posto anche qui la mia prima uscita... è una questione di necessità dialettica! :D
amici, awawa!!!
Vi scrivo perchè ho bisogno di sfogarmi, di esternare, e siccome qui da me tutti quanti (ragazza e famiglia in primis) si sono già rotti di sentir parlare di bici, ecco che ho pensato di annoiare voi. Il motivo è presto detto: sono guarito dall'influenza (allelujah!) ...e mi sono ammalato di mountainbikelismo!!
OGGI HO PORTATO LA BESTIA AL SUO PRIMO GIRO...
A qualcuno interessa? si? no? forse? beh, come vi pare, io vi racconto come è andata:
innanzitutto premetto che sono ancora un tantino convalescente, per cui oggi mi ero riproposto di fare giusto qualche km in asfalto e magari una spruzzatina di sterrato, appena per testarla...
La prima cosa che però ho fatto è stata dare un'occhiata a quel simpatico deragliatore della Chicco, che infatti mi ha dato qualche grattacapo... Sono riuscito dopo mezz'oretta a settarlo in modo più o meno decente, agendo su viti, cavo e pure spostando di poco l'attacco del deragliatore al telaio... finalmente sono riuscito a trovare una sistemazione dignitosa, e contento ho inforcato la bici...aaaaahhhh non mi sembrava vero di stare sopra una bici vera, il confronto con il mio vecchio sportello è abissale (e questo vi fa intuire che razza di mezzo utilizzassi prima!)... i primi km sono stati molto tranquilli, li ho percorsi quasi tutti in asfalto...ma poi! Non so come ma la mia bella sembrava essere particolarmente attratta dall'orizzonte, e quei pochi minuti previsti inizialmente hanno iniziato a farsi numerosi. A proposito, mentre pedalavo, immerso nei miei pensieri e nella musica in cuffia ho avuto una rivelazione. E ho battezzato la mia belva "Arrastòsa"...eh eh nome quantomai appropriato!
Comunque, Arrastosa ha continuato a portarmi a spasso, con qualche fermata per fare alcune foto (come se mi fosse appena nata una figlia)... ero molto contento, talmente tanto che la accarezzavo come una gattina...e intanto cambiavo marcia ogni due secondi, un pò per prendere confidenza, un pò perchè mi dispiaceva scontentare qualche marcia non utilizzandola e preferendone altre (si sarebbero potute offendere!)...
Com'è, come non è, arrivo dalla pianura al limite di alcune collinette tra Decimoputzu e Villaspeciosa, un luogo molto carino, risparmiato tra macchia mediterranea e grossi e piccoli blocchi di granito. In questo luogo sorgono, a pochissima distanza, almeno 3 grossi villaggi nuragici, un pozzo sacro con ingresso "in antis", almeno tre nuraghi(di cui uno che potrebbe essere stato modificato in età successiva come luogo di culto o abitazione) con una possibile una tomba dei giganti a lato; insomma un enorme sito archeologico del tutto abbandonato (scusate se ne parlo troppo, deformazione professionale eh eh) a cavallo di alcune colline, quelle di Is Cuccureddus e Monte Idda, che dominano la piana del Campidano fino a Cagliari e ai Sette Fratelli, ai monti di Capoterra, il monte Arcosu, il castello di Acquafresca e i lontani monti del Sulcis e dell'Iglesiente, mentre dall'altra parte gettano l'occhio fino a tutto il Campidano di Oristano, il monte Arci e quelli lontani della Marmilla e del Sarcidano. Nelle belle giornate invernali si vedono anche le cime del Gennargentu coperte di nevi...
Arrivo proprio al limite della pianura, dove si trova il primo villaggio nuragico e la bella fonte sacra, testimoni muti di 3000 anni di storia... A questo punto Arrestosa decide che l'asfalto non le basta: mi obbliga a prendere lo sterrato a sinistra, che inizia la sua ascesa verso la collina, e metro dopo metro le mie gambe ancora malaticce sentono il peso dei miei 90 chili (novanta, dicasi novanta, povera la mia bella!)...inoltre la strada peggiora rapidamente, diventando ben presto un sentiero che si inerpica tra alberi, arbusti di ginepro e mirto e tra i primi muri curvilinei delle capanne del villaggio nuragico.
E qui inizia il tosto: il sentierino tra pietre e alberi è ormai stretto, ma soprattutto in forte pendenza, e sperimento per la prima volta il piacere del bloccaggio della forcella al momento giusto...Peccato che però non basti alle mie scarse forze, in alcuni tratti scendo e spingo, ma non mi sento sconfitto, in fondo ho tanto tempo per migliorare! tornante dopo tornante la cima della collina si avvicina, una cima affascinante, dalla cui sommità domina la pianura sottostante una grande croce in ferro, piantata su un notevole sperone di granito semicoperto dagli arbusti. A pochi metri da questa una struttura antica che non mi è molto chiara. Certamente un nuraghe, in blocchi granitici come tutte le costruzioni di questi siti, ma anche una struttura tendente maggiormente al rettilineo che rivela in superficie materiali moderni, e poi ancora ceramica da mensa ad impasto grossolano e qualche rado frammento di ceramica fine presumibilmente di età nuragica... Sia quel che sia decido che mi sono fermato abbastanza ad ammirare il panorama, ma voglio proseguire, e invece di scendere da dove sono salito decido di proseguire verso le collinette adiacenti, attraverso uno strettissimo sentiero che corre lungo i profili alti dei rilievi.
Arrivati ad un certo punto il percorso si fa in discesa, ma sono discese che mi fanno venire i brividi, ripide a dir poco, con la terra smossa e scivolosa come non mai...Decido di scendere e fare un tratto a piedi, aggrappandomi alla bici completamente frenata per evitare di ruzzolare anche se a piedi...voi mi direte che sono stato un vigliacco ahahaha...beh io vi dico che cadere alla prima uscita mi sarebbe sembrato anche peggio! :P
..arrivo finalmente ad un tratto più "umano", rinforco la sella e inizio a correre come un disperato lungo il crinale, fino a raggiungere di nuovo una stradina più larga, a cavallo tra Monte Idda e Is Cuccureddus, dove si intravvedono le tracce di un enorme villaggio nuragico che occupa mezza collina, fino alla parte sommitale, ancora coincidente con il profilo tronco conico del nuraghe Idda, coperto dalla vegetazione...E qui sono alcuni minuti di puro divertimento, Arrastosa corre come una matta e io non posso non assecondarla! Prima di iniziare ho messo "Adios amigos" dei Ramones in cuffia...mi è sembrato appropriato! :) alla fine della discesa la stradina diventa un rudimentale basolato in pietra, e mi sembra di essere in una di quelle poltrone che vibrano...una veloce corsa a 50 all'ora ed è di nuovo la pianura: mi allontano, invero un pò stanco, verso l'antica chiesetta di campagna di San Basilio, distante qualche km. Proseguendo lungo la stradina asfaltata incrocio un trattore, ma resisto alla perfida tentazione di aggrapparmi all'aratro per farmi comodamente portare, come facevo da ragazzino... Arrivo al centro campestre, costeggiando di lato un antico mulino; il tempo di riempire la borraccia e ripartire e invece vengo fermato da un signore attempato che mi parla dell'importanza delle raccomandazioni nella vita: "ottimo, mi mancava questa" e riparto... Il rientro a casa è bello, e mi sento soddisfatto della prima puntata... Scendo dal mezzo tutto contento, e qui si spiega la vera funzione della sella della deca: è quella di farti scendere dalla bici per dolore di popò, altrimenti continueresti a starci per troppo tempo! col sedere tutto indolenzito corro a "docciarmi", e già non vedo l'ora di scrivervi e di postare qualche bella immagine...
è ufficiale, c'è amore!!! :D W la mia Arrastosa, il primo giro è già stato un maltrattamento fuori strada, imprevisto ma emozionante, eppure non ha battuto ciglio, si è bevuta strada, sassi, spuntoni di roccia, terra e arbusti....il mio carro armato biancoverde vestito! :)
Qui finisce questa prima puntata, grazie della pazienza!