E' difficile da sopportare

La paura fa parte di noi e se pratichi fuori strada devi mettere in conto la possibilità di cadere e purtroppo di danneggiare la bici. Le volte che sono caduto (una di recente) sono legate a momenti in cui ho voluto "strafare". Bisogna cercare di capire i propri limiti...;)

Sailman ha scritto:

Ringraziala sempre, la tua paura: è quella che fa aumentare le tue possibilità di tornare a casa integro.

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Credevo fosse la prudenza ad aiutarci a tornare a casa.
La paura solitamente è un problema sia a livello mentale sia fisico, voglio vedere come affronti un tratto tecnico se parti terrorizzato duro come un bacchetto coi freni tirati alla morte.

O forse intendi paura al punto da farti smontare, in quel caso certamente torni a casa illeso.

Diciamo che avere un certo timore o un po di tensione è normale, paura la vedo controproducente e pericolosa. Per questo ho scritto così nel primo post, non siamo mica obbligati ad affrontare tratti con la paura addosso, si può stare a casa o fare altro di piu semplice

Com' è che sidice? Auguri @ZioBis © buon anno e NO FEAR!!!

GigioPups ha scritto:

Inizialmente scrivevi frasi come:

"l vento soffiava sul volto, dilatava i polmoni.
Anche il verso dei freni si era fatto più duro e affilato. Era arrivata la discesa... finalmente!"

"Una volta in cima… Liberatevi da ogni pensiero.
Mollate i freni. Svirgolate, saltate, derapate, sbandate, volate… liberi e leggeri."

"Sì, a volte la discesa è monotona e banale, come oggi"

Ora invece paura, dolore e accidenti la fan da padrone... che l'ultima discesa si sia chiusa con un bel capitombolo?

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se c'è stato ( non lo sappiamo, ma in caso fosse cosi ) una caduta con eventuali conseguenze, la paura è piu' che comprensibile, mente e corpo mantengono per un certo lasso di tempo memoria dell'accaduto.....
purtroppo, incidenti in bici ne ho fatti abbastanza e un po' di pezzi li ho frantumati per bene e ricordo il ritorno in sella e le sensazioni provate, non belle, tanta insicurezza e timore, quando prima scendevo sciolto e tranquillo ecc ecc....chiunque c'è passato sa di cosa parlo...
poi si recupera, ma un po' per il numero di crash fatti un po' per l'avanzare dell'eta', si cambia, a me piace ancora molto scendere e mi diverte parecchio, ma ho un po' diminuito le uscite su terreni ultra tecnici e difficili, prediligendo dove c'è piu' da guidare divertendosi e come ha gia' detto qualcuno ,se un passaggio mi preoccupa ,piuttosto che rischiare lo faccio a piedi....

fafnir ha scritto:

Credevo fosse la prudenza ad aiutarci a tornare a casa.
La paura solitamente è un problema sia a livello mentale sia fisico, voglio vedere come affronti un tratto tecnico se parti terrorizzato duro come un bacchetto coi freni tirati alla morte.

O forse intendi paura al punto da farti smontare, in quel caso certamente torni a casa illeso.

Diciamo che avere un certo timore o un po di tensione è normale, paura la vedo controproducente e pericolosa. Per questo ho scritto così nel primo post, non siamo mica obbligati ad affrontare tratti con la paura addosso, si può stare a casa o fare altro di piu semplice

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Certo, si tratta di giocare con le parole: non parlo del panico che ti blocca ma di quella sensazione che, di fronte ad un passaggio sconosciuto e pericoloso, ti consiglia di scendere dalla bici e farlo - la prima volta - con la bici in braccio. Quella che, magari più correttamente, tu chiami prudenza.

Io ho il panico davanti ad una lunga e ripida salita...
Quando arriva l'agognata discesa sono ben cosciente dei rischi che corro, ma un sadomasochistico sorriso mi si dipinge in volto, e inizia il divertimento!

Gli studi di neurofisiologia ci dicono che affrontare una qualsiasi situazione con la paura è il modo migliore per vederla realizzata e farsi male. E' la conferma scientifica dell'esperienza di usare male lo sguardo in mtb: se guardi il burrone o l'albero a fianco del tornante anziché la sua uscita, è certo che ci finirai contro o dentro...