RESOCONTO DELLA MIA BLACK FOREST ULTRA MARATHON, 117 Km, 3.150 m.
Avevo letto qualcosa di questa gara, alcune riviste del settore la includevano tra le più impegnative marathon organizzate in Europa, in un articolo diceva addirittura che era seconda solo alla SALZKAMMERGUT MTB TROPHY che si disputa in Austria, dove però il percorso estremo è di 211 km e oltre 7.000 m di ascesa!
Caspita! mi sono detto e gli amici di SardiniaMTB vanno a beccare proprio questa! Be, si, loro scelgono la 77 km (mica niente però!) ma la Ultra devessere proprio dura, riuscirei a farla?. Insomma, alla fine, la sfida di unimpresa come questa che di sicuro mette alla prova i miei limiti mi tenta davvero. Alla fine rinuncio ad un altro programmino che stavo iniziando a mettere in cantiere e MI CONVINCO. Ci sarò. E poi qui il gruppo (e che gruppo il nostro!) fa la differenza! Si va in GERMANIA!
Questa decisione è stata presa allinizio dellanno, con tanto entusiasmo e sufficiente tempo per la preparazione. Avevo fatto i conto senza loste! Non sto qui ad annoiare nessuno con i miei infortuni ma purtroppo gli allenamenti hanno avuto un po di intoppi e fino allultimo non sapevo come sarebbe andata.
Ora, a consuntivo, posso dire che è andata bene, anzi forse più che bene considerando lo stato di forma!
Ma vediamo cosa è stata la gara.
Alle 7.00 stavo uscendo dallhotel per andare verso le griglie, io ero alla n° 1 gomito a gomito con i vari Mauro Bettin, Jhonny Cattaneo, Mike Felderer, Thomas Stoll, per citarne alcuni. Mi chiedevo Ma cosa ci faccio io qui?. Comunque cero e dovevo concentrarmi su come affrontare il percorso.
Alle 7.30 lo speker da il via, accompagnato da musica a tutto volume e frasi urlate in un linguaggio incomprensibile. Gli altri amici compagni di avventura, li a bordo strada a fare il tifo (loro partivano alle 8.15).
Per 300 m ho voluto affiancare i BIG nello sprint ma subito dopo ho preso il mio passo, senza eccedere, così mi sono imposto nella mia pianificazione della gara, perché sapevo che il percorso era lunghetto e duretto ed io non mi ero potuto preparare al meglio, aggiungerei oggi anche umidino, freddino e ventilatine, quindi credo alla fin fine di aver azzeccato la tattica!
Cerano da fare 117 km e 3.150 m di ascesa, il fondo non era male, in condizioni normali, ma le condizioni si sono subito rilevate difficili. Pioggia, grandine, vento, freddo (3°) e fango mi avrebbero accompagnato per quasi tutto il percorso. Già nella prima salita inizia a piovere ma il fondo assorbiva ancora bene, non cerano grossi problemi. Poi in salita il freddo non si sente! Allo scollinamento mi fermo un attimo a cercare gli
occhiali dimenticati durante luscita dei giorni precedenti, li dove gli avevo dimenticati. Niente, dopotutto con la gente che circolava in quei giorni, figurati se non gli ha trovati qualcuno!
Inizio la discesa e inizio a capire che gli occhiali proprio oggi sarebbero serviti più che in altri giorni. Il fango, sollevato dalla ruota anteriore, veniva sparato su torace e viso dove gli occhi sempre socchiusi al massimo, ben presto non riuscivano più a svolgere la loro funzione. Proprio nella discesa dove contavo di recuperare qualcosina sui miei avversari, ero costretto a limitare la velocità per il troppo fango che mi sparavo addosso. Merda, questa non ci voleva, devo rallentare! Cercando di non pensare a freddo e fango, proseguo con un buon passo che quasi mi sorprendo, viste anche le condizioni. Ai ristori inizio a vedere gente coperta di fango e infreddolita che si ritira. A me non passa minimamente in testa questidea, mi dicevo invece dopo aver fatto il viaggio e superato tutti gli ostacoli che mi si sono messi davanti per arrivare sino a lì, col cavolo che adesso mi fermo!
Il percorso passava per degli scenari stupendi e nonostante la pioggia e la nebbia, sono riuscito a goderne tutto lo splendore. Dai tratti in foresta alle creste panoramiche agli scollinamento, al bellissimo lago Tinsee, ai villaggetti caratteristici tedeschi. Tutto diverso dai nostri luoghi. Durante la gara si incrociavano gli altri atleti tra i quali cercavo quelli italiani (pochi) guardando il nome sotto il numero e le scritte sui completi, per scambiare qualche parola e qualche commento sulla gara, poi, avendo un diverso passo, ci si perdeva presto di vista.
Dopo 40 km mi si blocca il deragliatore, il fango aveva colpito proprio la trasmissione. Non riuscivo più ad inserire la corona 22. Poco dopo il 50° km ecco una salita dove mi serviva assolutamente. Pendenza oltre il 20%, rocce, fango e radici. Provo prima a pulirla buttandogli acqua con la borraccia ma niente di fatto. Non cè altro da fare, mi fermo e la metto manualmente. La lunga salita (oltre 1 km) riesco a pedalarla quasi tutta. Solo in 20 m il fango fa affondare e mi blocca la ruota posteriore facendola slittare. Sono gli unici metri dove ho spinto la bici.
Ci sono altre due rampe simili. Quella più famosa è stata al km 80 nel pesino di Aftersteg, 300 m al 20% dove già arrivando ti accoglie una musica a tutto volume stile discoteca, subito dopo una serie di cartelli umoristici di bikers scoppiati, seguiti da scritte incomprensibili in tedesco dove o solo capito CRAMP!. Una folla incredibile, molti vestiti da clown, con strumenti musicali e rumoreggianti di ogni tipo, ti accompagnavano nella tua impresa, naturalmente aspettavano solo che qualcuno scoppiasse prima di arrivare in cima! Ti incitavano chiamandoti per nome, visto che ce lavevi scritto sotto il numero. Bellissimo! Naturalmente non gli ho dato soddisfazione, eh eh eh, tutta pedalata! Anzi a dire il vero non era la più ardua di quelle affrontate, anche perché questa era anche cementata, la ruota teneva bene.
Intanto nei ristori, dove venivi accolto per nome e cognome dagli speakers, trovavi di che mangiare e bere a volontà e per ogni gusto ed esigenza. La cosa più gradita è stata però un servizio pompa che velocemente, con uno spruzzo a pressione, ti dava una ripulita alla trasmissione dal fango. Alè, questi tedeschi sono troppo toghi ho pensato, il deragliatore funzionava di nuovo!
Al 90° km inizio a sentire la stanchezza. Nellultima parte, prima della discesa finale, è tutto un susseguirsi di sali-scendi, è stata una sofferenza non tanto la fatica, quanto la consapevolezza che non potevi fare di più. Nelle salite il rampichino diventava quasi una costante. Fortunatamente non ho avuto problemi di crampi, che sono invece un mio punto debole, e così sono arrivato allultima discesa. Qui il terreno era più compatto, meno fango, con diversi tratti asfaltati. Sono riuscito a prendere il mio passo riagguantando diverse posizioni. In un tratto un brutto incidente ha fatto rallentare tutti. La macchina del soccorso è stata immediata. Medici, infermieri, barella, teli termici ed elicottero. Speriamo non sia stato tanto grave.
Lultima parte in pianura è stata bellissima. Avevo recuperato un po le energie e riuscivo a spingere bene. Poi lentrata nellarea sportiva di Kirchzarten con le due rampe artificiali, affrontate col 42/11, ed il tratto in pista per arrivare al traguardo spinto al massimo con quanto le mie povere gambe potevano dare, ultimi sorpassi e poi è stata solo unesplosione di gioia e soddisfazione.
Allarrivo il semprepresente Tomy con la sua macchina fotografica pronto a catturare le emozioni dalle espressioni dei volti dei provati, ma contenti, baikers che avevano concluso questa epica impresa!!!
Tutti noi 12 SARDI, siamo riusciti a chiudere la nostra impresa e, credetemi, non era cosa facile!
BLACK FOREST ULTRA MARATHON 117 Km, 3.150 m
In 7h 28 06 431° (su 911 partenti).
qui si possono vedere altre foto:
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