Ora non vorrei aprire una diatriba enologica...

...ma il Sangiovese è un vitigno molto più coltivato in Toscana (da dove pare abbia preso anche il nome) che in Romagna
Queste diatribe enologiche mi stuzzicano parecchio.
In attesa di sentire se il vostro Chianti l'è di quello bono vi allego alcune notizie prese da Wiki:
Il
Sangiovese (insieme alla
Barbera) è uno dei
vitigni italiani più diffusi (le aree coltivate coprono l'11% della superficie viticola nazionale); viene coltivato dalla
Romagna fino alla
Campania ed è tradizionalmente il vitigno più diffuso in
Toscana. Entra negli uvaggi di centinaia di
vini, tra i quali alcuni dei più prestigiosi vini italiani:
Carmignano,
Rosso Piceno Superiore,
Chianti e
Chianti Classico,
Brunello di Montalcino,
Vino Nobile di Montepulciano,
Montefalco rosso,
Sangiovese di Romagna,
Morellino di Scansano e molti altri meno conosciuti ma altrettanto validi.
Storia
[modifica]
Le origini e la provenienza del Sangiovese sono incerte: le prime informazioni sicure risalgono solo al XVI secolo, quando
Giovan Vettorio Soderini, nel suo trattato "La coltivazione delle viti", ne parla dicendo che «il Sangiocheto o Sangioveto è un vitigno rimarchevole per la sua produttività regolare». Anche l'origine del nome è incerta e varie sono le teorie: alcuni sostengono che derivi da sangiovannese in quanto originario di
San Giovanni Valdarno; altri invece lo fanno risalire a forme dialettali (da "san giovannina"­ uva primaticcia ­ dato il suo precoce germogliamento a fine giugno per la festa di
San Giovanni Battista), chi sostiene che derivi da sanguegiovese, ossia sangue di Giove (in quanto proveniente dal Monte Giove nei pressi di
Santarcangelo di Romagna).
Da recenti studi genetici sembra che il "Sangiovese", a dispetto della sua diffusa e storica presenza nellarea romagnola e tirrenica, possieda parentele con vitigni coltivati nel Sud Italia, soprattutto in Campania e Calabria (Palummina Mirabella e Calabrese Montenuovo). Dieci varietà ne costituiscono la "famiglia" ed il
Ciliegiolo sembra sia un suo discendente diretto
[1].
Caratteristiche e diffusione [modifica]
In generale si parla di Sangiovese, ma in realtà questo termine definisce un gran numero di varietà (o
cloni) nelle quali si è differenziato nel corso dei secoli e nei diversi territori.
In Toscana ad esempio se ne distinguono due grandi famiglie: il
Sangiovese Grosso, che comprende tra gli altri le varietà
Brunello (utilizzato per la produzione dell'
omonimo vino) e
Prugnolo Gentile (utilizzato per la produzione del
Vino Nobile di Montepulciano), ed il
Sangiovese Piccolo, utilizzato in gran parte della regione. Non è privo di interesse rilevare che anche il Brunello costituisce una derivazione del Sangiovese, precisamente un mutante identificato dal signor Ferruccio Biondi Santi, allinizio del secolo scorso, nella propria tenuta il Greppo, a
Montalcino, in un appezzamento misto di aceri vitati e di olivi. Il Brunello è assurto tra le star della viticoltura italiana a opera del nipote, Franco Biondi Santi, dopo che il vino fu offerto dalla
regina Elisabetta, in un pranzo a
Buckingham Palace, al presidente
Saragat in vista ufficiale
[2].
Per questo motivo è difficile dare una descrizione assoluta del vino che se ne ricava, che ha certo alcune costanti comuni (buoni
tannini ed elevata
acidità) ma può variare dal vino rosso più economico ai vertici qualitativi del Brunello, vino di elevato valore prodotto nella zona di
Montalcino; qui, nell'
habitat unico delle colline montalcinesi, produce un rosso fra i più apprezzati al mondo per struttura, pienezza di gusto, eleganza e capacità di invecchiamento.
E POI DICONO CHE AD ANDARE IN BICI UN S'IMPARA NULLA!!!
Gigi