Non voglio atteggiarmi a vecchio saggio (anche perchè sono solo vecchio), ma - per la mia esperienza - sono molti i fattori in gioco e le diagnosi a distanza difficili.
Sostanzialmente il problema è "posturale", vale a dire di ricerca di quel delicato equilibrio degli appoggi che sulla "gravity" è più difficile da definire rispetto alla xc-mtb o alla bitume-bici. Su queste ultime, manubrio-sella-pedali sono fattori che rientrano in un algoritmo da manuale: vanno ... così e basta (o quasi). Su una big bike cominciano a giocare infinite variabili: a parità di morfologia dei bikers, una bici corta per l'uno è lunga per l'altro; l'assetto "seduto" di uno si scontra con il "sempre-in-piedi" dell'altro.
Impossibile dunque trovare il settaggio giusto degli appoggi? No di certo, solo un po' più "sperimentale": armati di pazienza e sacrificando qualche porzione di uscita, oltre al giusto set-up delle sospensioni, è necessario andare alla ricerca del ... compromesso giusto (confortevole o redditizio) sulla posizione a bordo.
Da quello che mi pare di capire, un esagerato carico sui polsi e le mani (attenzione alla moda di stare giù davanti ...) dovrà essere corretto, sì con "
protezioni" (guanti più confortevoli e di taglia non ridotta !!!, e manopole adatte alla mano di ciascuno, okkio alle Oury, non indicate per mani piccole), ma anche con regolazione dello stem (troppo lungo? non sufficientemente rialzato?) e dell'angolazione della curva manubrio, forse da ruotare un po' (di massima, traguardando il manubrio a fianco/bici la parte manopole dovrebbe essere parallela al terreno. Ed ora le leve freno, importantissime perchè ci stiamo attaccati per buona parte dell'uscita, più o meno in azione. Simulando la postura più comune in discesa, le quattro dita lunghe delle mani dovrebbero cadere/appoggiarsi naturalmente sulle leve (di solito si inizia la sperimentazione con circa 45° di inclinazione).
Consigli spiccioli? Nei tratti scorrevoli e privi di insidie, sedersi sulla sella e recuperare le tensioni muscolari ('na parola, eh?), tenere "a turno" l'indice e l'anulare sulle leve quando non si immagina un uso massiccio dei
freni.
Ultimo, avere l'umiltà di pensare che anche le mani, nel loro piccolo, si incazzano. E allora, ogni tanto, facciamole riposare, con qualche pomata lenitiva e con un po' di inattività. giul