Non è che si confonde "cultura" ed "educazione"/"rispetto"? Ci sono persone di enorme cultura, nel senso che hanno coltivato le loro conoscenze, ma che dal punto di vista dei rapporti interpersonali fanno pena. Inoltre la percezione dei comportamenti cambia al variare dell'ambito culturale (secondo significato di "cultura"). Basta pensare alla percezione del furto nella cultura occidentale/capitalistica o nella cultura dei Rom.
Secondo me un titolo di studio è mediamente indice di una cultura più elevata, magari una cultura specialistica e settoriale. Non dice nulla invece sull'educazione, sulla capacità di relazionarsi e sul rispetto verso gli altri.
Dal punto di vista antropologico, la cultura come "semplice" erudizione è un concetto fortunatamente superato (anche nelle sue spiacevoli conseguenze del giudicare una forma di umanità più o meno colta o incolta) ; la cultura è un insieme complesso che comprende conoscenze, credenze, morale, modi di agire, pensare...E l'umanità comprende molte, diverse culture.
Ma (non solo) a mio avviso, l'elemento portante delle culture e dunque l'elemento "più culturale" è proprio quello morale.
Certo come sottolinei tu non è semplice trovare comportamenti qualificati universalmente come immorali o come morali.
Ma credo che nel nostro piccolo, nella e per la nostra cultura, sappiamo, specialmente quando siamo soli con noi stessi, cos'è morale e cosa no quali azioni esprimono pienamente cultura e quali invece ne sono in qualche modo deficitarie, chi, come giustamente dici, pur essendo "titolato" porta poco rispetto e chi invece da "non titolato" porta rispetto.
L'uno di certo non potrà mai dirsi persona di grande cultura.
Certo, questo ragionamento può essere plausibile accettando le premesse che ho posto, altrimenti è sicuramente opinabile.
