Cronaca di una giornata all mountain sul carso pordenonese.
Una cosa che mi è sempre piaciuta dell'immane bastionata che si erge improvvisa dalla pianura pordenonese è la sua notevole visibilità, anche da grande distanza. Ammirarla dal piattume di casa, a diversi Km, da modo di fantasticare su quelli che, in fin dei conti, sono luoghi che frequento da tempo, ma che ancora non cessano di stupirmi.
Cercare di carpire i segreti delle montagne da lontano mi affascina, ma per quante valutazioni mi metta a fare, qualche sorpresa esse la riservano sempre. Non è così scontato portare a termine con successo tutti i giri, considerati insidie ed imprevisti vari, ma che noia sarebbe se tutto quando filasse liscio senza sorprese?
In poche parole: se fosse tutto facile che all mountain sarebbe?
Avvicinandosi al Gorgazzo (47 m s.l.m.) pare quasi di toccare con mano i ripidi e selvaggi versanti che lo sovrastano, ancora in rigoroso abito invernale... Proprio come me, nonostante le apparenze vogliano farmi credere di aver commesso un grossolano errore. La prudenza però non è mai troppa e quindi le fide Celsius in goretex vincono il confronto con le calzature estive: saggia decisione...
Mi attendono due ore nette di salita (14,8 Km con 1370 m di dislivello), prima di raggiungere la quota massima. Così, dopo aver controllato la pressione dei tubeless e regolato il dhx, parto con calma, sapendo bene cosa mi attende. La mulattiera "frullatore" per Mezzomonte è tutt'altro che scorrevole, ma non ripida; dal paese in avanti invece la musica cambia... La carreggiata stretta e sporca è quasi sempre esposta al sole ed io sto già sudando copiosamente, mentre centellino con estrema parsimonia l'acqua a disposizione, neanche fossi nel deserto (in un certo senso è così, visto che in questi luoghi carsici NON si trova acqua potabile manco morti).
salendo da Mezzomonte verso l'orlo del ciglione carsico:
E' lunga, penso, mentre rimugino sulla scelta fatta riguardo il completo invernale... Ma poi, improvvisamente, ecco che appare la mia nemica, elegante nella sua candida veste, ma perfida come le sirene da cui dovette guardarsi Ulisse...
neve residua dai 1250/1300 m
Realizzo immediatamente e penso: ecco, adesso mi tocca rientrare tardi a casa...
ce n'è ancora tanta, purtroppo!
Al termine dell'ascesa è anche peggio! Tutto bianco attorno a me... Rigorosamente celato per chi proveniva dal basso!
così appariva l'orlo dalla quota massima
Mangio qualcosa e inizio a spingere, cercando di rassegnarmi... So che mi attende un lungo traverso in leggera discesa e mi chiedo se riuscirò a pedalare almeno per qualche metro... Ebbene, fino all'incrocio con il segnavia 982 per la Busa Bernart, mi sarà proprio concesso qualche metro e non di più...
Poi, le provvidenziali tracce di un trattore mi fanno esultare: sulla neve battuta (da qui in fase di scioglimento) si riesce finalmente a stare in sella.
casera Busa Bernart, poco oltre la quale la neve stava sciogliendosi...
Cerco di recuperare il tempo perduto e mi avvio senza troppi indugi verso la meta.
poco oltre la croce del Sentiero Risena, verso casera Costa Cervera
Superata casera Costa Cervera, sorrido pregustandomi la lunga discesa che mi attende, inframezzata dalla sola risalita a Mezzomonte necessaria per prendere l'M2; mi attenderanno altri 120 m di dislivello su asfalto (da aggiungersi a quanto già fatto), sopportabili solo perchè so quanto bello è l'M2. Ma ancora c'è tutto il 981 da fare... E scusate se è poco!
abbeveratoio presso la partenza del sentiero 981
l'inizio del sentiero 981
Il 981 è un cliente da trattare con riguardo: esordisce entusiasmando con viste mozzafiato e passaggi relativamente semplici, in cui però il terreno richiede sempre concentrazione:
vedute mozzafiato sulla pianura dal 981
sul tratto alto del sentiero 981
passa dalle pietre fisse ai detriti sciolti, concedendo qualche breve tratto scorrevole, salvo incattivirsi nella parte bassa, complice l'azione erosiva compiuta dalle acque meteoriche.
verso la parte più tecnica del sentiero 981
Con un pò di attenzione si fa tutto in sella, ma è MOLTO meglio affrontarlo con una full generosa. Supero tornantini, scalini e pietraie (peggiori di come le ricordavo ma, ripeto, a causa del passaggio delle acque) ed una piccola frana, che mi costringe ad una sosta imprevista: poco male, approfitto per sgombrare la traccia dai detriti più grossolani, rami inclusi.
Mi ritrovo sulla strada senza neanche accorgermi ma si è fatto dannatamente tardi...
Risalgo nel minor tempo possibile a Mezzomonte e mi butto subito in discesa sull'M2, rivelatosi poi perfettamente asciutto e infinitamente godurioso. 
sul tratto iniziale del sentiero M2
29, 5 Km e 1490 m di salita. Se mi fossi alzato prima sarei risalito a Mezzomonte per farmi anche il picchio morto dall'alto... Le gambe ne avevano ancora, ma sarà per la prossima volta!
Perchè tanta fatica? Beh, per tracciare il giro con il GPS, naturalmente...
Una cosa che mi è sempre piaciuta dell'immane bastionata che si erge improvvisa dalla pianura pordenonese è la sua notevole visibilità, anche da grande distanza. Ammirarla dal piattume di casa, a diversi Km, da modo di fantasticare su quelli che, in fin dei conti, sono luoghi che frequento da tempo, ma che ancora non cessano di stupirmi.
Cercare di carpire i segreti delle montagne da lontano mi affascina, ma per quante valutazioni mi metta a fare, qualche sorpresa esse la riservano sempre. Non è così scontato portare a termine con successo tutti i giri, considerati insidie ed imprevisti vari, ma che noia sarebbe se tutto quando filasse liscio senza sorprese?


Avvicinandosi al Gorgazzo (47 m s.l.m.) pare quasi di toccare con mano i ripidi e selvaggi versanti che lo sovrastano, ancora in rigoroso abito invernale... Proprio come me, nonostante le apparenze vogliano farmi credere di aver commesso un grossolano errore. La prudenza però non è mai troppa e quindi le fide Celsius in goretex vincono il confronto con le calzature estive: saggia decisione...

Mi attendono due ore nette di salita (14,8 Km con 1370 m di dislivello), prima di raggiungere la quota massima. Così, dopo aver controllato la pressione dei tubeless e regolato il dhx, parto con calma, sapendo bene cosa mi attende. La mulattiera "frullatore" per Mezzomonte è tutt'altro che scorrevole, ma non ripida; dal paese in avanti invece la musica cambia... La carreggiata stretta e sporca è quasi sempre esposta al sole ed io sto già sudando copiosamente, mentre centellino con estrema parsimonia l'acqua a disposizione, neanche fossi nel deserto (in un certo senso è così, visto che in questi luoghi carsici NON si trova acqua potabile manco morti).

salendo da Mezzomonte verso l'orlo del ciglione carsico:
E' lunga, penso, mentre rimugino sulla scelta fatta riguardo il completo invernale... Ma poi, improvvisamente, ecco che appare la mia nemica, elegante nella sua candida veste, ma perfida come le sirene da cui dovette guardarsi Ulisse...

neve residua dai 1250/1300 m
Realizzo immediatamente e penso: ecco, adesso mi tocca rientrare tardi a casa...

ce n'è ancora tanta, purtroppo!
Al termine dell'ascesa è anche peggio! Tutto bianco attorno a me... Rigorosamente celato per chi proveniva dal basso!

così appariva l'orlo dalla quota massima
Mangio qualcosa e inizio a spingere, cercando di rassegnarmi... So che mi attende un lungo traverso in leggera discesa e mi chiedo se riuscirò a pedalare almeno per qualche metro... Ebbene, fino all'incrocio con il segnavia 982 per la Busa Bernart, mi sarà proprio concesso qualche metro e non di più...

casera Busa Bernart, poco oltre la quale la neve stava sciogliendosi...
Cerco di recuperare il tempo perduto e mi avvio senza troppi indugi verso la meta.

poco oltre la croce del Sentiero Risena, verso casera Costa Cervera
Superata casera Costa Cervera, sorrido pregustandomi la lunga discesa che mi attende, inframezzata dalla sola risalita a Mezzomonte necessaria per prendere l'M2; mi attenderanno altri 120 m di dislivello su asfalto (da aggiungersi a quanto già fatto), sopportabili solo perchè so quanto bello è l'M2. Ma ancora c'è tutto il 981 da fare... E scusate se è poco!

abbeveratoio presso la partenza del sentiero 981
l'inizio del sentiero 981
Il 981 è un cliente da trattare con riguardo: esordisce entusiasmando con viste mozzafiato e passaggi relativamente semplici, in cui però il terreno richiede sempre concentrazione:
vedute mozzafiato sulla pianura dal 981
sul tratto alto del sentiero 981
passa dalle pietre fisse ai detriti sciolti, concedendo qualche breve tratto scorrevole, salvo incattivirsi nella parte bassa, complice l'azione erosiva compiuta dalle acque meteoriche.
verso la parte più tecnica del sentiero 981
Con un pò di attenzione si fa tutto in sella, ma è MOLTO meglio affrontarlo con una full generosa. Supero tornantini, scalini e pietraie (peggiori di come le ricordavo ma, ripeto, a causa del passaggio delle acque) ed una piccola frana, che mi costringe ad una sosta imprevista: poco male, approfitto per sgombrare la traccia dai detriti più grossolani, rami inclusi.

Mi ritrovo sulla strada senza neanche accorgermi ma si è fatto dannatamente tardi...


sul tratto iniziale del sentiero M2
29, 5 Km e 1490 m di salita. Se mi fossi alzato prima sarei risalito a Mezzomonte per farmi anche il picchio morto dall'alto... Le gambe ne avevano ancora, ma sarà per la prossima volta!
Perchè tanta fatica? Beh, per tracciare il giro con il GPS, naturalmente...
