Dopo 11 anni di uso quasi ininterrotto la mia vecchia mtb (un'anonima TeknoBike -???- da 300 euro) sta tirando le cuoia e prima di passare a quella nuova voglio renderle un tributo. Penserete "era ora accidenti!" ma ci ero affezionato e me la facevo bastare. Avevo provato in questi anni con la bdc e con altre mtb ben più performanti, ma alla fine la mia era sempre quella che preferivo di più, quella che più mi ispirava ad avventurarmi e che mi ha fatto scoprire il piacere di andare in bici. La posizione avanzata, da vera mtb anni '90, era perfetta su strada e mi invitava a spingere e a cercare le salite. La sella alta, i freni secchi e pronti e le gomme dure come mattoni mi hanno dato le sensazioni che cercavo.
Con quella sua forcella scricchiolante con guarnizioni a soffietto stile enduro anni '80 di aspetto veramente scadente, degli smilzi V-brake e un tubo orizzontale alto come un cavallo non poteva certo intimidire le moderne mtb. A questo si aggiungono gli infiniti rattoppi e riparazioni alla buona che culminano in un cavo cambio spezzato e riallacciato con due bulloni (però andava!). Insomma un vero cancello a guardarla. E tale è il soprannome che mi guadagnai in un'uscita nell'avellinese con un gruppo di bikers. "Ooohoh guarda a cancello!". Lo sfizio di competere con altre superbici con un ferro vecchio non ha prezzo.
I bei ricordi con questa bici sono vari e vanno dalle salite e discese dello Stromboli e del Vesuvio ai lunghi giri in costiera amalfitana e nel cilento alla scoperta di paesini sconosciuti, fino al mio primo viaggetto in Toscana tra Firenze e Siena. Senza contare tutte le volte che tra un giretto qua e là è stata la mia scacciapensieri. E' stata anche la mia prima "bici da crono" quando provavo a seguire quelli con le bdc nei drittoni della domitiana, senza molto successo. Che piacere però sentire di averla consumata, vissuta fino all'ultimo km. E che goduria quella catena che sotto sforzo saltava 2 o 3 denti; un suono quasi gradevole ormai e che cercavo apposta. Ormai però tra un pacco pignoni andato e un movimento centrale con tanto gioco da poterci infilare un coltello cadeva un po' a pezzi. La sua dipartita era vicina. Un giorno mentre la fisso fa un botto e la bici si accascia sul copertone; solo una camera d'aria certo, ma sembrava un segno premonitore.
Tutte cose riparabili infondo con una giusta manutenzione, ma allora che è successo, mi è venuta voglia di cambiarla? Niente affatto, anzi avevo programmato anche di farci un viaggetto più serio quest'estate, ma poi è arrivato il colpo di grazia (per fortuna in tempo!): una crepa nel telaio. Fine del gioco quindi. Inutile dire che diventerà un mezzuccio da città se non andrà in cantina, ma mi ha dato tanti ricordi e soprattutto fatto scoprire il bello del ciclismo. Sarà presto sostituita con un modello stradale con la quale si prospettano lunghi giri su strada e finalmente viaggi seri! Quando verrà il momento di rendere omaggio anche a quella, spero che avrò molti altri km da raccontare. Buon pedale a tutti!
Con quella sua forcella scricchiolante con guarnizioni a soffietto stile enduro anni '80 di aspetto veramente scadente, degli smilzi V-brake e un tubo orizzontale alto come un cavallo non poteva certo intimidire le moderne mtb. A questo si aggiungono gli infiniti rattoppi e riparazioni alla buona che culminano in un cavo cambio spezzato e riallacciato con due bulloni (però andava!). Insomma un vero cancello a guardarla. E tale è il soprannome che mi guadagnai in un'uscita nell'avellinese con un gruppo di bikers. "Ooohoh guarda a cancello!". Lo sfizio di competere con altre superbici con un ferro vecchio non ha prezzo.
I bei ricordi con questa bici sono vari e vanno dalle salite e discese dello Stromboli e del Vesuvio ai lunghi giri in costiera amalfitana e nel cilento alla scoperta di paesini sconosciuti, fino al mio primo viaggetto in Toscana tra Firenze e Siena. Senza contare tutte le volte che tra un giretto qua e là è stata la mia scacciapensieri. E' stata anche la mia prima "bici da crono" quando provavo a seguire quelli con le bdc nei drittoni della domitiana, senza molto successo. Che piacere però sentire di averla consumata, vissuta fino all'ultimo km. E che goduria quella catena che sotto sforzo saltava 2 o 3 denti; un suono quasi gradevole ormai e che cercavo apposta. Ormai però tra un pacco pignoni andato e un movimento centrale con tanto gioco da poterci infilare un coltello cadeva un po' a pezzi. La sua dipartita era vicina. Un giorno mentre la fisso fa un botto e la bici si accascia sul copertone; solo una camera d'aria certo, ma sembrava un segno premonitore.
Tutte cose riparabili infondo con una giusta manutenzione, ma allora che è successo, mi è venuta voglia di cambiarla? Niente affatto, anzi avevo programmato anche di farci un viaggetto più serio quest'estate, ma poi è arrivato il colpo di grazia (per fortuna in tempo!): una crepa nel telaio. Fine del gioco quindi. Inutile dire che diventerà un mezzuccio da città se non andrà in cantina, ma mi ha dato tanti ricordi e soprattutto fatto scoprire il bello del ciclismo. Sarà presto sostituita con un modello stradale con la quale si prospettano lunghi giri su strada e finalmente viaggi seri! Quando verrà il momento di rendere omaggio anche a quella, spero che avrò molti altri km da raccontare. Buon pedale a tutti!