Opinione I dazi di Trump minacciano di affondare il settore ciclo

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savutdame

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Dopo aver letto che la Meloni è senza ideologia, che Berlusconi viene ancora osannato e che Trump fa bene, quello che mi chiedo è:
che cosa mettete nella borraccia? Ma soprattutto, che vita di merda che devono avere certi individui. Mi dispiace per loro.
Io sono dell’idea che non si può stare bene se viviamo in una società dove ci sono persone che stanno male, qui vengono lodati dei Robin Hood al contrario.
 

MarcoGal

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Dopo aver letto che la Meloni è senza ideologia, che Berlusconi viene ancora osannato e che Trump fa bene, quello che mi chiedo è:
che cosa mettete nella borraccia? Ma soprattutto, che vita di merda che devono avere certi individui. Mi dispiace per loro.
Io sono dell’idea che non si può stare bene se viviamo in una società dove ci sono persone che stanno male, qui vengono lodati dei Robin Hood al contrario.
È quello che ci chiediamo in molti vedendo commenti del genere…Personalmente (scusa il bisticcio) vivo una vita tranquillissima. Basta scindere la realtà dalla fantasia, non è difficile.
 

Honestlypino

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Guarda, ringraziamo di avere la Meloni che è una persona saggia e competente e soprattutto senza ideologie, nel caso Salvini sarebbe comunque meglio dell'armocromista che è il nulla cosmico.

Per dare un'idea delle competenze a sinistra... sono tutti sul piede di guerra che vorrebbero il pugno duro e subito dei contro dazi quando non hanno capito che i dazi si combattono TRATTANDO ed i contro dazi sarebbero solo peggiorativi.
Addirittura la BCE (non Libero) ha detto che con i dazi la previsione di diminuzione PIL è del 2/3 % ma con il contro dazi sale al 5%... gisuto per far capire a sinistra cosa non capiscono una sega di economia ma vanno avanti solo ad ideologie su chi è brutto e cattivo e chi è bello e buono...

In una situazione del genere fortunatamente abbiamo un certo canale privilegiato con Trump che va sfruttato per trattare e ricordo che in europa di dazi sull'america ne abbiamo e tanti... vedi auto americane.

Oltretutto non tutti i prodotti colpiti dai dazi avranno una diminuzione, faccio un esempio: agricoltura
le maggiori esportazioni sono di pasta ed olio, la pasta hanno già previsto che non subirà variazioni in quanto resta il pasto meno caro e non gli conviene produrla in loco, l'olio idem come è già stato sulla crisi produttiva di 2 anni fa e conseguente aumento dei prezzi, nessuna diminuzione degli acquisti anche perchè in loco non gli conviene e poi c'è la demonizzazione dell'olio di semi a favore dell'oliva extravergine..
questo per fare 2 esempi, il vino lo baratti con il whisky
Il fresco invece subirà diminuzioni
Insomma i casi sono i più disparati ma il panico è l'avversario peggiore
Detto che delle bici americane non ci frega una sega il mercato bici ha fatto già tutto da solo


sid

Su reddit esiste la sezione ''r/Shitamericanssay'' con questo post potremmo inaugurare la succursale italiana.
 

fafnir

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Dopo aver letto che la Meloni è senza ideologia, che Berlusconi viene ancora osannato e che Trump fa bene, quello che mi chiedo è:
che cosa mettete nella borraccia? Ma soprattutto, che vita di merda che devono avere certi individui. Mi dispiace per loro.
Io sono dell’idea che non si può stare bene se viviamo in una società dove ci sono persone che stanno male, qui vengono lodati dei Robin Hood al contrario.
È certificato che meloni sia senza ideologia e pure Salvini, hanno detto tutto e il contrario di tutto. L' unica ideologia che hanno è quella della convenienza elettorale
Meloni si fa accarezzare da biden ed è il cagnolino di Trump, però dice di essere sovranista.

Pagherei per avere un presidente che ha davvero una sua ideologia e che la mantiene con coerenza, ma mi accontenterei anche di qualcuno senza ideologia e con un QI nella norma.
I nostri leader sono scelti tra i più mediocri che il nostro paese ha a disposizione
 

MarcoGal

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volevo scriverlo alla 'Rampini' miscter scsramp ma non sarebbe stato compreso :-) la metto un po' sull'ironia perché tutte le volte che aprono una discussione politica più o meno mascherata poi va a finire a coltellate... in questo supporto l'idea del cavaliere: meglio la fga.
Su questo non si puo’ che essere d’accordo!
 
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Torniamo in topic, parliamo di dazi e di come vanno a toccare il settore bici. Da domani 9 aprile tutte le merci che arrivano negli USA sono sottoposte a dazi, questo vuol dire che se da domani arriva una nave portacontainer a Los Angeles, provenienza Cina, la merce verrà tassata cash (= sull'unghia) al momento dello sdoganemento.
I conti sono presto fatti: su un valore di 1 milione di dollari, la trek o specialized in questione dovrà sborsarne 340.000 che non erano previsti. In contanti. Per non parlare di chi, come Yeti, importa dal Vietnam, dove i dazi sono del 46%. Prima con vietnam erano zero.
Secondo me questa è una situazione insostenibile.
 

sideman

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Torniamo in topic, parliamo di dazi e di come vanno a toccare il settore bici. Da domani 9 aprile tutte le merci che arrivano negli USA sono sottoposte a dazi, questo vuol dire che se da domani arriva una nave portacontainer a Los Angeles, provenienza Cina, la merce verrà tassata cash (= sull'unghia) al momento dello sdoganemento.
I conti sono presto fatti: su un valore di 1 milione di dollari, la trek o specialized in questione dovrà sborsarne 340.000 che non erano previsti. In contanti. Per non parlare di chi, come Yeti, importa dal Vietnam, dove i dazi sono del 46%. Prima con vietnam erano zero.
Secondo me questa è una situazione insostenibile.
Gli Italiani finalmente compreranno Thok che è da tempo la bici migliore e alle americane fa un culo grosso come una casa... per i muscolari ci toglieranno il motore...

:mrgreen::mrgreen::mrgreen::mrgreen::mrgreen:
 

lorenzom89

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Torniamo in topic, parliamo di dazi e di come vanno a toccare il settore bici. Da domani 9 aprile tutte le merci che arrivano negli USA sono sottoposte a dazi, questo vuol dire che se da domani arriva una nave portacontainer a Los Angeles, provenienza Cina, la merce verrà tassata cash (= sull'unghia) al momento dello sdoganemento.
I conti sono presto fatti: su un valore di 1 milione di dollari, la trek o specialized in questione dovrà sborsarne 340.000 che non erano previsti. In contanti. Per non parlare di chi, come Yeti, importa dal Vietnam, dove i dazi sono del 46%.
Secondo me questa è una situazione insostenibile.
non hai idea della pena che provo per i tre marchi che hai citato, trek, specialized e yeti !!!! mi fanno proprio una pena che non ti dico :mrgreen: :mrgreen: , quasi quasi adesso gli mando un bonifico per sostenerli perché secondo me vendendo le bici a 10k poverini facevano la fame....

io sulla questione bici sono ben tranquillo, in italia (e in europa) abbiamo tanta tradizione manifatturiera e tante industrie che ci sono già e di nuove che potrebbero rifiorire, già adesso abbiamo formula, campagnolo, miche, fulcrum, fm bike, rdr, protek ecc.. ecc..
 

fafnir

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sicuramente meglio della tua che la passi a rosicare perchè non governa quello che piace a te... e rosichi ancora di più perchè nonostante tutto i sondaggi la danno sempre in testa, roba che chi è abituato a governare senza i voti si sogna...

poi abbiamo quelli che sono uno step avanti... se non governa quello che piace a lui vorrebbero ribaltarlo...con frasi del genere :

"nella speranza che nel frattempo gli Americani rinsaviscano e defenestrino il vecchio rincoglionito e la sua ghenga di leccapiedi"

Come sempre concetti di democrazia molto personalizzati :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: tra gli illuminati di sx... (avessero governato loro oggi avremmo la "tassa trump" :mrgreen::mrgreen::mrgreen::mrgreen:)

Dai che se continuate cosi ve toccano altri 5 annni... :azz-se-m: Schlein e Conte... fa ridere solo a pensarlo...non vanno d'accordo manco sul decidere dove sorge il sole...

sid
Faccio una precisazione tanto per riportare le cifre più o meno reali.
Il 26% degli italiani votano meloni in un paese dove votano metà persone, meloni è votata dal 13% degli italiani e il restante 87% o la detesta o detesta lei tanto quanto gli altri disponibili da votare.

Comunque le prossime l' affluenza sarà sul 40%.

C'è uno stimolo di vomito diffuso in tutto il paese quando si sente parlare di certi personaggi. La cosa rassicurante è che tanto non contano quasi nulla, possono giusto decidere sulle cazzatine
 

savutdame

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È certificato che meloni sia senza ideologia e pure Salvini, hanno detto tutto e il contrario di tutto.
si fanno appoggiare da Forza Nuova, Casa Pound e affini. Hanno fondato il loro “successo” sull’odio del diverso.
Spalleggiano i ricchi a discapito dei meno abbienti. Per me è una ideologia molto chiara. Il problema è quello che fanno, non quello che dicono, che è fumo negli occhi proprio per fare ciò che vogliono.
 

fafnir

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si fanno appoggiare da Forza Nuova, Casa Pound e affini. Hanno fondato il loro “successo” sull’odio del diverso.
Spalleggiano i ricchi a discapito dei meno abbienti. Per me è una ideologia molto chiara. Il problema è quello che fanno, non quello che dicono, che è fumo negli occhi proprio per fare ciò che vogliono.
Non hanno ideologia, il movimento sociale aveva ideologia o anche alleanza nazionale quando hanno fatto cadere Berlusconi sulla giustizia. Questi dicono quello che la parte di destra del paese vuole sentire, l' unico obiettivo è il potere e gli affari anche a costo di sconfessare tutto, sport a cui sono abituati ogni giorno
 

savutdame

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Secondo me questa è una situazione insostenibile.
ci sarebbe da godere per i pro Trump con aziende e affari in Cina, però a rimetterci saranno quei poveri cristi dei loro dipendenti.
 

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si fanno appoggiare da Forza Nuova, Casa Pound e affini. Hanno fondato il loro “successo” sull’odio del diverso.
Spalleggiano i ricchi a discapito dei meno abbienti. Per me è una ideologia molto chiara. Il problema è quello che fanno, non quello che dicono, che è fumo negli occhi proprio per fare ciò che vogliono.
ah ah ah ah
che contano lo 0.1 %
ma dove vivete???

L'ideologia della sinistra:
Contro le forze dell'ordine a prescindere sempre e comunque
Tra un delinquente ed una persona per bene il delinquente ha sempre ragione
A favore dell'immigrazione clandestina
A favore di qualunque tassa
Contro la proprietà privata e a favore delle occupazioni delle case
Contro la sicurezza
A favore dell'ideologia woke
Contro i lavoratori
e quando non sanno dove battere la testa... ritorna il fassismo .... :-| più ora di 40 anni fa :mrgreen::mrgreen::mrgreen:

Poi ci si domanda perchè non vincono le elezioni...

sid

P.S.
chi non va a votare non ha voce in capitolo accetta le decisioni degli altri, quindi @fafnir il tuo 40% non è corretto, si chiama assenso della maggioranza, come per le riunioni di condominio... cosi magari si capisce meglio dato che mi pare una materia lacunosa per tanti
 

marco

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@sideman attendo ancora i ringraziamenti per averti tolto il cappellino Maga dall'avatar.
@tutti gli altri: ignoratelo, è come i vecchi che guardano i cantieri e pensano di aver ragione.

Piuttosto apriamo le scommesse se il Pannocchia proroga parte dei dazi, visto che domani è il giorno X.
Copio e incollo un articolo del NYT molto interessante a riguardo, scritto da un repubblicano: https://www.nytimes.com/2025/04/08/opinion/trump-tariffs-success-failure.html

Last week’s “Liberation Day” marked a kind of D-Day in the effort to reorder the international economic system. That reordering is desperately needed to address the system’s imbalances, which have led to deindustrialization and annual trillion-dollar trade deficits for the United States. But remember, far from striking World War II’s decisive blow, D-Day was just the start of the European campaign. Eleven months of vicious fighting followed, with more than 100,000 Americans killed before victory was secured. With the tariffs, too, success or failure depends on what happens next, and the nation will have to bear real costs while the outcome hangs in the balance.
The breadth, speed and severity of President Trump’s actions, which he finalized only shortly before the Rose Garden announcement, sparked immediate panic across markets and among allies. The airwaves filled with dire predictions as people scrutinized the sources and sizes of the numbers, the strategy and even the legal authority. Amid the hysteria, fair concerns have also emerged about what the plan lacks: time for companies and governments to respond, permanence for those tariffs intended to shift investments and a clear vision of the goals and how to reach them. But there are simple steps the administration could take now to correct course and move from its embattled beachhead into a sustainable forward position.
The 10 percent global tariff — a foundational permanent policy, which has already taken effect, and which carries a tolerable cost — is the right starting point. Congress should vote it into law as soon as possible. That would confirm its permanence and also provide substantial tax revenue that could help Capitol Hill solve some of its budget math problems. A bill to this effect, the Built USA Act (which I have championed), was introduced in January by Representative Jared Golden, a conservative Democrat.
For the higher, country-specific tariffs that Mr. Trump calls “reciprocal,” the first priority should be to scale them up more gradually, to give markets and allies time to adapt. Throwing supply chains into maximal disarray and imposing the highest burdens faster than companies could possibly move to avoid them leads to excessive costs with few attendant benefits. A second priority for the White House should be communicating the president’s ultimate vision and his plan for getting from here to there, so that everyone can have confidence in the direction and act accordingly. Some opacity may help in preserving leverage, but America’s core demands of its allies should be plain for all to see.

Among targets of the reciprocal tariffs, China belongs in its own category. Having already raised tariffs on China to 20 percent across the board since taking office, above other tariffs already in effect for some products, the president added 34 percentage points on “Liberation Day” and on Monday threatened an additional 50 percentage points if China didn’t back down from its retaliation. The new base line of 54 percent, absent retaliation, approximates the 60 percent tariffs for China on which he campaigned and is best understood as permanent. That’s the right move if the goal is, as it should be, to disentangle the American and Chinese economies. In his first term, he sought to make a deal with Xi Jinping. Now Mr. Trump is, rightly, walking away.
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But going from 0 to almost 60 so fast is unnecessary and unwise. The most determined company could not shift production so quickly. A better approach would be to raise the tariff in three steps — 20 percentage points now, in a year, and in two years — and for Congress to legislate this by revoking China’s permanent normal trade relations status, as was the bipartisan recommendation of the House Select Committee on the Chinese Communist Party and the U.S.-China Economic and Security Review Commission in 2024. Legislation already exists for this, cosponsored by Marco Rubio (now Mr. Trump’s secretary of state) when he was in the Senate and accompanied by a bipartisan bill in the House. That legislation envisions tariffs on strategically important goods rising in steps over five years.
https://www.nytimes.com/2025/04/06/nyregion/metropolitan-diary.html
Finally, Mr. Trump has the reciprocal tariffs that he has set country by country in proportion to their trade imbalance with the United States. These appear to be temporary in nature, intended as leverage to make other countries adopt policies that promote balanced trade. Few expected these tariffs would be set so high, especially atop the global 10 percent. Among allies who have expressed openness to negotiating but are still unsure what they have to do, these are a source of understandable consternation.
The high reciprocal tariffs appear structured to maximize the credibility of the president’s commitment, to ensure that every country take his threat seriously, but his previous actions, along with moves toward permanent global and China tariffs, accomplish that aim. There is a limit to the costs the American people and American allies will bear, especially without constant reminders of a coherent long-term vision. The president should want to minimize the short- and medium-term harm to businesses and supply chains that must survive disruption if they are to thrive in the long run.

For the many trading partners that have come forward to negotiate, little would be lost and much saved if Mr. Trump thanked them with a six-month grace period in which to bring their best offers to the table. Those who fail to deliver could be hit with half the Rose Garden tariff rate and be given six more months to get it right before the full weight lands. Businesses would have time to assess their risk and plan accordingly, facing a landscape in which the obvious imperative is to start investing in the United States.
Whatever path he chooses, Mr. Trump could greatly increase the odds of successful negotiations and the largest possible U.S.-led economic bloc by explaining exactly what he wants. The United States gains nothing from refusing to articulate a vision clearly.
So what is the goal? Based on the administration’s public remarks, it is to eliminate large trade imbalances within a U.S.-led bloc that excludes China, other nonmarket economies and any country determined to continue running large surpluses at the expense of its partners. In remarks on Monday, Stephen Miran, the head of the White House Council of Economic Advisers, emphasized that the administration also sees security commitments as indelibly tied to economic ones.
If those are the contours, Mr. Trump should say so, outline the kinds of concessions he expects from allies seeking to rebalance trade and detail the common policies toward China that all members of the bloc must adopt. (Mr. Miran’s remarks, which answered the question “what forms can that burden sharing take?” with five different suggestions, were an important step in the right direction.) Then the president can sit back and await best offers. Thanks to early actions against our closest neighbors, renegotiation of the United States-Mexico-Canada Agreement will begin soon. A successful new deal would establish a strong North American core for any future bloc and signal clearly what the United States expects from others.
Finally, Mr. Trump’s administration needs to get serious about other policies necessary to support reindustrialization. If the United States is going to reduce its trade deficit quickly without painful cuts to domestic consumption, it’s going to have to increase production capacity just as quickly, either to expand exports to other markets or to substitute for imports at home. This requires industrial policy akin to what the CHIPS and Science Act has already achieved for semiconductor manufacturing, with help from new forms of public financing and accelerated permitting. New infrastructure will have to be built and new sources of energy brought online. Perhaps most critically, enormous resources must be poured into work force development.

The first days of a war are rarely determinative of its outcome, and even the best plan changes when it meets the real world. Leaders get the opportunity to prove their mettle in those moments when they must adapt under fire to better pursue an unwavering goal. For Mr. Trump, the battlefield awaits.
 
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