forma davanti a te.
E poi iniziano i preparativi per la pixie. Una unica e divertentissima gara con bici da bambino, mascherati, giù dal toboga. Ogni anno, il divertimento è assicurato; per chi corre e per chi è spettatore.
Chicco è il campione in carica, ma tanti sono i pretendenti al titolo. Tutti agguerritissimi. Yoda ha il travestimento di Guerre Stellari: maschera, mani a 3 dita, tonaca di tessuto marrone e spada laser luminosa. Che ridere! Un simpatico ragazzo svizzero indossa una calzamaglia leopardata,
occhiali anni 80 a goccia, fascia in spugna sulla fronte. Dance! Dance! Dance!
Luca di Finale ha un completo da operaio di cantiere ed una bici velocissima dotata di retrorazzi (petardi). Vincerà la competizione dopo diverse manches eliminatorie.
Dopo le tante risate di questa bella gara notturna, ci ritiriamo nei nostri alloggi; si va a nanna! Appena mi infilo nel sacco a pelo inizia a piovere con una certa intensità. È solo un acquazzone e poco dopo la pioggia cessa. Inizia invece a soffiare un forte vento, ed immagino che riesca a spingere via la perturbazione. Le piante sono fortemente scosse, ed il rumore delle foglie mi accompagnerà per tutta la notte. Spero solo che qualche ramo non si stacchi e finisca sulla tenda.
Mi sveglio nel bel mezzo della notte: sono solo, circondato da mille rumori.
Mi sembra di udire dei passi. Sarà vero oppure frutto della mia immaginazione? Ho la sensazione che ci sia qualcuno, e sembra che stia scattando delle foto notturne. Oppure quello che sento non è il suono della messa a fuoco, ma il canto dei grilli? Con questo dubbio mi riaddormento.
E sogno. Sogno che effettivamente qualcuno c'è e la sua presenza mi disturba. Penso: con tutto lo spazio libero che c'è, proprio qua, vicino alla mia tenda deve venire a scattare foto alle stelle? Lo voglio mandare via e mi sveglio proprio nel momento in cui sto urlandogli "Ohhh".
Mi scappa la pipì ed esco dalla tenda. Effettivamente non c'è nessuno. Il vento soffia forte, il cielo è limpidissimo, vedo un mare di stelle. Le Pleiadi sono lì... ma fa troppo freddo e mi rimetto a dormire. Mi risveglierò verso le 8 e 30. Fuori c'è un bel sole e mi vesto. Si saranno già svegliati gli altri? Vado a vedere. Eccoli qua seduti al tavolo a far colazione. Bene. La giornata è splendida. Jesus love singlespeeders!
Sono contento. Tutti si preparano velocemente, la gara inizierà verso le 11 e c'è tutto il tempo per vestirsi. Io aspetto ancora un po' e mi siedo a chiacchierare. Sono rilassato e tranquillo. A un quarto d'ora dalla partenza mi vesto: pantaloni
Endura, maglia LosLobos, calzettoni, cappellino e occhiali. Che figo!
Arriva Ezio con la Fargo. Gliela chiedo per un minuto e faccio qualche pedalata. Che bella posizione di guida, il manubrio da corsa è spettacolare, i
freni potenti; si ha la sensazione di poter percorrere chilometri e chilometri con fluidità tanto il mezzo è scorrevole.
Io ho già preso un mezzo accordo per un altro mezzo e spero di poter concludere l'affare al più presto, ma la Fargo è comunque una bici spettacolare!!
Oh ma è ora della gara! Ci si sposta nel prato e Spiedo ci spiega le regole della partenza. I partecipanti devono togliere una ruota alla loro bici e portarla in un punto prestabilito del percorso. Una volta partiti di corsa e recuperata la ruota, si deve ritornare alla propria bici e una volta sistemato il tutto, partire a cannone...
Bella partenza, molto divertente, particolare ma equa. Non svantaggia o avvantaggia nessuno in particolare. Spiedo l'ha pensata giusta.
Rispetto all'anno passato mi trovo in una posizione non troppo arretrata tra i partenti e posso mettermi ad andare al mio ritmo fin dal primo giro...
Rispetto all'anno scorso ho lasciato a casa lo zainetto e montato il portaborraccia. Se buco, amen, ma almeno non ho del peso inutile sulla schiena. Milk in un tornante, si butta all'interno e senza volerlo mi da una spallata. Non mi scompongo e rimango dietro di lui. Ci facciamo una risata e proseguiamo. Alla prima salita dura passo avanti con il campanellino che squilla deciso...
Dopo un breve tratto in discesa dietro di me non sento il fiato di nessuno.
Vedo France là davanti, e poi quella bici là è inconfondibile, è Yoda.
Sto tranquillo e continuo a pedalare seduto il più regolarmente possibile.
Non ci credo, riesco a raggiungerli, e li passo. Speriamo di non scoppiare, forse loro stanno risparmiandosi un po' ed io al contrario sto esagerando...
ma cosa importa, io vado come me la sento di andare...
Presto arriveranno i tratti duri di salita e ho paura che mi faranno soffrire.
Sono alle spalle di un biker che guadagna parecchio su di me nei tratti in piano, poi lo riprendo in discesa. Mi sembra che monti un rapporto più duro.
Ad un certo punto scorgiamo un furgone fermo in mezzo alla strada, ha appena scaricato dei freeriders con le loro bicione biammortizzate. Stacco il pollice dalla manopola e mando in fusione il campanellino. Pistaaaa!
Siamo in un tratto di leggera discesa, almeno andate forte no? Hanno bicione e variopinti caschi integrali. E lo zaio Evoc del vero freerider

(lo possiedo pure io).
Li passiamo a velocità supersonica, e arriviamo alla prima salitella non facile. Il ragazzo davanti a me col 15 (io montavo il 20) si arrende presto e scende dalla bici. Un colpetto di campanello e lo supero.
Non sto forzando l'andatura e riesco a contenere il fiatone a brevi tratti...
Ad un certo punto una specie di bolide mi passa a velocità doppia. Ollamadonna, ma è il tipo con la Niner in carbonio ed il 32x17. Bistiù!
Probabilmente mi sta doppiando...
Arrivo alla fine della salita più dura e rompi palle in solitudine. Gianni Biffi mi urla che sono terzo. Non gli credo. Sta vaneggiando. Faccio il toboga, sempre divertentissimo e fico e concludo il secondo giro.
Inizio il terzo giro con quel pensiero. Ma sarò davvero terzo? Beh, chissenefrega, io pedalo e mi diverto, il resto con conta...
Doppio qualcuno, mi rilasso un po, mantengo e affronto nuovamente le terribili salite.
Ecco Ilaria "La Tigre" e "Nure" con la sua variopinta bici. Un tornantino, e poi l'ultimo strappo. Dai che manca poco e poi di nuovo discesa. Non mi alzo sui pedali perché faticherei per nulla, la ruota perderebbe aderenza con questo fondo smosso.
Quando la salita si fa più dolce, volgo lo sguardo verso il mare: che spettacolo, che colori, che aria, che sole, che bei posti!!! Chissà quanti "agonisti" troverebbero il tempo per volgere il proprio sguardo verso il panorama. Penso che loro probabilmente al mio posto si curverebbero sul manubrio alla ricerca della posizione più performante ottimizzando le proprio forze sull'atto pedalatorio...
Io più di così comunque non andrei e quindi preferisco rilassarmi un attimo e riprendere fiato guardando al di là del sentiero.
Nel toboga invece resto concentrato: non voglio rischiare di commettere qualche errore e magari volare stupidamente. Raggiungo qualche biker che frena la mia discesa. Li invito a mollare con un "GO GO" d'incitazione e loro, anziché mollare si fermano e mi lasciano passare. Grazie!
Mi godo le ultime paraboliche come al rallenty, me le gusto per bene, faccio qualche timido salto, mi piego poi mi ripiego come Valentino al "cavatappi" cercando di essere fluido nella mia azione. La mia ottima bici mi aiuta e scendiamo in sintonia. Lo sforzo della salita è ampiamente ripagato dalle emozioni della discesa, ma sono alla fine. Quasi quasi proseguirei per un quarto giro... ma no, è ora della birra. Taglio il traguardo e mi fermo.
L'accoglienza è speciale. Complimenti da tutte le parti. Qualcuno mi dà dell'agonista. Terzo? Sono arrivato terzo? Ma va là! Non ci credo. Si è vero. Bene. Stupito mi vado a bere una birra. Telefono alla mamma per farle gli auguri, è il suo compleanno ed io sono come al solito in bici, lontano da casa.
Mi rinfresco la faccia, risciacquo il cappellino, quasi perdo gli occhiali, poi ritorno in zona traguardo. Ancora mille complimenti. Sono lusingato e ringrazio. Poi mi siedo ad ammirare con Bob due belle ragazze tedesche. Come mi piacerebbe insaponarle sotto la doccia...

Ghignamo fess e proseguiamo nelle nostre fantasie...
Con l'arrivo degli ultimi bikers, ricominciano le danze ai tavoli. Il buffet è per il 90% vegetariano, con insalate, torte salate, fiori di zucca fritti, crocchette...
La premiazione e la distribuzione di simpatici premi a tutti i partecipanti all'evento è l'ennesimo momento allegro di questa due giorni. I vincitori "uomo bionico" e Ausilia Vistarini indossano le splendide maglie dell'evento, maglie dedicate a loro, campioni italiani single speed.
Sono ritornato a casa stasera presto, giusto in tempo per cenare..

Nel bagaglio una grande soddisfazione. Una giornata solare, magnifica, ventilata, una giornata per andare in bici, una giornata per pedalare con lo sguardo là, nel blu del mare sulla terra rossa di Finale.
L'anno prossimo per il SSIT11 si viaggerà in Valle D'Aosta, nella patria di Yoda, grande Maestro dai poteri magici...
E noi invece, cari BdB, ci rivediamo sabato e domenica prossimi. Siete contenti? o-o