Permettetemi un osservazione, faccio soccorso sanitario praticamente di professione.
Non ero ad Agnona, non conosco ne il percorso ne come avessero organizzato la logistica, non ho idea della posizione in pista dell'infortunato ne di dove la jeep abbia attraversato.
Esistono però alcune regole imprescindibili che vanno rispettate mentre si presta un soccorso sanitario, ovunque sia il luogo dell'evento.
La regola madre, la piu' importante di tutte è che il bilancio del soccorso deve essere in positivo. Trandotto: per soccorrere una persona non si puo' correre il rischio di creare un secondo (o terzo, quarto ecc.) infortunato, sia esso un passante occasionale o addirittura uno dei soccorritori.
Nel caso specifico della gara di Agnona, con un corridore a terra in pista, le cose da fare in ordine sarebbero state:
- allertare la direzione di gara di sospendere le partenze
- mettere una persona (anche uno spettatore con un fazzoletto) 50mt a monte del punto di caduta per far rallentare i corridori in arrivo ed avvertirli "dell'ostacolo" sul tracciato (per evitare che il ferito venga centrato da un altro rider)
- allertare la squadra di soccorso che, a piedi, si deve avviare lungo (ma a lato) il percorso
- comunicare il numero di pettorale dell'ultimo pertito alla squadra di soccorso
- solo nel momento che tale pettorale passa davanti al mezzo di soccorso, provvedere ad avvicinarlo al ferito per le manovre di trasporto.
I corridori "rallentati" dalle segnalazioni in pista hanno diritto a ripetere la manches, tutti gli altri proseguono la loro gara nel momento che il ferito e' stato spostato e le squadre di soccorso sono tornate alla loro postazione.
Chiudendo, chi ha sbagliato? Tutti!
L'organizzazione in primis, non crearndo un protocollo per casi di questo genere, il soccorritore che ha spostato il mezzo che non si e' mosso "in sicurezza"... ed ovviamente il "galletto" che ha pensato bene di far valere le sue "osservazioni" a pugni sul cofano.
Per quel che riguarda quest'ultimo: di pagliacci sbruffoni, maleducati e prepotenti ce n'e' pieno il mondo. Il soggetto probabilmente non sa cosa vuol dire avere mentalmente la responsabilità del soccorso di un altra persona, non sa quanto facile sia, anche per il soccorritore più navigato, perdere di vista cio che si ha intorno quando si ha in mente solo la salvaguardia di un infortunato, non sa cosa vuol dire mettersi in ballo per qualcun'altro e che, in questi casi, l'errore umano e' sempre in agguato.
Quando mi capitano sbruffoni del genere di solito ho pronta la frase risolutiva per zittirli.
Quando, ad esempio, sei costretto a lasciare l'ambulanza in mezzo ad un vicolo senza parcheggi per correre in casa di un utente in difficoltà, 5 minuti dopo torni in strada e vieni aggredito dal pirla con frasi tipo: "Credete di essere i padroni della strada? Sono 10 minuti che aspetto per poter passare, ho un appuntamento importante e mi state facendo fare tardi!!!!" (ometto le parolacce)
... normalmente rispondo con tono pacato: "Inevitabilmente prima o poi sarai tu ad aver bisogno, prega che io non perda 10 minuti per parcheggiare bene l'ambulanza... quei 10 minuti potrebbero pesarti di piu' di quanto non ti pesino oggi!"
Dopo aver letto questo, sembra proprio sia stata una gara organizzata male...E con questo rientriamo nella cattiva organizzazione!
Perchè in 2a manche, quando sono caduto ed in seguito rialzato, mi sono trovato una signora (gentilissima certo, ma...) nel bel mezzo del tracciato che mi chiedeva se stavo bene, io nel pieno della carica agonistica a momenti la investo.
E non solo, dopo il pezzo dei tronchi, non ho potuto fare la mia solita linea, perchè c'era uno del pubblico bello appollaiato dove avrei dovuto mettere le ruote io.
Un ragazzo attterrando dal primo salto, che è già pericoloso di suo, si è trovato uno del pubblico che attraversava il percorso, io ovviamente non ho visto, ma mi hanno detto che gli è andata parecchio bene!
Ecc Ecc Ecc
Ribadisco logistica: 0-
Permettetemi un osservazione, faccio soccorso sanitario praticamente di professione.
Non ero ad Agnona, non conosco ne il percorso ne come avessero organizzato la logistica, non ho idea della posizione in pista dell'infortunato ne di dove la jeep abbia attraversato.
Esistono però alcune regole imprescindibili che vanno rispettate mentre si presta un soccorso sanitario, ovunque sia il luogo dell'evento.
La regola madre, la piu' importante di tutte è che il bilancio del soccorso deve essere in positivo. Trandotto: per soccorrere una persona non si puo' correre il rischio di creare un secondo (o terzo, quarto ecc.) infortunato, sia esso un passante occasionale o addirittura uno dei soccorritori.
Nel caso specifico della gara di Agnona, con un corridore a terra in pista, le cose da fare in ordine sarebbero state:
- allertare la direzione di gara di sospendere le partenze
- mettere una persona (anche uno spettatore con un fazzoletto) 50mt a monte del punto di caduta per far rallentare i corridori in arrivo ed avvertirli "dell'ostacolo" sul tracciato (per evitare che il ferito venga centrato da un altro rider)
- allertare la squadra di soccorso che, a piedi, si deve avviare lungo (ma a lato) il percorso
- comunicare il numero di pettorale dell'ultimo pertito alla squadra di soccorso
- solo nel momento che tale pettorale passa davanti al mezzo di soccorso, provvedere ad avvicinarlo al ferito per le manovre di trasporto.
I corridori "rallentati" dalle segnalazioni in pista hanno diritto a ripetere la manches, tutti gli altri proseguono la loro gara nel momento che il ferito e' stato spostato e le squadre di soccorso sono tornate alla loro postazione.
Chiudendo, chi ha sbagliato? Tutti!
L'organizzazione in primis, non crearndo un protocollo per casi di questo genere, il soccorritore che ha spostato il mezzo che non si e' mosso "in sicurezza"... ed ovviamente il "galletto" che ha pensato bene di far valere le sue "osservazioni" a pugni sul cofano.
Per quel che riguarda quest'ultimo: di pagliacci sbruffoni, maleducati e prepotenti ce n'e' pieno il mondo. Il soggetto probabilmente non sa cosa vuol dire avere mentalmente la responsabilità del soccorso di un altra persona, non sa quanto facile sia, anche per il soccorritore più navigato, perdere di vista cio che si ha intorno quando si ha in mente solo la salvaguardia di un infortunato, non sa cosa vuol dire mettersi in ballo per qualcun'altro e che, in questi casi, l'errore umano e' sempre in agguato.
Quando mi capitano sbruffoni del genere di solito ho pronta la frase risolutiva per zittirli.
Quando, ad esempio, sei costretto a lasciare l'ambulanza in mezzo ad un vicolo senza parcheggi per correre in casa di un utente in difficoltà, 5 minuti dopo torni in strada e vieni aggredito dal pirla con frasi tipo: "Credete di essere i padroni della strada? Sono 10 minuti che aspetto per poter passare, ho un appuntamento importante e mi state facendo fare tardi!!!!" (ometto le parolacce)
... normalmente rispondo con tono pacato: "Inevitabilmente prima o poi sarai tu ad aver bisogno, prega che io non perda 10 minuti per parcheggiare bene l'ambulanza... quei 10 minuti potrebbero pesarti di piu' di quanto non ti pesino oggi!"
perfettamente ragione su tutto. purtroppo il buon senso e la capacita di pensiero sono oramai andati perduti in questa societa'.Agnona, Domenica 30 Marzo, 2a manche della gara di DH: un corridore cade su uno dei salti che portano sul pratone nella parte centrale. Il soccorritore chiama via radio la Jeep del soccorso alpino. La Jeep parte immediatamente e nella zona del salto "Maxxis-Scout" deve attraversare la pista.
A quanto pare (non ho visto di persona essendo appostato un pò più in basso) la Jeep attraversa la pista nonostante la gara sia ancora in corso e si crea una situazione potenzialmente pericolosa per il rider in arrivo.
OK, qui qualcuno potrebbe anche dire che c'è stato uno sbaglio anche se sarrebbe da chiarire da parte di chi (l'autista della Jeep sapeva che la gara non era stata interrotta?).
Fortunatamente il corridore passa illeso e il tutto sembra filare per il verso giusto.
La Jeep arriva sul pratone vicino all'infortunato e a questo punto gli si avvicina un "signore" incazzatissimo e molla una botta sul cofano della Jeep cominciando ad insultarle il soccorritore in modo molto violento (testualmente: "pezzo di merda incosciente" ecc. ecc.) e minacciandolo.
Premesso che l'autista della Jeep POTREBBE aver commesso uno sbaglio mi sto chiedendo se il fighetto di turno abbia il diritto di reagire in questo modo.
Il fighetto di turno non ha dedicato innumerevoli ore al proprio addestramento in montagna, in elicottero, nelle esercitazioni. E non ha nemmeno dedicato quella domenica a prestare servizio a bordo pista.
Perciò mi sto chiedendo se il fighetto di turno abbia il diritto di reagire in questo modo.
Il fighetto di turno potrebbe segnalare le sue osservazioni, potrebbe dire in maniera adeguata che secondo lui qualcuno potrebbe aver sabgliato in maniera di evitare altri sbagli di questo genere.
Ma il fighetto di turno NON DEVE ASSOLUTAMENTE insultare e minacciare gente che si apre in quattro per prestare soccorso a chi ne ha bisogno.
Ripeto, non voglio giudicare se ci siano stati errori ne tantomeno difendere chi potrebbe averli commessi. Ma mi preme sottolineare che non è poi tanto normale che qualcuno dedichi tantissimo tempo libero a un servizio indispensabile per la comunità per poi essere attaccato in maniera inadeguata.
Perciò se qualcuno vuole criticare l'operato di altrui lo faccia, ma lo faccia in maniera costruttiva e soppratutto con le giuste maniere.
Spero che i ragazzi del soccorso alpino e di qualsiasi altra associazione che organizzi gare o contribuisca in esse sappiano che stimiamo il loro lavoro!
Visto che questa è una mia fortissima convinzione non esito a esporre il mio nome, non voglio nascondermi dietro un sinonimo.
Schwienbacher Reinhard
Lana (Bz)
Team Alutech
La regola madre, la piu' importante di tutte è che il bilancio del soccorso deve essere in positivo. Trandotto: per soccorrere una persona non si puo' correre il rischio di creare un secondo (o terzo, quarto ecc.) infortunato, sia esso un passante occasionale o addirittura uno dei soccorritori.
Nel caso specifico della gara di Agnona, con un corridore a terra in pista, le cose da fare in ordine sarebbero state:
- allertare la direzione di gara di sospendere le partenze
- mettere una persona (anche uno spettatore con un fazzoletto) 50mt a monte del punto di caduta per far rallentare i corridori in arrivo ed avvertirli "dell'ostacolo" sul tracciato (per evitare che il ferito venga centrato da un altro rider)
- allertare la squadra di soccorso che, a piedi, si deve avviare lungo (ma a lato) il percorso
- comunicare il numero di pettorale dell'ultimo pertito alla squadra di soccorso
- solo nel momento che tale pettorale passa davanti al mezzo di soccorso, provvedere ad avvicinarlo al ferito per le manovre di trasporto.
A mio modesto avviso,partendo dal presupposto che non c'ero, credo che ci sia stata incomprensione tra i giudici della gara e i soccorritori,faccio lo stesso paragone in snowboard....è davvero rischioso attraversare il landing di un salto durante una gara....
percui le repliche di questo "fighetto di turno" sono state esagerate e nell',aimè, consueto tipico stile italiano
http://www.youtube.com/watch?v=ekf3-rHMPpw
SDRAMMATIZZO UN SECONDINO NON VOGLIATEMENTE......
ma la safety - bike??? non c'era....
... Chiudendo, chi ha sbagliato? Tutti! ...
Io non c'ero.
Oggi ho sentito un amico che era ad Agnona il giorno della gara.
A quanto mi dice, e lui era presente sul posto del fattaccio, la reazione è stata dovuta dal fatto che l'autista ha seriamente rischiato di investire vari spettatori (tra cui il mio amico che è dovuto buttasi nei cespugli per non essere stirato).
quoto al pieno visto che come te ho fatto gare in mtb moto cross e quando posso faccio assistenza ai rally e gare d mtb ......Permettetemi un osservazione, faccio soccorso sanitario praticamente di professione.
Non ero ad Agnona, non conosco ne il percorso ne come avessero organizzato la logistica, non ho idea della posizione in pista dell'infortunato ne di dove la jeep abbia attraversato.
Esistono però alcune regole imprescindibili che vanno rispettate mentre si presta un soccorso sanitario, ovunque sia il luogo dell'evento.
La regola madre, la piu' importante di tutte è che il bilancio del soccorso deve essere in positivo. Trandotto: per soccorrere una persona non si puo' correre il rischio di creare un secondo (o terzo, quarto ecc.) infortunato, sia esso un passante occasionale o addirittura uno dei soccorritori.
Nel caso specifico della gara di Agnona, con un corridore a terra in pista, le cose da fare in ordine sarebbero state:
- allertare la direzione di gara di sospendere le partenze
- mettere una persona (anche uno spettatore con un fazzoletto) 50mt a monte del punto di caduta per far rallentare i corridori in arrivo ed avvertirli "dell'ostacolo" sul tracciato (per evitare che il ferito venga centrato da un altro rider)
- allertare la squadra di soccorso che, a piedi, si deve avviare lungo (ma a lato) il percorso
- comunicare il numero di pettorale dell'ultimo pertito alla squadra di soccorso
- solo nel momento che tale pettorale passa davanti al mezzo di soccorso, provvedere ad avvicinarlo al ferito per le manovre di trasporto.
I corridori "rallentati" dalle segnalazioni in pista hanno diritto a ripetere la manches, tutti gli altri proseguono la loro gara nel momento che il ferito e' stato spostato e le squadre di soccorso sono tornate alla loro postazione.
Chiudendo, chi ha sbagliato? Tutti!
L'organizzazione in primis, non crearndo un protocollo per casi di questo genere, il soccorritore che ha spostato il mezzo che non si e' mosso "in sicurezza"... ed ovviamente il "galletto" che ha pensato bene di far valere le sue "osservazioni" a pugni sul cofano.
Per quel che riguarda quest'ultimo: di pagliacci sbruffoni, maleducati e prepotenti ce n'e' pieno il mondo. Il soggetto probabilmente non sa cosa vuol dire avere mentalmente la responsabilità del soccorso di un altra persona, non sa quanto facile sia, anche per il soccorritore più navigato, perdere di vista cio che si ha intorno quando si ha in mente solo la salvaguardia di un infortunato, non sa cosa vuol dire mettersi in ballo per qualcun'altro e che, in questi casi, l'errore umano e' sempre in agguato.
Quando mi capitano sbruffoni del genere di solito ho pronta la frase risolutiva per zittirli.
Quando, ad esempio, sei costretto a lasciare l'ambulanza in mezzo ad un vicolo senza parcheggi per correre in casa di un utente in difficoltà, 5 minuti dopo torni in strada e vieni aggredito dal pirla con frasi tipo: "Credete di essere i padroni della strada? Sono 10 minuti che aspetto per poter passare, ho un appuntamento importante e mi state facendo fare tardi!!!!" (ometto le parolacce)
... normalmente rispondo con tono pacato: "Inevitabilmente prima o poi sarai tu ad aver bisogno, prega che io non perda 10 minuti per parcheggiare bene l'ambulanza... quei 10 minuti potrebbero pesarti di piu' di quanto non ti pesino oggi!"
Lo sbaglio secondo me non è del soccorritre che stava facendo il suo lavoro.. ma dell'organizzazione...non se la dovevano prendere con l'autista della Jeep secondo me.e la reazione è stata esagerata a mio parere..
Trandotto: per soccorrere una persona non si puo' correre il rischio di creare un secondo (o terzo, quarto ecc.) infortunato, sia esso un passante occasionale o addirittura uno dei soccorritori.
Nel caso specifico della gara di Agnona, con un corridore a terra in pista, le cose da fare in ordine sarebbero state:
- allertare la direzione di gara di sospendere le partenze
- mettere una persona (anche uno spettatore con un fazzoletto) 50mt a monte del punto di caduta per far rallentare i corridori in arrivo ed avvertirli "dell'ostacolo" sul tracciato (per evitare che il ferito venga centrato da un altro rider)
- allertare la squadra di soccorso che, a piedi, si deve avviare lungo (ma a lato) il percorso
- comunicare il numero di pettorale dell'ultimo pertito alla squadra di soccorso
- solo nel momento che tale pettorale passa davanti al mezzo di soccorso, provvedere ad avvicinarlo al ferito per le manovre di trasporto.
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