Era nell'aria già da tempo, e il faro montato sul manubrio faceva la spia al desiderio, bastava solo aspettare l'occasione.
Ieri era una giornata come le altre, anzi peggio, era lunedì! Però il fato vuole che finisco di cenare presto e uscendo a scuotere la tovaglia sento l'aria che mi chiama... e decido di uscire per la prima notturna dell'anno.
Monto la lente clear sui miei Radar ed esco, i tasselli della ruota che girano sotto al faro scoprono emozioni già vissute. L'aria è leggermente umida ma sono stato previdente e tutto pare perfetto.
La tesa del casco non mi permette di guardare troppo in alto e nella luce di una splendente luna riconosco solo Orione e la sua cintura che mi accompagnano bassi sulla destra.
Il fondo è vario, tratti di terra dura e compatta sono intervallati ad argilla ancora umida e le derapate, lente e in controllo, aumentano la goduria della serata. Non spingo mai eccessivamente l'andatura, girovago tranquillo per i sentieri che conosco da diurni e che nascosti dal buio appaiono misteriosi ma accoglienti, visto che si fanno esplorare metro dopo metro.
Mi appresto al rientro, e solo un passaggio sull'erba bagnata dalla guazza della vigna mi rammenta che qui la notte è ancora lunga, peccato doversi alzare presto l'indomani, sarebbe stato da starci altri dieci minuti in più!
Arrivo a casa, e nella luce del neon del garage vedo i segni di terra che testimoniano in rappresentanza dell'uscita appena conclusa, il gesto che diventa azione, un'emozione che diventa un piacevole ricordo.
Ieri era una giornata come le altre, anzi peggio, era lunedì! Però il fato vuole che finisco di cenare presto e uscendo a scuotere la tovaglia sento l'aria che mi chiama... e decido di uscire per la prima notturna dell'anno.
Monto la lente clear sui miei Radar ed esco, i tasselli della ruota che girano sotto al faro scoprono emozioni già vissute. L'aria è leggermente umida ma sono stato previdente e tutto pare perfetto.
La tesa del casco non mi permette di guardare troppo in alto e nella luce di una splendente luna riconosco solo Orione e la sua cintura che mi accompagnano bassi sulla destra.
Il fondo è vario, tratti di terra dura e compatta sono intervallati ad argilla ancora umida e le derapate, lente e in controllo, aumentano la goduria della serata. Non spingo mai eccessivamente l'andatura, girovago tranquillo per i sentieri che conosco da diurni e che nascosti dal buio appaiono misteriosi ma accoglienti, visto che si fanno esplorare metro dopo metro.
Mi appresto al rientro, e solo un passaggio sull'erba bagnata dalla guazza della vigna mi rammenta che qui la notte è ancora lunga, peccato doversi alzare presto l'indomani, sarebbe stato da starci altri dieci minuti in più!
Arrivo a casa, e nella luce del neon del garage vedo i segni di terra che testimoniano in rappresentanza dell'uscita appena conclusa, il gesto che diventa azione, un'emozione che diventa un piacevole ricordo.