Lo rifarò FULL anch'io!! Spero..
Allora,
diciamo che una delle poche cose positive del giro è che, a parte un mezzo ginocchio, siamo tornati giù tutti salvi e quasi sani
Piacevole la salita da Caoria fino a passo 5 croci: pendenze mai esagerate, qualche strappetto seguito immediatamente da tratti semi-pianeggianti che permettevano di recuperare, fondo perfetto e ambiente stupendo.
In circa di 2 ore e mezza eravamo al passo a quota 2020 metri s.l.m.
E qui inizia l'avventura..
Abbiamo intrapreso il sentiero 326, pedalabile per i primi 100 metri(100!!), che poi proseguiva in un susseguirsi di salite impedalabili e discese davvero tecniche, sui cui massi che ne componevano il fondo s'è stampata la rotula di uno de noialtri, fortunatamente senza gravissime conseguenze.
Tutto questo, comunque, era stato ampiamente messo in programma e non erano sorti ancora particolari problemi
Una volta arrivati a forcella Magna, la nostra più grande sorpresa era stata quella di trovare altri due bikers di Rovigo che volevano come noi raggiungere il rifugio Brentani.
Una seconda sorpresa, immediatamente più piccola della prima, era stata la vista del sentiero che si inerpicava su un muro quasi verticale che avremmo dovuto fare per giungere a codesto rifugio. Cominciavano così i primi mugugni, ma la compagnia era pronta a proseguire dopo una breve pausa e malgrado le avversità.
Il peggiorare delle condizioni meteorologiche bloccava però il prode tentativo di raggiungimento dell'obiettivo.
Grandine e freddo scioglievano ogni riserva e incanalavano il gruppo verso una repentina e possibilmente godibile discesa.
Allo scopo era stato scelto il sentiero 380, che sembrava veramente godurioso dalla lontananza. Abbiamo scoperto poi che mai valutazione era stata più errata.
Tale sentiero partiva con una distesa infinita di massi franati dalla cresta sovrastante sui quali si faceva fatica a stare in piedi, altro che in sella. Il fatto che fossero bagnati complicava inoltre la faccenda.
Ma poi la cosa peggiorava.
Il sentiero smetteva di essere un sentiero e ci costringeva a cercare il segno biancorosso più vicino ed a raggiungerlo senza seguire una via definita: tra i sassi e l'erba alta, tutto su discesa ripida e rigorosamente bagnato.
Solo l'ultima parte ci regalava un piacevole singletrack nel bosco, durato però veramente troppo poco.
Raggiunta la sterrata ci siamo precipitati verso una birra al bar, per dimenticare..
Viva la montagna!!