Ma che kazzo ci fò io a questo raduno?

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Un bicchiere di vino rosso
Il
vino è una
bevanda alcolica fermentata, ottenuta esclusivamente dalla
fermentazione (totale o parziale) del frutto della
vite, l'
uva (sia essa pigiata o meno), o del
mosto.
Il vino si può ottenere da uve appartenenti alla specie
Vitis vinifera o provenienti da un incrocio tra questa specie e altre specie del genere
Vitis, come ad esempio la
Vitis labrusca, la
Vitis rupestris, ecc.; in Italia per la produzione di vino possono essere usate solo uve appartenenti alla specie
Vitis vinifera.
La terminologia relativa al vino utilizza molti vocaboli in
lingua francese; per alcuni di essi esistono i corrispondenti termini in italiano, mentre per altri è possibile usare solo i termini francesi.
Con tale bevanda si può dar vita anche ad un nobile
distillato, che se invecchiato per almeno 12 mesi in legno, prende il nome di
Brandy.
Indice
Etimologia [modifica]
Il termine "vino" ha origine dal verbo
sanscrito vena ("amare"), da cui deriva anche il nome
latino Venus della dea
Venere[1]. Lo stesso termine sanscrito deriva da una radice proto indoeuropea *win-o- (cf. l'
ittita: wiyana ,il
licio: Oino, l'antico
greco οῖνος - oînos, il
greco eolico ϝοίνος - woinos). Dal termine latino
vinum, anche attraverso la rielaborazione delle lingue
celte, ebbero luogo molte delle denominazioni nelle
altre lingue.
Storia del vino [modifica]
Mescita di vino rosso,
Tacuinum sanitatis casanatensis (XIV secolo)
Nel Valdarno Superiore, intorno a
Montevarchi (AR), sono stati ritrovati in depositi di lignite, reperti fossili di tralci di vite (Vitis Vinifera) risalenti a 2 milioni di anni fa. Diversi ritrovamenti archeologici dimostrano che la
Vitis vinifera cresceva spontanea già 300.000 anni fa. Studi recenti tendono ad associare i primi degustatori di tale
bevanda già al
neolitico; si pensa che la scoperta fu casuale e dovuta a
fermentazione naturale avvenuta in contenitori dove gli uomini riponevano l'uva. Le più antiche tracce di coltivazione della vite sono state rinvenute sulle rive del
Mar Caspio e nella
Turchia orientale.
Un calice di vino racconta millenni di storia umana. Gli studiosi che nel corso del XX secolo hanno cercato di scoprire quanto la terra nasconde alla vista degli uomini si sono imbattuti casualmente nella più antica giara di vino mai rinvenuta. Nel
1996, infatti, una missione archeologica americana, proveniente dall'Università della
Pennsylvania e diretta da Mary Voigt, ha scoperto nel villaggio neolitico di
Hajji Firuz Tepe, nella parte settentrionale dell'
Iran, una giara di terracotta, della capacità di 9 litri, contenente una sostanza secca proveniente da grappoli d'uva. La notizia, riferita da Corriere Scienza del 15 ottobre 2002, aggiunge che i reperti rinvenuti risalgono al 5100 a.C., quindi a 7000 anni fa, ma gli specialisti affermano che il vino è stato prodotto per la prima volta, forse casualmente, tra 9 e 10000 anni fa nella zona del Caucaso. Sembra infatti che il primo vino sia stato prodotto del tutto per caso (come è avvenuto per il pane lievitato) per la fermentazione accidentale di uva dimenticata in un recipiente.
È comunque accertato che la produzione su larga scala di vino è iniziata poco dopo il 3000 a.C., quindi circa 5000 anni fa.
I primi documenti riguardanti la coltivazione della vite risalgono al
1700 a.C., ma è solo con la civiltà
egizia che si ha lo sviluppo delle coltivazioni e di conseguenza la produzione del vino.
La
Bibbia (
Genesi 9,20-27) attribuisce la scoperta del processo di lavorazione del vino a
Noè: successivamente al
Diluvio Universale, avrebbe piantato una vigna con il cui frutto fece del vino che bevve fino ad ubriacarsi.
Gesù Cristo ha scelto il vino come specie sotto cui, nel sacramento dell'
Eucarestia, si cela il Suo sangue "per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per molti in remissione dei peccati".
L'
Impero Romano dà un ulteriore impulso alla produzione del vino, che passa dall'essere un prodotto elitario a divenire una bevanda di uso quotidiano. In questo periodo le colture della vite si diffondono su gran parte del territorio, e con l'aumentare della produzione crescono anche i consumi.
Ad ogni modo il vino prodotto a quei tempi era molto differente dalla bevanda che conosciamo oggi.
A causa delle tecniche di conservazione (soprattutto la
bollitura), il vino risultava essere una sostanza
sciropposa, molto dolce e molto
alcolica. Era quindi necessario allungarlo con
acqua e aggiungere
miele e
spezie per ottenere un
sapore più gradevole.
Con il crollo dell'
Impero Romano la
viticoltura entra in una crisi dalla quale uscirà solo nel
medioevo, grazie soprattutto all'impulso dato dai monaci
benedettini e
cistercensi. Nella stessa
Regola,
Benedetto afferma:
« Ben si legge che il vino ai monaci assolutamente non conviene; pure perché ai nostri tempi è difficile che i monaci ne siano persuasi, anche a ciò consentiamo, in modo però che non si beva fino alla sazietà.
»Gian Battista Vico intravvide nella concezione medioevale del vino come genere di prima necessità un carattere della
barbarie di quest'epoca.
[2]
Proprio nel corso del medioevo nasceranno tutte quelle tecniche di coltivazione e produzione che arriveranno praticamente immutate fino al
XVIII secolo, quando ormai la produzione ha carattere "moderno". Ciò grazie alla stabilizzazione della qualità e del
gusto dei vini, nonché all'introduzione delle
bottiglie di
vetro e dei tappi di
sughero.
In rosso area di diffusione del vino; in blu area di diffusione della birra; in giallo area di diffusione del sidro
Nel
XIX secolo l'
oidio e la
fillossera, malattie della vite provenienti dall'
America, distruggono enormi quantità di vigneti. I coltivatori sono costretti a
innestare i vitigni sopravvissuti sopra viti di origine
americana (
Vitis labrusca), resistenti a questi
parassiti, e ad utilizzare regolarmente
prodotti fitosanitari come lo
zolfo.
Nel
novecento invece si ha, inizialmente da parte della
Francia, l'introduzione di normative che vanno a regolamentare la produzione (origine controllata, definizione dei territori di produzione, ecc.) che porteranno a un incremento qualitativo nella produzione del vino a scapito della quantità.
Enologia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Enologia.L'
enologia è lo studio del vino in generale. Essa si occupa della
viticoltura, della
vinificazione, dell'affinamento (compresa la conservazione in
cantina) e della
degustazione.
Il nome deriva dal greco
oinos (vino) e
logos (studio).
Classificazione dei vini [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Vitigno.
La
bibliografia del vino
I vini possono essere classificati sia in funzione del
vitigno (varietà di vite utilizzata per la produzione) che in funzione della zona di produzione.
I vitigni più famosi e diffusi nel mondo (i cosiddetti "Vitigni internazionali" o "Alloctoni") sono fra i rossi il
Cabernet-Sauvignon, il
Cabernet franc, il
Merlot, il
Pinot noir, lo
Zinfandel e il
Syrah; tra i bianchi il
Sauvignon, lo
Chardonnay, il
Muscat ed il
Riesling.
Le zone di produzione più famose nel mondo sono, oltre alle diverse regioni dell'
Italia, in
Libano, la provincia di
Bordeaux, la
Borgogna, la
Champagne e l'
Alsazia in
Francia,
Ribera del Duero, La Rioja e Toro in
Spagna e la
Napa Valley in
California.
Legislazione comunitaria [modifica]
Nell'
Unione Europea la produzione e la classificazione dei vini sono disciplinate da appositi regolamenti comunitari e dalle relative norme nazionali applicative.
La regolamentazione comunitaria divide i vini in due grandi categorie:
Vini da tavola Vini prodotti nella Comunità Europea utilizzando le uve autorizzate, e che non sono sottoposti ad un particolare disciplinare di produzione.
Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (
VQPRD) Vini prodotti nella
Comunità Europea nel rispetto di uno specifico
disciplinare di produzione che definisce i tipi di uva che si possono utilizzare, la zona di produzione, il
grado alcolico, l'invecchiamento ed altri parametri.
I Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate comprendono inoltre le seguenti sottocategorie:
- Vini Liquorosi di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (VLQPRD)
- Vini Spumanti di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (VSQPRD)
- Vini Frizzanti di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (VFQPRD)
Legislazione italiana [modifica]
In Italia in esecuzione della legge n. 116 del 1963, fu emanato il D.P.R. 930/1963 che disciplina le caratteristiche produttive dei vari vini, distinguendoli in:
I vini speciali (aromatizzati, liquorosi, mistelle, spumanti) hanno trovato regolamentazione con il D.P.R. n. 162 del 1965.
Le necessarie correzioni al D.P.R. 930/1963 furono apportate con la nuova L. n. 164 del 1992, nel tentativo di creare una sorta di verticale della qualità per consentire ai V. migliori di essere più chiaramente identificati.
Vengono così identificati:
- vini da tavola
- vini da tavola con indicazione geografica tipica (IGT)
- vini da tavola con denominazione d' origine protetta (DOP)
- vini di qualità prodotti in regione determinata (VQPRD)
- vini a denominazione semplice (DOS)
- vini a denominazione di origine controllata (DOC)
- vini a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG)
- vini di qualità prodotti in regione determinata (VQPRD, DOC, DOCG) con indicazione della sottozona (comune, frazione, fattoria, podere, vigna).
Idonei disciplinari di produzione dei V. DOC e DOCG stabiliscono le condizioni da rispettare per rientrare in quelle precise caratteristiche produttrice a garanzia del livello qualitativo:
- la denominazione di origine
- i terreni di produzione dell'uva
- la resa massima per ettaro
- il minimo titolo alcoolometrico
- le caratteristiche fìsico-chimiche.
Tutta la produzione di tali vini è sottoposta a controllo delle caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche nell'arco di tutta la produzione e, per i DOCG, anche per l'imbottigliamento. Apposite commissioni di esperti giudicano poi il prodotto e lo promuovono o meno.
Attualmente le DOC sono oltre 260 (in progressivo aumento), da cui discendono oltre 1500 sottodenominazioni.
Le DOCG sono attualmente:
- Barolo, Barbaresco, Roero, Dolcetto di Dogliani Superiore, Gattinara, Ghemme, Asti, Brachetto d'Acqui, Gavi o Cortese di Gavi, Barbera d'Asti, Barbera del Monferrato Superiore, Dolcetto di Diano d'Alba, Ovada (Piemonte)
- Franciacorta, Valtellina superiore, Sforzato della Valtellina, Oltrepò Pavese Metodo Classico, Moscato di Scanzo (Lombardia)
- Bardolino Superiore, Soave Superiore, Recioto di Soave, Amarone della Valpolicella, Recioto di Gambellara, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, Prosecco Colli Asolani (Veneto)
- Ramandolo, Colli Orientali del Friuli Picolit (Friuli Venezia Giulia)
- Albana di Romagna (Emilia-Romagna)
- Brunello di Montalcino, Chianti, Chianti classico, Vino Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, Carmignano, Morellino di Scansano (Toscana)
- Montefalco Sagrantino, Torgiano Rosso Riserva (Umbria)
- Conero Riserva, Vernaccia di Serrapetrona spumante, Verdicchio di Matelica, Verdicchio dei Castelli di Jesi (Marche)
- Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane (Abruzzo)
- Cesanese del Piglio (Lazio)
- Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taurasi (Campania)
- Cerasuolo di Vittoria (Sicilia)
- Vermentino di Gallura (Sardegna).
Nelle DOC E DOCG, inoltre, può esservi una "sottozona" che delimita, specialmente nella DOCG, la zona ristretta di produzione del vino.
Vini da tavola [modifica]
Questa categoria identifica i vini prodotti con uve autorizzate, senza dover rispettare particolari disciplinari di produzione; solitamente si tratta dei vini da tavola "veri e propri", cioè quelli generici di qualità più modesta, che possono riportare sull'etichetta la sola indicazione "Vino da tavola" ed il nome o la ragione sociale dell'imbottigliatore; facoltativamente possono riportare l'indicazione del colore (bianco, rosato, rosso), ma non i vitigni utilizzati o l'anno di produzione. Tuttavia la dicitura vino da tavola non è sempre sinonimo di "scarsa" qualità ma semplicemente di non appartenenza ad alcun disciplinare di produzione. Non è quindi raro trovare vini da tavola di grande qualità e prestigio.
Vini ad Indicazione Geografica Tipica (IGT) [modifica]
Per indicazione geografica tipica dei vini si intende il nome geografico di una zona utilizzato per designare il prodotto che ne deriva.
Questa categoria comprende i vini da tavola prodotti in determinate regioni o aree geografiche (autorizzate per legge), talvolta secondo un generico disciplinare di produzione; essi possono riportare sull'etichetta, oltre all'indicazione del colore, anche l'indicazione del o dei vitigni utilizzati e l'annata di raccolta delle uve.
La menzione IGT può essere sostituita dalla menzione
Vin de pays per i vini prodotti in
Valle d'Aosta, e dalla menzione
Landwein per i vini prodotti nella
provincia di Bolzano.
Generalmente in questa categoria rientrano i vini da tavola di qualità più elevata.
È opportuno precisare inoltre che nelle due categorie sopra descritte si possono trovare anche vini di elevatissima qualità; la loro collocazione tra i "Vini da tavola" o tra gli IGT è dovuta sia a scelte commerciali, sia all'impossibilità, per la loro composizione (vitigni utilizzati), di rientrare nei disciplinari dei vini di qualità delle zone di produzione.
Vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC) [modifica]
Per denominazione di origine dei vini si intende il nome geografico di una zona viticola particolarmente vocata; esso viene utilizzato per designare un prodotto di qualità e rinomato, le cui caratteristiche sono connesse all'ambiente naturale ed ai fattori umani.
La categoria dei vini DOC comprende i vini prodotti in determinate zone geografiche nel rispetto di uno specifico disciplinare di produzione (approvato con
decreto ministeriale).
Tali vini, prima di essere messi in
commercio, devono essere sottoposti in fase di produzione ad una preliminare analisi chimico-fisica e ad un esame organolettico che certifichi il rispetto dei requisiti previsti dal disciplinare; il mancato rispetto dei requisiti ne impedisce la messa in commercio con la dicitura DOC.
Il primo vino italiano ad avere il riconoscimento della DOC, è stato il vino
Marsala con il
decreto legge del
12 luglio 1963, n. 930, ma vi fu anche uno specifico decreto legge risalente al
15 ottobre 1931, relativo alla delimitazione del territorio di produzione.
Vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) [modifica]
La categoria dei vini DOCG comprende i vini prodotti in determinate zone geografiche nel rispetto di uno specifico disciplinare di produzione (approvato con decreto ministeriale).
Le DOCG sono riservate ai vini già riconosciuti DOC da almeno cinque anni che siano ritenuti di particolare pregio, in relazione alle caratteristiche qualitative intrinseche, rispetto alla media di quelle degli analoghi vini così classificati, per effetto dell'incidenza di tradizionali fattori naturali, umani e storici e che abbiano acquisito rinomanza e valorizzazione commerciale a livello nazionale ed internazionale.
Tali vini, prima di essere messi in commercio, devono essere sottoposti in fase di produzione ad una preliminare analisi chimico-fisica e ad un esame organolettico che certifichi il rispetto dei requisiti previsti dal disciplinare; l'esame organolettico inoltre deve essere ripetuto, partita per partita, anche nella fase dell'
imbottigliamento, per i vini DOCG è infine prevista anche un'analisi sensoriale (assaggio) eseguita da un'apposita Commissione; il mancato rispetto dei requisiti ne impedisce la messa in commercio con la dicitura DOCG.
Le DOCG e le DOC sono le menzioni specifiche tradizionali utilizzate dall'Italia per designare i VQPRD (vini di qualità prodotti in regioni determinate).
Alcuni di tali vini possono anche fregiarsi delle diciture "Classico", "Riserva" o "Superiore".
La specificazione "Classico" indica un vino prodotto in una zona di origine più antica nell'ambito della stessa DOCG o DOC.
La qualificazione di "Riserva" è attribuita ai vini che vengono sottoposti ad un periodo di invecchiamento più lungo rispetto a quello previsto dal disciplinare.
La dicitura "Superiore" è attribuita ai vini che hanno una gradazione alcolica più elevata rispetto a quella prevista dal disciplinare.
Tipi di vino [modifica]
I vini si differenziano tra loro per il sistema di vinificazione (vini normali e speciali) e per le proprietà organolettiche: colore, profumo, gusto e retrogusto; altri parametri concorrono a definire le caratteristiche di un vino: alcol, acidità, sapidità, sensazione di astringenza (dovuta ai tannini). I vini possono essere differenziati in vini tranquilli, vini frizzanti e spumanti, a seconda del fatto che siano in grado o meno di sprigionare anidride carbonica all'apertura delle bottiglie. Costituisce ulteriore distinzione il contenuto in
zuccheri non fermentati del vino (secco, semisecco, dolce...)
Inoltre ogni vino è caratterizzato da una
temperatura di servizio (temperatura ideale per la consumazione) e da abbinamenti ottimali con determinate pietanze.
Vini normali [modifica]
Si intendono per vini normali quei vini immessi al consumo dopo aver subito il solo processo di vinificazione (quindi senza interventi tecnici successivi o aggiunte di altri componenti).
Vino bianco Il vino bianco si presenta all'aspetto di colore giallo in varie tonalità (dal verdolino all'ambrato, passando per il paglierino e il dorato); è generalmente caratterizzato da profumi floreali e fruttati, e va consumato ad una temperatura di servizio compresa fra 8 °C e 14 °C; al gusto prevalgono le sensazioni di freschezza e acidità, anche se con l'aumentare della temperatura di servizio potrebbero presentarsi sgradevoli sensazioni di amaro. Gli accoppiamenti ottimali sono con le pietanze a base di
pesce,
molluschi,
crostacei,
verdure e
carni bianche, ed in generale con piatti di cottura rapida e
sughi poco strutturati. Vino rosato Il vino rosato si presenta all'aspetto di colore tra il rosa tenue, il cerasuolo e il chiaretto; è generalmente caratterizzato da profumi fruttati, e va consumato ad una temperatura di servizio compresa fra 10 °C e 14 °C; al gusto prevalgono le sensazioni di leggera acidità, di aromaticità e di lieve corposità. Gli accoppiamenti ottimali sono con pietanze gustose a base di pesce,
paste asciutte con sughi delicati,
salumi leggeri. Vino rosso Il vino rosso si presenta all'aspetto di colore rosso in varie tonalità (dal porpora al rubino fino al granato e all'aranciato); è generalmente caratterizzato da un'ampia varietà di profumi (fiori, frutta, confettura, erbe, spezie) e da una più o meno elevata sensazione di morbidezza, corposità e tannicità; va consumato ad una temperatura di servizio compresa fra 14 °C e 20 °C. Gli accoppiamenti ottimali sono con le
carni rosse, la
cacciagione, i
formaggi, e tutte le pietanze basate su cotture prolungate e sughi strutturati. Vino novello Si ottiene mediante
macerazione carbonica. Ha un colore intenso e forti
aromi secondari o fermentativi. Non può essere immesso sul mercato prima del
6 novembre di ogni anno e se ne consiglia un consumo nei primi sei mesi perché poco stabile. Un accoppiamento ottimale e tipico del vino novello è con le
castagne, e conseguentemente con gli alimenti a base di
farina di castagne, come
necci e
castagnaccio. Vino passito
Per approfondire, vedi la voce Vino passito.Ottenuto da uve appassite lavorate come per una normale vinificazione. L'appassimento può avvenire in maniera naturale sulla pianta (eseguendo dunque la vendemmia tardivamente) oppure artificialmente ponendo l'uva su dei graticci sui quali viene insufflata aria calda, oppure per effetto della cosiddetta muffa nobile, ovvero la Botritys Cinerea, che attacca gli acini formando una coltre superficiale che fa evaporare l'acqua contenuta nell'acino, aumentando così la concentrazione degli zuccheri. Vin ruspo Viene fatto con una miscela di vino di
Carmignano DOCG attraverso una fermentazione breve la quale toglie leggermente il colore rosso delle bucce di uva. Viene spesso confuso dai non addetti con il vino rosé, o rosato, e come questo si serve a temperature dell'ordine dei 10 °C 14 °C. Vino barricato
Barriques per l'affinamento del vino
Il vino barricato viene lasciato invecchiare in botti di
legno, con particolare riferimento al legno di
rovere che si ottiene dalle
querce, ma anche di
ciliegio o
faggio. Questo procedimento consente al vino di invecchiare lentamente mediante un processo di
ossidoriduzione che avviene tramite le fibre lignee: esso dà al vino un aroma più intenso, un odore di tostato e al gusto sarà più equilibrato e più morbido. Il legno cede al vino i
tannini cosiddetti Gallici (che sono più morbidi di quelli Catechici presenti nella buccia degli acini), e sentori speziati (es. vaniglia) ed eterei che conferiranno al vino un prezioso
bouquet. Le botti di rovere più prestigiose per le loro
performance sono le
barrique francesi di 225 litri, fabbricate esclusivamente con legni di rovere provenienti dalla
foresta di
Allier. Il fatto di potere contare su legni che provengono storicamente dagli stessi alberi, consente agli enologi di potere stabilire diversi parametri per l'invecchiamento dei vini. Va segnalato che è diventata prassi comune da parte di produttori vinicoli assai commerciali l'aggiungere al vino trucioli di legno per conferire al vino gusto ed aromi di legni: numerosi enologi ritengono che si tratti di una manovra posticcia che non può assolutamente dare al vino trattato le caratteristiche di un vero invecchiamento in botti di legno pregiato. Infatti si ritiene che l'effetto dei trucioli sia principalmente quello di dare al vino sentori di tostatura senza però contribuire all'evoluzione aromatica che si raggiunge grazie ai particolari equilibri ossidoriduttivi che si vengono a determinare nelle barrique. Inoltre in queste ultime sono presenti le fecce nobili le quali sono la base dell'evoluzione aromatica del vino e in parte della sua stabilizzazione.
Vini speciali [modifica]
Si intendono per vini speciali quelli che dopo il processo di vinificazione e prima di essere immessi al consumo vengono sottoposti ad ulteriori interventi tecnici o all'aggiunta di altri componenti.
I vini speciali sono:
Etichetta [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Etichetta da vino.
Tre etichette di vini famosi
L'
etichetta costituisce una sorta di "
Carta d'identità" del vino, in quanto contiene tutti gli elementi necessari per identificare il prodotto a cui si riferisce.
Le informazioni che devono essere riportate sull'etichetta sono stabilite sia dalle norme in vigore che dai rispettivi disciplinari di produzione; devono essere riportate le informazioni relative alle analisi chimiche del prodotto,
grado alcoolico con tolleranza 0,5% in volume, calcolato a 15 °C, in quanto il volume dell'alcool e dell'acqua variano in modo differenziale al variare della temperatura, indicazione dei solfiti contenuti, capacità del contenitore, comune di produzione, nome ragione sociale e sede dell'imbottigliatore, nome dell'azienda.
A partire dalla vendemmia
2005 è diventato obbligatorio anche in Italia indicare la presenza di
anidride solforosa o
solfiti.
Contenitori [modifica]
Questi sono i principali tipi di contenitori in cui può essere contenuto il vino:
Produzione [modifica]
Calice di vino rosso
Calice di vino bianco
I dieci principali produttori mondiali di uve sono: (anno
2005)
Paesemigliaia di quintali
Italia86.200 (13,14%)
Francia67.785 (10,33%)
USA63.275 (9,645%)
Spagna59.258 (9,03%)
Cina56.000 (8,53%)
Turchia36.500 (5,56%)
Argentina28.297 (4,31%)
Iran28.000 (4,27%)
Cile22.500 (3,43%)
Australia20.265 (3,09%)TOTALE 656.134
L'evoluzione della produzione di vino nell'Unione Europea nel
2005 e
2006
Previsione
2006 (migliaia di ettolitri)
- Italia : 52.036
- Francia : 51.700
- Spagna : 39.301
- Germania : 8995
- Portogallo : 7390
- Grecia : 3908
Previsione
2005 (migliaia di ettolitri)
- Francia : 52.105
- Italia : 60.562
- Spagna : 34.789
- Germania : 9256
- Portogallo : 7266
- Grecia : 3997
Nel
2003, la produzione mondiale di vino era salita a 269 milioni di ettolitri.
I quindici principali produttori erano:
Paesemilioni di ettolitri
Francia47,3
Italia46,8
Spagna39,5
Stati Uniti23,5
Australia12,6
Argentina12,2
Cina10,8
Germania10,2
Sudafrica7,6
Portogallo6,8
Cile5,8
Romania5,5
Grecia4,2
Russia4,1
Ungheria4,0I dieci principali paesi esportatori di vino sono: (anno
2005)
Paesemigliaia di ettolitri
Italia15.100
Spagna14.439
Francia13.900
Australia7019
Cile4209
USA3482
Germania2970
Sud Africa2818
Portogallo2800
Moldavia2425TOTALE 78.729
Elenco dei vini italiani [modifica]
In Italia più di 300 vini hanno ricevuto la Denominazione di Origine Controllata (DOC).
In Italia numerosi sono i vini ad Indicazione Geografica Tipica (IGT).
Voci correlate [modifica]
EnologiaVino · Glossario del vino · Viticoltura · Vitigni · Vini IGT · Vini DOC · Vini DOCG · Vini italiani