Qui i consigli, gli aiuti e le esperienze....dei CUBISTI

  • Test della Whyte Elyte Evo Stag Works, azienda britannica che ha unito un motore Bosch Full Power ad una batteria piccola per contenere i pesi, un center of gravity estremamente basso ed una geometria studiata finemente per rendere questa E-bike la più agile sul mercato, ci saranno riusciti?
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ruttok

Biker tremendus
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Salsomaggiore PR
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yt capra
non so e un pensiero che mi ballonzola da un po, poi c'e anche il mio brother roy che me la continua a "smenare" con sta full
ma non so però non credo almeno per ora, in fin dei conti la mia mi piace
ed e fantastica

Dai Moris però una full....:sbavon:
Fai così, tieni la tua e per quest'altranno ti prendi una bella full, però solo stereo o fritzz.
 

IddoCop

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Le regole per una pratica responsabile e sicura
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La corretta etica d’uso della mountain bike oggi, condiziona l’uso e l’accesso ai sentieri, in futuro. Fare la propria parte per preservare e migliorare le condizioni d’uso e l’immagine di questo sport, implica l’osservanza di alcune regole formulate da IMBA, (International Mountain Bicycling Association) l'Associazione Internazionale di Mountain Bike. Queste regole sono riconosciute in tutto il mondo come il codice di condotta per mountain bike. IMBA ha il compito di promuovere il ciclismo fuoristrada, nel “rispetto dell'ambiente e socialmente responsabile”.

Percorrere solo sentieri dove è permesso circolare in bicicletta
Evitare sentieri e strade non accessibili o d’accesso limitato ai solo pedoni. (nel dubbio prendete informazioni); rispettare le proprietà private e munirsi di permessi dove fosse necessario attraversarle. Le aree di interesse naturalistico sono vietate o limitate al transito delle biciclette. Il modo in cui viene usata la bicicletta condizionerà la normativa di enti addetti alla salvaguardia del territorio.
Non lasciare tracce evidenti (rifiuti compresi)
Essere sensibili al terreno sotto le ruote, analizzando le differenti tipologie di suolo e rispettando la traccia dei sentieri. Suoli bagnanti e fangosi sono più facilmente danneggiabili. Quando il fondo è cedevole considerare l'ipotesi di un percorso alternativo. Ciò non autorizza a creare nuove tracce.
Non tagliare le curve, ma affrontarle secondo le reali capacità della persona e potenzialità del mezzo.

Moderare la velocità e guidare con prudenza nei tratti difficili
Anche la disattenzione di un attimo può diventare un problema. Il rispetto delle regole e non abusare della bicicletta diventa un imperativo.
Dare sempre la precedenza
Far sapere agli altri fruitori del sentiero della propria presenza. Un saluto amichevole e/o un tocco di campanello è utile e ben educato. Non spaventare il prossimo, ma sorpassare rispettosamente a passo d'uomo e se necessario fermarsi.
Non infastidire gli animali
Tutti gli animali sono spaventati da un approccio improvviso o da rumori molesti. Questo fatto può degenerare in pericolo per gli animali, per te e per gli altri. Dare quindi la possibilità agli animali di abituarsi alla presenza umana, specialmente con i cavalli, informando il cavaliere delle intenzioni di sorpassare. Correre in bici selvaggiamente irrispettosi della natura è una grave mancanza di etica e morale.
Richiudere il cancello aperto nel transitare nella proprietà di qualcuno
Programmare le uscite senza avventurarsi in sentieri ignoti
Preparare l'equipaggiamento adeguato e valutare le proprie capacità in relazione alla tipologia di percorso che si ha intenzione di affrontare. Rendersi auto-sufficienti per ogni eventualità, con attrezzatura in perfetto stato e kit di emergenza per far fronte a cambiamenti di tempo o altre imprevedibilità. Una gita ben riuscita è prima di tutto una soddisfazione personale che un fardello per gli altri.
Ricordarsi di indossare sempre il casco e portarsi un kit “salva vita” (fischietto, telo vita, luci anteriore bianca e rossa posteriore, bussola, specchio per segnalazione, coltello svizzero multi funzione, mappa del percorso, siringa succhia veleno con laccio emostatico, farmacia d'emergenza, acqua, telefono, Gps eventualmente) e un kit per eventuali riparazioni della bici (attrezzo multi funzione, camere d’aria etc.).
 

IddoCop

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Equipaggiamento per una pratica responsabile e sicura

NELLO ZAINO
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Pila, fischietto, pompa di scorta per bici, kit pronto soccorso sanitario e pompetta antivipera, poncho copri-zaino, vestiario di ricambio (dalla maglia ai calzini), copriscarpe, pantaloni impermeabili, giacca impermeabile o Kway con cappuccio, maglione per alte quote, calzettoni, guanti, berretto in lana e berrettino in tela, giacca tuta sportiva, piccolo asciugamano e necessario per igiene personale, penna e block notes, macchina fotografica e rullini, carta d'identità, tessera CAI per gli sconti nei Rifugi alpini, contenitori per alimenti, bustine sali minerali.
Importante anche l'utilizzo di walky-tolky (con raggio di portata di almeno 5 km).

Il tutto non deve pesare più di Kg 7/8.

SULLA BICI
Due borracce, di cui una grande, pompa, ciclocomputer per le distanze, eventualmente con funzione di cardiofrequenzimetro per monitorare al meglio gli sforzi durante le sfide più dure.
Essenziale una sacca sotto-sella contenente tutto il materiale per eventuali riparazioni (leve per pneumatico, mastice, pezze preparate, carta vetrata, una camera d'aria di scorta, io smagliacatena, il tiraraggi, un filo freno, pinzetta, cacciavite, serie chiavette a brugola).

ADDOSSO
Casco (sempre indossato, anche in pianura), maglia da ciclismo con tasche esterne, pantaloncini con imbottitura, scarponcini adatti all'escursionismo con o senza attacchi sui pedali, guanti, occhiali da sole (eventualmente con possibilità di intercambiare la lente con una più chiara da utilizzare solo come protezione per l'aria).
MANGIARE E BERE
La cosa essenziale è bere, bere bere!
Acqua, succhi di frutta, the o meglio ancora carkadè.
Meglio evitare pasti pesanti durante la giornata.
Il consiglio è quello di mangiare poco ma spesso.
La colazione del mattino deve essere consistente.
Portarsi sempre dietro: panini, frutta secca, frutta fresca, marmellata, zollette di zucchero, dolci, due borracce per le escursioni più lunghe.
 

IddoCop

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Cenni su come orientarsi e leggere una mappa topografica

La carta topografica
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Esistono fondamentalmente tre tipi di cartine utilizzabili per l'orientamento:
Carte da orientamento: realizzate da tecnici della Federazione Italiana Sport Orientamento. Sono senz'altro le migliori, perché realizzate allo scopo. Coprono però solo una piccola parte del territorio nazionale.
Tavolette I.G.M.I.: Coprono tutto il territorio nazionale. Sono però a piccola scala (1:25.000 mentre per l'orientamento la scala ideale è 1:10.000 - 1: 15.000) e spesso non sono aggiornate.
Ortofotocarte: sono facili da procurare, hanno scala 1:10.000 e sono recenti, quindi rispecchiano con fedeltà il territorio. Sono in realtà delle foto aeree successivamente elaborate. Poiché sono a scala adatta e facili da trovare (uffici della regione o cartolerie), le prenderemo a base della nostra trattazione. Le usiamo da molti anni nelle nostre gare e ci hanno sempre soddisfatto. Quanto impareremo, sarà applicabile in misura notevole ad ogni tipo di carta.
Elementi di una carta
Gli elementi fondamentali di una carta sono:
La scala: ci dice di quante volte è stata ridotta la realtà nella cartina. e ci permette di risalire dalle distanze sulla carta, alle distanze reali. Su di una carta in scala 1:10.000, un cm corrisponde sul terreno a 10.000 cm, cioè a 100 metri.
Per risalire alla corrispondenza "distanza sulla carta Ô distanza sul terreno", si può usare un semplice trucco mnemonico: togliendo gli ultimi due zeri al valore numerico della scala, otteniamo un numero che ci indica a quanti metri sul terreno corrisponde un centimetro sulla carta. Ad esempio, in una carta a scala 1:25.000, questo numero (tolti gli ultimi due zeri) sarà 250. Quindi, un centimetro su questa carta corrisponderà sul terreno a 250 m.
La data di realizzazione: ci permette di stimarne l'affidabilità. Se la carta è vecchia, è probabile che non rispecchi più con fedeltà il terreno.
La direzione del nord ed i meridiani: si tratta di elementi indispensabili soprattutto per l'uso della bussola, sempre presenti nelle cartine d'orientamento. Nelle altre carte è spesso necessario disegnarsi i meridiani mentre per la direzione del Nord è sufficiente ricordare che, per convenzione, questa è riferita al lato superiore della carta e che i toponimi (i nomi dei luoghi) vengono stampati in direzione Est-Ovest.
L'equidistanza: espressa in metri, indica il dislivello costante fra una curva di livello e la successiva. Ci permette di determinare la differenza di quota fra due punti. Nelle ortofotocarte (scala 1:10.000), l'equidistanza è di 10 metri.
La simbologia: E' "l'alfabeto" della carta. Le tavolette dell'I.G.M.I.(Istituto Geografico Militare Italiano) e le cartine da orientamento hanno proprie e diverse simbologie.
(Simbologia I.G.M.I. (25DB): Trasporti - Insediamenti, industrie, servizi - Confini, vegetazione -
Altimetria, morfologia, idrografia - Toponomastica;
Simbologia I.O.F.
Una volta effettuato il collegamento ipertestuale, per tornare a questa pagina cliccare sulla freccia "Indietro" della finestra del browser).
Le ortofotocarte invece non ne hanno, essendo in pratica delle foto. Purtuttavia la loro interpretazione richiede una certa esperienza.
Planimetria
Le ortofotocarte sono delle foto aeree trattate. In una foto, ciò che è più lontano da un obiettivo viene riprodotto più piccolo di ciò che è più vicino. Ciò vuol dire che in una normale foto aerea, sussistono diverse scale a seconda della distanza dall'obiettivo delle varie porzioni di territorio. Le valli saranno a scala più piccola dei colli e dei monti. Non sarebbe possibile eseguire misure attendibili poiché non sarebbero carte "equidistanti". Si rimedia a questo problema, sottoponendo le foto ad un complicato processo di scansione. Le ortofotocarte in commercio sono pertanto corrette da questo punto di vista.
Inoltre, alla foto vengono sovrastampate le curve di livello, le quote ed i toponimi.
Le ortofotocarte sono in bianco/nero e le diverse tonalità di grigio che vi appaiono, possono fornirci molte preziose informazioni. Le diverse tonalità dipendono da vari fattori, quali l'inclinazione della superficie, il suo colore, la sua struttura.
Sono riprodotti in toni scuri i seguenti elementi:
boschi, vegetazione d'alto fusto e cespugli fitti
campi incolti con alte erbacce
distese e corsi d'acqua

Sono invece in toni chiari:

strade, terra battuta
rocce e piazzali
prati, coltivi, erba bassa

Se con un righello misuriamo il tratto di siepe che delimita sul lato destro questo campo, constateremo che sulla carta risulta lungo 11 millimetri. Poiché la cartina è in scala 1:10.000, ad un cm corrispondono 100 m nella realtà e, di conseguenza, ad un millimetro corrisponderanno 10 metri. Pertanto la siepe nella realtà sarà lunga 110 metri (11mm x 10 m/mm = 110 m).
Il punto di vista dal quale è visto il territorio nella carta, è diverso da quello di chi lo percorre al suolo:
Un consiglio che può apparire banale ma che in realtà non lo è affatto, è ricordare sempre che l'ortofotocarta ci mostra ciò che dall'alto vede l'aereo. La nostra prospettiva, poiché ci muoviamo sul terreno, è totalmente diversa. Una radura ampia vista dal suolo, potrebbe apparire molto più piccola e di forma diversa dall'aereo, a causa del protendersi su di essa delle fronde degli alberi. Per il confronto carta/terreno, è allora opportuno osservare il profilo disegnato dall'andamento delle chiome degli alberi.
La misura delle distanze sul terreno:
Abbiamo visto come sia semplice misurare le distanze sulla carta. Immaginiamo di trovarci su di un punto ben preciso e netto, sia sulla carta che sul terreno, come può essere ad esempio una decisa curva del sentiero o un incrocio. Dovendo da lì raggiungere una piccola radura nel bosco, determino la direzione da prendere con la bussola e misuro con la tecnica esposta, la distanza da percorrere. Immaginiamo che tale distanza sia di 160 metri. Se sbaglio la direzione, potrei mancare il mio obiettivo e andare oltre senza incontrare la radura o potrei, avendo stimato male la distanza percorsa, fermarmi prima vagando in una penosa caccia al tesoro.
Come posso misurare con sufficiente esattezza la distanza sul terreno per evitare di "andare lungo o corto" sull'obiettivo? A questo proposito si misurano i "doppi passi", cioè si contano le volte che si posa lo stesso piede (sempre il destro o il sinistro) al suolo. Il doppio passo corrisponde quindi allo spazio percorso in due falcate successive. Poiché l'ampiezza della falcata è una caratteristica variabile da individuo a individuo, ciascuno deve percorrere 100 metri e memorizzare il numero di doppi passi impiegati a far questo.
Tornando all'esempio precedente nel quale dovevamo misurare 160 m dal sentiero io dovrei contare 88 doppi passi (percorro 100 m in 55 doppi passi).
Altimetria
La rappresentazione della terza dimensione (su di una carta che di dimensioni ne ha solo due), è stata brillantemente risolta con le cosiddette "curve di livello" o "isoipse". Si tratta di linee immaginarie (non sono mai inciampato su di una curva di livello) che sono tracciate sulla carta ed uniscono tutti i punti del terreno che hanno la stessa quota. Le isoipse ci descrivono con eccezionale accuratezza le forme del terreno. Saperle leggere da una marcia in più all'orientista e lo mette in una situazione di enorme vantaggio rispetto a chi si muove utilizzando solo i dati planimetrici. Si tratta dell'elemento cartografico più difficile da assimilare e che richiede una certa esperienza.
L'equidistanza: elemento fondamentale legato alle curve di livello, ci informa sul dislivello costante fra una curva e la successiva. Se mi sposto fra due punti che sull'ortofotocarta sono in corrispondenza di due curve successive, vuol dire che sono salito (o sceso) in senso verticale di 10 metri (l'equidistanza nelle ortofotocarte è appunto di 10 m).
L'intervallo: è la distanza planimetrica fra due curve successive. Al contrario dell'equidistanza che è costante per una data carta, l'intervallo è variabile e dipendente dalla pendenza della superficie topografica. Di conseguenza, poiché il dislivello è sempre uguale, al diminuire dell'intervallo aumenterà la pendenza. Facciamo un esempio. Se lungo un certo tratto di un percorso, le curve distano 10 mm, la distanza planimetrica da percorrere è di 100 metri. Contemporaneamente avrò superato un dislivello di 10 m. la pendenza del tratto è quindi del 10% (10 / 100 = 0,1 corrispondente appunto al 10%). Se l'intervallo fosse di 4 mm, la pendenza sarebbe del 25% ( 4 mm corrispondono a 40 m, quindi 10/40 = 0,25 pari al 25% per l'appunto).
La lettura delle curve di livello: Sintetizziamo i concetti fondamentali
Pendio a debole pendenza = curve distanti
Pendio ripido = curve ravvicinate
Rilievo = curve chiuse l'una dentro l'altra
Passo o sella = due insiemi di curve, racchiuse da una terza curva che si restringe fra di essi
carta.jpg

Promontorio, costone = le curve rivolgono la loro convessità verso le quote minori
Avvallamento = le curve rivolgono la loro convessità verso le quote maggiori.
Nella figura che segue, le lettere sono riferite a zone relative alla descrizione precedente

La lettura integrata
Se, oltre a riconoscere perfettamente i diversi elementi topografici sulla carta, riusciamo a cogliere anche i rapporti fra di essi, facendone una lettura integrata, saremo in grado di ricavare dalla mappa una notevole mole di informazioni, tale da darci una visione completa del territorio rappresentato che ci consentirà di muoverci su di esso con estrema sicurezza.
Esame di un sentiero in rapporto alle curve di livello:
il sentiero corre parallelo alle curve: il tratto è pianeggiante
il sentiero taglia, attraversandole, le curve: il sentiero è in pendenza
Esame di una curva di livello in rapporto alle altre:
la curva forma un'ansa in avanti, con la convessità verso le quote inferiori: piccolo promontorio, naso sul pendio
l'ansa ha la convessità verso le quote superiori: piccolo avvallamento, rientranza sul pendio.

La bussola ed il suo uso
Presupposti
Per l'uso della bussola è necessario che sulla carta ci siano i meridiani magnetici. Li troviamo solo nelle cartine da orientamento. Sulle altre dobbiamo tracciarceli.
È vero che i lati della carta hanno grosso modo direzione nord-sud ma, se vogliamo procedere con una certa precisione, possiamo agire così:
Disponiamo la carta orizzontalmente ed orientiamola accuratamente con il terreno, prendendo come riferimento un elemento topografico lineare (come ad esempio una strada). Per far questo, ruotiamo la carta fino a che simbolo ed elemento reale corrispondente non siano paralleli.
Adagiamo la bussola sulla carta, ruotando la prima fino a che la punta rossa dell'ago viene a trovarsi in corrispondenza della freccia di direzione. A questo punto, il bordo della placca dello strumento (vedi più avanti la descrizione della bussola da orientamento) diviene parallelo all'ago magnetico e, di conseguenza, ai meridiani magnetici la cui direzione l'ago appunto ci rivela.
Tracciamo una linea con la matita, facendola scorrere lungo il bordo della placca. Avremo segnato così un meridiano magnetico sulla carta.
Ci sarà facile tracciare altre linee parallele alla prima, distanziate di 4 o 5 cm.
Sulle carte dell'IGMI e sulle ortofotocarte, c'è la possibilità di segnare con precisione i meridiani geografici. Tuttavia saremmo poi costretti a tener conto della declinazione magnetica e finiremmo per complicarci la vita...
Descrizione dello strumento
Descrivo una tipica bussola da orientamento che è senza dubbio la più adatta allo scopo. Le parti costituenti sono:
Ago magnetico (punta rossa a nord)
Capsula girevole con liquido antistatico
Ghiera graduata
Linee meridiane
Freccia del nord
Freccia di direzione
Placca trasparente in resina acrilica
Righello
L'ago della bussola è sensibile alle linee di forza del campo magnetico terrestre. Pertanto la punta rossa dell'ago si dispone in direzione del polo nord e la bianca del polo sud magnetici.
Poiché le masse metalliche deformano tali linee, ne deriva che non è consigliabile utilizzare la bussola in prossimità di veicoli, reticolati ed altri elementi ferrosi.
A tal proposito non posso dimenticare di aver visto una volta un gruppo di escursionisti che, con aria professionale, armeggiavano con una bussola costosa, su di una cartina distesa sapientemente sul... cofano della loro vettura.
Orientamento della cartina
Cosa fondamentale per poter leggere ed utilizzare una cartina, è tenerla orientata. Lo si può fare semplicemente ruotandola fino a che gli elementi topografici in essa rappresentati, non vengano a disporsi come sul terreno: ciò che vediamo a destra sul terreno, lo sarà anche sulla carta, così come ciò che ci è davanti e così via.
Con la bussola lo si può fare rapidamente (e meccanicamente):
Poggiamo la bussola sulla carta, con l'ago in prossimità di un meridiano su di essa segnato.
Tenendo solidali carta e bussola fra il pollice e le altre dita, ruotiamo il tutto fino a che l'ago magnetico si dispone parallelo ai meridiani (la punta rossa dell'ago deve essere rivolta al nord della mappa!).
La carta è orientata con il terreno.
Determinazione della direzione di marcia
È la tecnica fondamentale. In condizioni di limitata visibilità (nebbia, buio, vegetazione), ci consente di sapere con precisione da che parte è la nostra meta:
Poniamo la bussola sulla carta, allineandone uno dei bordi lunghi della placca con la direzione che ci interessa (luogo in cui siamo-luogo in cui dobbiamo recarci), facendo attenzione che la freccia di direzione dello strumento sia rivolta verso il punto di arrivo. La posizione dell'ago magnetico non ci interessa in questa fase.
Ruotiamo la ghiera graduata fino a rendere le linee meridiane parallele ai meridiani della carta, badando che la freccia del nord incisa sulla base della capsula sia rivolta al nord della stessa.
Tolta la bussola dal foglio, poniamola dinanzi a noi tenendola orizzontalmente all'altezza dell'ombelico, con la freccia di direzione rivolta in avanti (disposta lungo l'asse sagittale del corpo).
Mantenendo lo strumento sempre nella stessa posizione rispetto al corpo, ruotiamo su noi stessi fino a che l'ago non venga a situarsi dentro e parallelo alla freccia del nord (parte rossa dell'ago verso la punta della freccia!).
La freccia di direzione della bussola ci indica ora la direzione da prendere.
Sarebbe inutile e ridicolo procedere con l'occhio sempre fisso alla bussola. È sufficiente prendere come riferimento un elemento lontano, lungo la direzione trovata, e procedere verso di esso, aggirando tranquillamente eventuali ostacoli.
In ogni momento possiamo tornare a consultare la bussola dove è memorizzata la direzione (azimut).
L'altimetro
Come tutti sappiamo, questo strumento ci fornisce indicazioni sulla quota. Può esserci utile ad esempio se stiamo raggiungendo la cima di un'altura all'interno di un bosco, poiché ci permette di stabilire la nostra posizione altimetrica e quanto manca all'obiettivo. Anche in altre condizioni di scarsa visibilità, può aiutarci ad individuare la nostra posizione.
Così come la bussola va utilizzata in rapporto ai meridiani magnetici, si utilizza l'altimetro in rapporto alle curve di livello.
Questo strumento che, in ordine di importanza, viene senz'altro dopo la bussola, strutturalmente non è che un barometro aneroide che, oltre alla scala della pressione, ne ha una graduata in metri di altitudine.
Poiché la pressione atmosferica diminuisce con la quota in maniera regolare, i due valori sono in stretta correlazione. Tuttavia ci sono altri parametri che influiscono sullo strumento, quali la temperatura, l'umidità ed il moto della massa d'aria.
Un aumento di temperatura causa una diminuzione della densità dell'aria e quindi della pressione.
Anche un aumento dell'umidità fa diminuire la pressione atmosferica.
Inoltre, sulla cima di un rilievo battuto dal vento, la pressione dell'aria diminuisce per effetto Venturi (l'aumento di velocità di un fluido, causa una caduta di pressione: lo stesso principio fisico che causa aspirazione della benzina all'interno del carburatore dell'auto).
Pertanto, affinché le letture siano affidabili, è necessario ritarare spesso lo strumento, su punti di quota nota, soprattutto in condizioni di tempo variabile.
Inoltre l'altimetro può esserci utile per prevedere il tempo. Immaginiamo di esserci accampati su di un pianoro di quota, ad esempio, 1500 metri. Se dopo qualche ora il nostro altimetro segna invece 1700 metri, poiché non ci siamo mossi, ciò è segno che è la pressione atmosferica ad essere diminuita. Generalmente una diminuzione, specie se repentina, della pressione, è indice di burrasca in arrivo. Al contrario, un aumento della pressione atmosferica è foriera di bel tempo.
Si trovano in commercio altimetri economici con sensibilità di 50 metri ed altri, più costosi, che rilevano dislivelli di solo 10 metri. Questi ultimi sono senz'altro i più adatti. Oggi, anche alcuni orologi da polso digitali, fra altre disparate funzioni, sono in grado di fornire letture altimetriche. Bisogna tener conto che lo strumento presenta una certa inerzia per cui, se stiamo salendo (o scendendo), è bene sostare qualche minuto perché la lettura sia corretta.
 

IddoCop

Biker grossissimus
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LA SCELTA DELLA MOUNTAIN BIKE
Mountain bike front suspended o bi-ammortizzata?
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Il mercato del ciclo offre oggi una scelta di modelli estremamente vasta e sicuramente l’acquisto di una mountain bike non è cosa semplice.
La scelta di una bici da fuoristrada dipende principalmente dall’uso che se ne vuole fare, oltre che dal budget a disposizione.
Fare mountain bike oggi vuol dire utilizzare una bici dotata di forcella ammortizzata. Nessuno vieta di pedalare in fuoristrada con un mezzo provvisto di forcella rigida, ma i limiti sono così notevoli che è meglio utilizzare questa soluzione per percorrere strade sterrate, dove si potrà al più fare una bella scampagnata all’aria aperta.
Se parliamo di uso della bici in montagna, questa dovrà necessariamente essere dotata di forcella ammortizzata per poter garantire stabilità, controllo e maggiore sicurezza. La forcella ammortizzata aumenta la stabilità e la guidabilità del mezzo a tutto vantaggio della sicurezza e del divertimento.
La bici dotata di forcella ammortizzata è definita in termini tecnici “front suspended”.
Sempre più diffuse negli ultimi tempi le bici bi ammortizzate (o “full suspended”) che sono quelle dotate di ammortizzatore anche al carro posteriore.
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La geometria della sospensione posteriore può essere estremamente varia, ed ognuna presenta pregi e difetti, l’obiettivo è comunque sempre quello di consentire una certa escursione anche alla ruota posteriore, cosicché sia in grado anche questa di assorbire ed assecondare le asperità del terreno rendendo la bici più stabile e facile da guidare.
Semplificando al massimo si può dire che una bici bi ammortizzata garantisce maggiore confort e, normalmente, maggiore sicurezza. A parità di condizioni del terreno con la bi ammortizzata sarà possibile affrontare i passaggi più accidentati avendo più aderenza e ricevendo meno sollecitazioni. Assorbendo meglio le asperità del terreno anche il controllo della bici sarà facilitato.
Per contro, sempre parlando in termini generali, questo genere di bici pesano e costano di più e richiedono maggiore manutenzione (maggiore complessità del telaio e delle sospensioni).
Esistono modelli bi ammortizzati piuttosto economici, ma la qualità e le prestazioni di queste bici sono estremamente modeste, tali da sconsigliarne l’utilizzo e di far preferire l’acquisto di una buona front.
In sintesi: o si ha a disposizione un cifra sufficiente per acquistare una buona full oppure è sicuramente preferibile una buona front. Questo discorso va poi tarato in base all’utilizzo che si vuole fare della mtb.
Mountain bike usata
Piuttosto che una scadente bici nuova è preferibile una buona bici usata (in buono stato).

E’ chiaro che i termini “scadente” e “buona” possono essere di diversa interpretazione ed è necessario chiarire cosa si intende.
Per bici scadente, ai fini dell’utilizzo in fuoristrada, si intende la tipica bici da supermercato: pesante, con componenti economici, inaffidabile, spesso non dotata di forcella ammortizzata o, se presente, di pessima qualità. Un mezzo come questo è meglio lasciarlo a chi vuole fare la scampagnata fuori porta, nulla a che fare con l’utilizzo in fuoristrada.
Fatta questa premessa il consiglio è che quando il budget di spesa è limitato, è preferibile valutare l’acquisto di un buon usato.
Acquistare un buon usato senza avere una certa esperienza non è semplice. La cosa migliore è affidarsi ad un negoziante di fiducia. Ci si dovrebbe rivolgere ad un rivenditore specializzato che gode della fiducia dei ciclisti e sperare che abbia disponibile ciò che fa per noi. Molto spesso il rivenditore qualificato offre una garanzia anche sull’usato e questa è una cosa molto utile.
Per l’acquisto di un usato i parametri da prendere in considerazione sono:
- la misura del telaio (da scegliere in relazione alla propria statura)
- le caratteristiche e qualità dei componenti (da scegliere in relazione all’uso che si vuole fare della bici)
- lo stato di usura generale della bici (da valutare con attenta analisi).
L’attenta valutazione prima dell’acquisto si dovrà concentrare sui componenti principali della mountain bike: telaio, forcella, ruote, cambio.
Il telaio va osservato con cura per essere sicuri della sua integrità. Un valore dello stato di usura della bici lo si può avere guardando la parte inferiore del telaio nella zona fra il tubo obliquo e la scatola del movimento centrale: la vernice non deve essere troppo rovinata ed i tubi non devono presentare ammaccature (deterioramento dovuto all’urto di sassi ecc.).
Forcella, cambio e trasmissione non devono presentare giochi e altri sintomi causati all’eccessiva usura.
Le ruote non devono presentare grosse ammaccature o essere storte.
 

martuffo

Biker novus
13/4/08
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Vicenza
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Ciao a tutti !

Causa furto, sono costretto a comprare una nuova Bike, leggendo qui e là nel forum mi sono imbattuto in questo gruppo di entusiasti cubisti, devo dire che mi state contagiando e quindi sto pensando di acquistare anch'io una Cube.
Mi sono convinto a passare ad una Full-suspended sebbene la mia "carissima" Olympia fosse una Hardtail; i miei percorsi sono abbastanza easy, molte salite in asfalto e qualche sentierio sterrato durante l'inverno, in primaveara-estate-autunno invece oso anche imbattermi in percorsi più tecnici.
C'è qualche anima buona che mi può dare unconsiglio su quale modello ed eventuale configurazione orientarmi considerando che il mio Budget si aggira sui 2000-3000 Euro ?
Inoltre se avete un pò di tempo in più potete spiegarmi che differenze ci sono trai vari modelli di Full-suspended proposti nel catalogo Cube ?
Grazie !!
 

roy75

Biker tremendus
16/1/08
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riva del garda
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Ciao a tutti !

Causa furto, sono costretto a comprare una nuova Bike, leggendo qui e là nel forum mi sono imbattuto in questo gruppo di entusiasti cubisti, devo dire che mi state contagiando e quindi sto pensando di acquistare anch'io una Cube.
Mi sono convinto a passare ad una Full-suspended sebbene la mia "carissima" Olympia fosse una Hardtail; i miei percorsi sono abbastanza easy, molte salite in asfalto e qualche sentierio sterrato durante l'inverno, in primaveara-estate-autunno invece oso anche imbattermi in percorsi più tecnici.
C'è qualche anima buona che mi può dare unconsiglio su quale modello ed eventuale configurazione orientarmi considerando che il mio Budget si aggira sui 2000-3000 Euro ?
Inoltre se avete un pò di tempo in più potete spiegarmi che differenze ci sono trai vari modelli di Full-suspended proposti nel catalogo Cube ?
Grazie !!
innanzitutto,mi dispiace x il furto della tua olympia...in passato è successo anche a me...cmq un consiglio?beh dipende un pò cosa intendi farci,leggendo ciò che hai scritto io ti proporrei una AMS PRO
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anche se sono sicuro che i miei compagni cubisti opteranno x una STEREO
stereo_orange.jpg

o una STING
sting_schwarz.jpg
 

IddoCop

Biker grossissimus
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Ciao a tutti !

Causa furto, sono costretto a comprare una nuova Bike, leggendo qui e là nel forum mi sono imbattuto in questo gruppo di entusiasti cubisti, devo dire che mi state contagiando e quindi sto pensando di acquistare anch'io una Cube.
Mi sono convinto a passare ad una Full-suspended sebbene la mia "carissima" Olympia fosse una Hardtail; i miei percorsi sono abbastanza easy, molte salite in asfalto e qualche sentierio sterrato durante l'inverno, in primaveara-estate-autunno invece oso anche imbattermi in percorsi più tecnici.
C'è qualche anima buona che mi può dare unconsiglio su quale modello ed eventuale configurazione orientarmi considerando che il mio Budget si aggira sui 2000-3000 Euro ?
Inoltre se avete un pò di tempo in più potete spiegarmi che differenze ci sono trai vari modelli di Full-suspended proposti nel catalogo Cube ?
Grazie !!

IO più di un consiglio ti chiedo perchè hai aperto una nuova discussione inutile, perchè la tua richiesta la potevi postare in una discussione già esistente!!!!!

Il CapoCube :arrabbiat::arrabbiat:
 

pippixe

Biker grossissimus
29/2/08
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Tra Latina e Quartu S.Elena
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Lo sapevo che combinavo un guaio :omertà:.
Agente mi dispiace, porti pazienza sono un principiante, da oggi mi metto in auto-punizione.:specc:



Stai tranquillo martuffo, è giusto che il Kapo faccia certe puntualizzazioni per evitare l'anarchia mediatica. Però è evidente quando un errore si fa con intenzione o meno e nel tuo caso è altrettanto evidente la totale buona fede. Vedrai che ora riceverai un mucchio di risposte. La mia è che hai un buon budget e, stante la tua premessa da cui emerge il fatto che non sei solito fare percorsi particolarmente "tecnici", la AMS sembra la scelta migliore. Se però hai in progetto la voglia di lanciarti in tracciati più duri, caratterizzati da sentieri difficili, con frequenti salite e discese e fondi pietrosi e particolarmente dissestati, forsa potresti pensare alla Stereo che, guardacaso è quella che sto aspettando io.
In ogni caso CUBE è la scelta giusta: estetica unica, ottimo rapporto qualità/prezzo, eccellenza materiali. Mi auguro di poter leggere un tuo post nella sezione Censimento dopo che hai fatto la tua scelta.
 

IddoCop

Biker grossissimus
15/4/07
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Stai tranquillo martuffo, è giusto che il Kapo faccia certe puntualizzazioni per evitare l'anarchia mediatica. Però è evidente quando un errore si fa con intenzione o meno e nel tuo caso è altrettanto evidente la totale buona fede. Vedrai che ora riceverai un mucchio di risposte. La mia è che hai un buon budget e, stante la tua premessa da cui emerge il fatto che non sei solito fare percorsi particolarmente "tecnici", la AMS sembra la scelta migliore. Se però hai in progetto la voglia di lanciarti in tracciati più duri, caratterizzati da sentieri difficili, con frequenti salite e discese e fondi pietrosi e particolarmente dissestati, forsa potresti pensare alla Stereo che, guardacaso è quella che sto aspettando io.
In ogni caso CUBE è la scelta giusta: estetica unica, ottimo rapporto qualità/prezzo, eccellenza materiali. Mi auguro di poter leggere un tuo post nella sezione Censimento dopo che hai fatto la tua scelta.

Te lo appoggio!!!!! :celopiùg:
 

roy75

Biker tremendus
16/1/08
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riva del garda
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ho un piccolo quesito x gli amici più esperti di me naturalmente dotati di una full,mi sta balzando in mente di dar dentro la mia ltd cc '08 per prendere una ams 100 comp...sempre se il mio sivende mi tratta coi guanti se nn erro l'ams100 comp dovrebbe venire 1499 o sbaglio?cmq...dite che mi converrebbe?solo che la componentistica(nel complesso) nn mi sembra migliore di quella che già monta la mia ltd cc...o sbaglio?
 

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