Essendo cresciuto in zona montana, ricordo quando da bambino uscivo in montagna con mio nonno. Si andava a prendere l'acqua alla fontana, a cercare funghi o posti buoni per la legna, non per fare turismo. Conosceva ogni singola pietra, prevedeva il tempo in base a da dove arrivavano le nuvole, al vento o a come volavano gli uccelli. E mi ha sempre fatto sentire come un ospite della montagna, comese lei fosse la "padrona" (passatemi il termine), e noi degli ospiti che la devono rispettare e capire che puo' essere tanto buona e utile quanto cattiva e pericolosa.mah...secondo me questo è concetto che poteva essere valido fino a una ventina di anni fa.
oggi non direi...basta vedere quanti oggi praticano l'arrampicata, l'alpinismo in generale e soprattutto lo scialpinismo.
Quanti di noi ora (me compreso) hanno certe capacita' e conoscenze?
Ormai per molti e' un parco giochi, o come andare in spiaggia. Il semplice turista inconsapevole o ignorante (nel senso che non sa), come fa a percepire il pericolo? Fa una passeggiata in montagna con pantaloncini corti e scarpette da tennis, accende il fuoco per fare le costine sotto ai pini pieni di resina. Non ha le conoscenze per valutarlo. Come al contrario, lo stesso puo' succedere per la troppa sicurezza quando ci si sente esperti. Ed ecco che succede qualcosa.
Vero, e' difficile, ma molto spesso la cosa migliore da fare.ecco perchè secondo me la montagna va frequentata con una certa capacità di rinuncia: cioè anche se si è sicuri di quel che si sta facendo, bisogna saper dire di tanto in tanto "oggi scelgo di non andare".