26 gennaio 2014, esattamente quattro anni fa, per la prima volta salgo su una fat bike. E me innamoro subito. E’ stato un amore a prima vista, il classico colpo di fulmine. Ed è un amore che dura e cresce. Da quel giorno ho venduto tutte le mie altre bici e uso solo la fat. Non mi importa se in certe occasioni vado più piano o se ogni tanto mi devo fermare per regolare la pressione delle gomme, a me importa divertirmi. E con la fat il mio divertimento è aumentato. E non poco. Ed è aumentata anche la soddisfazione nel vedere come passo con facilità degli ostacoli che prima erano al limite e come arrivo in cima a certe salite che prima non ero mai riuscito a fare. Comodità per le lunghe percorrenze, grip infinito in salita e sicurezza in discesa, la fat è in assoluto la bici più polivalente che esista. Me ne sono accorto subito, in poche ore, e quel giudizio non è più cambiato. Quel 26 gennaio, quando l’amico Moris mi ha portato a Merano quella strana bici che avevo visto solo in foto e non riuscivo a trovare da nessuna parte per poterla provare, è stato un giorno illuminante, che ha cambiato per sempre il mio modo di andare in bici. L’ho provata, in un giorno, in tutte le condizioni possibili: su salita asfaltata, salita tecnica, salita su neve, salita con la bici in spalla, discesa su sentiero innevato, su sentiero asciutto tecnico, su tornanti stretti, su piccoli salti. Gonfiando e sgonfiando le gomme fino al loro limite. Scambiandola con quella degli altri amici che avevano bici normali per vedere se le belle sensazioni che provavo erano vere. E il risultato lo testimonia il sorriso che mi è rimasto dipinto in faccia per tutto il giorno, e che mi ritorna puntualmente ogni volta che salgo sulla mia fat bike.
Nel giro di pochi giorni quella fat bike, una Salsa beargrease, è naturalmente diventata mia, grazie all’amico Andrea Scavezzon , e da allora l’ho usata sempre, facendoci 200.000 metri di dislivello all’anno, e ne ho sempre tessuto le lodi su social e forum. L’ho fatto da appassionato, per cercare di condividere con il maggior numero di persone questo modo diverso di andare in bici, che poi alla fine sempre di pedalare si tratta, però regala sensazioni diverse.
Naturalmente, quando ci si espone direttamente, non per primi ma almeno fra i primi, si è sempre a rischio di essere fraintesi o comunque di creare invidie, oppure di creare dei dubbi in qualcuno che pensa di sapere tutto e dubbi non vuole averne, e questo è puntualmente successo. Cosi sono stato attaccato da più parti per il fatto di voler condividere questa mia passione, ma a me piace cosi, condividere. Potrei starmene zitto e continuare a pedalare in fat bike con pochi amici divertendomi come un matto senza dire niente a nessuno, invece lo dico e faccio vedere tante foto, non per autoincensarmi, ma per far conoscere e condividere questa nuova esperienza. Sia chiaro, io ho sempre e solo cercato di spiegare il perché una fat mi diverte e come bisogna fare per guidarla, e non ho mai consigliato a nessuno di comprarla. Nemmeno ai mie più cari amici. Ho sempre detto a tutti di provarne una e poi di decidere autonomamente. Tanto so che chi ne prova una poi fa fatica a tornare indietro! Che sia la terza bici, la seconda o l’unica, ma la maggior parte di quelli che l’hanno provata, poi l’hanno anche acquistata e la usano con grande piacere. E lo dimostrano anche i centinaia (non esagero) di messaggi di ringraziamento che mi arrivano per averli invogliati, con le mie parole e le mie foto, a comprare una fat bike. Ma come detto, io non mai consigliato nessuno di comprare una fat, ma solo di provarla. Semmai ho consigliato una fat rispetto ad un’altra, perché, come le mtb normali, anche le fat sono molto diverse una dall’altra. Perciò io ne ho due, e ringrazio l’amico Mauro Bertolotto per avermi aiutato in questo, la “storica” fat rigida, anche se adesso in versione full carbon, per viaggiare e per andare sulla neve, e la fat full, la Salsa bucksaw, che uso per i giri di alta montagna che piacciono a me e che regala sensazioni da bici da enduro, ma con molto più grip e sicurezza in tutte le occasioni. Perché, come dico da sempre, la fat non è la miglior bici per ogni specialità, ma è LA bici polivalente ed è l’unica che ti permette di pedalare (quasi) sempre e di passare dall’ asfalto, alla sabbia, alla neve, ai sentieri estivi solo modificando la pressione delle gomme. Perché , e concludo con le parole dell’amico Enrico Guala , una fat è una fat e permette a chi la guida cose che nessun'altra bici ti permette, ma soprattutto ti permette di vivere un'esperienza al di la della tua comfort zone, di quello che come biker credi e sai essere il tuo limite.
Nel giro di pochi giorni quella fat bike, una Salsa beargrease, è naturalmente diventata mia, grazie all’amico Andrea Scavezzon , e da allora l’ho usata sempre, facendoci 200.000 metri di dislivello all’anno, e ne ho sempre tessuto le lodi su social e forum. L’ho fatto da appassionato, per cercare di condividere con il maggior numero di persone questo modo diverso di andare in bici, che poi alla fine sempre di pedalare si tratta, però regala sensazioni diverse.
Naturalmente, quando ci si espone direttamente, non per primi ma almeno fra i primi, si è sempre a rischio di essere fraintesi o comunque di creare invidie, oppure di creare dei dubbi in qualcuno che pensa di sapere tutto e dubbi non vuole averne, e questo è puntualmente successo. Cosi sono stato attaccato da più parti per il fatto di voler condividere questa mia passione, ma a me piace cosi, condividere. Potrei starmene zitto e continuare a pedalare in fat bike con pochi amici divertendomi come un matto senza dire niente a nessuno, invece lo dico e faccio vedere tante foto, non per autoincensarmi, ma per far conoscere e condividere questa nuova esperienza. Sia chiaro, io ho sempre e solo cercato di spiegare il perché una fat mi diverte e come bisogna fare per guidarla, e non ho mai consigliato a nessuno di comprarla. Nemmeno ai mie più cari amici. Ho sempre detto a tutti di provarne una e poi di decidere autonomamente. Tanto so che chi ne prova una poi fa fatica a tornare indietro! Che sia la terza bici, la seconda o l’unica, ma la maggior parte di quelli che l’hanno provata, poi l’hanno anche acquistata e la usano con grande piacere. E lo dimostrano anche i centinaia (non esagero) di messaggi di ringraziamento che mi arrivano per averli invogliati, con le mie parole e le mie foto, a comprare una fat bike. Ma come detto, io non mai consigliato nessuno di comprare una fat, ma solo di provarla. Semmai ho consigliato una fat rispetto ad un’altra, perché, come le mtb normali, anche le fat sono molto diverse una dall’altra. Perciò io ne ho due, e ringrazio l’amico Mauro Bertolotto per avermi aiutato in questo, la “storica” fat rigida, anche se adesso in versione full carbon, per viaggiare e per andare sulla neve, e la fat full, la Salsa bucksaw, che uso per i giri di alta montagna che piacciono a me e che regala sensazioni da bici da enduro, ma con molto più grip e sicurezza in tutte le occasioni. Perché, come dico da sempre, la fat non è la miglior bici per ogni specialità, ma è LA bici polivalente ed è l’unica che ti permette di pedalare (quasi) sempre e di passare dall’ asfalto, alla sabbia, alla neve, ai sentieri estivi solo modificando la pressione delle gomme. Perché , e concludo con le parole dell’amico Enrico Guala , una fat è una fat e permette a chi la guida cose che nessun'altra bici ti permette, ma soprattutto ti permette di vivere un'esperienza al di la della tua comfort zone, di quello che come biker credi e sai essere il tuo limite.
