tu cosa vuoi che difenda l'ordinamento? i bambini, certo, ma più ampiamente, ti interessa che tuteli la vita?
allora come puoi chiedere ad uno stato che condanna l'omicidio che ne commetta uno?
all'uomo non è dato impartire la morte o decidre che questa venga impartita: è una decisione che travalica le nostre capacità.
non è tanto questione di errori possibili a mai del tutto evitabili, ma di tutela assoluta di un principio. come se lo stato divenisse criminale. lo stesso dicasi per la tortura. per le pene infamanti.
ci sono dei diritii, quelli che vengono definiti "diritti dell'uomo", che neppure lo stato può violare: la dignità, la vita, la libertà di parola ecc ecc.
la civiltà sta proprio qui: nel essere capaci di concepire e nel rendere reale un ordinamento in cui mai questi diritti vengano lesi, anche quando si tratti di persone disgustose, che ragionando con lo stomaco meriterebbero la morte.
dici"se capitasse a te": certo, se capitasse a me ragionerei come te, ed è per questo che c'è un ordinamento giuridico, per questo le leggi sono scritte, come si dice, senza passione. perch la passione non porta mai alla giustizia.
quanto poi alla riabilitazione, è un discorso complesso e lungo, e credo che in base a quanto dici forse tu non hai voglia di capirlo o non fa parte della tua personalità. ti chiedo però davvero di pensarci, perchè p uno di quegli argomenti che quando si arriva a condividere, regalano qualcosa. è un principio che è figlio non solo della criminologia e del diritto, ma anche dell'umanesimo, delle menti illuminate che sono vissute in europa nei secoli passati e, se volete, anche delle religioni....non ci sono mai colpevoli, ma sempre comunque vittime e la figura del carnefice è spesso lo specchio della vittima. ora direte tutti in coro che un pedofilo qua, un pedofilo là....insomma, lo so, è una idea che sempra stramba, ma vi chiedo di ragionarci.
leggete, se ne avete voglia, un racconto di Borges dove parla di Caino e Abele.
a parte questo, il concetto di riabilitazione è particolarmente adeguato a casi schifosi e terribili come quello della pedofilia, perchè questo orribile crimine non solo è spesso coincidente con una malattia mentale, ma anche con abusi subiti nell'infanzia.
a volte non è così, a volte c'è un alessi che uccide un bambino....cosa dire in quqesti casi? la risposta la lascio sospesa, perchè se io fossi diventato come avrei voluto per un periodo della mia vita, giudice, credo di fronte a un caso così avrei voluto trovare una risposta nei padri e nella legge. siamo uomini, deboli e figli delle passioni, è per questo che dobbiamo saper cercare altrove le risposte che siamo troppo piccoli per saper concepire da soli.
perchè secondo voi nella costituzione c'è scritto che la pena è solo riabilitativa?
vve lo siete mai chiesto perchè non si parla di espiazione, punizione, vergogna, esempio ecc ecc?
allora come puoi chiedere ad uno stato che condanna l'omicidio che ne commetta uno?
all'uomo non è dato impartire la morte o decidre che questa venga impartita: è una decisione che travalica le nostre capacità.
non è tanto questione di errori possibili a mai del tutto evitabili, ma di tutela assoluta di un principio. come se lo stato divenisse criminale. lo stesso dicasi per la tortura. per le pene infamanti.
ci sono dei diritii, quelli che vengono definiti "diritti dell'uomo", che neppure lo stato può violare: la dignità, la vita, la libertà di parola ecc ecc.
la civiltà sta proprio qui: nel essere capaci di concepire e nel rendere reale un ordinamento in cui mai questi diritti vengano lesi, anche quando si tratti di persone disgustose, che ragionando con lo stomaco meriterebbero la morte.
dici"se capitasse a te": certo, se capitasse a me ragionerei come te, ed è per questo che c'è un ordinamento giuridico, per questo le leggi sono scritte, come si dice, senza passione. perch la passione non porta mai alla giustizia.
quanto poi alla riabilitazione, è un discorso complesso e lungo, e credo che in base a quanto dici forse tu non hai voglia di capirlo o non fa parte della tua personalità. ti chiedo però davvero di pensarci, perchè p uno di quegli argomenti che quando si arriva a condividere, regalano qualcosa. è un principio che è figlio non solo della criminologia e del diritto, ma anche dell'umanesimo, delle menti illuminate che sono vissute in europa nei secoli passati e, se volete, anche delle religioni....non ci sono mai colpevoli, ma sempre comunque vittime e la figura del carnefice è spesso lo specchio della vittima. ora direte tutti in coro che un pedofilo qua, un pedofilo là....insomma, lo so, è una idea che sempra stramba, ma vi chiedo di ragionarci.
leggete, se ne avete voglia, un racconto di Borges dove parla di Caino e Abele.
a parte questo, il concetto di riabilitazione è particolarmente adeguato a casi schifosi e terribili come quello della pedofilia, perchè questo orribile crimine non solo è spesso coincidente con una malattia mentale, ma anche con abusi subiti nell'infanzia.
a volte non è così, a volte c'è un alessi che uccide un bambino....cosa dire in quqesti casi? la risposta la lascio sospesa, perchè se io fossi diventato come avrei voluto per un periodo della mia vita, giudice, credo di fronte a un caso così avrei voluto trovare una risposta nei padri e nella legge. siamo uomini, deboli e figli delle passioni, è per questo che dobbiamo saper cercare altrove le risposte che siamo troppo piccoli per saper concepire da soli.
perchè secondo voi nella costituzione c'è scritto che la pena è solo riabilitativa?
vve lo siete mai chiesto perchè non si parla di espiazione, punizione, vergogna, esempio ecc ecc?