Ciao Wonder, è un piacere conoscerti, non sono sicurissimo che sia proprio OT vista l'utilità che potrebbe avere in questo preciso ambito... nel caso si potrebbe aprire una discussione ad Hoc... basta dirlo

Tralasciando la velocità evolutiva di questo settore (rapidissima) e la moltitudine di soluzioni (spesso home made) e possibilità (tipologia di macchine, materiali ecc) quelle a cui fai riferimento sono le laminated object manufacturing tra le più diffuse e servono (come ben saprai) per la prototipazione (presentazioni, interazioni dimensionali, mockup, plastici ecc) proprio per ingegneria industriale (solitamente) e non sono pensate per fare pezzi utilizzabili nella realtà e che vadano oltre al mero fattore "espositivo" o valutativo. Per fortuna non sono le uniche... ci sono le fused deposition modeling (con innumerevoli variazioni tecniche e funzionali oltre che di materiali utilizzati), quelle dette selective laser sintering (anche qui con diverse varianti).
Si sta puntando moltissimo in questo campo, in maniera relativamente poco visibile (almeno da parte delle big company) per una serie di ragioni comprensibili. Le piccole (o piccolissime) realtà dinamiche invece ci stanno dando dentro "allo scoperto" (in gran parte) con soluzioni davvero interessanti (vedi il campo biomedico, odontoiatrico, traumatologico e protesico) e non parliamo del mondo militare ed aerospaziale (risoluzione di problemi annosi e costosissimi).
C'è persino un sorprendente settore "alimentare" ed uno relativo alla moda e allabbigliamento,
scarpe ecc...
Fottutamente interessante la possibilità del multimateriale (per ora fino a 4) in contemporanea e sincronizzato o le possibilità del Carbonio (e altre fibre similari) e dei polimeri termoplastici, cosi come la gestione e sincronizzazione del multiugello per risparmiare tempo (e quindi denaro) siamo per ora sui 400 mm/s con una risoluzione da 40 μ.
Anche le possibilità nel settore edilizio (alcune già allopera) sembrano davvero interessanti.
Vi sono poi il Laywood (aspetto, odore e tatto come legno ma composto al 60% da PLA o ABS ed il restante da legno riciclato) e da un paio danni anche il Sintering Wood (legno vero e proprio), oppure le argille (vedi litaliana Wasp)
la nuova tecnologia CLIP (Continuous Liquid Interface) di stampa DMP (Direct Metal Printing) annunciata nel 2015 e presentata un anno fa. In questo campo (stampa 3D) anche il semplice cambio di temperatura degli ugelli comporta variazioni assai significative sia estetiche (finitura superficiale, di trasparenza) che sostanziali (compattezza, elasticità, resistenza ecc).
La parte che a me intriga di più è ovviamente quella riguardante i "metalli" (ed è anche quella più avanzata, in cui si produce già ed in cui stanno investendo maggiormente (soprattutto i succitati militari e aerospaziale) anche con ideuzze concettualmente talmente avanzate da risultare fantascientifiche (ma che se riuscissero a venirne a capo...) al momento.
Una delle prime realizzazioni importanti in questo ambito di cui ho avuto notizia (è già di qualche anno fa) sono le palette delle turbine dei motori jet (mi pare fosse la Avio a farle), in titanio, cave e con struttura interna reticolare (tipo ossa di uccello per capirci)... più leggere, più resistenti e (ovviamente) di gran lunga meno costose (che non vuol certo dire economiche)
Le potenzialità appaiono virtualmente illimitate e davvero alla fine lunico limite è dato dalla nostra fantasia
e non è un modo di dire, provate a progettare seriamente un componente (in modellazione 3D) qualsiasi e scoprirete quanto siamo limitati (concettualmente e come fantasia) dalla abitudine plurimillenaria a rifarci a modelli e tecniche sottrattive anziché additive come la stampa 3D. Non parliamo poi della modellazione interna (finalmente possibile senza vincoli) degli oggetti (la parte più interessante e proficua in termini strutturali e ponderali), un vero incubo concettuale
ma anche una sfida avvincente.
Persino i software professionali più avanzati (e costosi) per la progettazione in 3D non erano (fino ad un paio di anni orsono) pensati per pensare (scusate il gioco di parole) in quei termini e bisognava arrangiarsi con tricks evoluti e soluzioni (di ripiego) più o meno intelligenti per raggiungere lo scopo (o almeno avvicinarcisi).
Siamo sempre portati a pensare ad un (uno, unico e solo) sistema per la risoluzione di un problema (gli esempi sul versante energetico sono lampanti quanto diffusi e largamente accettati per quanto falsi, incongrui e persino stupidi
tanto per fare un esempio pratico) quando invece quasi sempre è lintegrazione di metodologie, sistemi e tecniche a dare i risultati migliori in quasi ogni campo dello scibile umano, credo che per questa tecnologia (che poi bisognerebbe dire queste tecnologie, al plurale) valga lo stesso discorso, anche al netto di evoluzioni e rivoluzioni prossime venture.
È una tecnologia che qualora, come sembra non solo probabile ma assai prossimo, prendesse piede su vasta (e quindi diffusa, accessibile ed economica) scala potrebbe rivoluzionare (o comunque modificare anche pesantemente) lorganizzazione sociale e produttiva (oltreché culturale) delle nostre società
e questo me la rende ancora più interessante.
Realtà come i FabLab o 3D Hubs (ma ce ne sono anche altri) fanno ben sperare in questo senso.