Fin da bambino, andando in villeggiatura in Liguria avevo sempre sognato di arrivarci in bicicletta partendo da Milano. Chiaramente era sempre rimasto un pensiero mai realizzato.
L’anno scorso durante uno dei tanti giri con il mio compagno abituale di pedalate abbiamo scoperto di avere entrambi il desiderio di fare qualcosa di particolare, insomma di realizzare una “bella impresa”.
Cosi e’ nata l’idea di andare da Castano Primo, dove abitiamo, a Chiavari nel Golfo del Tigullio dove ho sempre trascorso le vacanza estive quando ero un ragazzo.
In poco tempo abbiamo studiato a tavolino come e quando realizzare questa nostra gita. Tassativo per noi era usare le nostre mtb che usiamo abitualmente sui sentieri e che per come sono assettate non hanno niente a che vedere con i lunghi trasferimenti su strade. Ma d’altronde era proprio quella la nostra sfida. Farlo con una bici da corsa che permette di tenere medie sui 30 km all’ora era troppo semplice….. e poi chi ce l’ha la bici da corsa????
Nel nostro itinerario, abbiamo previsto di percorrere anche stradine secondarie, strade di compagna e poi sugli Appennini anche qualche sentiero.
Cosi, il giorno stabilito per la partenza, e’ suonata la sveglia alle 6.00 di mattina.
Riempito lo zaino, gonfiate le ruote a 4 bar per renderle il piu’ scorrevoli possibili, bloccato l’ammortizzatore posteriore, mi incontro con il mio amico in piazza a Castano Primo che e’ in provincia di Milano, ma e’ vicinissima alla Malpensa.
Scattata la foto di rito, partiamo per il nostro viaggio. C’e’ il sole, ma si vedono comunque nuvole in avvicinamento che non promettono bene …
L’aria mattutina e’ fresca ed e’ l’ideale per pedalare senza grondare di sudore.
Pedaliamo attorno ai 24/25 all’ora e in poco attraversiamo il Ticino ed entriamo in Piemonte. Si sente qualche goccia di pioggia, ma fortunatamente ci spostiamo piu’ velocemente del temporale che ci segue da vicinissimo, ma non riesce a prenderci.
Telefonando a casa ci comunicano che sta diluviando. Decidiamo di accorciare le soste proprio per cercare di allontanarci il piu’ velocemente possibile dalla zona piovosa.
Infatti arrivati in Lomellina, pedaliamo su stradine in mezzo a risaie ed il cielo e’ completamente sereno.
Arriviamo a Pieve del Cairo prima delle 11 e ormai la fame si fa sentire cosi decidiamo di fermarci per mangiare qualche panino ed alleggerire lo zaino.
C’e’ un piccolo castello e il suo spiazzo davanti ci sembra l’ideale per appoggiare le bici e rifocillarci.
Appena risaliti in sella ci accorgiamo che si e’ alzato un vento contrario che ci frena leggermente. Riusciamo comunque ad andare attorno ai 18 km/h. Non immaginavamo nemmeno lontanamente cosa ci avrebbe aspettato qualche chilometro dopo…..
In poco tempo abbiamo attraversato il ponte sul fiume Po e li il vento era diventato fortissimo….
La velocita’ e’ scesa drasticamente a 12-13 km all’ora, non si riesce ad andare di piu’. Il fondo stradale e’ ricoperto di foglie e di rami strappati dal vento.
Passando in un paesino vediamo addirittura che per terra sono volate anche alcune tegole dai tetti…
Come si puo’ vedere da un sito che riporta i dati meteo storici il vento era a piu’ di 70 Km/h. Non si riesce proprio ad avanzare…. Ormai pedaliamo in pianura con il rapportino piu’ piccolo come se fossimo in una ripida salita e non riusciamo a superare gli 8 km/h….
Ogni 3 km ci fermiamo, stremati… abbiamo anche difficolta’ a stare in piedi ed a tenere la bici…
Gli ultimi 12 km gli abbiamo percorsi in quasi tre ore…Finalmente dopo 120 km dalla partenza arriviamo, senza piu’ forza ad Arquata Scrivia dove alloggiamo in un agriturismo gustandoci un’ottima cena a base di prodotti locali….
II parte
Al mattino dopo, terminata un’abbondante colazione, ci mettiamo in sella di buon’ora dovendo percorrere ancora 90 km cosi iniziamo la salita per passare gli Appennini.
Finalmente arriviamo in Liguria e il paesaggio e’ cambiato notevolmente rispetto a ieri.
Siamo tra i monti e percorrendo stradine secondarie ammiriamo scorci di paesaggi che sembrano ancora incontaminati…
Il traffico e’ inesistente, il vento per fortuna solo un ricordo e cosi pedalando piacevolmente ammiriamo quello che ci circonda: siamo in una sorta di canyon con un torrente che ci scorre vicino.
Arriviamo sul Passo della Scoffera a circa 700 metri di quota e piu’ di una volta vediamo monti a perdita d’occhio senza nemmeno un paesino.
Passato il valico, iniziamo una lunga discesa dove il vento per la velocita’ ci rinfresca dopo tutta la salita fatta…. (Almeno questa volta il vento che prendiamo e’ in modo volontario…)
Le ruote belle tassellate da 2, 25 sembra che ruggiscono a 50 all’ora sul manto stradale molto liscio e ben curato.
Ci fermiamo in un bar che e’ il ritrovo di motoclisti e tra 50 o 60 super moto parcheggiate mettiamo le nostre mtb…
Dopo aver mangiato un panino e la focaccia ligure proseguiamo la nostra discesa, macinando chilometri in poco tempo e finalmente dopo una curva vediamo il mare…
Ormai ci siamo, il morale e’ alto e arrivati a Chiavari ci dirigiamo in lungo mare per
fare la foto con le nostre bici che ci hanno accompagnato in questa nostra avventura durata in totale 210 km.
Ecco le mappe del percorso:
1° giorno
2° giorno
Non si tratta di un viaggio affascinante in Sud America, in Australia o nelle magnifiche Dolomiti, ma si è svolto banalmente nella pianura Padana e sugli Appennini, ma per me essendo proprio a livello amatoriale è stata una bellissima avventura che mi andava di condividere.
Spero che vi sia piaciuta comunque.
L’anno scorso durante uno dei tanti giri con il mio compagno abituale di pedalate abbiamo scoperto di avere entrambi il desiderio di fare qualcosa di particolare, insomma di realizzare una “bella impresa”.
Cosi e’ nata l’idea di andare da Castano Primo, dove abitiamo, a Chiavari nel Golfo del Tigullio dove ho sempre trascorso le vacanza estive quando ero un ragazzo.
In poco tempo abbiamo studiato a tavolino come e quando realizzare questa nostra gita. Tassativo per noi era usare le nostre mtb che usiamo abitualmente sui sentieri e che per come sono assettate non hanno niente a che vedere con i lunghi trasferimenti su strade. Ma d’altronde era proprio quella la nostra sfida. Farlo con una bici da corsa che permette di tenere medie sui 30 km all’ora era troppo semplice….. e poi chi ce l’ha la bici da corsa????
Nel nostro itinerario, abbiamo previsto di percorrere anche stradine secondarie, strade di compagna e poi sugli Appennini anche qualche sentiero.
Cosi, il giorno stabilito per la partenza, e’ suonata la sveglia alle 6.00 di mattina.
Riempito lo zaino, gonfiate le ruote a 4 bar per renderle il piu’ scorrevoli possibili, bloccato l’ammortizzatore posteriore, mi incontro con il mio amico in piazza a Castano Primo che e’ in provincia di Milano, ma e’ vicinissima alla Malpensa.

Scattata la foto di rito, partiamo per il nostro viaggio. C’e’ il sole, ma si vedono comunque nuvole in avvicinamento che non promettono bene …
L’aria mattutina e’ fresca ed e’ l’ideale per pedalare senza grondare di sudore.
Pedaliamo attorno ai 24/25 all’ora e in poco attraversiamo il Ticino ed entriamo in Piemonte. Si sente qualche goccia di pioggia, ma fortunatamente ci spostiamo piu’ velocemente del temporale che ci segue da vicinissimo, ma non riesce a prenderci.

Telefonando a casa ci comunicano che sta diluviando. Decidiamo di accorciare le soste proprio per cercare di allontanarci il piu’ velocemente possibile dalla zona piovosa.
Infatti arrivati in Lomellina, pedaliamo su stradine in mezzo a risaie ed il cielo e’ completamente sereno.

Arriviamo a Pieve del Cairo prima delle 11 e ormai la fame si fa sentire cosi decidiamo di fermarci per mangiare qualche panino ed alleggerire lo zaino.
C’e’ un piccolo castello e il suo spiazzo davanti ci sembra l’ideale per appoggiare le bici e rifocillarci.

Appena risaliti in sella ci accorgiamo che si e’ alzato un vento contrario che ci frena leggermente. Riusciamo comunque ad andare attorno ai 18 km/h. Non immaginavamo nemmeno lontanamente cosa ci avrebbe aspettato qualche chilometro dopo…..
In poco tempo abbiamo attraversato il ponte sul fiume Po e li il vento era diventato fortissimo….

La velocita’ e’ scesa drasticamente a 12-13 km all’ora, non si riesce ad andare di piu’. Il fondo stradale e’ ricoperto di foglie e di rami strappati dal vento.
Passando in un paesino vediamo addirittura che per terra sono volate anche alcune tegole dai tetti…

Come si puo’ vedere da un sito che riporta i dati meteo storici il vento era a piu’ di 70 Km/h. Non si riesce proprio ad avanzare…. Ormai pedaliamo in pianura con il rapportino piu’ piccolo come se fossimo in una ripida salita e non riusciamo a superare gli 8 km/h….
Ogni 3 km ci fermiamo, stremati… abbiamo anche difficolta’ a stare in piedi ed a tenere la bici…

Gli ultimi 12 km gli abbiamo percorsi in quasi tre ore…Finalmente dopo 120 km dalla partenza arriviamo, senza piu’ forza ad Arquata Scrivia dove alloggiamo in un agriturismo gustandoci un’ottima cena a base di prodotti locali….
II parte
Al mattino dopo, terminata un’abbondante colazione, ci mettiamo in sella di buon’ora dovendo percorrere ancora 90 km cosi iniziamo la salita per passare gli Appennini.


Finalmente arriviamo in Liguria e il paesaggio e’ cambiato notevolmente rispetto a ieri.
Siamo tra i monti e percorrendo stradine secondarie ammiriamo scorci di paesaggi che sembrano ancora incontaminati…
Il traffico e’ inesistente, il vento per fortuna solo un ricordo e cosi pedalando piacevolmente ammiriamo quello che ci circonda: siamo in una sorta di canyon con un torrente che ci scorre vicino.




Arriviamo sul Passo della Scoffera a circa 700 metri di quota e piu’ di una volta vediamo monti a perdita d’occhio senza nemmeno un paesino.

Passato il valico, iniziamo una lunga discesa dove il vento per la velocita’ ci rinfresca dopo tutta la salita fatta…. (Almeno questa volta il vento che prendiamo e’ in modo volontario…)
Le ruote belle tassellate da 2, 25 sembra che ruggiscono a 50 all’ora sul manto stradale molto liscio e ben curato.
Ci fermiamo in un bar che e’ il ritrovo di motoclisti e tra 50 o 60 super moto parcheggiate mettiamo le nostre mtb…
Dopo aver mangiato un panino e la focaccia ligure proseguiamo la nostra discesa, macinando chilometri in poco tempo e finalmente dopo una curva vediamo il mare…

Ormai ci siamo, il morale e’ alto e arrivati a Chiavari ci dirigiamo in lungo mare per
fare la foto con le nostre bici che ci hanno accompagnato in questa nostra avventura durata in totale 210 km.


Ecco le mappe del percorso:
1° giorno

2° giorno

Non si tratta di un viaggio affascinante in Sud America, in Australia o nelle magnifiche Dolomiti, ma si è svolto banalmente nella pianura Padana e sugli Appennini, ma per me essendo proprio a livello amatoriale è stata una bellissima avventura che mi andava di condividere.
Spero che vi sia piaciuta comunque.