Beh ci sta che il direttore del parco d'Abruzzo difenda la propria gestione rifiutando ogni accostamento alle vicende trentine, è normale.
Tra l'altro la sua tesi nel virgolettato qui sotto, fulgido esempio di equilibrismo dialettico...
«È possibile che abbia incontrato una femmina con i cuccioli e che questa abbia messo in atto un finto attacco, proprio allo scopo di indurre l'uomo alla fuga. Una fuga che c'è stata e che ha portato effettivamente al suo ferimento. Ben diverso dal dire di aver subito un'aggressione con graffi o morsi, esperienza dalle quali si esce con segni ben diversi»
è la stessa che ho sentito tutte le volte che qualcuno veniva attaccato da un orso in Trentino: è un finto attacco, è colpa dell'uomo ecc ecc e si finiva sempre ad alzare le barricate impedendo ogni intervento.
Risultato?
L'orsa jj4 che due anni fa aveva attaccato padre e figlio. l'altro giorno ha ucciso una persona.
Ma tranquilli, è un finto attacco.
Volendo pure accettare la dubbiosa versione del ragazzo che riferisce l'attacco da parte dell'orso marsicano, il dato certo é che dal 1922, ossia da quando é stato istituito il Parco Nazionale d'Abruzzo, ci sono voluto 100 anni per avere la prima (presunta) aggressione di un orso ad un essere umano. Direi un risultato eccezionale di una gestione che ha dato dei buoni risultati che, e su questo concordo con te, non può essere paragonata con quanto accade in Trentino da 20 anni a questa parte.
Il Parco d'Abruzzo, comunque, accetta che il ragazzo si sia ferito a causa dell'orso, ma non che sia stato attaccato direttamente dall'animale che, forse, avrebbe simulato un attacco; ma anche quella della simulazione é un'ipotesi che andrebbe accertata e, se vera, sufficiente ad avanzare una richiesta di risarcimento.
Invece dal 21 dicembre 2022 fino ad oggi (a circa 4 mesi dal presunto incidente) né sono state avanzate richieste di risarcimento all'ente Parco d'Abruzzo, né é stato presentato un esposto alla magistratura, azioni tutte necessarie per fare luce sulla vicenda e ottenere il risarcimento, per capire se il ragazzo ha raccontato il vero, o se ha ragione l'ente Parco ad esprimere perplessità.
Mi chiedo Perché?
Perché dai proclami di azioni legali e richieste di risarcimento si é passati ad una clamorosa marcia indietro quando all'orizzonte si sono prospettate le conseguenze di un'azione legale quali perizie, CTU, approfondimenti, verifiche, che una denuncia avrebbe comportato per derimere la questione? E se venisse accertato che i dubbi del Parco d'Abruzzo sulla versione raccontata sono fondati?
Allora più che di equilibrismo dialettico, parlerei della volontà di evitare la possibilità che sia il Parco ad intraprendere azioni legali per un racconto che appare abbastanza contraddittorio, poco chiaro, forse un tantino enfatizzato.