Come succede ormai sempre più spesso bruciamo il sabato a causa del maltempo e ci troviamo alla domenica a fare i conti con sentieri un pelo "umidi".
Di posti nel piacentino dove si possa andare senza sporcarsi non ce ne sono molti ma i trail di Bobbio/Coli, a patto che non abbia diluviato, sono sempre percorribili ed asciugano presto.
Così, una volta parcheggiate le auto, iniziamo a salire.
Già dalle prime pedalate mi accorgo di avere un problema alla trasmissione; i rapporti 50, 42 e 36 sono inutilizzabili in quanto la catena appena cambiata (forse troppo tardi!!) salta che è un piacere!
Dura salita su sterrato
salita più comoda su asfalto in ambiente stupendo
Stiamo salendo verso il Monte Sant'Agostino per percorrere l'omonimo trail
trail come al solito molto scorrevole, solamente un po' umido in alcuni tratti
Ila sempre sorridente
scorci sulla Val Trebbia
arriviamo alla strada asfaltata e siamo pronti per la seconda discesa: il Lagon Trail
anche questo trail è all'insegna del flow
Ora dovremmo risalire per andare a percorrere gli aerei Calanchi ma il problema alla mia trasmissione consiglia un più salutare Costa del Cannone dove non si devono più affrontare salite
Su quest'ultimo trail sono comparsi diversi saltini
parta alta sempre bellissima e asciutta
nel bosco invece, come da previsioni, troviamo il trail in alcuni punti molto umido ma sempre percorribile
........Comunque lo spettacolo oggi è la Trebbia con il suo colore
Stavolta ci spostiamo in Val Nure per salire sui pratoni dei Monti Crociglia e Carevolo approfittando finalmente di una bella giornata primaverile.
Lo start è da Gambaro, pochi minuti di auto sopra a Ferriere, dove parcheggiamo la Ila mobile.
Scarichiamo le bici e siamo subito in sella percorrendo i circa 9 km della SS 654 che ci portano all'inizio della sterrata sopra Selva di Ferriere.
Qui inizia la nostra escursione dove guadagniamo quota con alcuni tratti molto ripidi in bosco di faggi.
Siamo all'inizio della stagione ed alcuni sentieri sono molto sporchi con rami e piante cadute.
Arriviamo in rapida successione al Rifugio Vecchia Dogana del GAEP e a Passo Crociglia dove si aprono i panorami.
Breve andata e ritorno all'Angelo del Monte Crociglia a 1578 mt
a terra un tappeto di colchici
sull'altro versante si intravede il Monte Alfeo in Val Trebbia
sulla destra di Ila si intravede il nostro sentiero ed il Monte Carevolo
Rientriamo nel bosco
Finchè non ci appare davanti la piramide del Monte Carevolo
In 10 minuti, con bici in spalla, sbrighiamo la pratica
e siamo in cima sul Monte Carevolo a mt 1552 sullo spartiacque tra Val Nure e Val d'Aveto
Mettiamo i paramenti da discesa e giù verso il Passo del Mercatello
sotto la Val d'Aveto
sentiero molto impegnativo con brevi tratti esposti
nei tratti nel bosco il sentiero è ancora più tecnico con tratti molto ripidi
non mancano neanche i burloni che cambiano la toponomastica dei luoghi
ancora qualche up and down
e siamo al Passo del Mercatello dove perdiamo quota su asfalto sino ad intercettare la sterrata qualche km sotto a Caserarso.
La sterrata nella sua parte alta è completamente devastata dall'acqua che con la sua forza ha scavato notevolmente.
...questo anche grazie alla completa mancanza di manutenzione delle canaline di scolo
In parte pedalando ed in parte spingendo ritorniamo sulle alture di Gambaro da dove siamo partiti
Su una ripida mulattiera arriviamo al bel borgo di Gambaro con il suo Castello letteralmente rimesso in piedi dagli illuminatissimi Clara e Valentino.
...due chiacchiere con i local e siamo in auto con destinazione ......GELATERIA!!!
Lo start di questa escursione è dal Passo delle Pianazze a 975 mt al confine tra le province di Parma e di Piacenza.
Perchè proprio dal Passo delle Pianazze?
Perchè a fine giro non è male fermarsi alla Trattoria per reintegrare i liquidi persi con una buona birra e due fette di salume o una fetta di torta.
Il giro prevede due anelli:
con il primo visiteremo Castello di Montereggio con la sua antica Chiesa di Sant'Anna e tenteremo di salire successivamente sulle Cinque Dita,
con il secondo saliremo sul Monte Ragola e sul Monte Camulara (detto anche Lazzarina dai local e dai fungaioli).
Traccia impegnativa e via si parte!!
Subito bello scatto di Ila alla Chiesa di Sant'Anna di Castello di Montereggio con sullo sfondo il Monte Lesima riconoscibile dal suo "pallone" radar
occorre prestare comunque molta attenzione in quanto il luogo è difeso da una feroce e aggressiva cagnolotta
Il borgo è molto bello e scambiamo volentieri 4 chiacchiere con Anna che ringraziamo per averci aperto la Chiesa e averci permesso di visitarla.
Lasciamo Anna e Castello di Montereggio ed iniziamo a salire alternando tratti a spinta a tratti in sella molto duri
arriviamo ad Orlandazzo dove tiriamo il fiato su un breve tratto sterrato
davanti a noi la sagoma delle Cinque Dita, affioramento ofiolitico su cui tenteremo di salire
siamo proprio sotto le rocce
passaggio non semplice con la bici sulle spalle ma lo portiamo a casa!!
ancora una breve salita
e siamo pronti per la discesa
non è raro trovare appassionati con macchine fotografiche al seguito intenti ad immortalare rare fioriture di flora che solo in questo luogo si trova
La discesa non è semplicissima e bisogna scegliere le traiettorie giuste
le belle vedute non mancano
Chiudiamo il primo anello al Passo delle Pianazze ed iniziamo a risalire sulla dura traccia in direzione Monte Ragola
Arriviamo al punto ristoro della Fontanaccia dove mangiamo tutto quello che abbiamo portato negli zaini.
e poi?? Pennica!!
Dopo un summit di un nano secondo decidiamo che possiamo ancora risalire per qualche centinaio di metri di dislivello sino ad intercettare la sterrata tagliafuoco, ma di salire sul Ragola e sulla Lazzarina ne parleremo la prossima volta.
Iniziamo a scendere
su una pietraia di sassi smossi veramente impegnativa
Finiamo di espiare i nostri peccati ai Lagazzi di Cassimoreno
ora ci aspetta ancora qualche rampa e qualche passaggio "scenografico"
ed in un amen siamo con i piedi sotto al tavolo alla Trattoria Da Pianassa dove tra una chiacchiera e l'altra con i Gestori, plachiamo sete e fame.
escursione alla conquista dei 1.712 mt del Monte Ragola sullo spartiacque della Val Nure e della Val Ceno da non imitare a meno che non si sia ben motivati e ben avvezzi al mettere la bici in spalla in ambiente non proprio flow.
La scelta della zona della nostra escursione è dovuta alla natura del terreno; sempre percorribile anche in presenza di forti precipitazioni terminate nelle ore precedenti al nostro passaggio.
Partiamo belli tranquilli dall'abitato di Canadello dove percorriamo sino a Pian Meghino, sopra Pertuso il "piacevole" asfalto.
L'asfalto lascia il posto alla bella sterrata dove troviamo umido ma anche un terreno perfettamente drenante.
Tutte le volte cherisaliamo questo tratto lo sguardo di Ila va a destra su un groppetto di roccia e tutte le volte sono discussioni in quanto vuole salirci.
....le volte scorse ho sempre vinto io e lei ha sempre desistito; stavolta ci si mette anche Paolino e sono in minoranza.
si va sul Groppetto!!
con il motto di Paolino "una cima nuova conquistata è un giorno in più di libertà" facciamo il nostro andata e ritorno con la gioia della capretta Ila.
Continuiamo a salire sulla sterrata e davanti a noi vediamo la nostra meta che si sta liberando dalle nuvole.
Ci dirigiamo verso il Passo dello Zovallo trovando le fonti belle copiose
Ad un certo punto decidiamo di salire per pascoli sino ad intercettare il sentiero alto.
Qui Ila con il Monte Carevolo alle spalle
Ora "abbandonate ogni speranza o voi che entrate" e le bici salgono sulle spalle per un portage di circa 250 mt di dislivello, non lungo ma parecchio intenso.
il sentiero CAI è molto biker friendly!!
per degli ultra sessantenni come noi vi confermo che è molto dura ma siamo anche molto contenti, soprattutto per il meteo che volge al meglio
cielo azzurro, ..e cosa vuoi di più!!
ormai siamo alla croce dell'anticima dove incontriamo un paio di escursionisti intenti a chiamare il 112 per un TSO obbligatorio nei nostri confronti!!
due colpi di pedale si danno volentieri
tra belle fioriture
e siamo in cima!!!
Ora sappiamo che davanti a noi c'è una discesa complicata dove si alternano tratti in sella a tratti infattibili per noi
la parte alta è la più ciclabile
Paolino testa le protezioni. Test per fortuna superato.
Perdendo quota il sentiero diventa veramente hard e diversi tratti li percorriamo con bici al fianco.
Arriviamo in vista del Rifugio Monte Ragola dove scatta birra e panino con la salamella
la birra in corpo toglie tutta la stanchezza e scendiamo fluidi sino a Lago Bino trovato molto alto
bella discesa sul sentiero che porta al sottostante Lago Moo
Ora discesa sulla sterrata con un paio di tagli su sentiero e siamo alla Ila mobile.
E' da quasi cinque anni che non saliamo sulla Cima Comer nel Bresciano, balcone panoramico sul sottostante Lago di Garda.
Di questo itinerario ricordiamo le salite belle toste e le discese belle pepate su fondo misto terra e roccia ferma.
Partiamo da Bogliaco e dopo un brevissimo tratto di poco più di un km sulla trafficata Statale iniziamo a salire su stretti vicoli tra case e muri in sasso.
Ritorniamo sull'asfalto sino a Muslone dove percorriamo il bel sentiero vista lago in direzione di Piovere
Superiamo anche l'abitato di Piovere percorrendo rampe molto dure sino a quando non inizia la sterrata
ma il bello deve ancora venire, ci sono 4 rampe cementate che affrontiamo spingendo la bici (dal cartello si capisce il perchè!!)
belle vedute anche sulle cime innevate sull'altro versante del Lago
con il sentiero che resta sempre duro ma almeno lo si pedala
L'ultimo tratto di salita è il più ripido
e siamo finalmente ai 1279 mt di Cima Comer
belle vedute dalla Croce di vetta sul Garda
e sulle montagne circostanti
Ora, dopo aver superato un dislivello di 1600 mt, ci prepariamo per la discesa.
Discesa spettacolare dove bisogna prestare attenzione agli stretti passaggi tra le rocce fisse
giù la testa!!!
il sentiero sembra sistemato di recente
Arriviamo al bivio dove prendendo a sinistra in 15 minuti a piedi si va all'Eremo di San Valentino
Ritornati al bivio per l'Eremo il sentiero si allarga ma non diventa flow
anzi, dopo il guado prima di arrivare a Sasso per un breve tratto torrente e sentiero coincidono.
.....in questo tratto con pietre bagnate scivolosissime sono riuscito a volare via a piedi con la bici al fianco!!!
Ormai le nostre fatiche sono finite
Noi abbiamo seguito la solita traccia storica fatta già diverse volte che è molto simile a questa
e per evitare un doppione non la carichiamo sul TC.
Se decidete di replicare questa escursione dovete tener presente:
le salite sono veramente toste,
le discese sono tecniche e molto divertenti sino a Sasso,
il sentiero sotto a Sasso, credo sia il 234, presenta tratti dove scorre parecchia acqua ed in alcuni punti è un canale,
moderate la velocità in discesa in quanto sono sentieri molto battuti dagli escursionisti,
mettete in preventivo nel viaggio di ritorno in auto le solite code sulla Gardesana.
La traccia di questa escursione viene decisa sull'auto di Ila intanto che ci sciroppiamo i circa 80 km della Statale della Val Nure.
...saliamo di qui, scendiamo di là, Paolino è invasato; ormai conosce tutti i sentieri di questo territorio al confine tra le province di Parma e Genova.
Arriviamo al Rifugio Casermette del Penna e con calma scarichiamo dalla Ila mobile le nostre tre bici.
Percorriamo gli unici 300 metri di asfalto su complessivi km 31,71 che segnerà il navigatore a fine giro e saliamo su comoda sterrata sino a Passo Incisa.
Qui per fare qualcosa di inedito saliamo sui prati che separano il Monte Nero dal Monte Cantomoro, sentiero che solitamente percorriamo al contrario.
La salite per noi è quasi tutta a spinta e anche alcuni tratti nei prati non sono da meno.
Molto belle le fioriture di erica con i faggi che a queste quote sono ancora in tenuta invernale
Raggiungiamo il Passo della Spingarda a 1551 mt ed iniziamo l'ascesa vera e propria al Monte Aiona.
Con buona gamba la risalita la si pedala quasi tutta
tranne l'ultimo pezzo
Arriviamo in cima ai 1701 mt del Monte Aiona, luogo stupendo da cui la vista può spaziare sulla costa ligure, sulle cime più alte del nostro Appennino, sino alle Alpi Marittime e al Monviso.
Su le protezioni e siamo pronti per la discesa in ambiente lunare con tante rocce dove dobbiamo stare attenti a scegliere la traiettoria migliore
Scendendo il trail che segue il segno AV dell'Alta Via si addolcisce nei pascoli
ancora un pò di rocce
Arriviamo al Passo Pre de lame da dove parte un bel sentiero che solitamente percorriamo al contrario
atterriamo sulla sterrata che prima scendendo, poi in piano ci porta all'incrocio con la strada che sale al Rifugio Aiona.
Non arriviamo al Rifugio, però; prendiamo sulla destra un sentiero non segnato che inizialmente parte molto flow
per poi diventare veramente tosto e wild (parte più tecnica dell'escursione)
usciti dalla faggeta la musica cambia e si aprono le vedute
sino ad arrivare a percorrere il panoramico trail dei Carrelli
il trail è spettacolare ed offre belle vedute anche sui Laghi di Giacopiane
Se si è fortunati si può incontrare anche un branco di cavalli ormai inselvatichiti
Terminato il trail dei Carrelli ripercorriamo in senso contrario la sterrata fatta prima sino ad immetterci su bellissimi sentieri che ci porteranno sul roccioso versante nord del Monte Aiona.
Questo tratto, il Passo del Cerighetto, non è difficile ma in alcuni tratti è esposto e non sempre è percorribile in sicurezza in quanto il sentiero molto spesso viene cancellato dalle frane di sassi
nelle foto sotto il tratto dove solitamente il sentiero "sparisce"
comunque con un pò di attenzione e con le scarpe giuste noi siamo sempre passati.
Oltrepassato il Passo scendiamo sino a Re di Coppe sulla bella sterrata
che abbandoniamo per percorrere il trail "Pallino Verde", sentiero molto ma molto flow che ci depositerà proprio alle Casermette del Penna dove abbiamo l'auto e dove ci attendono tre belle fette di torta di mele!!
Prossimamente caricherò sul TC la traccia dell'escursione, ricordando a chi volesse seguirla di farla solamente con meteo stabile e di moderare sempre la velocità vista la presenza di escursionisti in alcune zone del tragitto.
Il meteo non è il massimo, le previsioni sono per cielo coperto ma con assenza di precipitazioni.
Con queste previsioni decidiamo di percorrere un itinerario dai numeri impegnativi per i nostri standard, partendo da Bobbio in ValTrebbia e salendo sino in cima al Monte Penice a 1460 mt. A fine giro i Garmin segneranno 40 km per un dislivello di 1741 mt.
Per la salita cerchiamo di percorrere sterrate e sentieri, anche parecchio duri seguendo i cartelli della Via degli Abati.
Ci troviamo in mezzo anche ad una corsa ciclistica di stradisti ma a noi poco importa, di sicuro i corridori non vengono sui nostri sentieri!!
Il passo è tranquillo tra una chiacchiera e l'altra e con Ila che si fotografa i suoi fiori
Sulle piste da sci appena sotto il Passo Penice si spinge
Belle vedute dalla comoda Circumpenicina
dopo una bella salita su sterrato prima e su asfalto poi arriviamo in cima
Ora ci aspetta una discesa da più di mille mt di dislivello
con tratti impegnativi, tra una moltitudine di sassi
Affrontiamo anche diversi rilanci
è primavera, fiori ovunque
tra calanchi imponenti
quasi alla fine dobbiamo attraversare per due volte il torrente Bobbio che dopo le piogge dei giorni scorsi ha ancora una bella portata d'acqua
questa foto con hovercraft Ila mi piace parecchio
Il giro termina alla Ila mobile dove ci togliamo i pesci dalle scarpe!!
con Ila e Paolino si decide di passare il nostro primo maggio a Bobbio sui divertenti sentieri del comprensorio sponda sinistra della Trebbia.
Il dislivello che dobbiamo affrontare non è eccessivo, siamo sui 1000 mt; tutto su asfalto per la maggior parte in ombra visto che inizia a far caldo.
La salita passa per Dezza e Fornacioni con qualche strappetto ma vola via tranquilla, come l'ultimo tratto su sentiero a spinta sino all'inizio del trail Arturo DH nella sua versione integrale.
TRAIL ARTURO DH
Messe le protezioni inizia il divertimento, il trail è in condizioni ottimali
Ila si sta divertendo visto il suo sorriso
curve e controcurve
inizia la parte con qualche roccia
e con qualche breve ripido
Il Trail Arturo DH termina sul
SENTIERO DEI LUPI
che percorriamo nella sua parte finale nel torrente Carlone
Solitamente scendiamo a destra prendendo il bel sentiero che passa per le cascate del Carlone; ma non oggi!!
Su un tratto di sentiero in parte pedalato ed in parte con bici a spinta raggiungiamo il trail
CHIESA VECCHIA DH
questo sentiero l'avevamo fatto solo un paio di volte in passato ed eravamo arrivati alla conclusione che non era un trail adatto alle nostre capacità a causa dei tratti ripidi presenti: un sentiero per giovani!!
Ma oggi siamo tutti e tre in palla e lo chiudiamo senza tanti stress
....è proprio vero che invecchiando si ritorna bambini!!!
Ora ci innestiamo sull'ultimo trail di giornata:
MOGLIA ONE LAP
già dal nome si capisce che in alcuni tratti il trail è un pò "umido" ma niente di che; si alternano comunque tratti flow su terra battuta a tratti in mulattiera con pietroni
unico punto dove non ce la siamo sentita di passare in sella è il drop che si trova alla fine, costruito senza chicken line (credo per evitare che le moto possano salire a fare danni).
....ma ho visto Ila che studiava la traiettoria e non è escluso che la prossima volta ci si possa provare!
Gran bel giro, meno panoramico dei soliti che facciamo ma molto molto gratificante dal punto di vista del divertimento.
Grazie a tutti i trail builder che mantengono così bene questa lunga discesa.
Grazie a Paolino per il terzo tempo, attività dove non abbiamo rivali!!
Ripercorriamo dopo diversi anni uno degli itinerari creato da Ila e pubblicato sulla sua guida con partenza da Farini in Val Nure.
Sono sincero; questo itinerario solitamente lo godo poco, non so il perchè ma arrivo sempre a fine giro alla frutta pur non presentando numeri proibitivi (Dislivello + 1300 mt).
Partiamo da Farini tra il gracidare delle rane in amore
Arriviamo a Vigonzano dove prendiamo la dura sterrata che, passando per le vecchie miniere, ci porta a Vediceto.
Breve asfalto sino a Nicelli e poi inizia il giro su sentiero tra mille fioriture
Al Fontanone facciamo scorta d'acqua
e poi su verso i pascoli del Monte Aserei
orchidee selvatiche ovunque
verso il Monte Albareto
i faggi iniziano a mettere le prime foglie
ecco come sono ridotte le sterrate grazie ai trattori e vi assicuro che in alcuni punti si fa veramente fatica a passare.
Ma per fortuna non è sempre così ed in alcuni tratti la situazione migliora
...ma appena arriviamo a Centenaro nel tratto detto Ferro di Cavallo ecco la situazione
i tratti impraticabili comunque sono pochi ed arriviamo in fondo a guadare il Lobbia
Breve trasferimento nei prati
dove ravaniamo non poco alla ricerca di un sentiero ormai chiuso dalla vegetazione e non più in uso
Troviamo il passaggio alternativo e giù sul solito trail condiviso con le moto.
...morale: questo giro non si smentisce mai!!! Anche stavolta ci sono morto dentro!!!