Ieri è stata la mia prima "panettonata" natalizia con i botoli e, grazie al particolare inverno di quest'anno, anche la prima pedalata sotto la neve.
L'inizio del pomeriggio non è stato, a dire la verità, dei più promettenti.
Prima la scarsa capienza dello zaino idrico ha fatto sì che si riempisse velocemente con una boccia di spumante brut e una confezione di bicchieri di plastica, costringendomi ad arrivare al punto d'incontro con la mia docle creatura (il botolo panettone) avvolto in una morbida e calda nursery portatile al manubrio. Per fortuna che poi ho trovato il caldo zainetto del Carra per riporlo amorevolmente (mi ero già visto a spasseggiare con il "pupo" al manubrio.
Secondo, poco dopo partiti, verso metà di Via Signorelli appena superato l'Aci, un simpatico automobilista mi affianca e comincia ad insultarmi pesantamente perché secondo lui era da imbecilli bloccare il traffico con il ghiaccio in bicicletta. Tutto questo semplicemente perché il gruppetto di ciclisti occupava la strada che, evidentemente, era tutta la sua...

Trovo sempre deprimente constatare come tante persone, nel momento in cui salgono in macchina, si credono i padroni del mondo ignorando le esigenze degli altri. Ancora ne abbiamo tanta di strada da fare verso la civiltà.
Cominciamo ad assaggiare i primi pezzi di sentieri innevati, ma i tasselli delle gomme sembrano tenere bene. Poi inizia l'ascesa verso Peneto. La strada, asfaltata, offre buona trazione, ma sul gruppetto che pedala comincia a calare il silenzio. Un po' l'inizio della fatica nell'ascesa, ma un pò sicuramente anche lo spettacolo circostante invita ad osservare con rispetto, quasi che rumori e schiamazzi potessero rompere l'incantesimo. La natura circostante benedice ed accarezza la nostra andatura lasciando cadere di tanto in tanto qualche spruzzatina di neve fresca sul botolo che in quel momento si trova a passare sotto alle fronde degli alberi che sporgono sulla strada. Spettacolo puro ed assoluto!

Ogni tornante, poi, fa sì che si perda la cognizione del sottostante, visto che la nebbia impedisce di vedere il panorama di sotto, e l'ascesa si trasforma in una sorta di salita per piani concentrici scollegati l'uno dall'altra. In un tornante si accorgiamo poi che con quattro
ruote è più difficile che con due, visto che una Volvo familiare è stata forzatamente "parcheggiata" all'inizio di una scarpata fortunamente "appesa" vicino al ciglio della strada.
L'ultimo pezzo di strada, quello sterrato che sbuca nella panoramica, comincia ad offrire le prime resistenze e difficoltà alla pedalata.
La panoramica per Poti ci fa incontrare un paio di trattori spalaneve che si mettono da parte e con rispetto fanno passare la carovana botolesca. Nel frattempo il gelo comincia a farsi sentire, bloccando il perfetto funzionamento dei congegni meccanici delle nostre bici. Nel mio caso, in particolare, il tubo sella rimane bloccato a metà, in una delle posizioni più scomode in assoluto, troppo bassa per pedalare in maniera sciolta e troppo alta per le planate in discesa. Poi inizia la discesa, quella cosidetta della "Forestale", ed iniziano anche le difficoltà di equilibrio, per me soprattutto dovute al già ricordato problema al tubo sella che, non scendendo fino a fine corsa, mi lascia comunque "appollaiato" sulla bici rendendomi impossibile di planare e direzionare con i piedi in terra nei momento di maggiore difficoltà.
La sosta arriva a fagiolo, per il meritato ristoro e il brindisino di rito. Appena fermati, però, ci rendiamo conto che l'accaldamento sentito fino a quel momento, dovuto allo sforzo e al movimento, svanisce immediatamente, lasciando una certa necessità di accellerare la ripartenza. Nel prosieguo della discesa un'altra auto finita purtroppo in un fosso ci convince definitivamente che la MTB è un mezzo troppo avanti!
Tecnicamente il pomeriggio è stato altamente proficuo in tema di controllo. Infatti la guida sulla neve richiede grande sensibilità e dolcezza nei movimenti, migliorando la percezione di perdita di aderenza. Inoltre l'obbligo di utilizzare il solo freno posteriore mi ha consentito di fare esercizio con una tecnica di guida utilissima anche per affrontare e superare "ripidoni" e quant'altro. Anzi, ci fosse più spesso la neve dove poter fare esercizio e affinare la sensibilità di guida sarebbe utilissimo.
Al prossimo panettone!