Brilla l'argento della Lechner (fonte www.gazzetta.it)
RIVERA (Svizzera), 3 settembre 2003 - Come passare dalla polvere, quella vera, alla gloria. Altrettanto vera. Eva Lechner c'era già passata, ma aveva scritto e letto solo la prima parte della vicenda: ai Mondiali 2002 era caduta, poi si era rialzata ma solo per andare a casa, visto che non c'era verso di poter continuare la gara. Un altro anno, un altro mondiale, un'altra storia. Completa, soprattutto: Eva è andata un'altra volta per terra, ha mangiato terra e polvere del circuito di Rivera, in Svizzera, poi si è rialzata. E a casa sua ci torna, sì, ma con una bella medaglia d'argento che le penzola dal collo.
Rimonta è parola facile da pronunciare, tutto il contrario da mettere in pratica. L'azzurra è prima quando cade su una buca in un tratto pianeggiante durante il primo giro (quattro in tutto, da 6,2 km ciascuno) che chiude decima: l'australiana Mathison si può involare verso un oro già scritto e assolutamente meritato (è il bis dello scorso anno), Eva e la medaglia d'argento sono lontane un minuto. Che il finale sarà diverso da quello che poteva sembrare si capisce già alla tornata successiva, quando la Lechner comincia a tenere il podio nel mirino (quarta). Leggere i tempi parziali toglie ogni dubbio: la rimonta deve solo essere completata.
Alla fine della terza tornata la Lechner è seconda, nella quarta segna addirittura il miglior tempo parziale dopo la Mathison, nonostante due scivolate in salita e un centinaio di metri percorsi a piedi. La tedesca Grieb non molla, finisce addirittura contro un materasso di protezione nella foga della rimonta, ma non le resta niente di più che rimanere di bronzo. L'ultima donna a vincere una medaglia nel cross country juniores era stata Paola Zucchinali (bronzo), undici anni fa. Il commissario tecnico Alfonso Morelli si gode la prima medaglia di questi Mondiali: "A una medaglia ci credevo - ci racconta -. Eva si era preparata benissimo, e ha dimostrato grande carattere nel reagire alla caduta. Il percorso era molto impegnativo: la Mathison volava, lei è stata bravissima soprattutto in salita".
I pensieri, difficili da rallentare e impossibili da frenare, corrono già ai paragoni con Paola Pezzo, la più grande specialista che l'Italia abbia mai avuto. Anche Eva Lechner corre: forse, anzi senza forse, la Pezzo è ancora lontana, ma la festa per un argento bello e brillante molto meno. Un ultimo colpo di pedale, e si accorgerà che è proprio lì che l'aspetta, assieme alla sera.
RIVERA (Svizzera), 3 settembre 2003 - Come passare dalla polvere, quella vera, alla gloria. Altrettanto vera. Eva Lechner c'era già passata, ma aveva scritto e letto solo la prima parte della vicenda: ai Mondiali 2002 era caduta, poi si era rialzata ma solo per andare a casa, visto che non c'era verso di poter continuare la gara. Un altro anno, un altro mondiale, un'altra storia. Completa, soprattutto: Eva è andata un'altra volta per terra, ha mangiato terra e polvere del circuito di Rivera, in Svizzera, poi si è rialzata. E a casa sua ci torna, sì, ma con una bella medaglia d'argento che le penzola dal collo.
Rimonta è parola facile da pronunciare, tutto il contrario da mettere in pratica. L'azzurra è prima quando cade su una buca in un tratto pianeggiante durante il primo giro (quattro in tutto, da 6,2 km ciascuno) che chiude decima: l'australiana Mathison si può involare verso un oro già scritto e assolutamente meritato (è il bis dello scorso anno), Eva e la medaglia d'argento sono lontane un minuto. Che il finale sarà diverso da quello che poteva sembrare si capisce già alla tornata successiva, quando la Lechner comincia a tenere il podio nel mirino (quarta). Leggere i tempi parziali toglie ogni dubbio: la rimonta deve solo essere completata.
Alla fine della terza tornata la Lechner è seconda, nella quarta segna addirittura il miglior tempo parziale dopo la Mathison, nonostante due scivolate in salita e un centinaio di metri percorsi a piedi. La tedesca Grieb non molla, finisce addirittura contro un materasso di protezione nella foga della rimonta, ma non le resta niente di più che rimanere di bronzo. L'ultima donna a vincere una medaglia nel cross country juniores era stata Paola Zucchinali (bronzo), undici anni fa. Il commissario tecnico Alfonso Morelli si gode la prima medaglia di questi Mondiali: "A una medaglia ci credevo - ci racconta -. Eva si era preparata benissimo, e ha dimostrato grande carattere nel reagire alla caduta. Il percorso era molto impegnativo: la Mathison volava, lei è stata bravissima soprattutto in salita".
I pensieri, difficili da rallentare e impossibili da frenare, corrono già ai paragoni con Paola Pezzo, la più grande specialista che l'Italia abbia mai avuto. Anche Eva Lechner corre: forse, anzi senza forse, la Pezzo è ancora lontana, ma la festa per un argento bello e brillante molto meno. Un ultimo colpo di pedale, e si accorgerà che è proprio lì che l'aspetta, assieme alla sera.