Motivi per partecipare ad una Hero sapendo che farai un tempo imbarazzante:
Ti piace soffrire
Vorresti morire facendo quello che ti piace
Ti piace andare in mountain bike
Hai fatto una scommessa
Sei ricco
Sei stupido
Io non sono ricco.
Da adolescente rimasi colpito da un libro di S.K. "la lunga marcia".
Il libro raccontava di un gruppo di 100 corridori che dovevano marciare a 6 km l'ora ininterrottamente pena la fucilazione.
Chi arrivava primo avrebbe potuto ottenere ciò che desiderava.
Da quando ho letto questo romanzo sono sempre rimasto affascinato dagli sport di resistenza e mi sono sempre messo alla prova nel mio piccolo e con i miei limiti fisici (sono ciccione).
Sapendo che non potrei mai vincere partecipo per vedere se riesco a concluderla.
In cosa consiste questa gara massacrante?
Appena parti c'è una salita che parte al 15% e non molla mai, i pezzi appena sotto il 10% ti sembrano il momento giusto per riposare, dura poco più di 5 km da 1570 arrivi a 2300.
Questo è l'antipasto perchè più sarai stanco e più le salite saranno dure e le discese pericolose per via della velocità, del fango, dei sassi e delle, per fortuna poche, radici bagnate.
Le salite sono state concepite per accompagnare le musiche dei film russi degli anni 60, le discese per testare i freni, i polsi le braccia e le spalle.
Arrivato a metà vorresti che fosse finita arrivato alla fine vorresti buttarti in terra.
Per pochi è una gara per molti una maratona di resistenza, ed è a quelli che va la mia stima, perchè per pedalare oltre 10 ore devi avere delle doti straordinarie.
Quest'anno mi son detto che siccome il corto da 60 km per 3000 di dislivello mi era sembrato poco (7 ore e mezza) era il caso di fare il medio da 71 km per 4100 metri (che poi non sono stati 4100).
Decido che sarò li almeno 3 giorni prima per acclimatarmi e così il 12 mattina parto e arrivo alle 14 a Selva di Val Gardena, scarico tutto con la mia dolce fidanzata e parto per andare a fare un paio d'ore di Z2, opto per il Passo Gardena e piano piano arrivo in un pezzo che mi avrebbe condotto agli ultimi 3 km ma comincia a piovere e ci sono 4 gradi, penso che dovrò scendere e che i 4 gradi sembreranno zero.
In effetti, nonostante i guanti e il guscio fa un freddo cane, arrivo a casa completamente fradicio dalla testa ai piedi.
Il giorno dopo passeggiata tranquilla di 4 km a 2000 metri, dove incontriamo dei simpatici gracchi a cui diamo dei pezzi di mela essiccata.
Il giorno pre gara faccio una cosa tranquilla e vado verso Selva, salgo al monte pana, mi fermo a coccolare una mucca e interseco quelli che poi saranno gli ultimi 5 km della Hero.
Mentre pedalo dolcemente immagino come sarà il giorno seguente, come sarò io, arriverò distrutto? Arriverò? Intanto che tutti questi pensieri si inseguono ne arriva uno più potente, al cospetto di questo paesaggio mi sento piccolo, inutile, una cacchetta di mosca. Questo mi rende più forte, mi
sento come Don Chisciotte e sono pronto a lottare inutilmente contro gli elementi della natura e i miei limiti, pronto ad immolarmi per il niente,
tipo un gesù.
Finisco il mio allenamento e mi vado a preparare per l'indomani.
Tutto deve essere a posto, dovrò alzarmi e prendere la bici senza pensare a niente, ho scelto una casa a 3 minuti dalla partenza, niente auto.
L'unica cosa che mi lascia perplesso è il mio grado di allenamento, non sono riuscito a dimagrire, a dicembre mi sono lussato la spalla, continuava a piovere e ho fatto pochi lunghi, sarò pronto?
Alla partenza siamo pochi, l'anno scorso mi sembravano di più, il cielo non promette bene, piccoli buchi nelle nuvole che coprono il sole lasciano passare qualche raggio che ci scalda, ma in vetta si vede che farà cagare.
La settimana prima il meteo dava temporali tutti i giorni, per fortuna mano a mano che si avvicinava il giorno le previsioni sono migliorate.
8.45
Io e la mia Scott scale 970 in alluminio partiamo.
Ci sono un sacco di persone che ci spronano, felici di non essere al nostro posto, pedalo piano piano, ho 71 km da fare e se li farò alla stessa velocità dell'anno scorso impiegherò almeno 9 ore.
Da quando sono caduto a fine novembre non ho più fatto enduro e ho un po' paura, questa gara è il terreno ideale per vincere il timore che non mi abbandona da 6 mesi, le salite non mi spaventano, se cadi, cadi piano.
Quest'anno scendo a spingere, non voglio sforzare il cuore come l'anno scorso,arrivo a Passo Gardena e comincio la prima discesa, ci sono passato a piedi due giorni prima, non mi fa paura, anzi mi sento a mio agio.
Poi comincia il fango.
Il fango non mi piace, non mi piace sporcarmi, la ruota anteriore non va dove dico io e devi stare attento all'abbinamento fango rocce, fango radici e fango prato.
Dopo la discesa, nella quale mi casca 4 volte la catena, ricomincia la salita, c'è un pezzo che passa lungo uno ski lift che faccio tutto a piedi, molte saranno le salite che farò a piedi.
I primi 30 km passano con difficoltà, sul Pordoi vengo sorpreso dai crampi alla gamba destra, quella buona che sopperisce al deficit del ginocchio sinistro.
Questo pezzo di asfalto l'anno precedente lo avevo salutato con gioia ed avevo superato un po' di gente, ma stavolta non posso, metto il rapporto più corto e cerco di non spingere troppo.
Altra discesa dove incontro impediti che non fanno passare, nebbia, freddo, fango.
Punto di ristoro.
Chiedo quanto tempo ci vorrebbe ad accorciare la catena, 15 minuti mi dicono, desisto. Lavo la bici dalla merda dopo aver mangiato banane verdi fredde.
Riparto, sale sale sale e io pedalo e spingo pedalo e spingo.
Discesona per il Lupo Bianco, me la ricordo bene perchè è veloce e riesco a superarne un po', combatto contro dei crampi alla mano verso la fine, arrivato li mangio altre banane verdi gelate, tutto è freddo gli stronzi non hanno pensato che magari qualcosa di caldo avrebbe fatto la differenza, l'importante è che paghi, pedali e stai zitto, sei solo un numero, quelli importanti sono i campioni che fanno notizia e portano tv e gente.
Il Duron.
Prima di cominciare la salita passiamo in un centro abitato fatto di case di pietra con tetti in legno, ci sono dei gruppi di ragazzini,
probabilmente delle scolaresche che leggono il mio nome sulla targhetta e cominciano a incitarmi: "forza Andrea, sei tutti noi!" gli sorrido per non mandarli a fare in culo.
Un altro gruppo si dispone in linea e allunga le mani per farsele toccare mentre passo, penso alle numerose volte che ho pisciato, che mi sono pulito il naso e il sudore con quel guanto e con gusto strofino le mani di tutti, compresa la giovane maestra.
Temevo di dover fare il Sella ma vengo rassicurato, no guarda il Duron è meglio.
In effetti il fondo non fa schifo come sul Sella e il paesaggio è incredibile, un fiume di acqua cristallina su un letto di rocce bianche con rocce nere qua e la, una immensa stracciatella.
Però è lunga e non finisce più, comincia a piovere, mi fermo e mangio una barretta schifosa (quella in regalo della Hero), ho ancora un gel ma non lo mangerò, mentre osservo le mucche che ruminano. Vengo raggiunto da uno straniero ciccione simpatico che mi sorride.
Alla fine della salita noto una coppia, Paola e Angelo, sono vestiti uguali, si vede che pedalano in coppia e immagino siano moglie e marito, vorrei chiederlo ma desisto.
Comincio la discesa e l'attacco della cam si smolla e la cam comincia a battere sul garmin, mi devo fermare tra mille bestemmie.
Arriviamo all'ultimo ristoro, altre banane fredde e sali freddi con acqua fredda, riparto, adesso manca poco, ma non capisco come sia possibile che il garmin indichi ancora 3100 metri, avrebbero dovuto essere 4100 totali, mancano meno di 10 km che razza di salita mi devo aspettare?
Paola e Angelo sono ancora li, Angelo aspetta Paola e li raggiungo e glielo chiedo.
Io:"Ciao, ma siete marito e moglie?"
Paola (ridendo): "No!"
Angelo serio e guardando altrove "E a te che ti interessa?"
Io (Trattenendomi dal mandarlo affanculo subito):"No così, anche io ho una fidanzata con cui mi piacerebbe fare una cosa del genere"
Angelo sempre con quel fare da sbirro terrone: "E allora portacela"
Io:"Ha paura di partecipare a una cosa del genere"
Angelo: "E io cosa ti devo dire..."
A questo punto non so cosa mi trattenga ma non lo faccio e gli dico solamente "Minchia che simpatia"
Però il caro Angelino stronzino mi sarà di aiuto, perchè da quel momento penso che lo devo seminare e così farò.
Gli ultimi 5 km li faccio con tutte le energie che posso, supero altri 3 e arrivo al traguardo felice che sia finita mentre la mia dolce ragazza mi filma e mi dice con voce squillante "Vaiiiii"
L'abbraccio felice e lavo la bici che è immerdata, lei torna a casa in macchina io in bici.
Farò ancora la hero?
Probabilmente si.

Ti piace soffrire
Vorresti morire facendo quello che ti piace
Ti piace andare in mountain bike
Hai fatto una scommessa
Sei ricco
Sei stupido
Io non sono ricco.
Da adolescente rimasi colpito da un libro di S.K. "la lunga marcia".
Il libro raccontava di un gruppo di 100 corridori che dovevano marciare a 6 km l'ora ininterrottamente pena la fucilazione.
Chi arrivava primo avrebbe potuto ottenere ciò che desiderava.
Da quando ho letto questo romanzo sono sempre rimasto affascinato dagli sport di resistenza e mi sono sempre messo alla prova nel mio piccolo e con i miei limiti fisici (sono ciccione).
Sapendo che non potrei mai vincere partecipo per vedere se riesco a concluderla.
In cosa consiste questa gara massacrante?
Appena parti c'è una salita che parte al 15% e non molla mai, i pezzi appena sotto il 10% ti sembrano il momento giusto per riposare, dura poco più di 5 km da 1570 arrivi a 2300.
Questo è l'antipasto perchè più sarai stanco e più le salite saranno dure e le discese pericolose per via della velocità, del fango, dei sassi e delle, per fortuna poche, radici bagnate.
Le salite sono state concepite per accompagnare le musiche dei film russi degli anni 60, le discese per testare i freni, i polsi le braccia e le spalle.
Arrivato a metà vorresti che fosse finita arrivato alla fine vorresti buttarti in terra.
Per pochi è una gara per molti una maratona di resistenza, ed è a quelli che va la mia stima, perchè per pedalare oltre 10 ore devi avere delle doti straordinarie.
Quest'anno mi son detto che siccome il corto da 60 km per 3000 di dislivello mi era sembrato poco (7 ore e mezza) era il caso di fare il medio da 71 km per 4100 metri (che poi non sono stati 4100).
Decido che sarò li almeno 3 giorni prima per acclimatarmi e così il 12 mattina parto e arrivo alle 14 a Selva di Val Gardena, scarico tutto con la mia dolce fidanzata e parto per andare a fare un paio d'ore di Z2, opto per il Passo Gardena e piano piano arrivo in un pezzo che mi avrebbe condotto agli ultimi 3 km ma comincia a piovere e ci sono 4 gradi, penso che dovrò scendere e che i 4 gradi sembreranno zero.
In effetti, nonostante i guanti e il guscio fa un freddo cane, arrivo a casa completamente fradicio dalla testa ai piedi.
Il giorno dopo passeggiata tranquilla di 4 km a 2000 metri, dove incontriamo dei simpatici gracchi a cui diamo dei pezzi di mela essiccata.
Il giorno pre gara faccio una cosa tranquilla e vado verso Selva, salgo al monte pana, mi fermo a coccolare una mucca e interseco quelli che poi saranno gli ultimi 5 km della Hero.
Mentre pedalo dolcemente immagino come sarà il giorno seguente, come sarò io, arriverò distrutto? Arriverò? Intanto che tutti questi pensieri si inseguono ne arriva uno più potente, al cospetto di questo paesaggio mi sento piccolo, inutile, una cacchetta di mosca. Questo mi rende più forte, mi
sento come Don Chisciotte e sono pronto a lottare inutilmente contro gli elementi della natura e i miei limiti, pronto ad immolarmi per il niente,
tipo un gesù.
Finisco il mio allenamento e mi vado a preparare per l'indomani.
Tutto deve essere a posto, dovrò alzarmi e prendere la bici senza pensare a niente, ho scelto una casa a 3 minuti dalla partenza, niente auto.
L'unica cosa che mi lascia perplesso è il mio grado di allenamento, non sono riuscito a dimagrire, a dicembre mi sono lussato la spalla, continuava a piovere e ho fatto pochi lunghi, sarò pronto?
Alla partenza siamo pochi, l'anno scorso mi sembravano di più, il cielo non promette bene, piccoli buchi nelle nuvole che coprono il sole lasciano passare qualche raggio che ci scalda, ma in vetta si vede che farà cagare.
La settimana prima il meteo dava temporali tutti i giorni, per fortuna mano a mano che si avvicinava il giorno le previsioni sono migliorate.
8.45
Io e la mia Scott scale 970 in alluminio partiamo.
Ci sono un sacco di persone che ci spronano, felici di non essere al nostro posto, pedalo piano piano, ho 71 km da fare e se li farò alla stessa velocità dell'anno scorso impiegherò almeno 9 ore.
Da quando sono caduto a fine novembre non ho più fatto enduro e ho un po' paura, questa gara è il terreno ideale per vincere il timore che non mi abbandona da 6 mesi, le salite non mi spaventano, se cadi, cadi piano.
Quest'anno scendo a spingere, non voglio sforzare il cuore come l'anno scorso,arrivo a Passo Gardena e comincio la prima discesa, ci sono passato a piedi due giorni prima, non mi fa paura, anzi mi sento a mio agio.
Poi comincia il fango.
Il fango non mi piace, non mi piace sporcarmi, la ruota anteriore non va dove dico io e devi stare attento all'abbinamento fango rocce, fango radici e fango prato.
Dopo la discesa, nella quale mi casca 4 volte la catena, ricomincia la salita, c'è un pezzo che passa lungo uno ski lift che faccio tutto a piedi, molte saranno le salite che farò a piedi.
I primi 30 km passano con difficoltà, sul Pordoi vengo sorpreso dai crampi alla gamba destra, quella buona che sopperisce al deficit del ginocchio sinistro.
Questo pezzo di asfalto l'anno precedente lo avevo salutato con gioia ed avevo superato un po' di gente, ma stavolta non posso, metto il rapporto più corto e cerco di non spingere troppo.
Altra discesa dove incontro impediti che non fanno passare, nebbia, freddo, fango.
Punto di ristoro.
Chiedo quanto tempo ci vorrebbe ad accorciare la catena, 15 minuti mi dicono, desisto. Lavo la bici dalla merda dopo aver mangiato banane verdi fredde.
Riparto, sale sale sale e io pedalo e spingo pedalo e spingo.
Discesona per il Lupo Bianco, me la ricordo bene perchè è veloce e riesco a superarne un po', combatto contro dei crampi alla mano verso la fine, arrivato li mangio altre banane verdi gelate, tutto è freddo gli stronzi non hanno pensato che magari qualcosa di caldo avrebbe fatto la differenza, l'importante è che paghi, pedali e stai zitto, sei solo un numero, quelli importanti sono i campioni che fanno notizia e portano tv e gente.
Il Duron.
Prima di cominciare la salita passiamo in un centro abitato fatto di case di pietra con tetti in legno, ci sono dei gruppi di ragazzini,
probabilmente delle scolaresche che leggono il mio nome sulla targhetta e cominciano a incitarmi: "forza Andrea, sei tutti noi!" gli sorrido per non mandarli a fare in culo.
Un altro gruppo si dispone in linea e allunga le mani per farsele toccare mentre passo, penso alle numerose volte che ho pisciato, che mi sono pulito il naso e il sudore con quel guanto e con gusto strofino le mani di tutti, compresa la giovane maestra.
Temevo di dover fare il Sella ma vengo rassicurato, no guarda il Duron è meglio.
In effetti il fondo non fa schifo come sul Sella e il paesaggio è incredibile, un fiume di acqua cristallina su un letto di rocce bianche con rocce nere qua e la, una immensa stracciatella.
Però è lunga e non finisce più, comincia a piovere, mi fermo e mangio una barretta schifosa (quella in regalo della Hero), ho ancora un gel ma non lo mangerò, mentre osservo le mucche che ruminano. Vengo raggiunto da uno straniero ciccione simpatico che mi sorride.
Alla fine della salita noto una coppia, Paola e Angelo, sono vestiti uguali, si vede che pedalano in coppia e immagino siano moglie e marito, vorrei chiederlo ma desisto.
Comincio la discesa e l'attacco della cam si smolla e la cam comincia a battere sul garmin, mi devo fermare tra mille bestemmie.
Arriviamo all'ultimo ristoro, altre banane fredde e sali freddi con acqua fredda, riparto, adesso manca poco, ma non capisco come sia possibile che il garmin indichi ancora 3100 metri, avrebbero dovuto essere 4100 totali, mancano meno di 10 km che razza di salita mi devo aspettare?
Paola e Angelo sono ancora li, Angelo aspetta Paola e li raggiungo e glielo chiedo.
Io:"Ciao, ma siete marito e moglie?"
Paola (ridendo): "No!"
Angelo serio e guardando altrove "E a te che ti interessa?"
Io (Trattenendomi dal mandarlo affanculo subito):"No così, anche io ho una fidanzata con cui mi piacerebbe fare una cosa del genere"
Angelo sempre con quel fare da sbirro terrone: "E allora portacela"
Io:"Ha paura di partecipare a una cosa del genere"
Angelo: "E io cosa ti devo dire..."
A questo punto non so cosa mi trattenga ma non lo faccio e gli dico solamente "Minchia che simpatia"
Però il caro Angelino stronzino mi sarà di aiuto, perchè da quel momento penso che lo devo seminare e così farò.
Gli ultimi 5 km li faccio con tutte le energie che posso, supero altri 3 e arrivo al traguardo felice che sia finita mentre la mia dolce ragazza mi filma e mi dice con voce squillante "Vaiiiii"
L'abbraccio felice e lavo la bici che è immerdata, lei torna a casa in macchina io in bici.
Farò ancora la hero?
Probabilmente si.



