Dopo qualche anno ho deciso di tornare a salire al rifugio Galassi, che richiede un lungo tratto a spinta, per vedere quanta parte della discesa lungo la val d'Oten sarei riuscito a fare in sella, adesso che la mia tecnica è sicuramente migliorata. La prima volta che ci ero stato avevo fatto buoni tratti a piedi, ma stavolta ero fiducioso di riuscire ad affrontarla tutta o quasi in bici.
Veniamo al giro. Partenza da San Vito, ci aspetta subito la salita fino al rifugio Scotter, su strada in buona parte asfaltata e con pendenze tra 10% e 15%.
Ora viene la parte peggiore, la salita fino a Forcella Piccola, 400m di dislivello tutti a piedi, o quasi.
Ci sono infatti due alternative:
- la via più breve, sentiero 229+227, un'ora abbondante di bici a spinta.
- passaggio per il rifugio San Marco proseguendo sul 228 e poi 227, un po' più lunga ma con qualche tratto in più in sella.
Antelao nei pressi del rifugio Scotter
Noi abbiamo optato per la seconda. Poco dopo la fine della strada il sentiero si inerpica ripido nel bosco, costringendo a spingere faticosamente e, in alcuni tratti più scomodi, anche a portare in spalla. Il tutto per un quarto d'ora circa, fino All'arrivo al rifugio San Marco, da cui si gode di un bel panorama su Antelao e Forcella Piccola.
Rifugio San Marco e Pelmo
Antelao
Forcella Piccola col sentiero che seguiremo
Ora bisogna prendere il 227 che taglia i ghiaioni, in parte ciclabile. E' un sentiero tagliato spesso da radici o con qualche sassone, che costringono molte volte a scendere di sella, e in più bisogna attraversare due tratti distrutti da frane, il tutto per una ventina di minuti.
Dopo l'incrocio con il 229 il sentiero comincia a salire in modo più deciso obbligando a scendere dalla bici definitivamente
vista verso il rifugio San Marco, si vede il sentiero appena percorso
da qui una mezzora buona di spinta per raggiungere Forcella Piccola, posta tra lo Scotter e l'Antelao.
ancora a piedi
sguardo verso la Salvella
Forcella Piccola
Antelao tra le nubi
Viene ora il momento della discesa. Sentiero abbastanza semplice su ghiaia smossa fino al rifugio Galassi
qui si apre un bel panorama sulla val d'Oten
ed inizia il difficile.
La prima parte del 255 scende ripida su fondo pietroso ghiaioso con la ruota che ci galleggia dentro, alternato a qualche passaggio tecnico per superare dei gradini. Poi per un breve tratto il sentiero spiana e si fa più scorrevole
interrotto solo dagli alvei in secca di qualche torrente che costringono a scendere di sella.
Superata questa parte il sentiero entra nel bosco e ricomincia a scendere deciso e tecnico, con fondo a tratti sempre pietroso e con qualche passaggio difficile su rocce
a tratti più compatto e semplice.
Tutto fattibile con l'aiuto di qualche piede a terra ogni tanto.
Solamente la parte finale del sentiero presenta 3-4 gradoni non superabili e costringe a scendere di sella.
Ma ormai siamo quasi alla fine e qui merita sicuramente una visita a piedi la splendida cascata delle Pile, dove l'Oten precipita in una stretta gola.
Arriviamo quindi alla Capanna degli Alpini, termine della parte dura della discesa, con la soddisfazione di essere riuscito a farla praticamente tutta in sella.
Ora un lungo sterratone ci porta facilmente fino a Praciadelan e dai qui su asfalto fino a Calalzo.
Per tornare a San Vito ci sono ancora 20km di facile ciclabile asfaltata tutta in falsopiano.
Insomma giro molto bello e con bei panorami, a patto che non ci si faccia problemi a spingere la bici per un'oretta, e che piacciono le discese tecniche e sassose. Assolutamente consigliata una full, con essa ci si può divertire, io invece con il mio frontino ho sofferto abbastanza nei tratti con più pietrame, ma la soddisfazione c'è stata lo stesso!
Veniamo al giro. Partenza da San Vito, ci aspetta subito la salita fino al rifugio Scotter, su strada in buona parte asfaltata e con pendenze tra 10% e 15%.
Ora viene la parte peggiore, la salita fino a Forcella Piccola, 400m di dislivello tutti a piedi, o quasi.
Ci sono infatti due alternative:
- la via più breve, sentiero 229+227, un'ora abbondante di bici a spinta.
- passaggio per il rifugio San Marco proseguendo sul 228 e poi 227, un po' più lunga ma con qualche tratto in più in sella.
Antelao nei pressi del rifugio Scotter
Noi abbiamo optato per la seconda. Poco dopo la fine della strada il sentiero si inerpica ripido nel bosco, costringendo a spingere faticosamente e, in alcuni tratti più scomodi, anche a portare in spalla. Il tutto per un quarto d'ora circa, fino All'arrivo al rifugio San Marco, da cui si gode di un bel panorama su Antelao e Forcella Piccola.
Rifugio San Marco e Pelmo
Antelao
Forcella Piccola col sentiero che seguiremo
Ora bisogna prendere il 227 che taglia i ghiaioni, in parte ciclabile. E' un sentiero tagliato spesso da radici o con qualche sassone, che costringono molte volte a scendere di sella, e in più bisogna attraversare due tratti distrutti da frane, il tutto per una ventina di minuti.
Dopo l'incrocio con il 229 il sentiero comincia a salire in modo più deciso obbligando a scendere dalla bici definitivamente
vista verso il rifugio San Marco, si vede il sentiero appena percorso
da qui una mezzora buona di spinta per raggiungere Forcella Piccola, posta tra lo Scotter e l'Antelao.
ancora a piedi
sguardo verso la Salvella
Forcella Piccola
Antelao tra le nubi
Viene ora il momento della discesa. Sentiero abbastanza semplice su ghiaia smossa fino al rifugio Galassi
qui si apre un bel panorama sulla val d'Oten
ed inizia il difficile.
La prima parte del 255 scende ripida su fondo pietroso ghiaioso con la ruota che ci galleggia dentro, alternato a qualche passaggio tecnico per superare dei gradini. Poi per un breve tratto il sentiero spiana e si fa più scorrevole
interrotto solo dagli alvei in secca di qualche torrente che costringono a scendere di sella.
Superata questa parte il sentiero entra nel bosco e ricomincia a scendere deciso e tecnico, con fondo a tratti sempre pietroso e con qualche passaggio difficile su rocce
a tratti più compatto e semplice.
Tutto fattibile con l'aiuto di qualche piede a terra ogni tanto.
Solamente la parte finale del sentiero presenta 3-4 gradoni non superabili e costringe a scendere di sella.
Ma ormai siamo quasi alla fine e qui merita sicuramente una visita a piedi la splendida cascata delle Pile, dove l'Oten precipita in una stretta gola.
Arriviamo quindi alla Capanna degli Alpini, termine della parte dura della discesa, con la soddisfazione di essere riuscito a farla praticamente tutta in sella.
Ora un lungo sterratone ci porta facilmente fino a Praciadelan e dai qui su asfalto fino a Calalzo.
Per tornare a San Vito ci sono ancora 20km di facile ciclabile asfaltata tutta in falsopiano.
Insomma giro molto bello e con bei panorami, a patto che non ci si faccia problemi a spingere la bici per un'oretta, e che piacciono le discese tecniche e sassose. Assolutamente consigliata una full, con essa ci si può divertire, io invece con il mio frontino ho sofferto abbastanza nei tratti con più pietrame, ma la soddisfazione c'è stata lo stesso!
