Foto dei vostri giri in gravel

ottomilainsu

Biker poeticus
15/12/09
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Su per i monti
www.arsie.net
Premetto: è un giro che forse di gravel propriamente detto ha poco.
Domenica 1 giugno ho fatto la vecchia strada militare che da Claut porta a Chievolis, detta "Erwin Rommel Trail", perché dopo lo sfondamento di Caporetto un'avanguardia austriaca passò di qui arrivando fino a Longarone e tagliando la ritirata degli italiani.
Che strada!
Da Claut entra nella valle e, dopo poco, diventa una mulattiera sterrata.
Da Casera Casavento, dove si possono vedere delle impronte di dinosauro nella roccia, diventa un largo sentiero che sale a zig zag fino ai 1432 metri di Forcella Clautana.
La discesa, lunga 15 km, verso Ca' Selva e poi Chievolis è spettacolare, ma non bisogna soffrire di vertigini, o perlomeno è il caso di evitare di guardare di sotto.
Sarebbe meglio dire che si tratta di una trentina di chilometri più adatti ad una MTB che ad una gravel, ma la limitata pendenza e il fondo abbastanza regolare la rendono fattibile anche con delle gommette da 40 mm gonfiate a 3 bar.
Che dire, un giro spettacolare, a patto di avere un po' di tecnica di guida e non soffrire di vertigini, perché la discesa verso Chievolis è molto esposta, con strapiombi impressionanti. Anche la salita ha dei bei punti esposti, intagliata com'è in un versante ripidissimo.
Vien da pensare a chi ha avuto all'epoca l'idea di tracciare questa strada che poi è servita all'invasore per entrare più velocemente verso il Piave.
Montagne selvagge, aspre e quasi inaccessibili, queste del Friuli.
I posti che preferisco.

Ormai ho preso l'abitudine di partire da casa per quasi tutti i giri che faccio, così se un posto è distante ne viene fuori un giro lunghissimo.
Da Ponte nelle Alpi sono andato verso Longarone, su alla diga del Vajont, Erto, passo San Osvaldo, Cimolais, Claut.

Bivio per Casso - Erto

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Erto

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Val Cimoliana a Cimolais, volendo una strada sterrata porta in cima alla valle

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Dove parte la strada riservata alle bici che va a Claut, una fresca fontana è quello che ci vuole.

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La Val Settimana è un'altra valle selvaggia che scende da queste montagne

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Claut, chiare, fresche, dolci acque

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la borgata di Lesis, dove inizia la Strada degli Alpini

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Si comincia a salire, la prima parte è asfaltata

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L'ampiezza dgli alvei fa capire che qui, quando piove, è meglio stare alla larga! La Valcellina e le sue valli afferenti sono famose per trasformarsi in un attimo da distese di ghiaia a torrenti impetuosi che portano giù qualsiasi cosa trovino.

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La strada è bella, si fa agevolmente anche con la gravel, basta saper galleggiare nei tratti più inghiaiati.

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casera Casavento, qui termina la carrareccia. Una breve deviazione porta ad un masso con delle impronte di dinosauro.

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Inizia la salita verso Forcella Clautana. La strada è intagliata nella roccia del ripido versante, che sale a zig-zag.

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Trattandosi di una strada militare la pendenza non è mai superiore al 10%, pertanto si sale benissimo anche con la gravel. Con il 31x34 non ci sono problemi, se si è un po' allenati.
Da Casera Casavento alla Forcella Clautana sono circa 5 km, per un dislivello di 500 metri.

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La vista è spettacolare.
Si valica a Forcella Clautana, 1432 m.
Un piccolo monumento ricorda chi costruì la strada e i fatti che avvennero durante la ritirata di Caporetto, nel novembre del 1917.

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Inizia la discesa verso Chievolis.
Da questo versante il percorso è molto esposto, la strada taglia il versante che è ancora più ripido e aspro.
In molti punti la traccia è ristretta dall'erosione del tempo.
Il fondo è discretamente scorrevole, ma ci sono diversi punti in cui bisogna prestare attenzione, o scendere per qualche metro perché scariche di detriti rendono poco raccomandabile farlo in sella.
Se si cade di sotto e si è da soli, beh, difficile che qualcuno riesca a trovarti in quei burroni inaccessibili.
Lascio ad altri il brivido di farla tutta in sella, magari a tutta con una MTB.

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A metà discesa c'è il punto più spettacolare ed esposto di tutta la strada, niente da invidiare alle più famose strade del Pasubio, per dire.
Ah, niente campo telefonico, zero, da quando si lascia Claut a quando si esce a Ponte Racli.

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Sembra larga, ma in qualche punto non lo è per niente.
Occhio! Sconsigliato a chi soffre di vertigini.

Dopo una dozzina di chilometri, che sembrano non finire mai, tra tornantini al limite del nose press e traversi nel bosco, si vede finalmente il lago di Ca' Selva. Per uscire a Chievolis è ancora lunga, comunque.

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Qui finisce la parte "gravel", dalla diga di Ca' Selva a Chievolis si percorre una stradina stretta e tortuosa sempre a strapiombo sul fianco sinistro della valle.

La Storia, quella con la S maiuscola.
Questa strada è molto importante per un episodio avvenuto in seguito allo sfondamento di Caporetto nell'ottobre del 1917.
Una avanguardia austriaca, comandata dal giovane tenente Erwin Rommel, avanzò molto rapidamente e risalì proprio questa valle per sbucare in Valcellina e da lì a Longarone dove tagliò la ritirata all'esercito italiano in rotta dal Cadore.
Un episodio rimasto nei libri di tecnica militare, una dimostrazione del genio di Erwin Rommel.
Una strada costruita per scopo difensivo dall'esercito italiano, ma che finì per facilitare l'invasione.

Permettetemi un piccolo ricordo personale.
Da piccolo mio papà mi portava con sé sul lavoro, dove ebbi modo di conoscere il "paròn vecio", cioè il titolare dell'impresa di costruzioni per cui lavorava.
Beh, durante la Seconda Guerra Mondiale il Vecchio, come si faceva chiamare, era stato uffciale di collegamento dell'esercito italiano presso il comando tedesco in Africa, cioè riceveva gli ordini da Rommel.
Posso dire di aver conosciuto uno stretto collaboratore di Rommel...

P.S.: seguendo l'idicazione per il lago di Ca' Zul, dopo un breve tratto in salita, si attraversano in successione, separate da un breve tratto allo scoperto, due gallerie lunghe un paio di chilometri ciascuna, a una sola corsia, rettilinee, completamente buie, gelide, in cui piove copiosamente. Da Cà Zul, volendo, si esce a Tramonti di Sopra per un sentiero con molti tratti esposti e stretti, che scende la valle del Meduna per più di dieci chilometri.

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Esco a Chievolis, dove finalmente dopo quasi quattro ore a casa vedono ricomparire il mio puntino sulla mappa.

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2025_06_01_forcella_clautana_0223.jpg

Vorrei tornare per la forcella di Pala Barzana, ma in Valcellina il meteo è girato al brutto violento. Anche se è tutta strada tranquilla, non è il caso di rischiare tre o quattro ore sotto la pioggia.
(L'idea iniziale era anche di risalire da Barcis a Piancavallo e scavalcare il Cansiglio verso casa mia, ma mi attendeva una salita ininterrotta di 1300 metri di dislivello ulteriori, tra l'altro su una strada fortemente sconsigliata in caso di maltempo)
Così, dopo un salto a Poffabro per mangiare, decido che è meglio andare per Maniago e poi giù per la pedemontana pordenonese, giro per Vittorio Veneto e torno nelle mie montagne con vista sul Lago di Santa Croce.

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Alla fine ne è venuto fuori un giro da 171 km e oltre 3000 m d+ e francamente sulla facile salita del Fadalto non ne avevo proprio più, dopo 10 ore in sella. Benedette le prolunghe aero, perché nei 60 chilometri di "pianura" tra Montereale Valcellina e Vittorio Veneto il vento è stato sempre fastidiosamente contrario.
Però, che giro!

@marco ho provato almeno parte del giro che, secondo me, con la Topstone che hai provato "è la morte sua".
Se ce l'ho fatta io con la GT Grade gommata Pirelli Gravel M 700x40, si può fare.

Traccia del giro:
https://training.camp/en/training/ponte-nelle-alpi-gravelciclismo-su-sterrato/734063/

Poi sistemo anche l'itinerario.
 

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Premetto: è un giro che forse di gravel propriamente detto ha poco.
Domenica 1 giugno ho fatto la vecchia strada militare che da Claut porta a Chievolis, detta "Erwin Rommel Trail", perché dopo lo sfondamento di Caporetto un'avanguardia austriaca passò di qui arrivando fino a Longarone e tagliando la ritirata degli italiani.
Che strada!
Da Claut entra nella valle e, dopo poco, diventa una mulattiera sterrata.
Da Casera Casavento, dove si possono vedere delle impronte di dinosauro nella roccia, diventa un largo sentiero che sale a zig zag fino ai 1432 metri di Forcella Clautana.
La discesa, lunga 15 km, verso Ca' Selva e poi Chievolis è spettacolare, ma non bisogna soffrire di vertigini, o perlomeno è il caso di evitare di guardare di sotto.
Sarebbe meglio dire che si tratta di una trentina di chilometri più adatti ad una MTB che ad una gravel, ma la limitata pendenza e il fondo abbastanza regolare la rendono fattibile anche con delle gommette da 40 mm gonfiate a 3 bar.
Che dire, un giro spettacolare, a patto di avere un po' di tecnica di guida e non soffrire di vertigini, perché la discesa verso Chievolis è molto esposta, con strapiombi impressionanti. Anche la salita ha dei bei punti esposti, intagliata com'è in un versante ripidissimo.
Vien da pensare a chi ha avuto all'epoca l'idea di tracciare questa strada che poi è servita all'invasore per entrare più velocemente verso il Piave.
Montagne selvagge, aspre e quasi inaccessibili, queste del Friuli.
I posti che preferisco.

Ormai ho preso l'abitudine di partire da casa per quasi tutti i giri che faccio, così se un posto è distante ne viene fuori un giro lunghissimo.
Da Ponte nelle Alpi sono andato verso Longarone, su alla diga del Vajont, Erto, passo San Osvaldo, Cimolais, Claut.

Bivio per Casso - Erto

Vedi l'allegato 688731

Erto

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Val Cimoliana a Cimolais, volendo una strada sterrata porta in cima alla valle

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Dove parte la strada riservata alle bici che va a Claut, una fresca fontana è quello che ci vuole.

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La Val Settimana è un'altra valle selvaggia che scende da queste montagne

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Claut, chiare, fresche, dolci acque

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la borgata di Lesis, dove inizia la Strada degli Alpini

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Si comincia a salire, la prima parte è asfaltata

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L'ampiezza dgli alvei fa capire che qui, quando piove, è meglio stare alla larga! La Valcellina e le sue valli afferenti sono famose per trasformarsi in un attimo da distese di ghiaia a torrenti impetuosi che portano giù qualsiasi cosa trovino.

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La strada è bella, si fa agevolmente anche con la gravel, basta saper galleggiare nei tratti più inghiaiati.

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casera Casavento, qui termina la carrareccia. Una breve deviazione porta ad un masso con delle impronte di dinosauro.

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Inizia la salita verso Forcella Clautana. La strada è intagliata nella roccia del ripido versante, che sale a zig-zag.

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Trattandosi di una strada militare la pendenza non è mai superiore al 10%, pertanto si sale benissimo anche con la gravel. Con il 31x34 non ci sono problemi, se si è un po' allenati.
Da Casera Casavento alla Forcella Clautana sono circa 5 km, per un dislivello di 500 metri.

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La vista è spettacolare.
Si valica a Forcella Clautana, 1432 m.
Un piccolo monumento ricorda chi costruì la strada e i fatti che avvennero durante la ritirata di Caporetto, nel novembre del 1917.

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Inizia la discesa verso Chievolis.
Da questo versante il percorso è molto esposto, la strada taglia il versante che è ancora più ripido e aspro.
In molti punti la traccia è ristretta dall'erosione del tempo.
Il fondo è discretamente scorrevole, ma ci sono diversi punti in cui bisogna prestare attenzione, o scendere per qualche metro perché scariche di detriti rendono poco raccomandabile farlo in sella.
Se si cade di sotto e si è da soli, beh, difficile che qualcuno riesca a trovarti in quei burroni inaccessibili.
Lascio ad altri il brivido di farla tutta in sella, magari a tutta con una MTB.

Vedi l'allegato 688758

A metà discesa c'è il punto più spettacolare ed esposto di tutta la strada, niente da invidiare alle più famose strade del Pasubio, per dire.
Ah, niente campo telefonico, zero, da quando si lascia Claut a quando si esce a Ponte Racli.

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Vedi l'allegato 688760
Vedi l'allegato 688761
Sembra larga, ma in qualche punto non lo è per niente.
Occhio! Sconsigliato a chi soffre di vertigini.

Dopo una dozzina di chilometri, che sembrano non finire mai, tra tornantini al limite del nose press e traversi nel bosco, si vede finalmente il lago di Ca' Selva. Per uscire a Chievolis è ancora lunga, comunque.

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Qui finisce la parte "gravel", dalla diga di Ca' Selva a Chievolis si percorre una stradina stretta e tortuosa sempre a strapiombo sul fianco sinistro della valle.

La Storia, quella con la S maiuscola.
Questa strada è molto importante per un episodio avvenuto in seguito allo sfondamento di Caporetto nell'ottobre del 1917.
Una avanguardia austriaca, comandata dal giovane tenente Erwin Rommel, avanzò molto rapidamente e risalì proprio questa valle per sbucare in Valcellina e da lì a Longarone dove tagliò la ritirata all'esercito italiano in rotta dal Cadore.
Un episodio rimasto nei libri di tecnica militare, una dimostrazione del genio di Erwin Rommel.
Una strada costruita per scopo difensivo dall'esercito italiano, ma che finì per facilitare l'invasione.

Permettetemi un piccolo ricordo personale.
Da piccolo mio papà mi portava con sé sul lavoro, dove ebbi modo di conoscere il "paròn vecio", cioè il titolare dell'impresa di costruzioni per cui lavorava.
Beh, durante la Seconda Guerra Mondiale il Vecchio, come si faceva chiamare, era stato uffciale di collegamento dell'esercito italiano presso il comando tedesco in Africa, cioè riceveva gli ordini da Rommel.
Posso dire di aver conosciuto uno stretto collaboratore di Rommel...

P.S.: seguendo l'idicazione per il lago di Ca' Zul, dopo un breve tratto in salita, si attraversano in successione, separate da un breve tratto allo scoperto, due gallerie a una sola corsia, rettilinee, completamente buie, gelide, in cui piove copiosamente. Da Cà Zul, volendo, si esce a Tramonti di Sopra per un sentiero con molti tratti esposti e stretti, che scende la valle del Meduna per più di dieci chilometri.

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Esco a Chievolis, dove finalmente dopo quasi quattro ore a casa vedono ricomparire il mio puntino sulla mappa.

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Vedi l'allegato 688767

Vorrei tornare per la forcella di Pala Barzana, ma in Valcellina il meteo è girato al brutto violento. Anche se è tutta strada tranquilla, non è il caso di rischiare tre o quattro ore sotto la pioggia.
(L'idea iniziale era anche di risalire da Barcis a Piancavallo e scavalcare il Cansiglio verso casa mia, ma mi attendeva una salita ininterrotta di 1300 metri di dislivello ulteriori, tra l'altro su una strada fortemente sconsigliata in caso di maltempo)
Così, dopo un salto a Poffabro per mangiare, decido che è meglio andare per Maniago e poi giù per la pedemontana pordenonese, giro per Vittorio Veneto e torno nelle mie montagne con vista sul Lago di Santa Croce.

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Alla fine ne è venuto fuori un giro da 171 km e oltre 3000 m d+ e francamente sulla facile salita del Fadalto non ne avevo proprio più, dopo 10 ore in sella. Benedette le prolunghe aero, perché nei 60 chilometri di "pianura" tra Montereale Valcellina e Vittorio Veneto il vento è stato sempre fastidiosamente contrario.
Però, che giro!

@marco ho provato almeno parte del giro che, secondo me, con la Topstone che hai provato "è la morte sua".
Se ce l'ho fatta io con la GT Grade gommata Pirelli Gravel M 700x40, si può fare.

Traccia del giro:
https://training.camp/en/training/ponte-nelle-alpi-gravelciclismo-su-sterrato/734063/

Poi sistemo anche l'itinerario.
Al di là della bellezza del giro sono impressionato dalle distanze e dislivelli che riesci a coprire, complimenti davvero!
 
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greatkingrat

Biker superis
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Maurett82

Biker tremendus
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Premetto: è un giro che forse di gravel propriamente detto ha poco.
Domenica 1 giugno ho fatto la vecchia strada militare che da Claut porta a Chievolis, detta "Erwin Rommel Trail", perché dopo lo sfondamento di Caporetto un'avanguardia austriaca passò di qui arrivando fino a Longarone e tagliando la ritirata degli italiani.
Che strada!
Da Claut entra nella valle e, dopo poco, diventa una mulattiera sterrata.
Da Casera Casavento, dove si possono vedere delle impronte di dinosauro nella roccia, diventa un largo sentiero che sale a zig zag fino ai 1432 metri di Forcella Clautana.
La discesa, lunga 15 km, verso Ca' Selva e poi Chievolis è spettacolare, ma non bisogna soffrire di vertigini, o perlomeno è il caso di evitare di guardare di sotto.
Sarebbe meglio dire che si tratta di una trentina di chilometri più adatti ad una MTB che ad una gravel, ma la limitata pendenza e il fondo abbastanza regolare la rendono fattibile anche con delle gommette da 40 mm gonfiate a 3 bar.
Che dire, un giro spettacolare, a patto di avere un po' di tecnica di guida e non soffrire di vertigini, perché la discesa verso Chievolis è molto esposta, con strapiombi impressionanti. Anche la salita ha dei bei punti esposti, intagliata com'è in un versante ripidissimo.
Vien da pensare a chi ha avuto all'epoca l'idea di tracciare questa strada che poi è servita all'invasore per entrare più velocemente verso il Piave.
Montagne selvagge, aspre e quasi inaccessibili, queste del Friuli.
I posti che preferisco.

Ormai ho preso l'abitudine di partire da casa per quasi tutti i giri che faccio, così se un posto è distante ne viene fuori un giro lunghissimo.
Da Ponte nelle Alpi sono andato verso Longarone, su alla diga del Vajont, Erto, passo San Osvaldo, Cimolais, Claut.

Bivio per Casso - Erto

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Erto

Vedi l'allegato 688732

Val Cimoliana a Cimolais, volendo una strada sterrata porta in cima alla valle

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Dove parte la strada riservata alle bici che va a Claut, una fresca fontana è quello che ci vuole.

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La Val Settimana è un'altra valle selvaggia che scende da queste montagne

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Claut, chiare, fresche, dolci acque

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la borgata di Lesis, dove inizia la Strada degli Alpini

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Si comincia a salire, la prima parte è asfaltata

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L'ampiezza dgli alvei fa capire che qui, quando piove, è meglio stare alla larga! La Valcellina e le sue valli afferenti sono famose per trasformarsi in un attimo da distese di ghiaia a torrenti impetuosi che portano giù qualsiasi cosa trovino.

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Vedi l'allegato 688742

La strada è bella, si fa agevolmente anche con la gravel, basta saper galleggiare nei tratti più inghiaiati.

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casera Casavento, qui termina la carrareccia. Una breve deviazione porta ad un masso con delle impronte di dinosauro.

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Inizia la salita verso Forcella Clautana. La strada è intagliata nella roccia del ripido versante, che sale a zig-zag.

Vedi l'allegato 688746

Vedi l'allegato 688747

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Trattandosi di una strada militare la pendenza non è mai superiore al 10%, pertanto si sale benissimo anche con la gravel. Con il 31x34 non ci sono problemi, se si è un po' allenati.
Da Casera Casavento alla Forcella Clautana sono circa 5 km, per un dislivello di 500 metri.

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La vista è spettacolare.
Si valica a Forcella Clautana, 1432 m.
Un piccolo monumento ricorda chi costruì la strada e i fatti che avvennero durante la ritirata di Caporetto, nel novembre del 1917.

Vedi l'allegato 688755
Vedi l'allegato 688756
Vedi l'allegato 688757

Inizia la discesa verso Chievolis.
Da questo versante il percorso è molto esposto, la strada taglia il versante che è ancora più ripido e aspro.
In molti punti la traccia è ristretta dall'erosione del tempo.
Il fondo è discretamente scorrevole, ma ci sono diversi punti in cui bisogna prestare attenzione, o scendere per qualche metro perché scariche di detriti rendono poco raccomandabile farlo in sella.
Se si cade di sotto e si è da soli, beh, difficile che qualcuno riesca a trovarti in quei burroni inaccessibili.
Lascio ad altri il brivido di farla tutta in sella, magari a tutta con una MTB.

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A metà discesa c'è il punto più spettacolare ed esposto di tutta la strada, niente da invidiare alle più famose strade del Pasubio, per dire.
Ah, niente campo telefonico, zero, da quando si lascia Claut a quando si esce a Ponte Racli.

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Sembra larga, ma in qualche punto non lo è per niente.
Occhio! Sconsigliato a chi soffre di vertigini.

Dopo una dozzina di chilometri, che sembrano non finire mai, tra tornantini al limite del nose press e traversi nel bosco, si vede finalmente il lago di Ca' Selva. Per uscire a Chievolis è ancora lunga, comunque.

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Qui finisce la parte "gravel", dalla diga di Ca' Selva a Chievolis si percorre una stradina stretta e tortuosa sempre a strapiombo sul fianco sinistro della valle.

La Storia, quella con la S maiuscola.
Questa strada è molto importante per un episodio avvenuto in seguito allo sfondamento di Caporetto nell'ottobre del 1917.
Una avanguardia austriaca, comandata dal giovane tenente Erwin Rommel, avanzò molto rapidamente e risalì proprio questa valle per sbucare in Valcellina e da lì a Longarone dove tagliò la ritirata all'esercito italiano in rotta dal Cadore.
Un episodio rimasto nei libri di tecnica militare, una dimostrazione del genio di Erwin Rommel.
Una strada costruita per scopo difensivo dall'esercito italiano, ma che finì per facilitare l'invasione.

Permettetemi un piccolo ricordo personale.
Da piccolo mio papà mi portava con sé sul lavoro, dove ebbi modo di conoscere il "paròn vecio", cioè il titolare dell'impresa di costruzioni per cui lavorava.
Beh, durante la Seconda Guerra Mondiale il Vecchio, come si faceva chiamare, era stato uffciale di collegamento dell'esercito italiano presso il comando tedesco in Africa, cioè riceveva gli ordini da Rommel.
Posso dire di aver conosciuto uno stretto collaboratore di Rommel...

P.S.: seguendo l'idicazione per il lago di Ca' Zul, dopo un breve tratto in salita, si attraversano in successione, separate da un breve tratto allo scoperto, due gallerie a una sola corsia, rettilinee, completamente buie, gelide, in cui piove copiosamente. Da Cà Zul, volendo, si esce a Tramonti di Sopra per un sentiero con molti tratti esposti e stretti, che scende la valle del Meduna per più di dieci chilometri.

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Esco a Chievolis, dove finalmente dopo quasi quattro ore a casa vedono ricomparire il mio puntino sulla mappa.

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Vorrei tornare per la forcella di Pala Barzana, ma in Valcellina il meteo è girato al brutto violento. Anche se è tutta strada tranquilla, non è il caso di rischiare tre o quattro ore sotto la pioggia.
(L'idea iniziale era anche di risalire da Barcis a Piancavallo e scavalcare il Cansiglio verso casa mia, ma mi attendeva una salita ininterrotta di 1300 metri di dislivello ulteriori, tra l'altro su una strada fortemente sconsigliata in caso di maltempo)
Così, dopo un salto a Poffabro per mangiare, decido che è meglio andare per Maniago e poi giù per la pedemontana pordenonese, giro per Vittorio Veneto e torno nelle mie montagne con vista sul Lago di Santa Croce.

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Alla fine ne è venuto fuori un giro da 171 km e oltre 3000 m d+ e francamente sulla facile salita del Fadalto non ne avevo proprio più, dopo 10 ore in sella. Benedette le prolunghe aero, perché nei 60 chilometri di "pianura" tra Montereale Valcellina e Vittorio Veneto il vento è stato sempre fastidiosamente contrario.
Però, che giro!

@marco ho provato almeno parte del giro che, secondo me, con la Topstone che hai provato "è la morte sua".
Se ce l'ho fatta io con la GT Grade gommata Pirelli Gravel M 700x40, si può fare.

Traccia del giro:
https://training.camp/en/training/ponte-nelle-alpi-gravelciclismo-su-sterrato/734063/

Poi sistemo anche l'itinerario.
Davvero complimenti per il giro.. chilometraggio e dislivello mostruosi, e alto livello tecnico, con la gravel poi!! Io soffrendo un po' di vertigini la discesa da forcella clautana al lago di Ca'Selva è una di quelle cose che mi sono riproposto di non fare mai più nella vita in bici, una volta basta e avanza. Raramente ho avuto così fifa in mtb, ma gli strapiombi a bordo sentiero facevano veramente paura..per questo ho fatto lunghi tratti a piedi. Comunque veramente posti bellissimi, selvaggi, pochissimo frequentati.
 

ottomilainsu

Biker poeticus
15/12/09
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Su per i monti
www.arsie.net
Al di là della bellezza del giro sono impressionato dalle distanze e dislivelli che riesci a coprire, complimenti davvero!
Grazie.
A dirla tutta, ho amici che fanno cose ben più spinte, perciò un po' di sana invidia per loro ce l'ho anch'io.
Ma poi penso che rincorrerli non ha molto senso, bisogna fare quello che ci si sente di poter fare.
 

ottomilainsu

Biker poeticus
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Davvero complimenti per il giro.. chilometraggio e dislivello mostruosi, e alto livello tecnico, con la gravel poi!! Io soffrendo un po' di vertigini la discesa da forcella clautana al lago di Ca'Selva è una di quelle cose che mi sono riproposto di non fare mai più nella vita in bici, una volta basta e avanza. Raramente ho avuto così fifa in mtb, ma gli strapiombi a bordo sentiero facevano veramente paura..per questo ho fatto lunghi tratti a piedi. Comunque veramente posti bellissimi, selvaggi, pochissimo frequentati.
Ho fatto percorsi molto peggio di questo come esposizione, ma avevo trent'anni di meno.
Sono andato a piedi anche in un tratto ricoperto da uno spesso strato di foglie secche, metti mai che sotto c'è un sasso e ti cappotti...
Segno che da quelle parti passa pochissima gente, se a giugno la traccia è ancora coperta da 30 centimetri di foglie secche.
 

Classifica giornaliera dislivello positivo