L'asfalto è stato rimosso. La ghiaia della frana di Tenno servirà per costruire il terrapieno sull'esterno del «sentiero»
Di Stasio: «Troppi ritardi: qualcuno in alto sta remando contro»
RIVA. Settembre scivola via dal calendario sfumando nell'autunno elettorale le illusioni dei diecimila che dopo aver firmato l'appello perchè fosse salvata la vecchia Ponale, aspettavano di poter salire di nuovo, a piedi o in bici, lungo il tracciato disegnato a metà dell'Ottocento da Giacomo Cis. Il progetto di trasformazione in sentiero della carrozzabile procede con ritmo inversamente proporzionale alla voglia collettiva di riappropriarsi d'una pagina di storia illustrata da panorami di rara bellezza.
Tutto l'asfalto corroso dagli anni e dalle frane, è stato rimosso. Adesso bisogna portare a valle camionate di terriccio della frana di Tenno per costruire sulla parte esterna il terrapieno che farà da baluardo verso gli strapiombi sul lago. «Lavoro delicato - spiega il geometra Zambotti, direttore del cantiere - perchè non si possono usare mezzi di grandi dimensioni e perchè, fra canalette per l'acqua, coperture di terra, sistemazioni ambientali, concorre al lavoro una moltitudine di ditte che è obiettivamente difficile coordinare». A Zambotti non risulta che la larghezza del «sentiero» debba essere superiore al metro e 20 previsto nel progetto originario, nonostante che la commissione edilizia rivana, nel licenziare il progetto, avesse chiesto esplicitamente di portarla ad 1,80-2 metri. Fabrizio Di Stasio, presidente di quel comitato Giacomo Cis che s'è candidato alla futura gestione, è convinto che qualcuno remi contro. «Il fatto che ci mettano tanto tempo per eseguire un'opera tutto sommato non faraonica, mi fa sospettare che la lentezza sia voluta da qualcuno, nelle alte sfere». Intanto il comitato si prepara ai compiti che l'attendono. In primis è stato calcolato che la gestione costerà intorno ai 50.000 euro all'anno: per uno stradino che quotidianamente percorra il sentiero a controllare eventuali movimenti franosi e per un'assicurazione abbastanza robusta da mettere al coperto da possibili rischi. Per metà settimana è previsto un incontro col sindaco Paolo Matteotti per accertare l'entità del contributo comunale che, comunque, non sarà tale da coprire l'intera spesa. Subito dopo Di Stasio ha intenzione di contattare altri sponsor, a cominciare dall'Apt. All'interno del comitato si sta discutendo sulla possibilità di far pagare un biglietto ai bikers: l'ipotesi, accettata da alcuni combattuta da altri, rimane in piedi come ultima sponda per far quadrare i bilanci. L'accordo col proprietario del sentiero -la provincia- seguirà appena risolti i problemi finanziari: forse nella prossima primavera.
Fonte: Corriere delle Alpi - Segnalato da Mich74
Di Stasio: «Troppi ritardi: qualcuno in alto sta remando contro»
RIVA. Settembre scivola via dal calendario sfumando nell'autunno elettorale le illusioni dei diecimila che dopo aver firmato l'appello perchè fosse salvata la vecchia Ponale, aspettavano di poter salire di nuovo, a piedi o in bici, lungo il tracciato disegnato a metà dell'Ottocento da Giacomo Cis. Il progetto di trasformazione in sentiero della carrozzabile procede con ritmo inversamente proporzionale alla voglia collettiva di riappropriarsi d'una pagina di storia illustrata da panorami di rara bellezza.
Tutto l'asfalto corroso dagli anni e dalle frane, è stato rimosso. Adesso bisogna portare a valle camionate di terriccio della frana di Tenno per costruire sulla parte esterna il terrapieno che farà da baluardo verso gli strapiombi sul lago. «Lavoro delicato - spiega il geometra Zambotti, direttore del cantiere - perchè non si possono usare mezzi di grandi dimensioni e perchè, fra canalette per l'acqua, coperture di terra, sistemazioni ambientali, concorre al lavoro una moltitudine di ditte che è obiettivamente difficile coordinare». A Zambotti non risulta che la larghezza del «sentiero» debba essere superiore al metro e 20 previsto nel progetto originario, nonostante che la commissione edilizia rivana, nel licenziare il progetto, avesse chiesto esplicitamente di portarla ad 1,80-2 metri. Fabrizio Di Stasio, presidente di quel comitato Giacomo Cis che s'è candidato alla futura gestione, è convinto che qualcuno remi contro. «Il fatto che ci mettano tanto tempo per eseguire un'opera tutto sommato non faraonica, mi fa sospettare che la lentezza sia voluta da qualcuno, nelle alte sfere». Intanto il comitato si prepara ai compiti che l'attendono. In primis è stato calcolato che la gestione costerà intorno ai 50.000 euro all'anno: per uno stradino che quotidianamente percorra il sentiero a controllare eventuali movimenti franosi e per un'assicurazione abbastanza robusta da mettere al coperto da possibili rischi. Per metà settimana è previsto un incontro col sindaco Paolo Matteotti per accertare l'entità del contributo comunale che, comunque, non sarà tale da coprire l'intera spesa. Subito dopo Di Stasio ha intenzione di contattare altri sponsor, a cominciare dall'Apt. All'interno del comitato si sta discutendo sulla possibilità di far pagare un biglietto ai bikers: l'ipotesi, accettata da alcuni combattuta da altri, rimane in piedi come ultima sponda per far quadrare i bilanci. L'accordo col proprietario del sentiero -la provincia- seguirà appena risolti i problemi finanziari: forse nella prossima primavera.

Fonte: Corriere delle Alpi - Segnalato da Mich74