C'è un bel termine inglese (intraducibile in italiano) mutuato dalla fisica e dall'informatica che descrive bene i tentativi di spiegare i rapporti di tutto cio' che non è internet oggi con il grande pubblico che utilizza internet: bootstrapping.
Il termine ha origine nelle celebri avventure del barone di Münchausen, il quale per tirarsi fuori da una palude si prende per le linguette degli stivali (bootstraps)
Anche se è rimasta famosa l'immagine in cui invece si tira fuori per i capelli:
Nella preistoria della rete (10 anni fa) il mezzo per comunicare erano i newsgroup. Delle interfacce senza tanti fronzoli, più che altro pensate da programmatori per programmatori, in cui si comunicava "a tema": biciclette, cucina, etc...
I nostalgici dei newsgroup sono persone perbene, ben educate, di buona cultura e tendenzialmente nostalgiche dei bei tempi in cui si comunicava con gente che non confondeva la netiquette con un dessert preconfezionato della Danone e riusciva chiaramente a distinguere un troll reale dall'impedito medio che chiede per mail come registrarsi al forum
Poi arrivarono i forum.
I newsgroup per la massa. Interfacce semplici, colorate, la possibilità di darsi facilmente un'identità attraverso avatar, firme, immagini ed altri optional molto più immediati che non dover leggere cosa scrive uno "in-topic"
I forum sono chiaramente utilizzati da gente che più o meno risponde ad alcune caratteristiche essenziali:
-cultura da media ad abbondante
-età media attorno ai 30 anni
-connessioni internet domestica o "lavorativa"
e soprattutto fa parte della "media borghesia". Quella che lavora, guadagna ed ha abbastanza soldi e tempo libero da dedicare ad un hobby (o più d'uno).
Non è un caso che i più grossi forum trattino sostanzialmente "prodotti": informatica, cellulari, videogames, automobili, fotografia, etc....
Fondamentalmente i forum hanno dato voce alla categoria dei consumatori.
In un modo mai visto prima.
Questo ha perturbato un equilibrio ben consolidato nel mercato, nell'interazione tra "operatori del settore".
I quali si sono divisi tra chi ha preferito ignorare il fenomeno, chi ci ha visto qualcosa da cui trarre "ispirazione" e chi l'ha subito bollato come qualcosa di cui diffidare. In particolare se nel forum di turno non si parlava bene di se o di cio' che si vende
Insomma, i forum avrebbero dato voce a chi, tutto sommato, fino ad allora se ne era rimasto buono e zitto nel proprio ghetto e non aveva alcun mezzo pubblico di dire la propria. Straight outta Internet:
Dopo lo shock iniziale pero', anche i più "lenti" si accorsero che nei forum si mettevano a dispozione una quantità di informazioni utili impressionanti.
Ed il motivo è semplice: la quantità.
All'ingrossarsi dei forum, nella massa di gente che si iscrive c'è la presenza di un enorme numero di "giornalisti" e "redattori" ultracompetenti.
Quante redazioni possono contare su un serbatoio di ingegneri, fisici, matematici, carpentieri, saldatori, verniciatori, grafici e magari pure qualche filosofo o critico d'arte per le critiche estetiche?
Senza contare gli agonisti o i pedalatori a moto perpetuo da 12.000km/anno.
Democrazia partecipativa insomma.
Che ha messo gratuitamente a disposizione delle competenze ed una qualità difficilmente organizzabili a meno di lauti investimenti.
Il rovescio della medaglia più ovvio è che questa qualità si perde inevitabilmente nello stesso calderone in cui nasce.
Nella quantità si trova la qualità, ma nella stessa quantità la qualità si perde pure.
E' ormai passata una decade da quando sono nati i primi forum.
Tanti sono nati e spariti. Meteore cadute nella rete.
Alcuni sono rimasti.
I motivi sono tanti, ma per la mia esperienza anche come semplice utente, il motivo della sopravvivenza e della prosperità di questi forum sta nel modo in cui sono stati organizzati.
Le belle idee non bastano. Serve che qualcuno le metta in opera.
Il Diretur di questo forum me lo ripete sempre: Im Anfang war die Tat
In questi anni ho potuto conoscere alcune delle persone che stanno dietro i forum di mtb più letti e frequentati in Europa, come Marco Toniolo (mtb-forum.it), Thomas Paatz (mtb-news.de) e Christophe Jobic (velovert.com).
Persone che, piaccia o non piaccia, hanno una visione e delle capacità organizzative notevoli. Supportate da una visione imprenditoriale chiara: fornire servizi sempre migliori e sempre prima degli altri.
Gente che conosce bene i pregi ed i limiti dei mezzi che amministrano e che pertanto sa che tutto si svolge sempre nella pubblica piazza, nel foro.
E che la stessa voce che hanno dato ai consumatori potrebbe ritorcersi contro nel caso certe condizioni venissero disattese. Come la trasparenza ed il rimanere "neutrali" nel mercato, senza vendersi o vendere test, favori, o altro (anche se questa problematica fa sempre sorridere i colleghi stranieri...)
Organizzazione si diceva.
Un nuovo modo di organizzare le risorse.
Le infinite risorse messe a disposizione dagli utenti che rischiano di perdersi nella quantità.
-Senza direttive precise.
-Lasciando che dal parlare (per iscritto) ogni individuo produca il meglio delle proprie competenze e creatività secondo il proprio sapere tecnico o umano.
-All'interno di un quadro ben definito e regolato.
-Interagendo in gruppo.
-Aprendosi alle mille opportunità date dagli strumenti che abbiamo a disposizione oggi grazie alla tecnologia.
Questi punti se ci pensate bene non sono una grande novità. Sono i punti che normalmente contraddistinguono il Jazz.
Parola che, sarà un caso, viene dal francese jaser (chiaccherare).
Non di sole chiacchere si tratta dunque...o cmq sono il punto di partenza per qualcosa che ha rivoluzionato il mercato e l'approccio allo stesso da parte di tutti.
Il Diretur odia il Jazz, ma io me lo vedo sempre come il Miles Davis del forum mtb
Ed infine vorrei ricordare che aldilà del mercato c'è una qualità fondamentale che il forum puo' vantare: quella umana.
Perchè dietro tante parole scritte nero su giallino ci sono persone.
Tante persone che si sono incontrate e sono diventate amiche.
Cosa che continua a succedere. Anche ora :)
Tutto questo ovviamente non piace a tutti. Soprattutto all'interno di un sistema consolidato con le sue regole non scritte che aveva trovato un suo "equilibrio".
Ormai è qualche anno che il forum non è più attaccato bollandolo come "fogna", dimenticando che nella fogna ci sono poi anche i propri clienti.
Da un po' si è passati agli attacchi alle persone ed all'opera di discredito.
Cominciando per le patetiche balle che volevano il forum addirittura "proprietario" di marchi inserzionisti, per arrivare alle insinuazioni sull'origine dei proventi del forum per cercare di assimilare il forum al "sistema" delle regole non scritte di cui sopra; passando per l'ostentato ignorare dei professionisti nelle occasioni "mondane" come presentazioni, press-event, etc...
Il tutto ovviamente scritto in.......rete
Il che, per tornare al barone di Münchausen è un po' come cercare di viaggiare più veloci cavalcando una palla di cannone...... senza sapere dov'è puntato il cannone pero'
Il termine ha origine nelle celebri avventure del barone di Münchausen, il quale per tirarsi fuori da una palude si prende per le linguette degli stivali (bootstraps)
Anche se è rimasta famosa l'immagine in cui invece si tira fuori per i capelli:
Nella preistoria della rete (10 anni fa) il mezzo per comunicare erano i newsgroup. Delle interfacce senza tanti fronzoli, più che altro pensate da programmatori per programmatori, in cui si comunicava "a tema": biciclette, cucina, etc...
I nostalgici dei newsgroup sono persone perbene, ben educate, di buona cultura e tendenzialmente nostalgiche dei bei tempi in cui si comunicava con gente che non confondeva la netiquette con un dessert preconfezionato della Danone e riusciva chiaramente a distinguere un troll reale dall'impedito medio che chiede per mail come registrarsi al forum
Poi arrivarono i forum.
I newsgroup per la massa. Interfacce semplici, colorate, la possibilità di darsi facilmente un'identità attraverso avatar, firme, immagini ed altri optional molto più immediati che non dover leggere cosa scrive uno "in-topic"
I forum sono chiaramente utilizzati da gente che più o meno risponde ad alcune caratteristiche essenziali:
-cultura da media ad abbondante
-età media attorno ai 30 anni
-connessioni internet domestica o "lavorativa"
e soprattutto fa parte della "media borghesia". Quella che lavora, guadagna ed ha abbastanza soldi e tempo libero da dedicare ad un hobby (o più d'uno).
Non è un caso che i più grossi forum trattino sostanzialmente "prodotti": informatica, cellulari, videogames, automobili, fotografia, etc....
Fondamentalmente i forum hanno dato voce alla categoria dei consumatori.
In un modo mai visto prima.
Questo ha perturbato un equilibrio ben consolidato nel mercato, nell'interazione tra "operatori del settore".
I quali si sono divisi tra chi ha preferito ignorare il fenomeno, chi ci ha visto qualcosa da cui trarre "ispirazione" e chi l'ha subito bollato come qualcosa di cui diffidare. In particolare se nel forum di turno non si parlava bene di se o di cio' che si vende
Insomma, i forum avrebbero dato voce a chi, tutto sommato, fino ad allora se ne era rimasto buono e zitto nel proprio ghetto e non aveva alcun mezzo pubblico di dire la propria. Straight outta Internet:
Dopo lo shock iniziale pero', anche i più "lenti" si accorsero che nei forum si mettevano a dispozione una quantità di informazioni utili impressionanti.
Ed il motivo è semplice: la quantità.
All'ingrossarsi dei forum, nella massa di gente che si iscrive c'è la presenza di un enorme numero di "giornalisti" e "redattori" ultracompetenti.
Quante redazioni possono contare su un serbatoio di ingegneri, fisici, matematici, carpentieri, saldatori, verniciatori, grafici e magari pure qualche filosofo o critico d'arte per le critiche estetiche?
Senza contare gli agonisti o i pedalatori a moto perpetuo da 12.000km/anno.
Democrazia partecipativa insomma.
Che ha messo gratuitamente a disposizione delle competenze ed una qualità difficilmente organizzabili a meno di lauti investimenti.
Il rovescio della medaglia più ovvio è che questa qualità si perde inevitabilmente nello stesso calderone in cui nasce.
Nella quantità si trova la qualità, ma nella stessa quantità la qualità si perde pure.
E' ormai passata una decade da quando sono nati i primi forum.
Tanti sono nati e spariti. Meteore cadute nella rete.
Alcuni sono rimasti.
I motivi sono tanti, ma per la mia esperienza anche come semplice utente, il motivo della sopravvivenza e della prosperità di questi forum sta nel modo in cui sono stati organizzati.
Le belle idee non bastano. Serve che qualcuno le metta in opera.
Il Diretur di questo forum me lo ripete sempre: Im Anfang war die Tat
In questi anni ho potuto conoscere alcune delle persone che stanno dietro i forum di mtb più letti e frequentati in Europa, come Marco Toniolo (mtb-forum.it), Thomas Paatz (mtb-news.de) e Christophe Jobic (velovert.com).
Persone che, piaccia o non piaccia, hanno una visione e delle capacità organizzative notevoli. Supportate da una visione imprenditoriale chiara: fornire servizi sempre migliori e sempre prima degli altri.
Gente che conosce bene i pregi ed i limiti dei mezzi che amministrano e che pertanto sa che tutto si svolge sempre nella pubblica piazza, nel foro.
E che la stessa voce che hanno dato ai consumatori potrebbe ritorcersi contro nel caso certe condizioni venissero disattese. Come la trasparenza ed il rimanere "neutrali" nel mercato, senza vendersi o vendere test, favori, o altro (anche se questa problematica fa sempre sorridere i colleghi stranieri...)
Organizzazione si diceva.
Un nuovo modo di organizzare le risorse.
Le infinite risorse messe a disposizione dagli utenti che rischiano di perdersi nella quantità.
-Senza direttive precise.
-Lasciando che dal parlare (per iscritto) ogni individuo produca il meglio delle proprie competenze e creatività secondo il proprio sapere tecnico o umano.
-All'interno di un quadro ben definito e regolato.
-Interagendo in gruppo.
-Aprendosi alle mille opportunità date dagli strumenti che abbiamo a disposizione oggi grazie alla tecnologia.
Questi punti se ci pensate bene non sono una grande novità. Sono i punti che normalmente contraddistinguono il Jazz.
Parola che, sarà un caso, viene dal francese jaser (chiaccherare).
Non di sole chiacchere si tratta dunque...o cmq sono il punto di partenza per qualcosa che ha rivoluzionato il mercato e l'approccio allo stesso da parte di tutti.
Il Diretur odia il Jazz, ma io me lo vedo sempre come il Miles Davis del forum mtb
Ed infine vorrei ricordare che aldilà del mercato c'è una qualità fondamentale che il forum puo' vantare: quella umana.
Perchè dietro tante parole scritte nero su giallino ci sono persone.
Tante persone che si sono incontrate e sono diventate amiche.
Cosa che continua a succedere. Anche ora :)
Tutto questo ovviamente non piace a tutti. Soprattutto all'interno di un sistema consolidato con le sue regole non scritte che aveva trovato un suo "equilibrio".
Ormai è qualche anno che il forum non è più attaccato bollandolo come "fogna", dimenticando che nella fogna ci sono poi anche i propri clienti.
Da un po' si è passati agli attacchi alle persone ed all'opera di discredito.
Cominciando per le patetiche balle che volevano il forum addirittura "proprietario" di marchi inserzionisti, per arrivare alle insinuazioni sull'origine dei proventi del forum per cercare di assimilare il forum al "sistema" delle regole non scritte di cui sopra; passando per l'ostentato ignorare dei professionisti nelle occasioni "mondane" come presentazioni, press-event, etc...
Il tutto ovviamente scritto in.......rete
Il che, per tornare al barone di Münchausen è un po' come cercare di viaggiare più veloci cavalcando una palla di cannone...... senza sapere dov'è puntato il cannone pero'