E così, dopo mesi di assenza dalle pagine di questo forum torno a tediarvi con la breve storia di un sabato pomeriggio qualunque.
Dunque ciao a tutti, vecchi e nuovi amici, incontrati e mai visti.
In origine avevo pensato di organizzare un piccolo gruppo di peones del pedale con panino al seguito. Uscita dal mattino, manco a dirlo destinazione Aratu, per continuare la mappatura di questa "Valle Incantata" che conosco (e mi pare di capire di non essere solo) davvero poco.
Sono le previsioni meteo ad imporre lo stop ai miei sogni con qualche giorno di anticipo e il lavoro ratifica lo stop in modo perentorio ed inappellabile.
Sabato pioggia tutto il giorno con anticipazioni di quello che sarà gia dal venerdì.
Sabato mattina alle sei arriva un temporale che sembra confermare in pieno ciò che ha detto il colonnello che vive nel mio cello.
Alle nove del mattino sembra esserci un pallido sole che prova a scaldare l'acqua venuta giù un paio d'ore prima, e questo sembra essere un segnale buono per il pomeriggio. Ma le previsioni dicono sempre e solo acqua. Un giro di telefonate e un uozzappo delineano la formazione del pomeriggio.
Alle due e mezzo siamo in quattro: Badore, Paolo, Bros ed io.
Ci buttiamo a rotta di collo verso il lago e percorriamo in pochi minuti la 128, che lo costeggia, fino all'Hotel Taloro. Siamo all'ingresso del nostro parco avventura.
Togliamo il casco e indossiamo il pith helmet, più adatto al nostro nuovo ruolo.
L'approccio è: percorrere le riva destra del fiume per un lungo tratto, guadare il più in alto possibile passando al versante desulo/ovoddese e quindi guadagnare quota per affacciarci sulla valle da un qualsiasi punto panoramico.
Tutto questo a parole.
La riva fonnese l'abbiamo già percorsa diverse volte e quindi non regala più sorprese. Ci sono poche strade e non si inventa molto. Infatti arriviamo al guado obbligato che ci costringe a decidere se continuare a salire, ma sula riva opposta, oppure dare inizio al nostro progetto di cercare la quota.
Lasciamo le bikes e ci muoviamo a piedi per capire meglio cosa offre il posto e, visto l'orario, decidiamo di puntare il naso al cielo e trovare una via in salita.
Ci inoltriamo nel bosco e con una serie di tornanti e bellissime gallerie di vegetazione ci troviamo indietro nel tempo. Incontriamo una vecchia macchina che sembra essere stata parcheggiata anni fa. E' quasi integra e la vegetazione se ne è impossessata quasi per intero, lasciando vedere solo la coda. Abbiamo difficoltà a capire di cosa si tratta. Sembra una Fiat 131, ma ha i fari rettangolari e le luci posteriori non hanno la caratteristica forma a T rovesciata, sembra una Fiat 125 ma a forse è troppo nuova. Sembra tardi e basta! Avanti.
Organizziamo il trasbordo di un OVOLO figlio unico. Infatti in zona non se ne vedono altri. lo mettiamo immediatamente in vendita sulla rete ma senza successo immediato. Il nostro potenziale acquirente non si fa sentire.
Infine ci perdiamo.
Raggiungiamo un rudere ancora fornito di carriola e pentola e pensiamo di scendere. Abbiamo Anche la possibilità di salire ma il satellite ha detto che il nostro giro sarebbe troppo lungo per un pomeriggio di inizio autunno. C'eravamo posti le cinque come tempo limite per cambiare direzione e sono le sei. Non possiamo perdere ulteriore tempo.
Imbocchiamo la discesa e dopo duecento metri i rovi sono inflessibili. Non si passa. Facciamo ancora un giro a piedi per verificare la situazione ma non abbiamo alternativa.
No future!!! Torniamo indietro.
Siamo costretti a prendere un'altra stradina che, vediamo dal cielo, si fermerà poco più avanti... ma va verso un ovile. Ergo, verso una strada. Qualche passaggio in free-ride e su sentieri di animali ci porta in pochi minuti a destinazione. Quello che dalle foto satellitari sembrava essere un'ovile non è altro che un rudere. Attimo di delusione. Ma è tardi.
Imbocchiamo una strada che porta al "guado della scarpa piena" e onoriamo il rito millenario che prevede che chiunque guadi il fiume in quel punto in mtb debba riempirsi almeno una scarpa d'acqua. Possiamo sottrarci ad un rito così vecchio e sentito? Vi lascio il dubbio... ;)
Ora siamo lontani da casa ma... a casa! Conosciamo infatti la strada e dobbiamo solo percorrerla. Anche ad occhi chiusi.
Ragioniamo sulla fortuna che abbiamo avuto ad avere il segnale dati sul cellulare nonostante fossimo lontani da tutto. Ci ha permesso di vedere dove eravamo e trovare una via d'uscita senza girare a vuoto per troppo tempo o percorrere a ritroso la strada già fatta. Così invece possiamo mappare un'ulteriore passaggio.
Andiamo a fare la staffa da Collo mentre fa buio. Un paio di birre con patatine e sono le otto. Gli avventori ammirano il nostro OVOLO che oggi tocca a me. L'altra volta era toccato un porcino al Bros, la prossima sarà sicuramente per Paolo. :)
Dopo cena vengo a sapere perchè il nostro fungo non ha spuntato un prezzo ragionevole.
Ventiquattro ore prima, due NEMICI DELLA NATURA nuoresi che in questo forum hanno fama di essere ottimi reporter, insieme ad un brutto ceffo del posto, nostro potenziale cliente, hanno fatto incetta di OVOLI, prendendone decine e decine...
Maledetti! Così rovinate il mercato!!! :)
Al prossimo ciak ad Aratu!!!
Dunque ciao a tutti, vecchi e nuovi amici, incontrati e mai visti.
In origine avevo pensato di organizzare un piccolo gruppo di peones del pedale con panino al seguito. Uscita dal mattino, manco a dirlo destinazione Aratu, per continuare la mappatura di questa "Valle Incantata" che conosco (e mi pare di capire di non essere solo) davvero poco.
Sono le previsioni meteo ad imporre lo stop ai miei sogni con qualche giorno di anticipo e il lavoro ratifica lo stop in modo perentorio ed inappellabile.
Sabato pioggia tutto il giorno con anticipazioni di quello che sarà gia dal venerdì.
Sabato mattina alle sei arriva un temporale che sembra confermare in pieno ciò che ha detto il colonnello che vive nel mio cello.
Alle nove del mattino sembra esserci un pallido sole che prova a scaldare l'acqua venuta giù un paio d'ore prima, e questo sembra essere un segnale buono per il pomeriggio. Ma le previsioni dicono sempre e solo acqua. Un giro di telefonate e un uozzappo delineano la formazione del pomeriggio.
Alle due e mezzo siamo in quattro: Badore, Paolo, Bros ed io.
Ci buttiamo a rotta di collo verso il lago e percorriamo in pochi minuti la 128, che lo costeggia, fino all'Hotel Taloro. Siamo all'ingresso del nostro parco avventura.
Togliamo il casco e indossiamo il pith helmet, più adatto al nostro nuovo ruolo.
L'approccio è: percorrere le riva destra del fiume per un lungo tratto, guadare il più in alto possibile passando al versante desulo/ovoddese e quindi guadagnare quota per affacciarci sulla valle da un qualsiasi punto panoramico.
Tutto questo a parole.
La riva fonnese l'abbiamo già percorsa diverse volte e quindi non regala più sorprese. Ci sono poche strade e non si inventa molto. Infatti arriviamo al guado obbligato che ci costringe a decidere se continuare a salire, ma sula riva opposta, oppure dare inizio al nostro progetto di cercare la quota.
Lasciamo le bikes e ci muoviamo a piedi per capire meglio cosa offre il posto e, visto l'orario, decidiamo di puntare il naso al cielo e trovare una via in salita.
Ci inoltriamo nel bosco e con una serie di tornanti e bellissime gallerie di vegetazione ci troviamo indietro nel tempo. Incontriamo una vecchia macchina che sembra essere stata parcheggiata anni fa. E' quasi integra e la vegetazione se ne è impossessata quasi per intero, lasciando vedere solo la coda. Abbiamo difficoltà a capire di cosa si tratta. Sembra una Fiat 131, ma ha i fari rettangolari e le luci posteriori non hanno la caratteristica forma a T rovesciata, sembra una Fiat 125 ma a forse è troppo nuova. Sembra tardi e basta! Avanti.
Organizziamo il trasbordo di un OVOLO figlio unico. Infatti in zona non se ne vedono altri. lo mettiamo immediatamente in vendita sulla rete ma senza successo immediato. Il nostro potenziale acquirente non si fa sentire.
Infine ci perdiamo.
Raggiungiamo un rudere ancora fornito di carriola e pentola e pensiamo di scendere. Abbiamo Anche la possibilità di salire ma il satellite ha detto che il nostro giro sarebbe troppo lungo per un pomeriggio di inizio autunno. C'eravamo posti le cinque come tempo limite per cambiare direzione e sono le sei. Non possiamo perdere ulteriore tempo.
Imbocchiamo la discesa e dopo duecento metri i rovi sono inflessibili. Non si passa. Facciamo ancora un giro a piedi per verificare la situazione ma non abbiamo alternativa.
No future!!! Torniamo indietro.
Siamo costretti a prendere un'altra stradina che, vediamo dal cielo, si fermerà poco più avanti... ma va verso un ovile. Ergo, verso una strada. Qualche passaggio in free-ride e su sentieri di animali ci porta in pochi minuti a destinazione. Quello che dalle foto satellitari sembrava essere un'ovile non è altro che un rudere. Attimo di delusione. Ma è tardi.
Imbocchiamo una strada che porta al "guado della scarpa piena" e onoriamo il rito millenario che prevede che chiunque guadi il fiume in quel punto in mtb debba riempirsi almeno una scarpa d'acqua. Possiamo sottrarci ad un rito così vecchio e sentito? Vi lascio il dubbio... ;)
Ora siamo lontani da casa ma... a casa! Conosciamo infatti la strada e dobbiamo solo percorrerla. Anche ad occhi chiusi.
Ragioniamo sulla fortuna che abbiamo avuto ad avere il segnale dati sul cellulare nonostante fossimo lontani da tutto. Ci ha permesso di vedere dove eravamo e trovare una via d'uscita senza girare a vuoto per troppo tempo o percorrere a ritroso la strada già fatta. Così invece possiamo mappare un'ulteriore passaggio.
Andiamo a fare la staffa da Collo mentre fa buio. Un paio di birre con patatine e sono le otto. Gli avventori ammirano il nostro OVOLO che oggi tocca a me. L'altra volta era toccato un porcino al Bros, la prossima sarà sicuramente per Paolo. :)
Dopo cena vengo a sapere perchè il nostro fungo non ha spuntato un prezzo ragionevole.
Ventiquattro ore prima, due NEMICI DELLA NATURA nuoresi che in questo forum hanno fama di essere ottimi reporter, insieme ad un brutto ceffo del posto, nostro potenziale cliente, hanno fatto incetta di OVOLI, prendendone decine e decine...
Maledetti! Così rovinate il mercato!!! :)
Al prossimo ciak ad Aratu!!!