Ciao a tutti,
vi presi parte nel 1999 m adovetti ritirarmi per doppia foratura simultanea (
front +
rear), una sfortuna pazzesca...
Vi tornai nel 2003, era il 27 Luglio. Andò meglio.
La gara di quest'anno prevede la partenza da Pragelato (anzichè da Sestriere) ma il giro è rimasto il medesimo.
Ecco la sintesi tratta dall'articolo comparso su
www.pianetamountainbike.it il 28.07.2003:
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Percorso: 60 km. con 1.700 metri di dislivello dichiarati, effettivi 62 km. e 1.800 m.dsl. 10% single-track, 45% double-track, 30% wide-track, 15% asfalto. Estremamente polveroso in tutti i settori (sottobosco compreso) a causa della persistente carenza di precipitazioni atmosferiche. Tratti in salita 26 km, discesa 30 km, falsopiano 6 km.
Iscritti 378 concorrenti (furono 523 nel 2002), partenti 362 (furono 501 nel 2002), arrivati 312 atleti, dei quali 229 Agonisti e 83 Cicloturisti (nel 2002 giunsero al traguardo 438 bikers, dei quali 297 Agonisti e 141 Cicloturisti).
Condizioni meteo: sole velato in partenza ma temperatura gradevole, parzialmente nuvoloso sulle cime più alte con temperatura molto fresca in quota.
Descrizione percorso: partenza dal Centro Sportivo di Sestriere (agonisti ore 10.00, cicloturisti ore 10.15), tradizionale sede logistica della gara, con un tratto iniziale di lancio per le vie del paese ed una breve salita sterrata in direzione della diga ai piedi del Monte Sises, prologo alla lunga discesa di 18 km. con circa 750 metri di dislivello negativo che, transitando lungo i sentieri che costeggiano il torrente Chisone, conduceva gli atleti verso Pragelato (1.530 metri slm.) sino a giungere all’abitato di Pourrieres (1.418 metri slm.), lungo il Parco della Val Troncea. Da qui iniziava un tratto inizialmente in asfalto (6 km.) e poi sterrato, dove in corrispondenza del bivio del Colle delle Finestre il tracciato si dipanava attraverso una salita di circa 14 km. lungo la destra orografica della Val Chisone (ai margini del Parco Orsiera Rocciavrè), salita che, transitando sulla strada militare più alta d’Europa, portava inizialmente a Pian dell’Alpe (1.815 metri slm., dove era situato il primo ristoro) e poi sino al punto più alto della gara, la Testa dell’Assietta (2.567 metri slm., secondo ristoro). Il prosieguo della gara, sullo spartiacque tra Val Chisone e Val di Susa, era costituito dall’alternanza di continui saliscendi attraverso il Col de Lauson (2.497 metri slm.), il Col Blegier (2.381 metri slm.), il Colle Genevris (2.533 metri slm., terzo ristoro) costeggiando per un lungo tratto il Parco del Gran Bosco di Salbertrand sino al Colle di Costa Piana (2.313 metri slm.) e il Col Bourget (2.299 metri slm.), per poi affrontare l’ultima asperità costituita dal Col Basset (2.424 metri slm.), preludio all’ultima velocissima discesa di 7 km. che portava al traguardo di Sestriere.
Vincitori assoluti: Ferruccio Baudin (GS Cicli Lucchini) tra gli uomini con il tempo di 2.43.37 e Maria Cucchi (K2 Valetti Bike Team) tra le donne in 3.53.44.
E questo è il commento dell'Inviato di
www.pianetamountainbike.it pubblicato il giorno 29.07.2003:
Sestriere (TO), situato ad un’altezza di 2.035 metri nella Val Chisone, è luogo molto apprezzato dal turismo invernale (sarà teatro delle Olimpiadi Invernali del 2006) ma anche estivo, la stagione alberghiera osserva infatti una sosta autunnale (quando la neve non è ancora comparsa) ed una in tarda primavera (quando la neve si scioglie al cospetto dei primi tepori solari ma la temperatura non è sufficiente mite da invogliare alle passeggiate). Le montagne circostanti sono imponenti, a tratti brulle ma al tempo stesso dolci, ariose, mai severe e soffocanti. In questo scenario è stata organizzata la 16° edizione del “Tour dell’Assietta”, gara di MTB che percorre tra le altre la strada militare più alta d’Europa; la manifestazione è probabilmente una delle più vetuste per le ruote grasse, a memoria non ricordo gare più longeve; vi presi parte nel 1999 ma dovetti ritirarmi quasi subito per guai meccanici, una sfortuna nera, così ieri sono tornato deciso a onorare il pedale off-road. Giunto in paese ho notato numerose frecce direzionali che indicavano la sede logistica della manifestazione, il Centro Sportivo nella cui palestra avvenivano celermente iscrizioni, ritiro pacchi gara, verifica tessere, distribuzione ristoro finale. La partenza avveniva da un arco gonfiabile adiacente, moltissimi spettatori a tifare e molti semplicemente a curiosare, attratti dalla kermesse e dagli stand espositivi di contorno alla gara. Dopo un breve tratto di lancio lungo le vie del paese, ci si immetteva su uno sterrato sottobosco in lieve discesa che a causa della carenza di precipitazioni si era trasformato in un sentiero wide-track polveroso quanto una pista della savana, visibilità buona solo per i primi 3-4 concorrenti, per il resto del plotone solo polvere e stridore di freni, ma che ci volete fare, il mountainbiking evidentemente non è solo fango. La discesa prosegue lungo piste sassose che causano più di una foratura, interrotte da improvvisi strappi in salita che già dopo pochi km. addentano i polpacci dei bikers, ma è tutto un divertente susseguirsi di veloci discese e repentine salitelle che conducono a Pragelato, dove il tracciato ripercorre in senso inverso fino a Pourrieres quello di un’altra gara di MTB di cui si sono perse le tracce, la “Route Alpine”. Fino a questo punto si sono divertiti i bikers votati alla discesa e quelli “col motore a due tempi”, che divorano le brevi salite con repentine accelerazioni sui pedali, ma da Pourrieres in avanti dovranno misurarsi con i passisti scalatori, autentici “diesel” di montagna, mangiatori di pendenze regolari e sfiancanti. E infatti, dopo 6 km. di asfalto sotto un sole cocente sino a Balboutet, molte sagome sulle gomme grasse cominciavano a dimenarsi goffamente, a bofonchiare, a procedere a zig-zag in salita, illudendosi di trovare ad attenderli, dietro ad una curva, un riposante tratto in discesa. Tutti sogni, ovviamente, spazzati via dalla scabra realtà, fatta di polvere, di sudore e di riflessi sempre più appannati. Il primo Ristoro (acqua e integratori) sembra alleviare la sofferenza, ma la strada militare scavata nella roccia rivendica ancora 700 metri di dislivello nei restanti 7 km. prima della sommità dell’Assietta. Man mano che si sale, l’aria diviene più secca e frizzante mentre le nubi iniziano a nascondere lo splendido panorama, mescolandosi ai lattiginosi specchi lacustri d’altura, dove mandrie di bovini pascolano serenamente. La Testa dell’Assietta viene salutata dai racers come la fine di un incubo, il secondo Ristoro (liquidi e barrette) e l’incitamento di numerosi spettatori danno nuova linfa alle indolenzite fibre muscolari, attese però non soltanto da entusiasmanti discese ma anche da taglienti tratti in salita, relativamente brevi ma pur sempre in grado di fiaccare le ultime resistenze di quanti non abbiano saputo gestire le proprie forze. Dal Col de Lauson al Col Basset la gara condivide il medesimo tracciato (in senso inverso, però) con “La Via dei Saraceni” dell’adiacente Val Susa. Il Col Basset è però davvero l’ultima asperità, non rimangono che 7 km. di discesa, inizialmente lungo un divertente single-track in costa e poi su un wide-track tutto a tornanti per sbucare alle spalle del Centro Sportivo di Sestriere, dove gli atleti vengono acclamati un numeroso pubblico sino allo striscione d’arrivo. Docce calde per tutti (il Centro Sportivo dispone di capaci spogliatoi), Ristoro finale (2 panini imbottiti a scelta, una bottiglia d’acqua e una di integratore Enervit da 50 cl., un budino, una barretta energetica, un succo di frutta da 20 cl.) e lavaggio bici (solo 2 canne dell’acqua, in caso di fango servirebbe qualcosa in più).
L’Organizzazione mi è parsa di ottimo livello, nessuna pecca, tutti molto gentili e disponibili. Percorso egregiamente segnalato con grandi frecce direzionali (rosse su fondo giallo, visibili da parecchi metri di distanza), segnalazioni nei punti ritenuti pericolosi, incroci presidiati, tantissimo pubblico su tutto il tracciato, sembrava quasi di partecipare al poco distante “Tour de France”. Ristori (3 sul percorso) correttamente posizionati e forniti del necessario (acqua, integratori e barrette), sarebbe meglio però offrire ai concorrenti delle borracce o bottiglie anziché dei bicchieri, dai quali è più difficile bere pedalando. Classifiche esposte velocemente grazie al sistema “Bici & Bike” by Gestione Dati & Tempi, che forniva addirittura la posizione assoluta e di categoria a ciascun atleta nel momento stesso in cui questi tagliava il traguardo.
Considerazioni finali: una gara molto divertente per chi ama la Montagna con la “M” maiuscola, qui si corrono 62 km. con 1.800 metri di dislivello per buona parte sopra i 2.300 metri di altezza, gare così ne sono rimaste poche in Italia, ormai i kilometraggi e i dislivelli si riducono sempre più. Di sicuro meriterebbe una maggior partecipazione di concorrenti, ma molto probabilmente le concomitanti “Cortina-Dobbiaco” e la Coppa Europa a Malè hanno sottratto un congruo numero di possibili partecipanti, sia tra gli agonisti che tra i cicloturisti. Nel 1999, se non ricordo male, faceva parte del Circuito “Ranking Tecno MTB”, poi è scivolata un po’ nell’anonimato (quantomeno a livello nazionale) per poi riprendersi nel corso delle ultime due edizioni, anche se quest’anno ha registrato un calo dei partenti rispetto al 2002 pari al 28%, giustificato dalle ragioni di cui sopra. Chi l’ha disputata quest’anno si è dichiarato entusiasta e ha rinnovato l’appuntamento alla prossima edizione. E poi, con 20 Euro di iscrizione (25 per le iscrizioni tardive), pacco gara più che soddisfacente, percorso meraviglioso, Organizzazione di ottimo livello… sarebbe un peccato restarsene a casa !!
Saluti a tutti e Buon Divertimento!!!
