Alcune considerazioni...Avendo passato 50 anni a fare sport di montagna e seguire "le mode" dall'arrampicata slegato ai canali dello sci estremo
alle prime evoluzioni con sci e tavola nei park ,avendo anche partecipato attivamente mi vien da pensare che in ogni attività l'estremo, il rischio, specie se filmato o fotografato ,"fanno conoscere lo sportivo " cosa che se vinci il campionato italiano XC non ti dà se non nella tua stretta cerchia
Da sempre è così ,spesso le difficoltà tecniche oggettive se tolte dal contesto e portate in un pezzo senza rischio vita sono medie nemmeno altissime ,vedere il vuoto rischiare la vita le fa sembrare "estreme" Quindi vivere di questo vuol dire presentarsi ai social con un biglietto da visita ...eccomi amici
Il ciclo alpinismo sport in via di sviluppo e bellissimo sembra l'arrampicata dei tempi dei filmati "operà vertical" di Edlinger il Verdon dove io come tanti altri perfetti sconosciuti ,negli anni 80 salivamo le stesse vie saltando gli spit già rari e facendo mono tiri anche di 6c o 7a dopo averli ripetuti da slegati ,rischiando inutilmente la pelle
Questo pippone per dire che secondo me il ciclo alpinismo corre due rischi nei nostri contesti ,il primo è l'emulazione di massa ,il secondo dopo vari incidenti il di quà e di là i tromboni del CAI facciano chiudere i sentieri in quota alle bici
- alcuni atleti dell'estremo usano IG per raggiungere il pubblico dei "non praticanti" di quella disciplina. I "non praticanti" sono quelli che si fanno affascinare dall'esposizione, dal rischio, e non sanno valutare il gesto tecnico. Per dire, un MTBiker nel vedere la discesa iniziale del Piz Duleda, capisce che a meno dell'esposizione di tecnico non c'è molto. C'è maggior dimostrazione di abilità enduristica nel percorrere la Black Snake fluida e pulita. Per cui ecco che IG diventa il modo per ritagliarsi un proprio ritorno di immagine, laddove gli addetti ai lavori potrebbero dire "embè?"
- i sentieri in quota sono GIA' chiusi alle bici. In Veneto tutti i sentieri con larghezza inferiore ai 1.5m sono vietati. In Trentino, sono vietati tutti quelli non inseriti nella rete ciclistica ufficiale. Ad esempio, se si scende dal Grostè in direzione Malga Flavona (percorso pedalabilissimo massimo S2) si è in super-multa
- rischio emulazione di massa per il momento recondito. Il cicloalpinismo è possibile solo con bici tradizionali e richiede dislivelli notevoli. Più su qualcuno ha definito 1600 D+ un dislivello "folle". Ma questi sono dislivelli "minimi sindacali" se devi scendere da una cima/passo a 3000m, dato che le strade di fondovalle non salgono mai oltre i 1500-1600, a meno che non vi sia un impianto di risalita. Per cui la barriera all'accesso limita ancora l'emulazione da parte della massa
Certo, se estendiamo il concetto di "cicloalpinismo" ad altri sentieri con facile accesso, dove si possono usare le elettriche (ad esempio la Val Travenanzes), siamo già in condizioni di sovraffollamento...