L'indomani, alle 4 ero già sveglio, ho cercato di dormire ancora un po', ma la voglia che avevo addosso era troppa, così ho fatto colazione e alle 5:30 sono partito in sella alla mia bici da corsa.
Ho pedalato con grande tranquillità, perché ovviamente la gente normale era a letto, prima sull'argine del Po, poi per strade di campagna, senza alcun disturbo. Son passato per Caorso, per poi deviare verso sud est, raggiungendo la Val Trebbia. A Travo ho fatto la prima sosta, wc, caffé, brioche, con un signore che mi domanda la mia destinazione, ed io rispondo con un generico "la liguria" per non fare troppo lo sborone.
Raggiungo Perino, poi lungo la vecchia strada, Bobbio. Cerco un negozietto, o una bancarella con le banane, ma non trovo nulla così proseguo e attacco la prima salita.
Mi dirigo verso il passo del Brallo, raggiungendo l'abitato di Ceci e svalicato, mi fermo in paese. Il profumo del pane appena sfornato mi guida in un piccolo negozietto d'alimentari, ma non compero pane, bensì un trancio di pizza ed un pezzo di focaccia. La pizza dura 30 secondi, la focaccia finisce nella tasca dietro del mio antivento.
Mi dirigo verso il Mt. Lesima, su una strada asfaltata che sale ripida, nel bosco. Sfioro la cima e scendo al Passo del Giovà, poi di nuovo in salita verso Capanne di Cosola, alle pendici del monte Chiappo. Sono già stanchino, e si insinua in me una certa insicurezza in merito alla riuscita della mia traversata.
La discesa è ristoratrice, un vero spasso. Curva dopo curva, sono emozionato, infreddolito, ma tengo duro perché è troppo bello. Ci sono pochissime auto e la strada è tutta per me. Il gps non riesce a starmi dietro e mi dà fuori rotta, ma la strada è una, quindi non mi pongo il problema.
A Cabella Ligure decido di fare una sosta. È l'ora giusta per un aperitivo ed ordino una birra media con un po' di stuzzichini. Divoro tutto in un attimo, tranne i peperoncini farciti al tonno, per via del tonno, non per altro.
Intanto ascolto dei vecchietti che parlano in dialetto tra di loro e non capisco veramente nulla. Fantastico.
Quando riporto il vassoietto con i peperoncini ed il bicchiere di birra vuoto, mi viene offerta della focaccia, ma ormai sono pronto per ripartire, quindi pago il conto e saluto i gentili signori del bar. Posto consigliato.
C'è ancora un po' di discesa prima di raggiungere il bivio per Roccaforte Ligure, poi imbocco la strada che percorsi l'anno scorso in mtb con la compagnia di single speeders, in mountain bike, sempre diretto a Finale Ligure. Riemergono ricordi, e non vedo l'ora di fare la bellissima discesa che giunge ad Arquata Scrivia. Il mio sogno però viene infranto da un posto di blocco, con tanto di carabiniere, a causa di un circuito Rally. Ho cercato in tutti modi di convincere l'ufficiale a farmi passare, visto poi che la gara era ferma a causa del recupero di auto finite fuori strada, ma sono dovuto tornare indietro e prendere la via alternativa lungo la valle per raggiungere Arquata. Arrabbiato ho mandato una valanga di nomi al rally e a tutti i suoi partecipanti puzzoni.
Mi guardo attorno per il pranzo, ma non trovo nulla di interessante e proseguo salendo a Sottovalle e poi giù fino a Voltaggio. Vedo un cartello "Ristorante al Portico", faccio una deviazione, ma trovo chiuso, quindi mi dirigo in centro paese per fare uno spuntino in un bar. Mangio una fetta di torta salata, prendo una birra ed un gelato.
Il mio viaggio prosegue in salita verso il bellissimo Parco di Capanne Marcarolo, un luogo meraviglioso che non vedo l'ora attraversare e rivedere. I pendii sono verdissimi, i boschi lussureggianti, e il colore verde domina ovunque. Che bello! Sento sempre la fatica del km percorsi, ma faccio dei bei respiri e con calma, proseguo. Arrivo ad un bar, dove nel 2012 mi fermai per un bel piatto di trofie al pesto ed ordino una birra. La signora prende una bottiglietta da 20cl dal frigo, ma la blocco e le chiedo una bottiglia più grande, da 66cl va benissimo.
Me la scolo con grande piacere, e dopo il breve break, mi rimetto in sella. Faccio pochi metri e seguendo la traccia, devio in discesa. Una strada meravigliosa, una discesa infinita fino a Campo Ligure. La temperatura quaggiù è più alta, ed tra un po', al passo del Turchino, dopo circa 200Km di strada, ho la prima possibilità per raggiungere il mare e proseguire sulla litoranea, evitando ulteriore dislivello.
Al bivio però, guardando l'ora, mi faccio coraggio e continuo per il Passo del Faiallo. Ho ancora parecchio tempo a disposizione, diverse ore di luce; non ho nessuno che mi faccia fretta e preferisco evitare il più possibile il traffico della costiera. Qui in alto ci sono le solite moto che disturbano, strombazzano, spuzzano, ti sfrecciano di fianco a velocità smodata, ed io rimango sempre in attesa di vederne qualcuno spiaccicato. Niente.
Il passo del Faiallo mi prosciuga per bene delle energie residue, ma lo spettacolo del luogo è commovente. Allo scollinamento, inizio paurosamente a scendere, incuneandomi in una valle lontano dal mare, ma una volta passati gli abitati di Vara, al bivio di Urbe, mi faccio coraggio e apro la porta verso una nuova salita.
Fosse dolce almeno. No, è ripida, ma nel bosco, bella fresca e con ovvia calma, salgo lentamente fino al Monte Beigua, mangiucchiando lentamente la focaccia che mi ero ricordato di avere ancora in tasca. Quasi in cima c'è un bel rifugio dove mi fermo per un'ultima pausa per una birra media e una fetta di torta di grano saraceno.
Le mie soste son sempre state brevi, ma efficaci.
La discesa dal Beigua si è dimostrata una meraviglia, a parte il fondo stradale in certi tratti in cattive condizioni. Da qui sono arrivato a livello del mare, a Varazze. Tremendo è stato l'impatto con il traffico della strada litoranea, così come il pugno che ho dato all'auto di uno che mi ha chiuso la strada dopo avermi sorpassato, e che quasi mi butta a terra.
Per fortuna che a Spotorno ho deviato per l'ultima salita della giornata, fino a LeManie, sopra Finale Ligure, dove ho incontrato i miei amici.
Così ce l'ho fatta, sono riuscito ad arrivare fin qua, ma la soluzione in un'unica tappa è un po' troppo faticosa per i miei gusti. Sì, è stata una bella prova, il viaggio si è dimostrato ricchissimo di emozioni, e molto appagante, ma devo ammettere di preferire le tappe un po' più brevi e "goderecce".
Non ho fatto foto purtroppo, non avendo una macchina compatta o uno smartphone da portare con me. Il percorso si può rivedere in qualche tratto, e spezzato in un paio di giorni, diventa uno spettacolo. Che posti, che viaggio, che salite, che discese!!!!
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A presto ragazzi! o-o